Finalmente … un lavoro giornalistico su Giuliani

Voglio ringraziare l’autore del video che posto qui sotto perché questo è il secondo e unico video mai realizzato dal 2009 ad oggi che affronta la questione Giuliani in modo giornalistico. Analizzando affermazioni e dichiarazioni … i dati, o meglio l’assenza di dati.

Il primo fu fatto da un gruppo di ricercatori dell’INGV mesi dopo il terremoto di L’Aquila ed è questo [http://youtu.be/c7-9lNkA-y4]

Questo tipo di lavoro, è incredibile, non lo ha fatto nessun giornalista ad oggi. Hanno dato tutti per scontato che Giuliani dicesse e dica la verità a prescindere, senza nemmeno la verifica che per un giornalista dovrebbe essere la base: la credibilità della fonte o, ancora meno, la consistenza delle sue dichiarazioni.

Nemmeno Travaglio e Santoro che di questo, la ricerca dei fatti, per anni hanno fatto la loro bandiera.

Guardatelo fino in fondo perché ci sono elementi importanti sulla credibilità di Giuliani (ad oggi) in ogni minuto del video.

Tanti giornalisti per nulla!

L’ultima puntata di AnnoZero, intitolata “Il Sasso in Bocca“, ha fatto seguito a una puntata davvero di ottimo giornalismo, ma non ne è stata all’altezza.

Anzi, paradossalmente sono stati i giornalisti presenti, unici ospiti stavolta, a non essere all’altezza.

L’argomento era la censura preventiva del direttore generale  della Rai, MASI, al programma di Fazio e Saviano, che dovrebbe essere condotto da Roberto Saviano stesso.

I fatti sono

  1. che il programma di Saviano ha, come tanti altri programmi, un costo di alcuni milioni di € (sembra circa 2) dei contribuenti (non evasori)
  2. che gran parte di questi soldi serve a pagare gli ospiti importanti
  3. che gli spazi pubblicitari sono stra-prenotati proprio per le potenzialità date dagli ospiti importanti, incluso lo stesso Saviano

In un paese normale, anche un giornalista come Belpietro, che ha uno stile da giornalismo trash e ottuso (mia opinione ovviamente), si sarebbe limitato a domandare(si) quale fosse il così detto “bilancio di previsione” della trasmissione, ovvero quanto ragionevolmente pensano di spendere e quanto ragionevolmente pensano di incamerare (semplice economia da condominio!!).

Siccome la trasmissione “Vieni via con me” di Saviano, si configura come una novità ma si inserisce nel segmento di successo (per fortuna) di “Che Tempo che Fa” ed ha potenzialità da Annozero, come introiti pubblicitari … beh a occhio il bilancio di previsione dovrebbe essere positivissimo.

Quale modo migliore, anche rispetto a un modo di pensare “finanziario”, di investire i soldi pubblici? Più redditizio dei BOT e più sicuro della Borsa. La Rai dovrebbe festeggiare (Berlusconi anche, se fosse un vero imprenditore … visto che Endemol, venditrice del format, è sua) … ma dal comportamento del galoppino Masi, si direbbe che non sia così.

E poi, come sempre si è fatto, se la trasmissione dovesse deludere e gli inserzionisti fuggire coi telespettatori … sarà chiusa, limitando le perdite. Pubblica o privata che sia l’azienda, si fa così. Qualunque azienda investe e rischia. Questa volta mi pare che il rischio sia basso e le potenzialità di guadagno per la Rai molto alte. Quasi un colpo sicuro.

Ecco! Il discorso doveva finire qui, restando sul piano ragionieristico. Perché di questo si tratta.

Anche la questione della rivelazione dei cachet degli ospiti poteva risolversi sul piano di normale legge di mercato: la trasparenza tanto invocata da Belpietro non sta certo nel mettere in prima pagina “solo” i compensi di una trasmissione che ti sta antipatica, ma nell’avere dei bilanci che sono pubblici, che comprendano tutte le voci, quindi tanto i cachet che le inserzioni pubblicitarie, di ogni trasmissione. Dal punto di vista però della concorrenza, per la Rai questo sarebbe un grosso svantaggio … e questo, Belpietro come Paragone, che fanno gli splendidi dovrebbero capirlo. Ma tant’è.

