Finalmente … un lavoro giornalistico su Giuliani

Voglio ringraziare l’autore del video che posto qui sotto perché questo è il secondo e unico video mai realizzato dal 2009 ad oggi che affronta la questione Giuliani in modo giornalistico. Analizzando affermazioni e dichiarazioni … i dati, o meglio l’assenza di dati.

Il primo fu fatto da un gruppo di ricercatori dell’INGV mesi dopo il terremoto di L’Aquila ed è questo [http://youtu.be/c7-9lNkA-y4]

Questo tipo di lavoro, è incredibile, non lo ha fatto nessun giornalista ad oggi. Hanno dato tutti per scontato che Giuliani dicesse e dica la verità a prescindere, senza nemmeno la verifica che per un giornalista dovrebbe essere la base: la credibilità della fonte o, ancora meno, la consistenza delle sue dichiarazioni.

Nemmeno Travaglio e Santoro che di questo, la ricerca dei fatti, per anni hanno fatto la loro bandiera.

Guardatelo fino in fondo perché ci sono elementi importanti sulla credibilità di Giuliani (ad oggi) in ogni minuto del video.

6 Aprile

Il 6 Aprile di ogni anno potrà essere il segnalino di questo Paese per capire per quanto tempo è rimasto immobile nella sua apparente incapacità di evolversi e di liberarsi dalla melma.

L’Aquila è rimasta li, più o meno così com’era. I precari dell’INGV anche, e anche questo è emblematico. Ricerca e sviluppo sono al palo. Sono passati 3 anni da allora, attarverso una crisi che avrebbe potuto ribaltare la situazione, aiutare a cambiare direzione … e invece?

Vabbè …

Il dito e la Luna: 6 Aprile 2009

Sono passati 2 anni, 10 mesi e una manciata di giorni dalle 3:32 ora locale del 6 Aprile 2009.

Ho scritto alcune cose nei mesi successivi agli eventi scatenati dal terremoto. Le conseguenze di quell’evento sono state molte. Sono morte 308 persone. Una città splendida è diventata più o meno un’ombra di se stessa. Il tessuto socio-economico è stato ed è rimasto stravolto. I componenti della Commissione Grandi Rischi di allora sono stati inquisiti in un processo e insieme a loro anche un ricercatore, un geofisico dell’INGV, che della commissione non faceva e non fa parte. Infine sono uscite alcune delle migliaia di intercettazioni delle telefonate di Guido Bertolaso, ex direttore del Dipartimento di Protezione Civile, da cui per il momento si evince che era talmente occupato a organizzare il G8 alla Maddalena per far fare bella figura all’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da ritenere la questione “sequenza sismica” poco più che un fastidio (mia opinione personale fin da subito dopo il terremoto, seppure non supportata da prove).

Quello che mi interessa fare oggi è riportare un ragionamento logico che mi è venuto in mente pochi giorni fa mentre aspettavo un treno che non arrivava mai, diretto al mio luogo di lavoro precario.

Se qualcuno vi domandasse quale, del terremoto dell’Aquila, sia la cosa più rilevante, probabilmente tutti rispondereste: le 308 persone che vi hanno perso la vita. Questo è umanamente vero e lo condivido. Ma voglio essere qui freddo e calcolatore.

Io credo che la cosa più eclatante sia il numero di persone che NON vi hanno perso la vita.

Primo elemento: i dati Istat provvisori del 2011 danno oltre 70.000 residenti nel comune di L’Aquila. Se ricordiamo i 65.000 sfollati del dopo terremoto, si può tranquillamente dire che “circa 70.000” residenti sia un numero corretto.

Circa 70.000 persone NON sono morte a causa della scossa principale e più dannosa dell’intera sequenza, che ha colpito il capoluogo Abruzzese.

Questo non è un dato positivo in se: una città di un Paese altamente sismico e 7ma potenza industriale al mondo (lo era … un po’ di tempo fa, ora chissà) non dovrebbe avere ALCUNA vittima diretta di nessun terremoto di qualunque magnitudo aspettata per quel luogo in base alle esistenti e ben documentate Mappe di Pericolosità Sismica. L’Italia continua a fare eccezione.

