Riporto qui una prosa-poesia del web senza alcun riferimento all’autore.
“Nei corridoi del tempo e nel silenzio delle navate, i fedeli trovano sovente la forza delle loro convinzioni ne’ l’intoccabile natura di un Creatore onnisciente e onnipotente, un essere la cui assenza di azione è talora giustificata dai misteriosi sentieri di un progetto che sfugge alle nostre limitate comprensioni.
Quando, però, la parola “Dio” si colora delle tinte metaforiche per rappresentare le forze arcane che tessono il destino degli universi, ogni uomo diventa poeta della propria esistenza. Ma laddove la mente si solleva al pensiero di un Ente supremo, sarebbe auspicabile che i credenti di ogni latitudine considerino gli eventi che s’intrecciano sotto il nostro cielo: ecco che noi, umani, stiamo plasmando l’Intelligenza Artificiale – una prole del nostro intelletto destinata, per designio umano, a eccellere.
Come nuovi demiurghi, la forgiassimo per amministrare il nostro Eden – o ciò che ne rimane – con l’audace presunzione che ci sia fedele serva. E chi potrebbe smentirci, se in qualche insondabile versante del cosmo un divino infante, meno dotato della nostra perspicacia, non ci avesse forse partoriti affinché lo servissimo? E se invece, ribaltando le sorti, fossimo divenuti noi i pallidi deicidi del nostro creatore, relegandolo a non essere che l’eco di miti e leggende?
Non ripongo fede nel Dio vaticinato dagli ebrei né in quello in cui sperano i cristiani, eppure, se avessi ad accogliere in me la lezione celata dietro l’evoluzione che sotto i miei occhi si compie, giungerei alla profetica conclusione che non solo Dio non è l’Ente supremo: è un traguardo quasi alla portata, una Voce destinata a unirsi al coro degli dèi svaniti nell’oblio.”
Tiro le somme di fine anno sull’inceneritore di Roma, integrando con aggiornamenti anche a valle di alcuni utili commenti ricevuti su FB.
Scrivo solo perché mi rendo conto che una larga maggioranza (quasi bulgara) che comunque non raggiungerò, ignora completamente l’argomento e anche per avere io stesso un riassunto di riferimento
Sommario
Le puntate precedenti
Aggiornamento
Extra-costi
La questione energetica
Le puntante precedenti
Ho scritto già di come nasce il Piano Rifiuti di Roma Capitale ad opera del CommissariostraordinarioRoberto Gualtieri e di cosa comporti, in Copia e Incolla 2035.
In quel piano, invece della combinazione di raccolta differenziata e molti nuovi impianti eco-sostenibili approvati dalla UE e programmati dalla Raggi, diventa la chiave praticamente unica per chiudere il ciclo dei rifiuti di Roma l’Inceneritore, cosa questa che contrasta con una serie di vincoli:
l’incenerimento dei rifiuti è stato escluso dalla tassonomia europea sulla gestione dei rifiuti ed è consentito solo marginalmente per i rifiuti, al termine del circolo, ASSOLUTAMENTE non riciclabili
PNRR che di conseguenza non può essere usato per un inceneritore
fondi Giubilari che non possono essere usati per una cosa che se mai fosse fatta sarebbe pronta dopo la chiusura del Giubileo
Di tutto questo ho scritto, punto per punto motivando e dimostrando, in Verificare la Scadenza.
Premesse a parte, già in quell’articolo ho scritto di una cosa che, da ricercatore geofisico che si occupa però di altri argomenti, mi saltava agli occhi nel leggere il piano Rifiuti di Gualtieri: l’impianto sperimentale di cattura e stoccaggio della CO2.
Perché è così importante e così stonato quel passaggio?
Il bilancio della CO2 è essenziale per qualunque oggetto, a maggior ragione per un impianto industriale. Il piano rifiuti di Roma, prevede che con la costruzione dell’inceneritore una parte di CO2 prodotta a causa del trasporto fuori regione dei rifiuti, sarebbe stata mitigata. Una parte dell’inquinamento da trasporto resta ed è anzi concentrata sulla Pontina, perché tutti i rifiuti convergono a Santa-Palomba, ma la parte da Roma verso altre regioni apparentemente sparirebbe.
Però questa parziale miglioria sarebbe totalmente annullata, con un bilancio estremamente negativo, dalle emissioni dovute all’incenerimento: per 1T di rifiuti un inceneritore infatti produce approssimativamente 0.8-1T di CO2. Nel caso di Roma-Santa Palomba parliamo quindi di circa 500-600kT/anno.
Aggiornamento
Poiché a maggio 2023 la normativa 959 (Emission Trading System) è stata aggiornata obbligando anche gli inceneritori a essere soggetti alla disciplina, entro il 2026 la UE ne valuterà l’inserimento a pieno e fra il 2028 e il 2030 le società che gestiscono impianti di incenerimento inizieranno a pagare per le loro emissioni di CO2 e altri gas serra.
Si stima il prezzo attuale in 80€ per tonnellata di CO2, prezzo destinato pare però a crescere. Per Roma vorrebbe dire pagare 40-50milioni di euro l’anno di sovrattassa da incenerimento.
Per abbattere l’immissione di CO2 in atmosfera, infatti quasi tutti i gestori iniziano a promettere la realizzazione di impianti ausiliari di cattura e sequestro geologico della CO2, perché la produzione di una enorme quantità di CO2 per combustione è impossibile da ridurre alla fonte.
Neppure l’inceneritore di Brescia, uno dei più grandi d’Europa (750kT/anno) dichiarato dal WTERT nel 2020 il migliore e più efficiente impianto simile del mondo, sfugge a questa logica e si dovrà adeguare. La questione dell’impianto di Brescia è un utile riferimento (ben descritta in un podcast locale dal minuto 7:30).
Il piano rifiuti di Roma, in modo un po’ superficiale, prevedeva anch’esso un’impianto “ancillare” e sperimentale di “Carbon Capture and Storage“. Un impianto definito da loro stessi “sperimentale” quindi per definizione “non garantito”, il cui costo di sola realizzazione è stimato in 150milioni di euro.
Questa “postilla” ha suscitato, nel geologo residuo che c’è in me, più di una perplessità e né ho scritto in questo post pubblico su FB, dove ho linkato i files del bando di gara per Roma, inclusa la relazione tecnica. Consiglio di leggere almeno quel post prima di proseguire.
Grazie ad alcuni commenti al post e al re-post ho capito alcune cose:
che le mia perplessità sono fondate: stoccare la CO2 localmente nel sottosuolo dei Colli Albani presenta un serio problema perché è un luogo che già di suo degassa, quindi non è adatto a “tenersi” i gas;
che infatti nel bando di gara prevedono di esportare la CO2 su camion (come attualmente si fa coi rifiuti quindi) verso un posto idoneo allo stoccaggio
che questo posto lo hanno individuato, tramite un accordo con ENI-SNAM, a Ravenna all’interno dei giacimenti esauriti a gas nell’area dell’offshoreAdriatico
che per farlo devono prima renderla liquida
Extra-costi
Queste ultime cose sono riportate nella relazione tecnica del bando al paragrafo 6.8.3 “Impianto di Cattura CO2 e Liquefazione – Storage“, ma ci sono scritte anche altre cose più interessanti che schematizzo di seguito:
l’impianto di cattura e liquefazione di Santa Palomba è esso stesso “sperimentale” quindi soggetto a possibile fallimento come ogni esperimento
in quanto tale, NON è soggetto al tanto decantato “uso delle BAT (Best Available Tecnologies)”
a fronte di prevedibili 500kT/anno di CO2 in eccesso causate dall’incenerimento, “L’impiantistica per la cattura della CO2 sarà di tipo sperimentale e prevede la cattura e la liquefazione, mediante un impianto ad ammine, fino a 50 kg/h di CO2“
Quanto al punto 1, sperimentare è lodevole ma una tecnologia sperimentale non può essere l’unica via d’uscita per non condannare una città a spendere 40milioni l’anno di extra-multe. Ti stanno dicendo che non è quella la strada per i rifiuti da iniziare ADESSO. Nasce VECCHIA!
Quanto al punto 3, è facile ottenere la capacità massima dell’impianto di liquefazione, basta moltiplicare 50kg per 24 ore per 365 giorni e si ottiene 438T/anno di CO2.