Bastava dire questo e poi ripeterlo all’infinito per far capire a noi telespettatori che il comportamento della Rai è anti-aziendale dal punto di vista imprenditoriale e che Masi dovrebbe per questo, incapacità manifesta o dolosa, essere cacciato.

Sarà un caso che una trasmissione con quasi solo giornalisti come ospiti, sia venuta così caotica e inconcludente? E che non abbia trasmesso al telespettatore le corrette informazioni per valutare un tema in fondo così semplice?

Alla fine, nella mente del lettore medio de “il Giornale” ha prevalso il “faziosissimo”  quanto irrazionale discorso di Belpietro sulla base del quale a Hollywood non avrebbero mai girato nemmeno un film di serie Z, figuriamoci Indiana Jones.

Ai posteri …

che ne pensa il Vesuvio?

Mentre all’Aquila la terra continua a tremare, allarghiamo gli orizzonti (nemmeno troppo) e spostiamoci di soli 180km circa in linea d’aria per approdare al cratere del Vesuvio. Facciamo un po’ di facili previsioni: il vesuvio è uno dei vulcani più pericolosi dell’area mediterranea. E’ un vulcano esplosivo e non è inattivo ma quiescente. In parole povere, sotto al vulcano intorno ai 10km di profondità, secondo alcuni studi, una camera magmatica c’è. Quindi il recente silenzio (in tempi umani, perché in tempi geologici è tutt’altro che silenzioso) del vulcano non significa nulla. Accanto al Vesuvio, inoltre, c’è un altro complesso vulcanico importante, cioè la caldera dei Campi Flegrei.

La zona è totalmente e selvaggiamente urbanizzata fino al midollo … anzi, fino al cratere sarebbe meglio dire. L’hinterland vesuviano è pieno di tonnellate di caotico cemento, intervallato da una irrazionale rete stradale.

La storia dell’umanità è piena di casi in cui interi popoli si sono stabiliti alle pendici di vulcani attivi ma quiescenti, che si presentavano come imponenti montagne spesso verdi. La fertilità dei terreni, il clima e la maestosità del paesaggio hanno spesso spinto le popolazioni a scegliere quei luoghi, un po’ come è sempre successo coi fiumi, portatori di vita. Quei popoli in genere non sapevano di avere a che fare con montagne esplosive perché i lunghi tempi di quiescenza facevano perdere la memoria o impedivano ai nuovi arrivati di riconoscere l’edificio vulcanico come tale. Tutta la mia comprensione agli antichi.

Ma quale scusa hanno i napoletani? Quale scusa ha lo stato italiano? Quale gli enti locali? Nel 2009 dell’era moderna?

Traggo solo due frasi dall’anticipazione, su Repubblica.it, del servizio di Sky che mi ha spinto a scrivere:

1) “L’assessore punta il dito contro il dipartimento della Protezione civile che dovrebbe stanziare più soldi per l’informazione ai cittadini e le prove del piano d’evacuazione.

2) “Ma ha senso morire per un panorama sul Vesuvio? Si chiede l’emittente Current tv. La risposta arriva da un ragazzo intervistato: ‘Se mi trasferisco in un altro posto so che mi mancherà questo paesaggio, ogni mattina quando mi affaccio vedo il Vesuvio dalla mia finestra’

Ora dico io, la storia recente (ultimi 2000 anni) del Vesuvio è nota. Anche la sua storia geologica è stata scientificamente ricostruita. Anche come sia “bello” morire bruciati da una “colata piroclastica” è abbastanza noto.  Data la pericolosità, infatti, il vulcano è monitorato 24h su 24h dal solito INGV che lì ha anche una delle sue sedi (l’Osservatorio Vesuviano); inoltre è stato approntato un piano di evacuazione che in teoria, per una volta è lungimirante: prevede infatti l’incentivo ai residenti ad andarsene in quelle zone che, secondo gli studi fatti su dove la colata o la nube piroclastica potrebbero espandersi, risultano sicure o comunque meno pericolose.