Però è un rapporto, quello fra il numero di vittime (308) e il numero di sopravvissuti (oltre 70.000) che deve portare a una riflessione. Riflessione che lascio per la fine dell’articolo.

Secondo elemento: dopo la scossa di magnitudo locale 4 del 30 marzo 2009, le voci di un forte terremoto in arrivo si sono fatte sempre più insistenti. Comprensibile vista la paura e l’ansia che genera una sequenza sismica che dura 3 mesi rinforzata da un magnitudo 4 che fa saltare giustamente i nervi. Comprensibile viste le chiecchiere a vanvera di G. Giuliani [1]. Pochi sanno ancora oggi che di sequenze sismiche come quella finite però senza un forte terremoto o vittime da crollo di edifici nella stessa città dell’Aquila già ce ne sono state in passato.

Dopo il terremoto la Commissione Grandi rischi è stata messa sotto accusa per le 308 vittime. La tesi dell’accusa non è che il terremoto fosse previsto o prevedibile ma che la Commissione Grandi Rischi abbia, non avendo gli elementi per farlo, rassicurato la popolazione sul fatto che un forte terremoto non ci sarebbe stato, di fatto facendo si che le persone restassero in casa la notte del 6 Aprile 2009, nonostante l’eventuale istinto.

Ecco.  E’ qui che mi è venuto un lampo.

Il ragionamento: supponiamo per un attimo che la commissione non si sia mai riunita e che quindi non abbia avuto nemmeno la possibilità di rassicurare nessuno, e che davvero tutte le 308 vittime quella notte avessero deciso di scappare fuori casa o di non rientrarvi per una qualunque ragione legata alla paura, salvandosi così dai crolli dei rispettivi edifici.

Secondo la tesi accusatoria, e secondo molte persone comuni, le 308 vittime non ci sarebbero state.

Ma ci sono oltre 70.000 persone che COMUNQUE fossero andate le cose non avrebbero comunque, e non hanno infatti, perso la vita indipendentemente da quello che la Commissione Grandi Rischi avesse detto o fatto. Se si fosse riunita o meno, se avesse riassicurato o no … oltre 70.ooo persone NON sarebbero morte.

E’ questo il vero dato. La cosa che dovrebbe saltare all’occhio. E farci chiedere PERCHE’ quelle persone non sono morte.

Durante una forte scossa si può morire per poche ragioni: la paura è una di queste. Ci sono sempre, anche nei paesi più preparati al rischio sismico, decessi per attacco cardiaco dovuto alla paura sommata alle condizioni fisiche. Niente o quasi può impedirlo.

La stragrande maggioranza delle vittime però è legata al collasso degli edifici che non rispettano le norme antisismiche o al crollo di parti di essi (per esempio i cornicioni).

Ecco: pur supponendo che quella notte una certa percentuale degli oltre 70.000 residenti dell’Aquila non fosse presente nella città e nei paesi limitrofi, restano comunque decine di migliaia di persone vive nonostante il terremoto e indipendentemente dal fatto che la commissione si sia riunita o meno il 30 Marzo 2009 e da qualunque cosa abbia detto o omesso quel giorno.

Settantamila persone oggi sono vive perché gli edifici in cui si trovavavano quella notte magari hanno subito ingenti danni MA … NON gli sono crollati addossi. Lasciando loro modo e tempo, finita la scossa, di allontanarsi e mettersi in salvo.

Allora mi chiedo: se quelle 308 vittime invece sono morte è perché qualcuno ha detto qualcosa di rassicurante, se lo ha fatto, e loro hanno deciso di crederci? … o perché vivevano o si trovavano, per scelta o loro malgrado (come nel caso della casa dello studente) in edifici criminalmente irrispettosi delle più elementari norme antisismiche?