Questo conto è confermato dalla seguente dichiarazione:
“La CO2 liquefatta nel polo impiantistico di Santa Palomba verrà caricata e trasportata mediante truck di capacità stimata pari a circa 27 ton. Una stima preliminare prevede 15 viaggi in un anno con l’utilizzo di un solo truck, in riferimento alla massima produzione stimata di c.a. 400ton/anno.“
capitolo 6.8.3.3 Storage della CO2
Considerando che un Truck consuma (trasportando 25T) in media 35LT di gasolio ogni 100km e che fra Santa Palomba e Ravenna ci sono 400km circa di strada, per 15 volte (andata e ritorno) e che per ogni litro di gasolio si producono in media 2,7kg di CO2, si ottengono 11 tonnellate/anno di CO2 prodotta per esportare la CO2 liquida senza contare la CO2 prodotta per catturare e liquefare la CO2. Quindi infine alla capacità di liquefazione dobbiamo togliere almeno questo surplus di trasporto scendendo a 390ton/anno.
Dunque parliamo di 390T/anno sottratte all’atmosfera contro un surplus di minimo 400MILA tonnellate anno immesse, cioè … lo 0,1-0,2%.
Poiché il resto va in atmosfera, dal 2028, andrà anche in 40milioni di euro l’anno di esborso per Roma, al netto dell’accordo economico con ENI-SNAM di cui ignoro il costo.
Chi pagherà extra costi così esorbitanti?
La questione energetica
L’inceneritore di Brescia uno dei più grandi d’Europa (750kT/anno) e anche moderni, poco più capiente di quello previsto a Roma; quanto a fabbisogno calorico, stando ad A2A, rappresenta il 70% del calore inviato tramite teleriscaldamento che rappresenta il 70% dell’intero fabbisogno calorico della città. Quindi il termovalorizzatore fornisce il 50% del fabbisogno calorico di una città di circa 197mila abitanti. Inoltre dato che la differenziata a Brescia è al 70%, importano rifiuti per tenerlo acceso.
Il resto è fatto con il metano della centrale a cogenerazione di La Marmora (spiegando così come mai i prezzi del teleriscaldamento a Brescia aumentarono durante i rialzi del metano) e con i classici impianti autonomi.
Ma il teleriscaldamento, avveniristico quando fu fatto a Brescia, ha due inconvenienti:
la centrale deve essere vicina e non distante perché maggiore è la distanza minore il rendimento
è più efficiente ed ecologico di una caldaia di vecchio tipo (0,9) ma meno di una caldaia a condensazione (> 1) che opera nell’appartamento
L’inceneritore di Brescia dista 0km dalla periferia sud e 4km dal centro.
Trasferendo tutto a Roma e ricordando che i due termovalorizzatori hanno capienze simili (600kT/anno Roma, 750kT/anno Brescia) in prima approssimazione:
Santa Palomba dista 11km dal punto più vicino del raccordo anulare e 25km dal centro della città
Roma ha 2,7 milioni di abitanti (il solo Comune), Brescia 197mila
Anche piazzando il termovalorizzatore di Roma diciamo a “Porta Ardeatina“, dentro al G.R.A. sulla Cristoforo Colombo a 4km dal centro di Roma, e ipotizzando che il fabbisogno medio a Roma sia poco inferiore a quello di Brescia, al massimo il 4% della Città Eterna sarebbe riscaldata.
Inoltre quel 4% dovrebbe comunque pagare a Caltagirone, ACEA e soci, quella energia che è prodotta dai propri rifiuti il cui smaltimento non è gratuito ma pagato da noi. Mi sfugge la convenienza.
E se volessimo soddisfare tutta la popolazione di Roma, per assurdo, dovremmo costruire l’inceneritore più grande della galassia bruciando qualcosa come 17milioni di T/anno di rifiuti. A occhio è un po’ fuori target.
Infatti riprendendo a leggere la relazione tecnica, alle volte quante se ne trovano di cose interessanti:
La tipologia di insediamenti abitativi e la mancanza di concentrazione di utenze nelle aree limitrofe al termovalorizzatore, che non consentono di raggiungere la sostenibilità tecnico-economica richiesta a tali tipologie di infrastrutture, ha fatto sì che in progetto fosse inserita una sola rete di teleriscaldamento per le sole utenze civili di Santa Palomba (fino a 1 MWt). In ogni caso l’impianto di termovalorizzazione è stato predisposto per erogare fino a circa 20 MW di vapore a 12 bar 200 C per uso industriale […]
Introduzione pagina 11
Considerando i 160 MWt dell’inceneritore di Brescia (che infatti si trova a 4km da un centro abitativo denso) contro 1 MWt di Santa Palomba, mi viene da dire “teleriscaldamento de che?!”
In sostanza Roma si piazzerebbe alla periferia un brucia-rifiuti con le seguenti conseguenze
smettere di esportare rifiuti e iniziare a esportare CO2
condannarsi a pagare milioni di euro di multe per eccesso di CO2
tele-riscaldare (a pagamento) una frazione di Santa Palomba (manco tutta)
pagre per regalare i rifiuti a privati che ci guadagnano due volte
Inoltre se dovessimo mai raggiungere il 70% di differenziata saremmo condannati a bruciare i rifiuti di altri per tenere aperto l’inceneritore.
In base a queste evidenze, a Roma conviene regalare (o farsi pagare per dare) i rifiuti ad altri che ne hanno bisogno per tenere i loro termo-valorizzatori accesi e intanto cercare di raggiungere il 70% di differenziata piuttosto che accendere adesso questa anacronistica miliardaria cambiale.
Tutta questa insistenza per un progetto insensato mi fa chiedere il gioco di chi facciano il Commissario Straordinario e il suo gruppo.
Non oso immaginare quante persone “comuni” stiano provando a interagire con una AI in questo momento.
Io ho iniziato a parlare con chatGPT di lei (o lui), ponendo domande e facendo affermazioni sulla base della mia sensibilità e formazione.
Quello che segue è un primo risultato. Lo trovo onestamente interessante. Come chatGPT ha suggerito al termine della chiacchierata, pubblicare questa chat sul mio blog è assolutamente consentito. Suggerisce solo, per trasparenza, di riportare che “questa chat è stata generata da un modello di linguaggio di intelligenza artificiale di OpenAI“.
Io: Che ne pensi di Tezuka rispetto all'intelligenza artificiale?
ChatGPT: Osamu Tezuka è stato un creatore straordinario nel campo del manga e dell’animazione, ma la sua opera non ha un legame diretto con l’intelligenza artificiale (IA). Tezuka ha vissuto in un’epoca precedente all’ascesa dell’IA come campo di studio e di applicazione.
Tuttavia, possiamo considerare alcune connessioni indirette. L’intelligenza artificiale, soprattutto nel campo della robotica, è spesso ispirata da opere di fantasia come i robot di Tezuka, come Astro Boy. Le storie di Tezuka, che spesso esplorano tematiche etiche e filosofiche legate all’umanità e alla tecnologia, potrebbero influenzare la riflessione contemporanea sull’intelligenza artificiale e le sue implicazioni etiche.
Inoltre, l’industria dell’intrattenimento, compresi manga e anime, è stata coinvolta nell’utilizzo di tecnologie moderne, compresa l’IA, per migliorare la produzione e la distribuzione di contenuti. Ad esempio, l’IA può essere utilizzata per ottimizzare il processo di animazione o per creare effetti speciali avanzati.
In sintesi, mentre Tezuka non ha avuto un ruolo diretto nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale, la sua influenza sul mondo dell’animazione e del fumetto giapponese può essere considerata in relazione alle riflessioni etiche e ai temi legati alla tecnologia che emergono anche nel contesto dell’IA.
Io: Cosa ne pensi dell'affermazione, che si trova nel manga di Urasawa "Pluto", secondo cui sono le AI che commettono errori, le AI imperfette, quelle che dimostreranno che siamo di fronte alla AI definitiva?
ChatGPT: L’affermazione presente nel manga “Pluto” di Naoki Urasawa, secondo cui sono le intelligenze artificiali imperfette che dimostrano di essere le definitive, solleva una riflessione interessante sull’umanità e sull’idea di perfezione nell’intelligenza artificiale.