A differenza dei terremoti, nel caso del Vesuvio si parla di “evacuazione” e c’è addirittura un piano.

Si possono prevedere le eruzioni? In una certa misura si, ma con un prevviso magari breve. La risalita del magma infatti può essere preceduta da un periodo di deformazione dell’edificio vulcanico, da terremoti e tremori, emissioni gassose, riscaldamento delle acque ecc … il Vulcano insomma un po’ la dice. Ma il tempo può essere molto breve e deve essere usato nel migliore dei modi, per far uscire la gente dalla zona di massimo pericolo. E chi ci dice poi che il vulcano non decida di avere un comportamento anomalo e di eruttare senza un preavviso sufficiente … e allora meno gente c’è nelle zone a maggior rischio e meno morti ci saranno.

Alla luce di questi fatti, l’affermazione dell’assessore mi sembra in perfetto stile “scaricabarile” con interesse economico/politico sullo sfondo. Le istituzioni locali in fondo sono informate già ora di tutte queste cose e sanno che c’è un piano di evacuazione. Chi, se non loro, dovrebbe fare campagne di sensibilizzazione direttamente sul territorio? Inoltre non credo sia compito della Protezione civile quello di fornire i soldi per gli incentivi: credo spetti allo stato centrale e agli stessi enti locali.

La seconda affermazione la trovo invece francamente sconcertante, tanto più che qualora il tipo che l’ha pronunciata fosse investito dall’eventuale eruzione e sopravvivesse, chiederebbe di rientrare fra coloro che hanno subito danni e comununque contribuirebbe a intasare le vie di fuga contribuendo alla probabile morte di altre persone. L’idea che sia preferibile morire bruciati (creando peraltro disagi a chi non vorrebbe morire)  piuttosto che cambiare il panorama che si vede ogni mattina … beh, mi fa pensare … tutta la mia comprensione agli antichi ma … nessuna per i moderni!

Analisi di un discorso “scientifico”

Le cose importanti da ricordare non son quelle che fanno scalpore ma quelle che dovrebbero farlo e non lo fanno. Ha per esempio fatto scalpore che Giampaolo Giuliani abbia detto di aver previsto un terremoto che poi si è verificato ma non che ne abbia previsti altrettanti che non si sono verificati. Vale la pena per questo leggere cosa abbia detto Giampaolo Giuliani rispetto alla previsione, poi non avveratasi, che nei giorni scorsi ha gettato l’Aquila e gli sfollati dell’Abruzzo di nuovo nel panico, perché dice una di quelle cose che poi la gente scorda …

Da Il Centro:

“Dai miei sistemi registro un forte incremento nella concentrazione del radon. Anche dal sismografo sto vedendo, da qualche ora, la stessa attività delle ore immediatamente precedenti la scossa del 6 aprile. In qualsiasi momento mi collego vedo soltanto treni di eventi di rilievo. La concentrazione di radon ha subìto un’impennata a partire da domenica sera. Il livello è passato da 130500 a 134000. È la stessa cosa avvenuta l’altra volta. A forti crescite di questo dato equivalgono incrementi di terremoti. Tanto cresce il radon tanto maggiore è l’energia che si carica. Tra le 6 e le 24 ore possono verificarsi nuove scosse.”

L’intero discorso di Giuliani, se realmente pronunciato, è illuminante:

1) quello che lui registra in questa giornata di panico è uguale a quello che ha registrato prima dell’evento del 6 … quindi? Ci sarà un forte evento! Perché per gli stessi dati Giuliani ha previsto (dice) un forte terremoto, quello del 6. Quindi stavolta ha toppato. Il forte terremoto non c’è stato.

2) “La concentrazione di Radon ha subito un’impennata … da 130500 a 134000 … “. Se non sbaglio è aumentato del 2.7%. Ora, io non so se il 2.7% per l’andamento del Radon sia così significativo ma sembra un incremento relativamente basso. Se questo è l’incremento che ha fatto spaventare Giuliani, tutto torna. Infatti, come ho detto (non io, ma esperti mondiali) qualche post fa, il Radon oscilla per molte cause e nella maggior parte dei casi non accade assolutamente nulla perché le sue variazioni non sono legate solo all’evenienza di forti terremoti. Questo è uno di quei casi: oscillazioni da far saltare sulla sedia Giuliani … ma nessun forte terremoto.