Se anche nessuno avesse proferito parola (nè la Commissione Grandi Rischi nè il sedicente previsore di terremoti G. Giuliani) e quelle persone fossero andate via dalle loro “fragili” abitazioni dopo il magnitudo 4 del 30 Marzo per rientrarvi però poi giocoforza dopo una, due o anche tre settimane … e se poi il terremoto si fosse verificato il 6 Maggio … non sarebbero comunque andate incontro alla morte? Con chi ce la saremmo presa allora?

Dopo queste 308 vittime, ultime di una lunghissima lista, è cambiato qualcosa sulla reale applicazione delle norme antisismiche in Italia? E sul dissesto idrogeologico?

Gli stessi Aquilani oggi sentono che la loro città fra qualche anno, se mai sarà ricostruita, sarà più sicura? E’ un loro obiettivo? O lo è per i Calabresi? E per i Napoletani che vivono dentro il Vesuvio?

Se non fra 10 anni forse fra venti o cinquanta, se non i genitori di oggi sicuramente i nipoti di domani e se non L’Aquila sicuramente un’altra fragile città Italiana, un altro terremoto lo subiranno. Questo è certo.

Dopo quasi tre anni dagli eventi del 6 Aprile 2009 io temo che, comunque si concluderà il processo alla Commissione Grandi Rischi, quelle 308 persone che hanno perso la vita saranno, come tutte le vittime di tutti i disatri di questo Paese, morte invano. Perché ancora oggi troppe persone stanno guardando al dito ma proprio non riescono a vedere la Luna.

E al prossimo terremoto, alla prossima alluvione, alla prossima frana … di nuovo moriranno quelle 308 persone. Ancora e ancora.

[1] Non esiste alcuna prova scientifica a tutt’oggi che i grafici di Giuliani abbiano una qualunque corrispondenza con eventi sismici che esca dalla pura causalità. Nè che quei grafici o il metodo abbiano un senso scientifico. Ma comunque, in base ai video che ho visto (centinaia ce ne sono su youtube) di sicuro NON ha previsto l’evento del 6 Aprile … e peraltro il 23 Marzo era in una TV locale a RASSICURARE i suoi concittadini (parole sue) che la sequenza di li a poco sarebbe finita.

La Ricerca Calpestata – Roma 2009 – Video

Il video de La Ricerca Calpestata, manifestazione/protesta/proposta svoltasi a Roma Sabato 23 Maggio 2009 a Piazza del Popolo.

Approfitto di questo video per polemizzare con quei servi che stanno diventando quelli di youtube.

Ormai sono schiavi di idee e metodi idioti imposti dalla paranoia del CopyRight.

Non puoi citare, non puoi includere frammenti non puoi fare un c***o che non sia fatto solo da te.

Ovviamente esistono milioni di video su youtube che riportano interi pezzi di programmi TV, TG ecc … e chiaramente non possono vederli e censurarli tutti … però quando lo fanno una volta, lo fanno per sempre e a ogni video.

Per questa ragione scriverò a youtube e probabilmente chiuderò il mio canale.

Un po’ di spazio …

A distanza di un giorno dall’evento e dopo aver fatto da involontario sfondo a un numero N di servizi giornalistici, la ConoscIenza in Piazza ha avuto un po’ più di attenzione dai media … un po’.

Intanto un servizio al TG3 Nazionale delle 20:00 del 24/05/2009 (minuto ~12).

Poi un bell’articolo de Il Capoluogo, da cui estraggo due parti significative:

In piazza non solo i coordinamenti precari di enti pubblici di ricerca ma anche le scuole con dipendenti e insegnanti il cui lavoro rischia di essere travolto dai recenti provvedimenti governativi, pronti a privatizzare la scuola pubblica. Perché tra scuola e ricerca c’è un legame inscindibile; infatti, come recita il volantino della protesta, “senza scuola non c’è ricerca, senza ricerca non c’è futuro” […] Ed è grazie a questa protesta che, calpestando chi si è messo in gioco per un paese che non lo ripaga come dovrebbe, ho provato l’inconfondibile sensazione di essere, anche se solo per qualche piccolo passo, Ministro della Funzione Pubblica.

