Tanti giornalisti per nulla!

L’ultima puntata di AnnoZero, intitolata “Il Sasso in Bocca“, ha fatto seguito a una puntata davvero di ottimo giornalismo, ma non ne è stata all’altezza.

Anzi, paradossalmente sono stati i giornalisti presenti, unici ospiti stavolta, a non essere all’altezza.

L’argomento era la censura preventiva del direttore generale  della Rai, MASI, al programma di Fazio e Saviano, che dovrebbe essere condotto da Roberto Saviano stesso.

I fatti sono

  1. che il programma di Saviano ha, come tanti altri programmi, un costo di alcuni milioni di € (sembra circa 2) dei contribuenti (non evasori)
  2. che gran parte di questi soldi serve a pagare gli ospiti importanti
  3. che gli spazi pubblicitari sono stra-prenotati proprio per le potenzialità date dagli ospiti importanti, incluso lo stesso Saviano

In un paese normale, anche un giornalista come Belpietro, che ha uno stile da giornalismo trash e ottuso (mia opinione ovviamente), si sarebbe limitato a domandare(si) quale fosse il così detto “bilancio di previsione” della trasmissione, ovvero quanto ragionevolmente pensano di spendere e quanto ragionevolmente pensano di incamerare (semplice economia da condominio!!).

Siccome la trasmissione “Vieni via con me” di Saviano, si configura come una novità ma si inserisce nel segmento di successo (per fortuna) di “Che Tempo che Fa” ed ha potenzialità da Annozero, come introiti pubblicitari … beh a occhio il bilancio di previsione dovrebbe essere positivissimo.

Quale modo migliore, anche rispetto a un modo di pensare “finanziario”, di investire i soldi pubblici? Più redditizio dei BOT e più sicuro della Borsa. La Rai dovrebbe festeggiare (Berlusconi anche, se fosse un vero imprenditore … visto che Endemol, venditrice del format, è sua) … ma dal comportamento del galoppino Masi, si direbbe che non sia così.

E poi, come sempre si è fatto, se la trasmissione dovesse deludere e gli inserzionisti fuggire coi telespettatori … sarà chiusa, limitando le perdite. Pubblica o privata che sia l’azienda, si fa così. Qualunque azienda investe e rischia. Questa volta mi pare che il rischio sia basso e le potenzialità di guadagno per la Rai molto alte. Quasi un colpo sicuro.

Ecco! Il discorso doveva finire qui, restando sul piano ragionieristico. Perché di questo si tratta.

Anche la questione della rivelazione dei cachet degli ospiti poteva risolversi sul piano di normale legge di mercato: la trasparenza tanto invocata da Belpietro non sta certo nel mettere in prima pagina “solo” i compensi di una trasmissione che ti sta antipatica, ma nell’avere dei bilanci che sono pubblici, che comprendano tutte le voci, quindi tanto i cachet che le inserzioni pubblicitarie, di ogni trasmissione. Dal punto di vista però della concorrenza, per la Rai questo sarebbe un grosso svantaggio … e questo, Belpietro come Paragone, che fanno gli splendidi dovrebbero capirlo. Ma tant’è.

Bastava dire questo e poi ripeterlo all’infinito per far capire a noi telespettatori che il comportamento della Rai è anti-aziendale dal punto di vista imprenditoriale e che Masi dovrebbe per questo, incapacità manifesta o dolosa, essere cacciato.

Sarà un caso che una trasmissione con quasi solo giornalisti come ospiti, sia venuta così caotica e inconcludente? E che non abbia trasmesso al telespettatore le corrette informazioni per valutare un tema in fondo così semplice?

Alla fine, nella mente del lettore medio de “il Giornale” ha prevalso il “faziosissimo”  quanto irrazionale discorso di Belpietro sulla base del quale a Hollywood non avrebbero mai girato nemmeno un film di serie Z, figuriamoci Indiana Jones.

Ai posteri …

Par Condicio? Grazie.

Nei giorni scorsi si è parlato molto di “Par Condicio”, solo che tutti ne parlano a sproposito, giornalisti e politici … e quindi anche gli italiani.

Al momento, il sentire comune sulla par condicio è che sia una legge stupida che imbavaglia. Quasi quasi una legge illiberale. Lo sottintende anche Santoro, ogni tanto e, sempre più spesso, Floris.

Eppure è falso. Vediamo perché.