3) “a forti crescite di questo dato equivalgono incrementi di terremoti. Tanto cresce il radon tanto maggiore è l’energia che si scarica.” Questo non è proprio vero. Almeno non lo è in questo caso. Basta vedere l’andamento della sismicità registrata dall’INGV per capire che fra il 15 e il 28 di aprile non si è visto un forte incremento di sismicità. Anzi. La maggioranza dei terremoti è di Ml < 2.6 e alcuni (tanti, per chi li vive) di Ml maggiore di 3. Niente di particolarmente diverso dai dieci giorni precedenti. La sequenza non è evidentemente finita. Solo i 2 terremoti Ml = 4 del 23 aprile sono consistentemente più forti … ma sono avvenuti prima dello spargersi del panico nelle tendopoli e anche, presumibilmente, prima dell’intervista a Giuliani.

Infine, Giuliani sembra concludere che fra le 6 e le 24 ore si potranno verificare altre scosse …

… ma va?

Sciacalli da … far tremare.

All’indomani del magnitudo (Mw) 6.3 che ha colpito l’Aquila lo scorso 6 Aprile, ho trovato  davvero singolare che i primi arrestati fossero, tanto per cambiare, dei Rumeni. Ma come? Crollano case fatte 3 giorni prima, c’erano palazzi lesionati che non sono stati evacuati (stando a quanto ha riportato il sindaco dell’Aquila … ma anche la studentessa intervista ad Annozero) … e i primi arrestati, peraltro processati per direttissima e rilasciati perché “il fatto non sussiste”, sono dei Rumeni? Per sciacallaggio? Sarebbe esilarante, se non ci fosse di sfondo una tragedia per migliaia di persone.

Da allora mi sono chiesto chi fossero gli sciacalli e di che genere di sciacallo parliamo.

Il primo sciacallo, è come sparare sulla Croce Rossa lo so, è Berlusconi. Perché ha palesemente sfruttato l’emergenza sismica e la sofferenza di tanti, per fare la passerella quotidiana, intralciando l’operato primario dei soccorritori, che è quello di occuparsi degli sfollati dell’Aquila e non del presidente del consiglio che invece gode di ottima salute. Tutto questo mentre si compiaceva della scelta dei parlamentari di non fare loro la passerella proprio per non intralciare le operazioni di soccorso. Il secondo atto personale di sciacallaggio, da parte del presidente, è stato il tentativo di “silenziare” la polemica sulle costruzioni lesionate e/o distrutte e sul suo piano casa, progetto che, analogamente ai condoni edilizi, è il genere di atto che più di qualunque altro porta alla violazione delle norme antisismiche!

Il secondo sciacallo, se è vero che è sua l’idea, è Bertolaso, il direttore della Protezione Civile (PC). Non per la gestione dell’emergenza: credo infatti che la combinazione dell’allerta immediato lanciato dalla sala di monitoraggio sismico dell’INGV, della capacità d’intervento della Protezione Civile e della forza fisica e morale di tanti volontari, vigili del fuoco ecc … abbia fatto la differenza per tanta gente, sopratutto nelle prime ore del 6 aprile. No, mi riferisco alla decisione di spostare il G8 all’Aquila. La cosa che dà fastidio è che la scelta dipende, sembra sempre più evidente, dalla impossibilità per la PC di gestire contemporaneamente il G8 e l’Aquila. E ci mancherebbe … ma la soluzione geniale è passare sopra gli abruzzesi? La situazione probabilmente sarà ingestibile con la gente nelle tendopoli. E’ difficile già ora, a causa dei bagni, del freddo (e poi del caldo), del maltempo, della continua presenza del politico  di turno e delle continue scosse (che non facilitano il rientro della gente nelle case, sia pur agibili). E mi viene anche il dubbio che quando saremo in prossimità del G8, con migliaia di delegati e altrettanta polizia e carabinieri per le strade, gli Abruzzesi passeranno in secondo piano, dato che ci passano anche ora che gli unici incomodi sono Berlusconi e il Papa. Il presidente del consiglio ovviamente ha ben accolto il suggerimento, definendolo “idea geniale”, perché gli risolve, almeno così immagina, il problema delle proteste che sempre seguono il G8 in qualunque parte del mondo.