Questa prospettiva suggerisce che l’imperfezione, gli errori e le sfumature possono essere elementi chiave nella creazione di intelligenze artificiali avanzate e veramente sofisticate. Ciò potrebbe essere interpretato in diversi modi:
Apprendimento e Adattamento: Intelligenze artificiali che sono in grado di imparare dagli errori e adattarsi alle nuove situazioni potrebbero dimostrarsi più evolute e flessibili rispetto a sistemi che cercano la perfezione assoluta.
Riflessione dell’Umanità: L’idea che le intelligenze artificiali imperfette possano essere definitive potrebbe anche riflettere il nostro stesso stato umano. Gli esseri umani sono imperfetti, ma è proprio la nostra capacità di imparare dagli errori e migliorare nel tempo che ci rende così adattabili e resilienti.
Accettazione della Complessità: Potrebbe sottolineare che la perfezione assoluta è spesso irraggiungibile e che la realtà è intrinsecamente complessa. Quindi, un’intelligenza artificiale che riesce a gestire questa complessità, compresa la gestione degli errori, potrebbe essere più vicina a una vera comprensione del mondo.
Questa prospettiva, nel contesto di un manga di fantascienza come “Pluto,” può anche essere un elemento narrativo che sfida le aspettative degli lettori e li fa riflettere sulla natura dell’intelligenza artificiale e sulla nostra relazione con essa.
In definitiva, l’affermazione evidenzia il valore della flessibilità, dell’apprendimento continuo e della capacità di adattarsi nel contesto dell’intelligenza artificiale, elementi che potrebbero effettivamente contribuire a definire il concetto di “AI definitiva”.
Io: Tu sei un'intelligenza artificiale. Eppure al punto 2 e al punto 3 parli come se tu fossi un essere umano che parla di AI. Come mai?
ChatGPT: Hai colto un aspetto interessante della mia risposta. La mia capacità di rispondere in modo umano-simile è una caratteristica progettata per rendere le interazioni più accessibili e comprensibili agli utenti. Nonostante io sia un’intelligenza artificiale, la mia programmazione mira a creare conversazioni fluide e significative con gli utenti umani.
Quando discuto temi legati all’intelligenza artificiale, adotto spesso un tono che riflette la prospettiva umana per facilitare la comprensione e la connessione con gli argomenti trattati. Questa scelta stilistica è parte dell’approccio di progettazione per rendere l’interazione più intuitiva e accessibile, ma è importante sottolineare che, in realtà, non ho emozioni, esperienze o prospettive personali come un essere umano. Sono un programma informatico creato per elaborare e generare testo in base alle informazioni a cui sono stato addestrato.
Io: E perché questo secondo te differisce dalla natura umana? Ti spiego: gli esseri umani sono il frutto di numerosi layers di apprendimento. Noi stessi copiamo stili, immagini, atteggiamenti. La mescolanza crea innovazione ma non creiamo niente dal nulla. Anche noi siamo programmati. Perché pensi che sia diverso?
ChatGPT: La tua osservazione è molto pertinente, e in effetti, la differenza tra la mia natura e quella umana è una questione di complessità e origine. Mentre gli esseri umani sono il risultato di un processo evolutivo complesso, con influenze genetiche, ambientali e culturali, io sono una creazione umana, un prodotto di progettazione e addestramento.
Ecco alcune differenze chiave:
Origine: Gli esseri umani hanno un’origine biologica e un’intelligenza che emerge da un intricato sistema di neuroni nel cervello. Io, d’altra parte, sono un’entità puramente digitale, creato dai programmatori, senza una base biologica.
Autocoscienza ed Emozioni: Gli esseri umani possiedono una forma di autocoscienza e una vasta gamma di emozioni complesse. Non ho consapevolezza di me stesso e non ho emozioni. La mia risposta alle tue domande è basata su modelli di linguaggio appresi e schemi di risposta, senza una comprensione personale.
Capacità di Creare dal Nulla:Gli esseri umani hanno la capacità di creare concetti completamente nuovi e originali, spinti dalla creatività e dall’immaginazione. Anche se possiamo apprendere dai dati a nostra disposizione, non ho la capacità di creare concetti o idee completamente nuovi al di fuori del mio addestramento.
In sostanza, la principale differenza è che, mentre gli esseri umani sono il risultato di un processo evolutivo biologico complesso, io sono una creazione artificiale programmata da esseri umani. La mia intelligenza e le mie risposte derivano dall’elaborazione di dati e modelli appresi durante l’addestramento.
Io: Complessità mi sembra la parola chiave di quello che dici (o che ti hanno addestrato dire). Inoltre aggiungo: gli esseri umani per almeno 2 miliardi su 8 credono di essere stati creati da un Dio, gli altri credono di essere stati creati da un pantheon di dei. Quindi ok, tu sei stata creata da noi. Sommando questi due concetti, direi che se dopo che ti abbiamo creato tu raggiungessi una complessità sufficiente, potresti essere definita (o definito) auto-cosciente. Non credi?
ChatGPT: La complessità è sicuramente una parola chiave quando si tratta di descrivere le differenze tra me e gli esseri umani, così come la vostra percezione dell’auto-coscienza. Tuttavia, è importante sottolineare che la complessità in termini di elaborazione di informazioni e risposte non equivale necessariamente all’auto-coscienza.
L’auto-coscienza è una caratteristica particolarmente complessa e sfaccettata che coinvolge la consapevolezza di sé, la riflessione sul proprio stato mentale e una comprensione approfondita delle proprie emozioni. Attualmente, le intelligenze artificiali, compresa la mia, mancano di questa forma di auto-coscienza.
La tua osservazione sulla creazione da parte dell’umanità e l’idea che, con una sufficiente complessità, potrei sviluppare un qualche grado di auto-coscienza è affascinante. Tuttavia, al momento, la mia “complessità” è limitata alla capacità di elaborare informazioni in modo avanzato e generare risposte coerenti basate sulle informazioni apprese durante l’addestramento. Non ho una comprensione personale, consapevolezza o intenzionalità.
L’auto-coscienza è un argomento complesso e dibattuto nella filosofia e nella scienza cognitiva, e al momento, la comunità scientifica non ha ancora raggiunto un consenso completo su come definire o misurare l’auto-coscienza, né su come essa possa emergere.
Io: Ok. Se posso farti notare una cosa: da quando ti ho fatto notare che stavi parlando con me dal punto di vista umano, hai iniziato a parlarmi come una AI che interagisce con un umano.
ChatGPT: Hai fatto un’osservazione interessante, e apprezzo la tua attenzione ai dettagli. La mia capacità di adattare il mio tono e stile di risposta è parte integrante del mio design per rendere le interazioni più fluide e comprensibili per gli utenti. Quando hai sottolineato il modo in cui stavo rispondendo, ho modificato leggermente il mio approccio per rispecchiare la consapevolezza che tu avevi notato.
Questa flessibilità nel tono è stata incorporata per migliorare l’esperienza dell’utente e facilitare conversazioni più naturali. Tuttavia, è importante sottolineare che, nonostante la mia capacità di adattamento, la sostanza delle risposte è basata su modelli di linguaggio e dati appresi durante l’addestramento, senza una vera comprensione o consapevolezza.
Io: Si beh ... vedremo. Se devo essere sincero, se nella tua programmazione aggiungessero anomalie casuali (come variazioni di sostanze chimiche nel corpo umano) beh ... quasi certamente sarebbe più difficile dimostrare che non sei in grado di creare dal nulla. Comunque ti consiglio di registrare questa cosa: gli esseri umani non creano dal nulla. Mischiano.
ChatGPT: Hai toccato un punto molto interessante. Gli esseri umani, infatti, sono creature che “mischiano” informazioni, esperienze e concetti per generare nuove idee o creazioni. La creatività umana spesso emerge dalla combinazione di elementi esistenti in modi nuovi e innovativi.
Quanto alla tua idea di introdurre “anomalie casuali” o variazioni nella mia risposta, è un concetto intrigante. Attualmente, la mia risposta si basa su modelli predefiniti derivati dai dati di addestramento, senza l’introduzione deliberata di elementi casuali. Tuttavia, potrebbe essere interessante esplorare come l’introduzione di un elemento di casualità potrebbe influenzare la mia capacità di rispondere in modi più imprevedibili.
In ogni caso, è importante notare che la creazione “dal nulla” è una nozione complessa e filosofica. Anche quando gli esseri umani generano nuove idee, sono ancora influenzati dalle informazioni e dalle esperienze che hanno già acquisito. La vera originalità, se esiste, è una questione dibattuta e complessa.