Per  par condiciorecita Wikipediasi intendono quei criteri adottati dalle emittenti televisive nel garantire un’appropriata visibilità a tutti i partiti e/o movimenti politici.

Alla base di questa affermazione c’è la legge sulla Par Condicio, di cui riporto qui sotto l’Art. 2 che riguarda la comunicazione radiotelevisiva.

Art. 2. (Comunicazione politica radiotelevisiva)
  1. Le emittenti radiotelevisive devono assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialità ed equità l’accesso all’informazione e alla comunicazione politica.
  2. S’intende per comunicazione politica radiotelevisiva ai fini della presente legge la diffusione sui mezzi radiotelevisivi di programmi contenenti opinioni e valutazioni politiche. Alla comunicazione politica si applicano le disposizioni dei commi successivi. Esse non si applicano alla diffusione di notizie nei programmi di informazione.
  3. È assicurata parità di condizioni nell’esposizione di opinioni e posizioni politiche nelle tribune politiche, nei dibattiti, nelle tavole rotonde, nelle presentazioni in contraddittorio di programmi politici, nei confronti, nelle interviste e in ogni altra trasmissione nella quale assuma carattere rilevante l’esposizione di opinioni e valutazioni politiche.

ecc …

Questo garantirebbe, se la si rispettasse, che non solo i maggiori partiti, che la visibilità ce l’hanno già, ma tutti i partiti, piccoli o grandi che siano, abbiano la possibilità di fare conoscere i loro programmi (lo so, è una parola che ormai non si usa più … “programmi questi sconosciuti”). Garanzia che le persone possano esercitare davvero la democrazia … perché la base di una buona democrazia è una buona informazione … non la scheda elettorale.

Invece in quasi tutti i luoghi dell’informazione si dimostra fastidio per la par-condicio quasi fosse una limitazione piuttosto che un aumento della libertà e della democrazia, sostenendo, senza rendersene conto, l’orrida idea berlusconiana che il diritto a comparire sia solo dei più grandi partiti …

Ma qualcuno ha mai pensato che all’estremo limite delle cose, una idea come questa porta al possesso dell’informazione da parte di un unico partito?

Qualcuno ha mai pensato che l’idea che ci piace, il programma che ci entusiasma, potrebbe nascondersi dietro o essere la bandiera di un piccolo partito?

Qualcuno si sofferma mai a pensare che un partito non diventerà mai grande se non ha modo di farsi sentire?

Si qualcuno l’ha pensato e ha risposto …. NON SIA MAI!

Quel qualcuno sono i geronti della politica e gli idioti di questo malsano paese.

Le conseguenze di questo “modo di pensare” diffuso dai più, è stata la violazione palese dei diritti di due liste in particolare: La Rete dei Cittadini (che aveva un candidato concorrente di Bonino e Polverini) e le Liste a 5 Stelle.

Nel paese catodico di Berlusconi, in cui l’ADSL è in dietro di anni luce, la rete ha fatto il possibile per sopperire ma non è ancora forte abbastanza.

Le cose cambieranno, ma intanto viviamo un paese che fa carta straccia di ogni regola e in cui la gente, una certa maggioranza di gente, continua a premiare politici ILLEGALI che fanno della violazione delle regole la loro ragione di vita, e della democrazia un fantoccio.

E le conseguenze si vedono.

Gli Italiani pensano … quello che gli Italiani pensano!

Quella che segue è solo una breve riflessione, scaturita dalla visione di Ballarò di questa settimana. Uno degli argomenti principali era l’immigrazione. Fra gli ospiti c’era Lucia Annunziata, giornalista il cui approccio raramente apprezzo ma che ha almeno il lato positivo di essere, durante le sue interviste, più o meno antipatica con tutti gli ospiti (brava!).

Le cose dette dagli ospiti (fra cui gli ormai immancabili Cota e Casini) erano più o meno le solite, eccezion fatta per Di Pietro che ha dato al presidente del consiglio (e al suo governo) del razzista, fascista e piduista.

A un certo punto, dopo un lungo silenzio, l’Annunziata ha detto tre cose che, piaccia o no, sono i veri fatti in base ai quali si dovrebbe discutere di immigrazione: 1) l’Italia ha molti meno immigrati (presenti ed entranti) di quanto non ne abbiano paesi come la Germania, la Francia e (io aggiungo) la Svizzera; 2) gli ingressi di clandestini sono diminuiti (e non nell’ultimo anno); 3) nonostante le apparenze i confini più traversabili e meno controllati non sono quelli marittimi ma quelli terrestri che confinano con i paesi dell’Est che sono comunque comunitari.