E intanto l’Espresso pubblica un ennesimo speciale sul terremoto, di cui una anticipazione si trovava già qui, che rivela che la caserma Vincenzo Giudice della Guardia di Finanza, che ospiterà il G8 … sembra non sia a norma rispetto alle leggi sulle costruzioni in zona sismica! Si legge “Le sue fondamenta sarebbero state costruite con una tecnica anomala che non rispetta le norme e senza i calcoli necessari per verificarne la tenuta sotto sisma“. Mah …

Terzo sciacallo è chiunque in questi giorni si diverta a diffondere previsioni su terremoti che si starebbero per verificare un po’ ovunque.  Sempre il Centro riporta infatti che l’Aquila ha sperimentato nuovi momenti di panico quando ha iniziato a girare la voce di un nuovo forte terremoto che sarebbe stato in arrivo. Queste voci ormai, da quando Giuliani ha fatto i suoi exploit, girano in continuazione in ogni parte d’Italia. Ma all’Aquila comprensibilmente provocano più paura che altrove. Qualche sciacallo in giro c’è e non si sa chi è, ma ciò che è sicuro è che sfrutta la moda “previsionista” lanciata da Giuliani, che ha contribuito a deviare l’attenzione della gente dalla prevenzione alla previsione.

Un futuro prevedibile …

Torno per la seconda volta sul terremoto. Sulla prevedibilità dei terremoti segnalo solo due approfondimenti. Il primo è che all’Università FedericConferenza: prevedibilità terremotio II si è tenuto, pochi giorni fa, un convegno sul tema, presente anche Giuliani. E’ interessante perché si capisce un po’ meglio, secondo me, la pochissima consistenza sia scientifica che di buon senso delle sue “previsioni”. Sono però contento che sia stato invitato, ascoltato e messo alla prova. Un buon commento lo ha fatto Marco Cattaneo qui.

La seconda segnalazione è quella di un articolo di Science, rivista che insieme a Nature rappresenta il top delle pubblicazioni scientifiche mondiali di larga diffusione e massimo impatto. L’articolo contiene anche parti di una intervista a un ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Lo trovate qui.

Per quanto riguarda i terremoti, molti italiani ancora non hanno idea di cosa sia davvero un terremoto e per questo, come sempre succede,con qualunque “rischio”, sono più fragili ed esposti. Eppure viviamo in uno dei settori più sismici dell’area mediterranea. Non solo ma, fra le tante zone sismiche del mondo, l’Italia è anche una di quelle con la “storia” più complessa e difficile da ricostruire. L’Appennino non è la San Andreas. Qui non c’è una faglia lunghissima, verticale, trascorrente (cioè a movimento laterale) e relativamente semplice. Ce ne sono centinaia di piccole medie e grandi dimensioni. Molte di queste sono vicine le une alle altre. La maggior parte è situata lungo la catena appenninica dove, infatti, è localizzata la maggior parte dei terremoti. I terremoti si generano quando le rocce, sottoposte a forti stress per la dinamica legata alla tettonica delle placche, accumulano una forte deformazione fino a rompersi lungo una faglia oppure fino a riattivare una faglia già esistente. E’ l’improvviso movimento delle rocce,che, propagandosi, genera le oscillazioni in superficie, che in alcuni casi diventano distruttive. Se si riesce a immaginare una massa enorme di rocce che si sposta, anche solo di un metro, in un contesto di faglie come quello descritto sopra, allora si capisce perché quando si verifica un forte terremoto … sia lecito aspettarsene altri anche altrettanto forti. Ma … non è detto che si verifichino.

