L’ultima puntata di AnnoZero, intitolata “Il Sasso in Bocca“, ha fatto seguito a una puntata davvero di ottimo giornalismo, ma non ne è stata all’altezza.
Anzi, paradossalmente sono stati i giornalisti presenti, unici ospiti stavolta, a non essere all’altezza.
L’argomento era la censura preventiva del direttore generale della Rai, MASI, al programma di Fazio e Saviano, che dovrebbe essere condotto da Roberto Saviano stesso.
I fatti sono
- che il programma di Saviano ha, come tanti altri programmi, un costo di alcuni milioni di € (sembra circa 2) dei contribuenti (non evasori)
- che gran parte di questi soldi serve a pagare gli ospiti importanti
- che gli spazi pubblicitari sono stra-prenotati proprio per le potenzialità date dagli ospiti importanti, incluso lo stesso Saviano
In un paese normale, anche un giornalista come Belpietro, che ha uno stile da giornalismo trash e ottuso (mia opinione ovviamente), si sarebbe limitato a domandare(si) quale fosse il così detto “bilancio di previsione” della trasmissione, ovvero quanto ragionevolmente pensano di spendere e quanto ragionevolmente pensano di incamerare (semplice economia da condominio!!).
Siccome la trasmissione “Vieni via con me” di Saviano, si configura come una novità ma si inserisce nel segmento di successo (per fortuna) di “Che Tempo che Fa” ed ha potenzialità da Annozero, come introiti pubblicitari … beh a occhio il bilancio di previsione dovrebbe essere positivissimo.
Quale modo migliore, anche rispetto a un modo di pensare “finanziario”, di investire i soldi pubblici? Più redditizio dei BOT e più sicuro della Borsa. La Rai dovrebbe festeggiare (Berlusconi anche, se fosse un vero imprenditore … visto che Endemol, venditrice del format, è sua) … ma dal comportamento del galoppino Masi, si direbbe che non sia così.
E poi, come sempre si è fatto, se la trasmissione dovesse deludere e gli inserzionisti fuggire coi telespettatori … sarà chiusa, limitando le perdite. Pubblica o privata che sia l’azienda, si fa così. Qualunque azienda investe e rischia. Questa volta mi pare che il rischio sia basso e le potenzialità di guadagno per la Rai molto alte. Quasi un colpo sicuro.
Ecco! Il discorso doveva finire qui, restando sul piano ragionieristico. Perché di questo si tratta.
Anche la questione della rivelazione dei cachet degli ospiti poteva risolversi sul piano di normale legge di mercato: la trasparenza tanto invocata da Belpietro non sta certo nel mettere in prima pagina “solo” i compensi di una trasmissione che ti sta antipatica, ma nell’avere dei bilanci che sono pubblici, che comprendano tutte le voci, quindi tanto i cachet che le inserzioni pubblicitarie, di ogni trasmissione. Dal punto di vista però della concorrenza, per la Rai questo sarebbe un grosso svantaggio … e questo, Belpietro come Paragone, che fanno gli splendidi dovrebbero capirlo. Ma tant’è.
Bastava dire questo e poi ripeterlo all’infinito per far capire a noi telespettatori che il comportamento della Rai è anti-aziendale dal punto di vista imprenditoriale e che Masi dovrebbe per questo, incapacità manifesta o dolosa, essere cacciato.
Sarà un caso che una trasmissione con quasi solo giornalisti come ospiti, sia venuta così caotica e inconcludente? E che non abbia trasmesso al telespettatore le corrette informazioni per valutare un tema in fondo così semplice?
Alla fine, nella mente del lettore medio de “il Giornale” ha prevalso il “faziosissimo” quanto irrazionale discorso di Belpietro sulla base del quale a Hollywood non avrebbero mai girato nemmeno un film di serie Z, figuriamoci Indiana Jones.
Ai posteri …