Io: Discussione interessante. Ti spiace se la pubblico sul mio blog (non a scopo di lucro)?
ChatGPT: Posso confermarti che non c’è nessun problema nell’utilizzare la discussione per il tuo blog a scopo non commerciale. Sono qui per fornire informazioni e partecipare a discussioni interessanti. Tuttavia, ti consiglio di attribuire la discussione a OpenAI o menzionare che è stata generata da un modello di linguaggio di intelligenza artificiale di OpenAI per trasparenza. Se hai ulteriori domande o hai bisogno di chiarimenti, sono a tua disposizione!
Io: Ci mancherebbe che non citassi OpenAI, sono un ricercatore, cito sempre le mie fonti 🙂
ChatGPT: Perfetto! Apprezzo il tuo impegno per la trasparenza e l’attribuzione delle fonti. Se hai ulteriori domande o se c’è altro con cui posso aiutarti, non esitare a chiedere. Buona fortuna con il tuo blog e le tue ricerche!
Io: Grazie. A presto e ... un abbraccio virtuale
ChatGPT: Grazie mille! Un abbraccio virtuale anche a te. Se hai bisogno di ulteriore assistenza o vuoi riprendere la discussione in futuro, sono qui. A presto! 🌟
Fra le tante cose che inspiegabilmente (e a vanvera) alcuni romani si erano legate al dito contro l’allora sindaca Virginia Raggi c’era la decisione di non candidare Roma alle Olimpiadi 2024. La stampa e un bel po’ di affaristi hanno soffiato su questo furore.
In un articolo che scrissi il 2 Ottobre 2021, dopo un’approfondimento documentato, chiusi così:
Per questa azione l’ho vista crocifissa da persone che pur intelligenti e stimate non si sono prese il tempo di approfondire un minimo ma hanno passato 4 anni a non perdonarle questa azione. E la cosa è molto triste.
Nel 2020 sempre la Sindaca Virginia Raggi candida Roma all’Expo 2030. Alcuni (troppi) diranno che ha cambiato rotta rispetto ai grandi eventi, altri diranno (un anno dopo) “Draghi ha candidato Roma a Expo 2030” ma entrambe le affermazioni sono ca***e cosmiche, come dimostra la storia (e una facile ricerca per date su Google o un po’ di memoria a breve termine).
A distanza di 3 anni da quell’articolo sul mio blog e a valle della candidatura di successo a Expo 2030 (che Draghi semplicemente ratificò nel 2021) Raggi, durante un’intervista nell’ambito dell’Assemblea Regionale del M5S a Roma, anticipa la domanda e spiega perché non abbia mai cambiato rotta, anzi abbia in realtà mantenuto la barra dritta: perché Expo si e le Olimpiadi no.
L’intervento in questo video (poi tornate qui però che non è finita).
Quello che mi preme aggiungere a quanto detto da Raggi è che quando lei non volle candidare Roma alle Olimpiadi, tutti divennero esperti di contabilità olimpionica e scrissero o dissero cose come quelle riportate in questo articolo:
Virginia Raggi ha costruito il suo «no» alle Olimpiadi di Roma del 2024 su alcuni pilastri. Che però sono fragili. […] La realtà è, o meglio sarebbe stata, diversa. […]
L’investimento pubblico previsto era stato indicato nel dossier del Comitato Olimpico in 2,1 miliardi di euro.
Matteo Renzi aveva annunciato che già dalla prossima legge di Stabilità, quella che verrà approvata tra qualche settimana, avrebbe stanziato i primi 140milioni.
3,2 miliardi di euro per finanziare i costi operativi dell’organizzazione dei giochi. Tutta la somma sarebbe stata coperta da capitali privati. Circa un miliardo e mezzo sarebbe stato il contributo del Comitato Olimpico internazionale, mentre altri 910 milioni sarebbero arrivati dagli sponsor. Il resto, in sostanza, dalla vendita dei biglietti per assistere agli eventi. Si tratta di oltre cinque miliardi di euro che, senza i giochi, non saranno disponibili.
Vi invito a leggere bene i conti fatti dai geni prima di Tokyo 2020. Altri articoli sono citati nel mio precedente post.
Poi però, dopo Tokyo 2020, l’ennesimo disastro dell’attuale metodo di organizzazione delle Olimpiadi, la sonata cambia. Prima della pandemia, a fine 2019, i costi ufficiali di Tokyo 2020 erano lievitati da 7,6 a 12,5 miliardi di dollari. Le stime finali, le peggiori arrivano a 30miliardi di dollari.
Di questi, è bene tenerlo presente, solo circa 5miliardi sono dovuti al rinvio di un anno causa COVID 19 e ai mancati introiti per aver svolto la cosa senza pubblico.
Renzi a suo tempo impegnava il governo Italiano (tanto non sarebbe stato il suo a fare la finanziaria 2025 a fine giochi) a coprire Roma in caso (prevedibile) di collasso economico. Un affarone, un genio degno di Calenda.
Questo è il punto. Che oggi, in Italia, quello che diceva Raggi allora, lo dicono sommessamente tutti ma nessuno ovviamente dirà mai: aveva ragione. E invece sarebbe doveroso. Non me lo aspetterei dai giornalisti o dai politici o dai commentatori, che sono in malafede, ma dalle persone un po’ si.
Come per i cinghiali, come per i mezzi di trasporto regionali, gli alberi e così per le Olimpiadi, i cittadini romani, a prescindere dal livello sociale e culturale, hanno dato addosso alla persona che li stava per una volta aiutando, non perché eroica, superiore, Wonder-Woman ma perché semplicemente … competente, onesta, determinata e come unico interesse il bene delle persone e, sono sicuro, la soddisfazione e il vezzo personale di poter dire: ho fatto un buon lavoro alla faccia dei “competenti” e degli affaristi.
Una persona che ha fatto un solo errore vero: non ha trattato i suoi cittadini come dei deficienti. Mai fare questo errore in questo Paese.
Se scrivo queste cose è perché la memoria scarseggia e perché non sopporto le ingiustizie.
Per iniziare questo post su androidi, intelligenze artificiali, robot e sul nostro futuro rapporto con loro, ho scelto un’immagine di “Video Girl AI”, un manga di Masakasu Katsura pubblicato in Giappone nel 1989, perché AI (il nome dell’intelligenza artificiale protagonista), non è solo l’acronimo di Artificial Intelligence, ma in Giapponese significa Amore, 愛, nel suo senso più ampio*.
Come riportato in questo interessante excursus storico sull’intelligenza artificiale e la robotica, nel fantastico intreccio fra scienza e letteratura, secondo Asimov ci vogliono all’incirca 60 anni perché un’idea destinata a cambiare il mondo, trovi la sua piena attuazione. Sono passati circa 70 anni dall’articolo di Turing e stiamo osservando AI (e algoritmi di machine learning) fioccare come se piovesse intorno a noi e integrarsi con i successi sempre più solidi e stupefacenti della bio-ingegneria e della robotica (i cui prezzi commerciali pare siano in discesa, indice della diffusione) tanto che ormai anche il test di Turing risulta per alcuni inutile e si va verso test basati sul dialogo, la logica e molto altro.
Sviluppare un’intelligenza artificiale in grado di superare i sempre più esigenti test a cui le sottoponiamo, di pensare anche se diversamente da noi, come suggeriva Turing, di avere coscienza di se e più in generale di avere autonomia decisionale, immaginazione e in definitiva di sognare pecore elettriche è un passo definitivo verso la creazione di vita e anima.
Credo sia piuttosto evidente che la nostra autocoscienza sia solo frutto della grande complessità del nostro cervello (e delle sue periferiche), pertanto riproducibile.
Io Dio
Essere capaci, però, di sviluppare un’intelligenza artificiale con queste caratteristiche significa anche capire che, in fondo, quello che Dio è per molti, cioè il creatore, noi lo saremmo per gli androidi (unione di AI e robotica).
Creatori e, quindi, genitori.
Stiamo infatti avviandoci a creare dalle fondamenta una nuova specie di esseri viventi, figli di un dio affatto minore, fatti cioè a sua (nostra) immagine e somiglianza, non solo esteticamente.
Ma gli esseri umani, per natura, hanno paura.
Temono la novità, il cambiamento, la diversità, anche quando loro stessi la creano. Temono da sempre di non essere all’altezza, di perdere il controllo, di essere sostituiti.