Immaginare gli sforzi che producono i terremoti e le ripercussioni delle deformazioni prodotte da un terremoto sulle faglie circostanti fa sicuramente venire più ansia di quanta già non ne abbia chi ha subito un terremoto, ma è sicuramente più aderente alla realtà scientifica del fenomeno.

In Italia ci sono almeno 2000 terremoti all’anno (in tempo di “pace”, cioè quando non ci sono sequenze sismiche importanti) di magnitudo superiore a 1.0. La maggioranza di questi NON è avvertita dalla popolazione. E’ un continuo “scricchiolamento”, un continuo scorrere e fratturarsi che dà l’idea di come l’Italia non stia mai ferma. Di questi terremoti alcuni sono avvertiti perché abbastanza forti. A parità di magnitudo un terremoto profondo si avverte meno in superficie (perché le rocce stesse attenuano la deformazione generata dal terremoto) ma se si avverte può essere avvertito su un’area più vasta. Uno più superficiale può essere avvertito di più anche se più debole. Sempre a parità di magnitudo e di ipocentro, due zone molto vicine caratterizzate da terreni molto diversi (uno su roccia e uno, per esempio, sui sedimenti di un antico lago) subiscono oscillazioni anche molto diverse. Infine, a parità di tutto il resto, la percezione dell’evento sismico cambia, questo lo si sa bene, se si sta al piano terra o all’ultimo piano di un palazzo piuttosto alto.

I terremoti forti sono molti meno di quelli piccoli e non hanno tutti lo stesso comportamento rispetto a ciò che li precede e segue. Per esempio il 23 dicembre 2008 c’è stato un magnitudo 5.2 a Parma. A occhio, non è stato preceduto da una lunga  sequenza ed è stato seguito da una normale sequenza di terremoti di magnitudo più o meno decrescente. Ha fatto molta paura … ed è finito li. Il terremoto dell’Aquila invece è stato preceduto da una lunga sequenza e seguito da una lunga sequenza che ancora non si è conclusa.

Di fronte a questa situazione, dal punto di vista sismico, il problema non è tanto se i terremoti siano prevedibili (per ora no, ma speriamo di arrivarci vicini un giorno) ma cosa imparano gli italiani dai terremoti e dalle tante vittime che seguono gli eventi sismici.

I giapponesi per esempio hanno imparato molto da un terremoto fortissimo che ha colpito la città di Kobe nel 1995. Io non ne so molto del post-Kobe, quindi cito Wikipedia. Su Wikipedia si legge quanto segue:

Il terremoto diede una sterzata notevole alla riorganizzazione della protezione civile giapponese. Il Giappone installò supporti di gomma sotto i pilastri dei ponti per assorbire le vibrazioni dei terremoti e sotto gli edifici ricostruiti che vennero separati fra di loro per aver modo di oscillare sotto l’effetto dei sismi. […] In risposta agli immensi danni registrati alle infrastrutture di trasporto, ed alle conseguenze sui tempi di risposta in occasione di disastri naturali, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti designò determinate strade e linee ferroviarie che vennero messe a norma con le più severe leggi antisismiche varate nel dopo Kobe. Nello stesso tempo vennero adeguati anche gli edifici presenti lungo queste direttive di marcia in modo che possano resistere al meglio in occasione di altri eventi sismici di alto petenziale distruttivo.” [continua].

L’Italia aveva uno dei più bei territori dell’area mediterranea, ma si è rifiutata di preservarlo. Per ignoranza e stupidità della solita maggioranza (del popolo) forse ma più che altro per l’idea di fondo che la speculazione edilizia, come qualunque altro genere di speculazione, significhi … LIBERTA’. In questo senso noi SIAMO il popolo delle libertà. E ne paghiamo le conseguenze.

Ho detto che l’Italia è un paese che piuttosto che investire nelle costruzioni antisismiche, gioca al lotto e intanto fa gli scongiuri. E’ così col terremoto, è così con i rifiuti. L’Italia è un paese che piuttosto che investire in pannelli solari almeno il doppio di quanto fa l'”assolata” Germania, REGALA, con un imbroglio, i nostri soldi del CIP6 agli inceneritori, generatori di cancro passati per “l’unica soluzione”!