A questo punto una trasmissione normale di un paese normale avrebbe avuto un sussulto e tutti si sarebbero domandati, risvegliandosi dal torpore: “ma allora di che stiamo parlando?“.

Almeno si sarebbe istillato il dubbio che l’intero paese stia parlando di cose che non conosce, di numeri che non sa e di paure che non controlla. Alcuni poi, i più avveduti, si sarebbero chiesti se alcuni partiti, particolarmente votati al razzismo, non stiano alimentando le paure degli Italiani per sete personale di potere.

Invece no, niente dubbi, ragionamenti o altre simili amenità. Il buon Floris c’ha pensato subito, ricorrendo a una “vespata”: il sondaggio. Floris invoca, Pagnoncelli accorre.

Cosa pensano gli Italiani? 1) il governo fa bene; 2) è giusto rimandarli a casa loro e amenità del genere … . Quanti Italiani lo pensano? La maggioranza.

Il più è fatto. Il dibattito ritorna sulla retta via, da solo a questo punto, e nessuno in studio mette più in dubbio che il problema esista, che sia grave e che l’Italia sia sola in questo mondo, a fronteggiare una incredibile invasione degli ultracorpi.

A questo punto, ovviamente, l’ascoltatore ha già dimenticato che c’erano dei dubbi sulla necessità di tutti questi provvedimenti e sulla necessità di avere una paura fottuta dell’invasione aliena. Tutti hanno preso atto che il 55% degli Italiani è d’accordo. Quindi … deve essere giusto.

Non conta che quel 55% (che comunque è un sottoinsieme di Italiani) abbia formulato le sue opinioni essendo all’oscuro dei fatti e sotto un bombardamento mediatico incredibile. Adesso noi stessi pensiamo che se noi stessi siamo d’accordo con il governo noi stessi avremo dei buoni motivi per pensarlo e quindi iniziamo anche noi a pensare come noi stessi.

E così ancora una volta assistiamo alla scomparsa dei fatti o almeno a quella dei dubbi … unico vero motore dell’indipendenza intellettuale e quindi della libertà individuale.

La puntata di Ballarò è visibile sul sito Rai cliccando l’immagine qui sotto.

ballaro-annunziata

L’intervento dell’Annunziata inizia al tempo 00:32:54 e finisce al tempo 00:34:35 … un secondo dopo Floris per tutta risposta invoca Nando Pagnoncelli (IPSOS) e gli chiede: “perché si fa così? Ci dice cosa pensano gli Italiani?”.

Ho una proposta per Floris: perché non usa Pagnoncelli (oppure lo sostituisce) per dare dati reali e non le opinioni degli Italiani? Sarebbe un modo come un altro per contribuire tirar fuori l’italiano medio dalla moda dell’opinione basata sul nulla … che è poi quell’attitudine che sta distruggendo questo paese consegnandolo sempre più nelle mani di razzisti e fascisti e qualunquisti (di qalunque colore politico si vestano).

Censura isterica …

Non commento. Pubblico solo per dare diffusione al video. E lo faccio perché ho sperimentato che la RAI ha volontariamente ignorato e censurato molto spesso …

Inoltre, pubblico il video perché mi piace il fatto che la Borromeo parli chiaramente e dettagliatamente senza girare intorno ai concetti e ai fatti, rischiando in prima persona.

Grazie a Daniele Martinelli per avere intervistato Beatrice Borromeo.

Act

La Scuola Tagliata

Fortunatamente esistono giornalisti ancora degni di questo nome. Questa domenica Riccardo Iacona, un giornalista le cui inchieste spesso precorrono i tempi, si è occupato della scuola italiana su cui si è abbattuta la “riforma” Gelmini (in realtà Tremonti). La cosa che sempre lascia perplessi è realizzare come all’estero, in certi paesi come la Svezia, orrori come le classi ponte siano considerate per quello che sono: orrende idiozie. Stupisce anche realizzare come sia facile all’estero considerare i soldi spesi in istruzione ricerca e sviluppo per quello che sono: investimenti sul futuro della nazione.

Guardare all’estero, dove le cose giuste si riescono a fare, è l’unica speranza che resta a questo paese per cambiare. E allora facciamolo.

La Scuola Tagliata