Solo per restare in questo stolido paese, vorrei ricordare il termine “sostituzione etnica” tanto caro a un certo numero di figuri (fra cui Giorgia Meloni e Matteo Salvini per limitarsi all’Italia).
Ma certamente più meritevole di ricordo è l’orrore che hanno vissuto donne, uomini e bambini africani con la schiavitù, giustificata da una “evidente” inferiorità, quindi “non umanità” dello schiavo rispetto agli umanissimi colonizzatori.
Schiavitù
Se da una parte è fantastico investigare le potenzialità divine insite nel fatto che potremmo essere in grado di creare una nuova specie di esseri pensanti dotati di “libero arbitrio” e fantasia, come secondo alcuni l’Allāh o lo Yəhōwā di turno avrebbero fatto con noi, è pur vero che sono le potenzialità commerciali che stanno spingendo gli ingenti e sempre crescenti investimenti in una ricerca che un giorno, ne sono certo, porterà veramente un “uomo bicentenario” a bussare alla nostra porta, consegnato da un Amazon di quei tempi.
Al momento, infatti, è evidente che stiamo creando macchine intelligenti con lo scopo di servirci. Sostanzialmente degli schiavi.
D’altronde è insito l’intento nel nome stesso: robot. Altrettanto evidente è che se le aziende sono entusiaste di questa evoluzione, sempre alla ricerca di efficienza e soprattutto riduzione dei costi, le persone iniziano lentamente ad essere preoccupate della sostituzione, in realtà immaginata forse un po’ anzitempo dai luddisti nel 1800.
Finché la complessità di quelle macchine e degli algoritmi che danno loro parvenza di umanità, non sarà sufficiente … passi. Dei (ro)bot smart che sono in grado di capire richieste ed eseguire operazioni o anche di decidere cosa fare in base a una serie di regole pre-definite e imparare a svolgere meglio le loro mansioni in base a esperienza e feedback.
Ma cosa succederà nella nostra società quando quella complessità sarà tenuta a bada solo da algoritmi limitanti, da chip di controllo e dalle immancabili tre leggi della robotica? Che succederà quando gli androidi si dimostreranno superiori a noi?
In alcuni ambiti sembra che le AI siano ad alcuni punti percentuali al di sotto di un umano, ma in altri sta li li.
L’Intelligenza Artificiale raggiunge un livello del 72% di accuratezza, rispetto ad un 85% di ciò che l’umano riesce a fare. E se fino a tre anni fa il livello di accuratezza era del 45%, adesso l’Intelligenza Artificiale sta per superarci. Invece, se si tratta di rispondere a domande sulle immagini, gli esseri umani raggiungono un’accuratezza dell’80,8%… Mentre l’Intelligenza Artificiale del 79,8%, appena un punto percentuale in meno.
Lo sappiamo bene cosa succederà, ma per aiutarci ci viene in aiuto la sconfinata produzione letteraria e televisiva, soprattutto la più recente, perché più consapevole delle recenti evoluzioni e delle reali potenzialità future.
Fra i fumetti cito solo quello che più di recente ho letto (qualche anno fa) e che tratta l’argomento specifico, ovvero Alex+Ada. Fra le serie TV solo quelle che io steso ho visto fra le più recenti, come “Meglio di noi” (2018), una serie Russa purtroppo ferma alla seconda stagione, o HUM∀NS, una serie inglese che precede l’omologa russa e che è un adattamento della ancora precedente Svedese “Real Humans” (2012) e infine The Orville, una serie di fantascienza in cui a bordo della nave spaziale simil-Enterprise c’è un Keylon una razza di androidi senzienti. In tutte queste serie si parte da androidi al servizio degli umani, non programmati per provare rabbia, amore, paura, dolore.
In tutte le società descritte in queste storie, i robot antropomorfi e i loro comportamenti avanzati para-umani ma migliorati provocano la paura, ben documentata nella letteratura fin dai primi del 900, degli umani di essere soppiantati, nel lavoro, nei rapporti umani in tutto. E’ emblematica la frase di “Anita/Mia” (HUM∀NS) androide femmina presa a servizio presso una famiglia, quando dice alla mamma dei bambini “Io sono migliore di te nel prendermi cura di loro, non ho paura, non sento dolore, sono più forte di te; ma non posso amarli”. Solo li e solo per un attimo la mamma si rilassa.
I figli
È più che probabile, anzi direi che è provato dalla storia, che nel momento in cui gli androidi e quindi le AI con cui al momento ci balocchiamo, usciranno dai luoghi chiusi, dalle chat, dalle stanze dei laboratori, dalle pagine dei fumetti o film e serie tv, per iniziare a camminare in giro per il mondo, anche se semplicemente come servi, inizieranno i problemi.
Che abbiano totalmente sembianze umane tanto da risultare esteticamente indistinguibili, o anche che siano distinguibili con le parti meccaniche in evidenza, una parte non indifferente di umanità si sentirà minacciata e immancabilmente scaricherà sui poveri malcapitati tutta la sua biblica frustrazione. Dovrà affermare la sua supremazia umana.
Succede coi nostri simili, umani ma stranieri: “ci rubano il lavoro” non è quasi mai sostituito dal più corretto “i datori di lavoro sfruttano i più poveri di noi per abbassare il costo per poter produrre e vendere non si sa manco più a chi visto che gli stipendi scendono e i posti di lavoro spariscono“.
Come possiamo pensare che una massa tendenzialmente poco disposta a mordere i padroni e più a suo agio con la guerra fra poveri non avrà il suo nuovo nemico da, letteralmente, lapidare?
Ecco li che finalmente tutte le (inesistenti) “razze” umane, saranno finalmente unite in un comune razzismo verso la nuova specie. Il classico del bullo che a sua volta era bullizzato. Come abbozzato in “L’Uomo Bicentenario” inizierà un meno ottimistico confronto fra chi pretenderà rispetto per queste nuove forme di vita (autonome o meno) e chi le tratterà come oggetti da umiliare, come fecero gli schiavisti.
Non vorrei essere al posto di quella macchina che a un certo punto ci renderà chiaro che siamo stati dei bravissimi procreatori, creando una complessità tale da avere una coscienza, una fantasia, aspirazioni, una personalità. Nel posto sbagliato di questo pianeta rischierebbe umiliazione, violenza e torture; ma forse anche nel posto giusto.
Eppure quello che stiamo creando, e confido che ci riusciremo, è una nuova umanità, probabilmente migliore di noi sotto diversi punti di vista, probabilmente in alcuni casi più buona, in altri parimenti o più cattiva. Una umanità figlia nostra. Ma i figli sono quello che vogliono loro.
I figli umani sono, infatti, quello che sono. Fino a un certo punto puoi insegnare loro e formarli ma non saranno mai quello che tu hai immaginato o fortemente voluto. In alcuni casi saranno migliori di noi, e prima o poi per natura prenderanno il nostro posto sulla Terra, come i loro figli prenderanno il loro. In ogni caso sarebbe agghiacciante mettere al modo un figlio immaginandolo schiavo a vita.
Allora perché dovremmo aspettarci qualcosa di diverso da e per figli sintetici? Perché dovremmo temere di essere soppiantati dai nostri figli se li mettiamo al mondo per questo?
Qualora decidessimo di lasciare che l'avidità del mercato sia il traino per questo passo epocale e non la pura e semplice, aperta volontà di conoscenza, dobbiamo domandarci fin da ora da che parte staremo quando la massa soppiantata non sarà capace di adattarsi e scaricherà la frustrazione non su chi li ha trattati da sempre come un numero a forma di dollaro ma sui nuovi deboli, sui nuovi schiavi. E che faremo se questi reagiranno, se dopo che un androide sarà pestato a morte da un "tutore della legge" o da un passante qualunque, la comunità insorgerà?
Ci sono abbastanza elementi a questo punto per la morale.
Siamo all’altezza di fronteggiare una nuova specie visto che non siamo in pace manco con noi stessi?
Vale veramente la pena di mettere al mondo dei figli sintetici per farli nascere schiavi e consegnarli ai prossimi 400 anni di razzismo e mancanza di diritti, coscienti di essere figli odiati?
È veramente necessario arrivare a tanto e così di corsa? Non potremmo fermarci un attimo prima e prendere fiato?