Alla base di certe scelte che la politica fa, non c’è solo la malafede dei governanti ma anche la poca volontà degli italiani di approfondire argomenti che incidono sulla nostra vita quotidiana molto più di una partita di calcio o della finale del grande fratello. E poi la stampa e la TV, che dovrebbero approfondire, informare e anche orientare l’attenzione del pubblico non lo fanno.

PS: non sono esperto di prezzi della sabbia da costruzione e non so se sia vero che sia stata o meno usata sabbia di mare in alcune costruzioni a l’Aquila, ma sospetto che l’affermazione che NON è stata usata perché costerebbe troppo portarla dal mare a l’Aquila non mi convince. Per una semplice questione di logica. Che cos’è che di solito rende una cosa non conveniente molto conveniente? Il non rispetto delle regole, il comportamento non legale e mafioso. Ebbene sospetto che anche la sabbia di mare della calabria, se cavata illegalmente e trasportata all’Aquila dalla ‘ndrangheta, sarebbe assolutamente conveniente, considerando che siamo nell’era in cui una maglietta può essere filata in Cina, colorata in Italia, confezionata in Francia e rivenduta in Cina!

è un paese l’Italia …

Come qualunque organo di informazione anche io ho deciso di parlare di terremoto. Il terremoto dell’Aquila. Quello “previsto” da Gioacchino Giuliani, CTER (Collaboratore Tecnico) dell’INFN.

La sequenza dell’Aquila è iniziata a gennaio ed è rimasta in sordina (tranne per gli aquilani e per i sismologi che hanno registrato le scosse) per mesi fino al 30 Marzo 2009 quando si è verificato un evento di Ml=4.

La ricerca scientifica dice, come accadrebbe in tutto il mondo da San Francisco al Giappone, che la sequenza sismica con forte probabilità finirà li oppure, con una probabilità  più bassa, darà un terremoto più forte. Più forte di quanto e, soprattutto, se e quando lo darà non è dato di saperlo. I tempi possono essere di pochi secondi come di alcuni anni o anche molto di più.

Nonostante queste siano le conoscenze scientifiche, qualcosa accade comunque: si riunisce la Commissione Grandi Rischi. A differenza di quanto riportano alcuni giornali la commissione non ha mai detto “non ci sono rischi, non ci sarà nessun terremoto forte” anzi il contrario: il verbale  del 31 marzo 2009 riporta che “non necessariamente una sequenza di bassa entità porta a un forte terremoto” e che “è improbabile l’occorrenza di un terremoto di intensità pari a quella del 1703 (magnitudo equivalente pari a 6.7)”, ma anche “che non si può del tutto escludere perché la zona è fortemente sismica e classificata in classe 2”. Queste affermazioni saranno ribadite nel verbale della Commissione del 6 Aprile 2009.

Sono vere queste affermazioni come è vera l’affermazione “non siamo in grado di prevedere i terremoti”. E quest’ultima in particolare non è vera solo in Italia, è vera in tutto il mondo, come testimoniano due interviste a esperti mondiali (esperti anche dei metodi basati sul Radon) riportate sull’Espresso della scorsa settimana (vedi Wakita e Archuleta).

La commissione si riunisce non solo per routine, probabilmente, ma anche perché da settimane (settimane!!) all’Aquila c’è il panico. La gente sta per strada in continuazione. Perché la gente sta nel panico all’Aquila? La sequenza che dura, si, ma anche le voci su un imminente forte terremoto che qualcuno mette in giro ogni volta che c’è un terremoto anche piccolo. Le voci sono puntualmente smentite dai fatti. Il forte terremoto, o anche uno medio, non si verifica e la gente ritorna a casa. All’inizio non si riesce a capire chi cavolo metta in giro ‘ste voci. La risposta dei sismologi alle domande sulle previsioni è “un forte terremoto si potrebbe verificare oggi come fra 10 anni, la sequenza non necessariamente porta a un forte terremoto perché in passato ce ne sono state di uguali e non hanno dato un forte terremoto e in base a questo potreste stare in strada per i prossimi 10 anni, perché la zona è fortemente sismica”.