Appena possibile posterò un commento, documentato, su come sia trattata la Ricerca in Italia.

PS: due link ai siti dei precari degli Enti Pubblici di Ricerca (Precari INGV, Precari INFN) e dei coordinamenti per la Scuola (Non Rubateci il Futuro, ReteScuole)

La ricerca Calpestata … dall’informazione

La prima delle 2 giornate della ConoScIenza in Piazza è stata un grande successo e un’esperienza fantastica, in mezzo alla gente, sopra le 1800 facce dei ricercatori italiani, fra gazebi di Fisica Nucleare, Sismologia e Geomagnetismo, Scuola e altro ancora. Fra una lezione sull’universo e un esperimento di fisica, fra una lezione sul terremoto dell’Aquila e una sull’Antartide hanno trovato spazio la protesta per la scarsa considerazione in cui è tenuta la conoscenza in Italia e per la condizione di estrema e continuativa precarietà in cui versa chi dedica la vita all’insegnamento (i precari della scuola) e alla scienza (i precari della ricerca) … due cose che SONO lo sviluppo di un paese civile.

Solo le immagini e i video possono rendere l’idea. Per ora ne pubblico solo tre di foto. Le altre seguiranno a breve.

Foto dal Pincio
Vista dall’alto delle fotografie dei 1800 ricercatori italiani, distese su mezza piazza del Popolo a Roma

Piazza del Popolo e la ricerca calpestata

Piazza del Popolo e la ricerca calpestata

Il Pannello della Ricerca Calpestata

Il Pannello della Ricerca Calpestata

La cosa che lascia perplessi è che un evento di questa portata, se non altro per la ricchezza che porta con se e per la rappresentatività nazionale, abbia trovato spazio solo su un articoletto della sezione Roma del Corriere.it (dove peraltro dicono che l’evento è stato organizzato dalla FLC-CGIL mentre sul suo sito la FLC stessa dichiara di averlo solo sostenuto … come confermano gli organizzatori stessi) e nell’edizione serale del TG 3 Regione.

Domani continua l’iniziativa a Villa Pamphili a Roma, nella piazzetta del Bel Respiro, questa volta con predominanza del mondo della Scuola.

Senza la Ricerca …

Sabato 23 Maggio e Domenica 24 Maggio 2009 l'intero mondo della conoscenza, dalla scuola alla ricerca, scende in piazza, con tutto il suo carico di precari e con la determinazione a fermare questo scempio.Sabato 23 Maggio e Domenica 24 Maggio 2009 l’intero mondo della conoscenza, dalla scuola alla ricerca, scende in piazza, con tutto il suo carico di precari e con la determinazione a fermare questo scempio.

Senza la Ricerca non esiste un futuro sostenibile e quindi non esiste futuro. L’ecosistema terrestre è al collasso e la via d’uscita passa esclusivamente per una riconversione del modello di sviluppo … e quest’ultima non è possibile, a meno di non voler tornare a vivere nelle caverne, senza la ricerca.

E non esiste ricerca senza scuola. E fra un po’ non esisterà più la scuola in questo paese.

Sabato 23 e Domenica 24 Maggio 2009 la Scuola si unirà alla ricerca per portare questo messaggio alle persone che ancora non hanno realizzato che non saranno un atteggiamento da sbruffoni e un ottimismo inattivo a salvarci dalla crisi economica e ambientale. Il messaggio porterà con se anche le informazioni sulla REALE situazione dei due mondi complementari della Conoscenza.

Clickando sull’immagine a destra si apre il PDF dell’evento.

che ne pensa il Vesuvio?

Mentre all’Aquila la terra continua a tremare, allarghiamo gli orizzonti (nemmeno troppo) e spostiamoci di soli 180km circa in linea d’aria per approdare al cratere del Vesuvio. Facciamo un po’ di facili previsioni: il vesuvio è uno dei vulcani più pericolosi dell’area mediterranea. E’ un vulcano esplosivo e non è inattivo ma quiescente. In parole povere, sotto al vulcano intorno ai 10km di profondità, secondo alcuni studi, una camera magmatica c’è. Quindi il recente silenzio (in tempi umani, perché in tempi geologici è tutt’altro che silenzioso) del vulcano non significa nulla. Accanto al Vesuvio, inoltre, c’è un altro complesso vulcanico importante, cioè la caldera dei Campi Flegrei.