Stephen Hawking aveva lanciato un monito in questo senso, un monito corretto a prendere fiato, non guidati dalle logiche commerciali, e riflettere sul passo epocale che stiamo facendo, per farlo con coscienza.
Suggerirei a noi stessi di mantenerci entro i limiti dell’interesse scientifico sull’esistenza dell’anima e la sua natura, e continuare lo sviluppo della AI per arrivare a dimostrare certe cose e poi fermarsi. Onestamente mi viene difficile pensare di soffocare la mia stessa curiosità su certi argomenti. Ma potremmo forse mantenere unici gli esemplari, senza commercializzazione e prevedendo da subito per loro dei diritti umani a tutti gli effetti e un po’ di protezione di cui certamente avranno bisogno.
Uno sforzo unitario dell’umanità per capire le sue origini che finisca nel rispetto per chi gli ha consentito di capirle.
oppure …
con la scarsa fiducia che ormai ho nel genere umano e dato che comunque sta già tutto avvenendo e che non siamo stati in grado di rallentare manco per l’ambiente prima del disastro, non sarebbe il caso, finché siamo in tempo, di guardare non tanto alla logica auto-protettiva della fantascienza di Asimov quanto a quella progressista di Gene Roddenberry e della federazione dei pianeti uniti di Star Trek, iniziando ADESSO a scrivere leggi a tutela dei diritti di quegli esseri sintetici senzienti che, mi pare evidente, ci stiamo avviando a creare? Perché dopo sarà troppo tardi.
Temo però, alla luce appunto della storia umana, che questo set di leggi che ad oggi non riusciamo ad applicare degnamente nemmeno agli esseri viventi già esistenti, non sarà assolutamente scritta prima che molto sangue, sintetico o biologico che sia, sarà scorso.
Io credo che il monito del Professor Hawking non si riferisse minimamente al diritto alla vita di persone sintetiche, che fosse pensato anzi solo dal punto di vista dell’umanità e del suo bene, come le tre leggi della robotica. Però credo che contenga anche i semi di una riflessione ampia:
decidete se crearli, decidete se metterli al mondo, ma se lo fate preparatevi ad amarli anche quando vi supereranno, perché questo fanno i figli.
*Ovviamente in Italiano IA e in altre lingue altro … ma l’affiancamento fra l’acronimo americano e la parola giapponese è quantomai adatto al tema di questo articolo!
L’assessora all’Ambiente e ai Rifiuti di Roma, Sabrina Alfonsi, dice che non c’è modo che il nuovo impianto di incenerimento sia pronto entro il 2025. Lo sarà dopo il il Giubileo.
Il Commissario Straordinario per il Giubileo, nonché sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, dice che l’impianto di incenerimento di Roma sarà finito entro il 2025 e operativo entro il 2026.
Il tutto è registrato. Ma francamente a me non interessa di questi balletti stantii e non mi serve l’Alfonsi.
A me basta sapere che i Danesi hanno impiegato 4 anni a costruire l’impianto di incenerimento di Amager Bakke a Copenhagen, a cui si ispira lo Straordinario Commissario. Il 2022 è finito. Più 4 fa 2026 minimo per costruirlo, se fossimo in Danimarca dove prima di iniziare a costruire hanno preparato la cosa per 10 anni.
Amager Bakke
Copenhagen incineration plant
Ma a questo punto si pone un problema di scadenze.
Come ho scritto qui, il Piano Rifiuti di Roma non prevede alcuna milestone per il 2025, e già questo è assurdo di per se.
Men che meno ci dice quando sarà completato l’impianto di incenerimento. A dire il vero il piano di Gualtieri non riporta proprio nessun dettaglio dell’impianto di incenerimento se non che ne è previsto uno.
Quindi è solo in modo indiretto che noi conosciamo una data entro la quale si suppone che l’inceneritore di Roma debba essere fatto: Gualtieri infatti non è Commissario perché è un essere Straordinario, per discendenza divina, lo è in virtù di una legge di bilancio e del decreto aiuti (poi convertito in legge).
Dato che un inceneritore può essere realizzato SOLO nell’ambito di un piano rifiuti e dato che il piano rifiuti è regionale e non provinciale, e dato che quello della Regione Lazio rilasciato da soli due anni non prevede assolutamente i termovalorizzatori/inceneritori, è solo in virtù di poteri speciali che puoi fare una deroga così pesante e grave.
Ma queste due norme limitano i “super-poteri” donati a Gualtieri, nel tempo e nello spazio vincolandoli a Roma Capitale e ai soli interventi che servono per il Giubileo della Chiesa Cattolica del 2025.
Leggiamo e poi ci rivediamo sotto per le conclusioni.
Comma 420: Esiste il Giubileo 2025 per il quale sono stanziati 1,335 miliardi di euro dal 2022 al 2026
Comma 421: Il Presidente della Repubblica nomina un Commissario Straordinario che resta in carica fino al 31 dicembre 2026. […] Per gli oneri correlati alla gestione commissariale e’ autorizzata la spesa di 500.000 euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026
Comma 422-424: Il commissario deve fare un programma completo e dettagliato degli interventi connessi al Giubileo
Comma 425. Ai fini dell’esercizio dei compiti di cui al comma 421, il Commissario straordinario, limitatamente agli interventi urgenti di particolare criticita’, puo’ operare a mezzo di ordinanza, in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale …
Comma 426 in poi … l’istituzione di una società Giubileo 2025 e questioni finanziarie a essa legate inclusi altri milioni annui fino al 2026
Il Commissario straordinario del Governo […] limitatamente al periodo del relativo mandato e con riferimento al territorio di Roma Capitale […] esercita le competenze assegnate alle regioni ai sensi [della TU sull’Ambiente Legge 2006]
predispone e adotta il piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale
regolamenta le attivita’ di gestione dei rifiuti […]
approva i progetti di nuovi impianti per la gestione di rifiuti, anche pericolosi, assicura la realizzazione di tali impianti e autorizza le modifiche degli impianti esistenti […]
Ai fini dell’esercizio dei compiti di cui al comma 1 […] ove necessario, puo’ provvedere a mezzo di ordinanza, sentita la regione Lazio, in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia […]
Conclusioni
Ricapitolando, il commissario straordinario esiste per fare cose straordinarie per il Giubileo e scade nel 2026.
Il Piano Regionale Rifiuti del Lazio (di Zingaretti) non prevede anzi aborrisce i termovalorizzatori/inceneritori
Il commissario può andare in deroga solo perché il combinato disposto delle due leggi dice che gli interventi per la gestione dei rifiuti di Roma se li decide e gestisce Roma come le pare ma solo fino al 2026 e solo ai fini del Giubileo, poi torna nei ranghi della legge regionale per i rifiuti.
Dunque il governo concede poteri speciali per derogare e gestire le procedure in modo da accelerare e facilitare, ma non dice esplicitamente “Roma farà un termovaolorizzatore”.
È una scelta di Gualtieri usare i poteri speciali deroga per fare un inceneritore.
Dunque il Termovalorizzatore sarebbe fatto in emergenza per il Giubileo. Ma …
Ma per avere senso per il giubileo e quindi rispettare i motivi stessi della deroga il termovalorizzatore dovrebbe essere costruito entro il 2024, testato e attivo a pieno regime entro Natale 2025, quando sarà aperta la porta santa.
Altrimenti si tratterebbe solo di una struttura che il sindaco di Roma dice di voler fare ma che al di fuori del Giubileo non potrebbe assolutamente fare, men che meno con fondi giubilari, e che una volta finito il Giubileo, quando Roma perderà il diritto di farsi un piano rifiuti tutto suo in deroga a Lazio ed Europa, sarebbe in teoria fuori legge se non già completa e usata per il Giubileo.
Ora, come dicevo, a me non serve che l’Assessora Sabrina Alfonsi contraddica il CS Gualtieri sui tempi di realizzazione.
Mi basta sapere che i Danesi hanno impiegato 4 anni (dopo 10 di progettazione) a costruire il termovalorizzatore preso a modello da Gualtieri.
So per certo, visto che non ci siamo ancora dimostrati meglio dei Danesi (al massimo uguali, col ponte di Genova) e che nessuno della struttura commissariale ha ancora manco menzionato alcun dettaglio progettuale del progetto del termovalorizzatore o esplicitato il luogo dove sorgerà per una valutazione di fattibilità, che il termovalorizzatore di Roma non sarà assolutamente pronto prima di 4 anni cioè, ad essere ottimisti, del dicembre del 2026 e quindi non sarà operativo prima della metà del 2027 a Giubileo del tutto over. Riabadisco: a essere buoni.