Poi la forte scossa, di Ml 5.8 (Mw 6.3), del 6 Aprile alle 3:32 a.m..

Giuliani da quel giorno non ha mai smesso di dire che lui l’aveva detto. Per quanto mi riguarda, spero che Giuliani sia in buona fede e che sia solo affetto da una buona dose di manie di grandezza e di incoscienza. Perché se è consapevole allora è un criminale.

TG Leonardo: il caso Radon

Video di TG Leonardo del 07/04/2009: il caso Radon!

L’uso del radon come precursore non è un’invenzione di Giuliani; rientra fra i cosiddetti precursori sismici. I precursori sono studiati da anni all’interno della comunità scientifica, con l’obiettivo di superare l’enorme scoglio che a tutt’oggi li rende purtroppo inutili: i precursori non sono univocamente collegabili ai forti terremoti. Succede cioè che si registrino variazioni nei valori dei precursori che non precedono affatto un forte evento o che non si registrino variazioni significative di quei parametri proprio prima di un forte terremoto. Il radon, inoltre, una volta liberato dalle rocce sottoposte allo stress dovuto a un forte terremoto del passato, non si libera più in corrispondenza di un nuovo forte terremoto (vedi il video di TG Leonardo).

Non solo: le variazioni del radon possono essere positive, ma possono essere anche negative. Inoltre le misure devono essere fatte in loco e non, per esempio, a 300 km. Ci sono poi zone cariche di radon che lo emettono in continuazione, perché di origine vulcanica, e nessun terremoto, men che meno forte, si verifica. L’elenco dei problemi del radon è lungo.

Dal punto di vista dell’allerta, si può capire quanto i giudizi rispetto agli allarmi lanciati da Giuliani siano condivisi in tutto il mondo anche grazie a un articolo del New York Times in cui si intervista SUSAN HOUGH, ricercatrice sismologa dell’USGS (il servizio geologico americano, uno dei più importanti istituti di ricerca geofisica al mondo). L’articolo è in americano e ne riporto qui sotto solo un pezzetto tradotto in italiano:

Il gioco funziona così: se guardi in dietro alle passate registrazioni dei livelli di X, dove X è il radon o qualunque  altra cosa, trovi che X ha mostrato anomalie prima di forti terremoti. Ma il problema è che X è tipicamente ciò che noi chiamiamo un `segnale rumoroso` – dati che includono molte fluttuazioni, spesso di varia e non ben compresa origine – e quindi trovarci correlazioni guardando all’indietro ha senso più o meno come vedere gli animali nelle nuvole.

Dunque le “previsioni” col Radon, così come con altri precursori, a tutt’oggi sono un terno al lotto … e qualche volta, soprattutto se si lancia una “previsione” al minuto, ci si prende.

Questo accade perché il terremoto è un fenomeno estremamente complesso che è possibile studiare solo indirettamente, a differenza di quanto accade con l’atmosfera che, essendo sotto gli occhi di tutti, permette di aggiornare i modelli previsionali in tempo reale. E’ possibile che in futuro, come è accaduto già per la medicina, la combinazione delle conoscenze raggiunte, dei dati acquisiti dalle decine e decine di strumenti aggiuntivi istallati dai ricercatori nell’aquilano poche ore dopo il 5.8 e delle nuove tecnologie, consentirà di prevedere, con un anticipo di almeno alcune ore, il verificarsi di un evento distruttivo. Per ora non è così.

Questo è talmente vero che nel mondo nessuno è in grado di prevedere i terremoti, men che meno con il radon, anche se tutti sognano e sperano di riuscire un giorno a farlo.

Torniamo al titolo: … è un paese, l’Italia, che piuttosto che rispettare le norme antisismiche spera sempre di vincere al lotto e intanto fa gli scongiuri.

E allora, viva le intercettazioni telefoniche!

Discorso di Marco Travaglio ad Annozero

Marco Travaglio ad Annozero, su cemento "disarmato" e terremoto.