La zona è totalmente e selvaggiamente urbanizzata fino al midollo … anzi, fino al cratere sarebbe meglio dire. L’hinterland vesuviano è pieno di tonnellate di caotico cemento, intervallato da una irrazionale rete stradale.

La storia dell’umanità è piena di casi in cui interi popoli si sono stabiliti alle pendici di vulcani attivi ma quiescenti, che si presentavano come imponenti montagne spesso verdi. La fertilità dei terreni, il clima e la maestosità del paesaggio hanno spesso spinto le popolazioni a scegliere quei luoghi, un po’ come è sempre successo coi fiumi, portatori di vita. Quei popoli in genere non sapevano di avere a che fare con montagne esplosive perché i lunghi tempi di quiescenza facevano perdere la memoria o impedivano ai nuovi arrivati di riconoscere l’edificio vulcanico come tale. Tutta la mia comprensione agli antichi.

Ma quale scusa hanno i napoletani? Quale scusa ha lo stato italiano? Quale gli enti locali? Nel 2009 dell’era moderna?

Traggo solo due frasi dall’anticipazione, su Repubblica.it, del servizio di Sky che mi ha spinto a scrivere:

1) “L’assessore punta il dito contro il dipartimento della Protezione civile che dovrebbe stanziare più soldi per l’informazione ai cittadini e le prove del piano d’evacuazione.

2) “Ma ha senso morire per un panorama sul Vesuvio? Si chiede l’emittente Current tv. La risposta arriva da un ragazzo intervistato: ‘Se mi trasferisco in un altro posto so che mi mancherà questo paesaggio, ogni mattina quando mi affaccio vedo il Vesuvio dalla mia finestra’

Ora dico io, la storia recente (ultimi 2000 anni) del Vesuvio è nota. Anche la sua storia geologica è stata scientificamente ricostruita. Anche come sia “bello” morire bruciati da una “colata piroclastica” è abbastanza noto.  Data la pericolosità, infatti, il vulcano è monitorato 24h su 24h dal solito INGV che lì ha anche una delle sue sedi (l’Osservatorio Vesuviano); inoltre è stato approntato un piano di evacuazione che in teoria, per una volta è lungimirante: prevede infatti l’incentivo ai residenti ad andarsene in quelle zone che, secondo gli studi fatti su dove la colata o la nube piroclastica potrebbero espandersi, risultano sicure o comunque meno pericolose.

A differenza dei terremoti, nel caso del Vesuvio si parla di “evacuazione” e c’è addirittura un piano.

Si possono prevedere le eruzioni? In una certa misura si, ma con un prevviso magari breve. La risalita del magma infatti può essere preceduta da un periodo di deformazione dell’edificio vulcanico, da terremoti e tremori, emissioni gassose, riscaldamento delle acque ecc … il Vulcano insomma un po’ la dice. Ma il tempo può essere molto breve e deve essere usato nel migliore dei modi, per far uscire la gente dalla zona di massimo pericolo. E chi ci dice poi che il vulcano non decida di avere un comportamento anomalo e di eruttare senza un preavviso sufficiente … e allora meno gente c’è nelle zone a maggior rischio e meno morti ci saranno.

Alla luce di questi fatti, l’affermazione dell’assessore mi sembra in perfetto stile “scaricabarile” con interesse economico/politico sullo sfondo. Le istituzioni locali in fondo sono informate già ora di tutte queste cose e sanno che c’è un piano di evacuazione. Chi, se non loro, dovrebbe fare campagne di sensibilizzazione direttamente sul territorio? Inoltre non credo sia compito della Protezione civile quello di fornire i soldi per gli incentivi: credo spetti allo stato centrale e agli stessi enti locali.