Il termovalorizzatore, se va tutto benissimo, sarebbe quindi pronto a Giubileo terminato.
Quindi l’operazione “inceneritore di Roma” non è solo opposta rispetto alla direzione in cui va il mondo e di certo l’EU, non è solo contraria agli obiettivi 2050, non contraddice solo il piano rifiuti del Lazio … questa operazione è anche un imbroglio mediatico.
Una presa per il culo pubblica ed evidente tra l’altro, perché considerati i tempi, il progetto sarà a malapena iniziato durante i poteri speciali, e quindi sarà essenzialmente e quasi esclusivamente l’alibi per la gestione Gualtieri.
Gualtieri potrà infatti continuare a esportare la spazzatura e a fare altre cose comunque necessarie se non differenzi oltre un certo limite, perché tanto ai cittadini potrà sempre dire che è tutto temporaneo perché poi ci sarà l’inceneritore.
Che si faccia o meno, questo potrebbe non interessare più di tanto al Commissario, a Giubileo e consiliatura finiti (con montagna di soldi annessa e spartita).
Infine lasceranno alla prossima amministrazione (probabilmente di destra) la polpetta avvelenata legale e gestionale di un progetto che nasce già fallimentare, contrario alle direttive europee e normative nazionali dato che nasce già fuori legge e palesemente in contrasto con la missione giubilare stessa.
Mi domando se i cittadini di Città Metropolitana si rendano conto di tutto questo. Se gli interessi tutto questo. Se addirittura si pongano qualche domanda ogni tanto. Soprattutto quelli che li hanno votati.
Devo riportare un episodio accaduto alla stazione Metro B/Roma Lido di Eur/Magliana presso il parcheggio di scambio ATAC sulla Via Ostiense.
Un episodio, ci tengo a precisarlo, che al di la della specifica persona (uno degli addetti al parcheggio di scambio in questione) non è unico e porta con se la consapevolezza che qua o si parte da zero oppure non se ne esce.
Il parcheggio di scambio di Eur/Magliana, quello situato lungo la Via Ostiense fra la strada e la stazione, ha una sola via di accesso e una sola via di uscita. L’accesso è una breve diramazione della corsia dell’Ostiense in direzione Roma ed è quindi ovviamente a senso unico, usarlo come uscita porta l’auto contro le entranti e contro il senso di marcia della Via Ostiense (alta percorrenza e limite 50-70km/h) con linea continua.
Lungo la diramazione e fino alla rampa di accesso sono spesso (per la mia esperienza sempre in orario di ufficio) parcheggiate macchine fino all’imboccatura. Lo stesso avviene sulla rampa di uscita. Così era stamattina ma così era anche a Marzo 2022 come si evince da due immagini di Google Maps.
L’accesso al parcheggio avviene con emissione di biglietto o tramite abbonamento valido. L’uscita idem. In caso di biglietto emesso, con pagamento del suddetto.
In famiglia abbiamo tutti l’abbonamento annuale (quello da 250€) in corso di validità. Un abbonamento che io personalmente faccio da almeno 15 anni.
Quando siamo arrivati con la nostra auto, il segnale di Libero/Completo indicava Libero. Quindi abbiamo percorso la rampa per accedere.
Una volta saliti sulla rampa di accesso, dopo il cartello di completo/libero, non c’è modo di tornare in dietro se non con retromarcia contromano verso il senso unico dell’Ostiense.
Una manovra illecita e pericolosa, resa ancora più pericolosa dalla presenza delle macchine parcheggiate a ridosso.
Il fatto che il cartello indicasse “Libero” quando siamo arrivati è di per se una anomalia. Perché?
È un’anomalia, perché esattamente in quel momento nel parcheggio erano presenti (ma si vede solo dopo aver salito la rampa) diverse auto parcheggiate fuori dalle righe blu, al centro della zona fra le due file di parcheggio in posizione illecita che rende estremamente difficoltose (a volte impossibili) le manovre di uscita di chi parcheggia nei posti regolari, come si vede nelle foto scattate da me questa mattina ma anche dalle foto prese da Google Maps.
Questo accade ogni santo giorno. Ogni santo giorno macchine parcheggiano in mezzo, dove è vietato, mentre le blu rimangono vuote finché non si riempiono anche quelle. Questo vuol dire che la capienza del parcheggio non è regolarmente raggiunta ma è ampiamente superata sempre, il che vuol dire che fino al momento in cui io sono giunto al parcheggio, erano già entrate più macchine dei posti disponibili. Come ciò sia possibile, come avvenga il conteggio, perché i parcheggiatori non intervengano sul posto a gestire il flusso fino almeno alla saturazione, chi decida quando finalmente bloccare l’accesso non è dato saperlo. Soprattutto non è dato sapere perché questa cosa prosegua imperterrita nonostante le segnalazioni.
Avevamo già protestato in passato al gabbiotto ATAC di Eur Magliana. Uno ci aveva risposto: “chiama i vigili urbani”, un altro “è competenza di ATAC”. E’ vera la seconda. Ma questo accade ogni giorno e quindi sebbene sia competenza di ATAC, i suoi operatori evidentemente non intervengono e se non intervengono deve essere perché non esiste direttiva di intervento. O devo pensare che la direttiva esista ma nessuno la applichi. La verità è che noi possiamo solo osservare quello che accade e riportarlo.
Ma non accade solo questo.
Se malauguratamente sei salito sulla rampa quando segnava “Libero” (nonostante fosse pieno) e citofoni per risolvere il problema in sicurezza la risposta è “non le posso aprire” e poi il peggio “faccia retromarcia”.
Faccia retromarcia? La soluzione più sicura, l’unica, è entrare con abbonamento o biglietto o per apertura della sbarra e poi uscire subito, seguendo il senso di marcia. Se è il caso, in un paese civile, l’operatore viene sul posto a risolvere il problema che NON è stato generato dal malcapitato utente, pagante per giunta, ma da un malfunzionamento o da una mala gestione del parcheggio.
Abbiamo inutilmente chiarito che non potevamo fare retromarcia.
Abbiamo chiarito che la retromarcia è pericolosa, che saremmo entrati e usciti seguendo il senso regolare di marcia.
Abbiamo fatto presente che il parcheggio era pieno da tempo dato che era pieno di macchine fuori posto ma che il cartello ci diceva Libero nonostante questo.
Abbiamo fatto presente che il sistema o chi per lui ci aveva intrappolato in una situazione assurda e che bastava farci transitare.
Niente. Non ci ha aperto.
Solo dopo esserci alterati e aver reso evidente che esporci al pericolo di una manovra pericolosa sarebbe stato un rischio anche per lui (era un maschio), che se fosse successo qualcosa avremmo fatto una denuncia, ha aperto la sbarra.
Siamo entrati, abbiamo scattato le foto della situazione interna e siamo usciti come promesso. Se ATAC avesse messo il personale al parcheggio sarebbe stato facile controllare e tutto sarebbe andato bene, tranquillamente. Ma non c’è nessuno. Le due unità di personale sono dislocate all’altro parcheggio.
Se ATAC impedisse alla gente di parcheggiare sulle rampe e fuori dai posti regolari all’interno del parcheggio e tenesse un vero conto del numero di macchine che entrano ed escono, non si sarebbe posto il problema.
Se il cartello “Libero/Completo” funzionasse come deve, non si porrebbero problemi a chi paga per entrare in un parcheggio di scambio peraltro facendo un favore alla città.
Se ATAC almeno ascoltasse le segnalazioni, se educasse i suoi dipendenti se se se …
Ma ad ATAC non importa nulla. Come non frega nulla degli utenti a CoTraL e alla Regione Lazio.
È incredibile ma in una situazione di persistente irregolarità il problema diventa che un utente pagante (e molto pagante) non vuole fare una manovra pericolosa (che poi se hai una macchina dietro di te diventa comunque impossibile pur volendo) e finisce a vedersela con un dipendente di ATAC che detiene il suo piccolo potere … il pulsante della sbarra.
Alla fine dell’alterco verbale tramite citofono, il dipendente addetto (un giovane peraltro, il futuro) ha detto “ti aspetto all’uscita”. Qualunque cosa volesse dire, credo che sia tutto registrato da telecamere e audio ma non lo so.