La seconda affermazione la trovo invece francamente sconcertante, tanto più che qualora il tipo che l’ha pronunciata fosse investito dall’eventuale eruzione e sopravvivesse, chiederebbe di rientrare fra coloro che hanno subito danni e comununque contribuirebbe a intasare le vie di fuga contribuendo alla probabile morte di altre persone. L’idea che sia preferibile morire bruciati (creando peraltro disagi a chi non vorrebbe morire)  piuttosto che cambiare il panorama che si vede ogni mattina … beh, mi fa pensare … tutta la mia comprensione agli antichi ma … nessuna per i moderni!

Magnitudo penale …

Era mia intenzione sganciarmi dall’argomento terremoto dell’Aquila per un po’, ma gira uno strafalcione in rete che riguarda il risarcimento dei danni nei comuni dell’Aquila su cui ho qualcosa da dire.

Prendo a riferimento questo post dal blog Italian Spot perchè tutto sommato riassume bene i termini della polemica anche se toppa del tutto il ragionamento. Ne riporto solo un pezzetto … poi spiegherò come stanno davvero le cose.

E’ invece l’INGV che fa questa distinzione e diffonde alle agenzie il dato più basso quello del 5.8, specificando che il dato americano pari al 6.3 e relativo alla “magnetudo momento” MW. Ma nel sito del USGS non c’è traccia di questa classificazione. […] Perché soltanto per il terremoto del 6 aprile scorso si fa questa evidente differenziazione sull’entità della magnitudo della scossa? Per l’INGV e per il Governo il dato ufficiale è il 5.8 richter e basta! Per l’USGS è del 6.3 richter!!!

COME STANNO LE COSE

0) premessa: esistono diversi tipi di magnitudo. Sempre il sito INGV spiega le caratteristiche e le differenze. Riassumendo, comunque, la Ml è la magnitudo locale e si calcola sulla massima ampiezza del segnale sismico, quindi è possibile calcolarla in tempo molto breve rispetto all’accadimento del terremoto e quindi può essere comunicata in tempo breve alla protezione civile, ma quando i terremoto è molto forte e le stazioni molto vicine può sottostimare il valore. La Mw invece si calcola in modo diverso su onde diverse e a bassa frequenza e quindi per terremoti forti da una stima migliore (cito dal sito).

Poi c’è la INTENSITA’. L’intensità è legata alla scala Mercalli ed è totalmente legata al “risentimento” cioè sostanzialmente … quanto un terremoto è stato avvertito e quanti danni ha fatto. La scala ha diversi gradi di intensità per danneggiamento crescente. Ha una relazione con l’energia del terremoto, ma l’intensità di un terremoto di Ml 7 nel deserto di sabbia sarebbe ZERO!

1) il dato sulla magnitudo: seguendo il link alla pagina dell’INGV, si nota che sono riportati entrambi i valori, sia di Ml che di Mw. Entrambe le misure hanno una valenza scientifica e per forti terremoti sono date tutte e due, ma la Ml consente di avvertire la PC in tempo rapido. Quest fatto è il più rilevante perché per un forte terremoto, che prevede l’attivazione della PC comunque (essendo un probabile disastro) , è fondamentale più la rapidità che la stima esatta, che arriva comunque più tardi.

Detto questo … c’è una FONDAMENTALE INESATTEZZA in quello che sta girando in internet: per quel che ne so il risarcimento per i danni da terremoto è definito in base alla classificazione dei danni. NON alla magnitudo, quindi, ma alla INTENSITA’ cioè la scala MERCALLI e NON alla Richter. Credo, ma il sito della PC può essere forse più utile, che il limite per il risarcimento è il grado 6 di intensità mercalli (e non di magnitudo).

Questa somiglianza fra la Mw (6.3) e l’intensità limite (6) ha forse generato la confusione … ma tale è: CONFUSIONE. Può essere utile leggere in merito la risposta di Boschi (presidente dell’INGV) … [per comodità ho caricato il PDF ma si può trovare direttamente alla pagina della rassegna stampa dell’INGV].

E’ evidente che non c’è nessuna volontà di nascondere nulla, almeno da parte dalla comunità scientifica: le magnitudo sono date entrambe.

Il resto, i limiti per gli indennizzi, la quantità dei soldi e i tempi con cui saranno erogati alla gente sono competenza del governo e non della comunità scientifica e, ribadisco, NON sono legati alla magnitudo, ne Ml ne Mw.

Concludo con una cosa importante: il giornalista de Il Centro fa bene a riportare quella che si configura come una notizia importante ma l’Ing. Floris, prima di lanciare accuse piuttosto gravi (penali), dovrebbe studiare l’argomento un po’ meglio … .

Analisi di un discorso “scientifico”

Le cose importanti da ricordare non son quelle che fanno scalpore ma quelle che dovrebbero farlo e non lo fanno. Ha per esempio fatto scalpore che Giampaolo Giuliani abbia detto di aver previsto un terremoto che poi si è verificato ma non che ne abbia previsti altrettanti che non si sono verificati. Vale la pena per questo leggere cosa abbia detto Giampaolo Giuliani rispetto alla previsione, poi non avveratasi, che nei giorni scorsi ha gettato l’Aquila e gli sfollati dell’Abruzzo di nuovo nel panico, perché dice una di quelle cose che poi la gente scorda …

Da Il Centro:

“Dai miei sistemi registro un forte incremento nella concentrazione del radon. Anche dal sismografo sto vedendo, da qualche ora, la stessa attività delle ore immediatamente precedenti la scossa del 6 aprile. In qualsiasi momento mi collego vedo soltanto treni di eventi di rilievo. La concentrazione di radon ha subìto un’impennata a partire da domenica sera. Il livello è passato da 130500 a 134000. È la stessa cosa avvenuta l’altra volta. A forti crescite di questo dato equivalgono incrementi di terremoti. Tanto cresce il radon tanto maggiore è l’energia che si carica. Tra le 6 e le 24 ore possono verificarsi nuove scosse.”

L’intero discorso di Giuliani, se realmente pronunciato, è illuminante:

1) quello che lui registra in questa giornata di panico è uguale a quello che ha registrato prima dell’evento del 6 … quindi? Ci sarà un forte evento! Perché per gli stessi dati Giuliani ha previsto (dice) un forte terremoto, quello del 6. Quindi stavolta ha toppato. Il forte terremoto non c’è stato.

2) “La concentrazione di Radon ha subito un’impennata … da 130500 a 134000 … “. Se non sbaglio è aumentato del 2.7%. Ora, io non so se il 2.7% per l’andamento del Radon sia così significativo ma sembra un incremento relativamente basso. Se questo è l’incremento che ha fatto spaventare Giuliani, tutto torna. Infatti, come ho detto (non io, ma esperti mondiali) qualche post fa, il Radon oscilla per molte cause e nella maggior parte dei casi non accade assolutamente nulla perché le sue variazioni non sono legate solo all’evenienza di forti terremoti. Questo è uno di quei casi: oscillazioni da far saltare sulla sedia Giuliani … ma nessun forte terremoto.

3) “a forti crescite di questo dato equivalgono incrementi di terremoti. Tanto cresce il radon tanto maggiore è l’energia che si scarica.” Questo non è proprio vero. Almeno non lo è in questo caso. Basta vedere l’andamento della sismicità registrata dall’INGV per capire che fra il 15 e il 28 di aprile non si è visto un forte incremento di sismicità. Anzi. La maggioranza dei terremoti è di Ml < 2.6 e alcuni (tanti, per chi li vive) di Ml maggiore di 3. Niente di particolarmente diverso dai dieci giorni precedenti. La sequenza non è evidentemente finita. Solo i 2 terremoti Ml = 4 del 23 aprile sono consistentemente più forti … ma sono avvenuti prima dello spargersi del panico nelle tendopoli e anche, presumibilmente, prima dell’intervista a Giuliani.

Infine, Giuliani sembra concludere che fra le 6 e le 24 ore si potranno verificare altre scosse …

… ma va?