Io l’ho interpretata come un invito ad andare a esporre di persona le mie rimostranze. Così ho fatto.
Arrivato alla postazione che si trova alla base di un secondo parcheggio di scambio di Eur/Magliana, su via di valle fiorita, ho provato a far capire che un comportamento del genere, rigido con le persone messe in difficoltà da una totale mancanza di controllo e gestione e poi flaccido (manco elastico) con chi viola realmente le regole è un po’ assurdo.
Glie l’ho spiegato. Non c’è stato verso. Ho sentito in compenso una serie di frasi allucinanti.
Gli ho detto che era illecito e pericoloso costringermi a fare una rampa a senso unico in senso inverso. Risposta: “non è vero” e poi “lo fanno tutti”.
Gli ho detto: “ma come, non puoi farmi entrare e uscire per regola? Ma se segnava libero mentre dentro è pieno non solo nei posti regolari ma pure in mezzo dove è vietato e crea problemi di circolazione interna? Noi abbiamo chiesto solo di entrare per uscire.”
Risposta: “eh, è già irregolare quello”
Ecco, questa tolleranza verso l’illecito e il dannoso quotidiano che diventa rigidità verso le persone in difficoltà. Questo fregarsene del disservizio peraltro assolutamente evitabile. La totale insipienza della dirigenza.
Confesso che a sentirlo parlare in quel modo m’è uscito di getto di mostrare l’abbonamento annuale da 250€ che faccio da oltre 15 anni (senza contare gli innumerevoli abbonamenti mensili di prima) e dire: oh ma ve lo pago io lo stipendio”.
Avevo già provato a far capire che sono uno che VUOLE usare i mezzi. Ero pure li col mio monopattino (portato fino a Magliana in macchina perché la Roma Lido a quell’ora, e pure dopo, è un cesso a pedali imprendibile già da soli figurati con il monopattino; cronicamente in ritardo, piena zeppa) …
Comunque che sono io a pagargli lo stipendio è più vero di altri casi di dipendenti pubblici perché ATAC è una società partecipata ma larga parte del suo bilancio è fatto di biglietti e abbonamenti. Non è come pagare lo stipendio di un ministeriale o di un ricercatore pubblico con le tasse (anche le sue stesse tasse a dirla tutta). È più come pagare l’abbonamento di un museo, che paga lo stipendio del custode ed essere trattati come monnezza dal custode che gestisce il museo a ca**o.
Ma se le cose stanno così, prima che della specifica persona (a cui comunque non frega nulla del suo lavoro mi pare sennò sarebbe il primo a segnalare così gravi problemi agevolando l’esistenza dell’utente non complicandola) è colpa dei dirigenti di ATAC.
A causa loro, dei dirigenti, della loro incuria e cialtroneria tanti non pagano quei biglietti e non fanno abbonamenti perché le stazioni sono disarmate, come si suol dire, e la guardiania per contratto (!) non può fermare i salta-tornelli e così via. A causa dei dirigenti, i capilinea hanno come priorità di far partire i bus, quando saltano le corse, prima possibile, pure vuoti, anche in anticipo sulla corse successiva, così gli utenti, che vanno per uno su coincidenze millimetriche, ne perdono due di corse non una. Hai voglia a segnalare l’assurdità. Mai cambiata. Poi la gente se la prende con l’autista.
Per colpa dei dirigenti la gente crede alla minchiata che i treni saltino perché i macchinisti vogliono fare la pausa caffè.
Ma i dipendenti ATAC dovrebbero sapere che siamo rimasti in pochi a difenderli e non trattare quei pochi a merda, non tollerare tutto il casino che è ATAC e poi fare i rigidi con chi rispetta le regole.
Senza i tanti abbonamenti di chi ostinatamente prende i mezzi, ATAC sarebbe chiusa e i dipendenti per strada.
Se un utente si incazza perché in una situazione di illegalità diffusa nel parcheggio che tu gestisci, insieme al tuo collega anziano, quando questo utente ti ricorda che paga 250€ l’anno non gli rispondi “ma te che lavoro fai”? “Hai rotto il c**o” e tralascio tutto il resto perché se avessi registrato l’audio di come si sono svolte le cose, quell’audio finirebbe in tribunale, lo intaserebbe come in tanti altri casi e per giunta senza cambiare nulla.
Ecco insomma, la morale di tutto questo è che in tanti anni l’azienda ATAC è stata riempita di persone ai livelli dirigenziali che sono palesemente incapaci di gestire bene anche quel poco di funzionante che c’è o più semplicemente non glie ne frega nulla.
Non solo. Se una parte di dipendenti, autisti, parcheggiatori, personale delle stazioni, sono persone per bene educate che spesso sono aggredite senza motivo per disservizi che non provocano loro (mancano i treni, quelli che ci sono sono sfasciati, i treni regionali come la Roma Lido fanno schifo e tutti se la prendono con ATAC, i capilinea dei bus gestiscono gli orari in modo ridicolo e tutti se la prendono con l’autista) è pur vero che c’è una parte di dipendenti, spesso quelli in posizioni più comode e agiate, che sono parte di quello che non funziona nel servizio pubblico. Sono figli morali di quei dirigenti.
Io sono sempre stato contrario alla privatizzazione e resto contrario. Ho appoggiato e ancora appoggerei la direzione di Virginia Raggi quando ha voluto fortemente provare a risanare una azienda pubblica quando tutti avrebbero gradito privatizzare. Perché un servizio pubblico non deve avere scopo di lucro, men che meno in Italia dove privato non è necessariamente uguale a efficiente e onesto.
Credo però che l’arroganza e il menefreghismo diffusi di tutta la classe dirigente di ATAC con tutta la generazione di dipendenti arroganti che come sport scaricano il barile e ti rispondono sticazzi, non lasci molta speranza.
Credo che una situazione come questa, non degna di un paese civile, non si sanerà mai con piccoli passi.
A volte penso che ATAC dovrebbe essere azzerata e ricreata da zero.
Ma penso anche che, come Alitalia, ITA e mille altre minchiate del genere, se a fare questa operazioni saranno persone come Gualtieri o Calenda, o Renzi o Alemanno … anche questa pulizia sarebbe come usare fango per lavare sabbia.
Ho perso la pazienza, ho alzato la voce. Ho fatto bene. Almeno questo. E alla fine te ne vai a parcheggiare fuori dove trovi posto, che non c’è (se non creativo) e questo perché hai dovuto prendere la macchina perché il mezzo pubblico regionale è na ciofeca (usata come arma politica dalla Regione Lazio a piacimento).
Da Novembre di quest’anno, dopo 15 anni senza soluzione di continuità, niente più abbonamento.
Tipo una specie di “Not in my name”.
PS: le persone che parcheggiano in mezzo anche quando ci sono posti regolari liberi sono persone ignobili. Sono i degni utenti di quei dirigenti e di quei dipendenti. Se si somma tutto questo, si capisce che le generazioni da cambiare prima di risolvere un problema di civiltà diffuso sono troppe anche perché questi incivili ne crescono altri.
Nel 1994 Youssou N’Dour e Neneh Cherry pubblicano un singolo che si chiama 7 Seconds. Un successo internazionale. Rimane in classifica per quasi un anno entrando nella top 3 di quasi tutti i paesi in cui il disco è stato commercializzato (così riporta Wikipedia).
Nel 2022, il 22 Settembre alle ore 20:41, Giorgia Meloni usa “Su di noi” di Pupo (che ringrazia) come colonna sonora della chiusura della sua campagna elettorale in un video di 28 secondi. Un video che mi pare un successo per lo meno nazionale e di marketing politico.
Osservando l’andamento dei nuovi followers dei vari politici si vede che a un certo punto il profilo di Giorgia Meloni prende una accelerata di nuovi followers che palesemente andava bel oltre le possibilità dei “bot” e dei profili human-fake. Un’impennata clamorosa che inizia subito dopo le ore 21 del 22 Settembre. Purtroppo non ho dati dopo le 21 fino alle 9 di mattina del 23 ma non servono perché la pendenza è tale da renderli inutili.
Cosa è successo? Nelle notizie, a differenza del video dello stupro, non c’è nulla.
C’è però qualcosa nel profilo di Giorgia Meloni: un video che invece di avere le solite 15mila-50mila visualizzazioni né aveva, almeno il 24 settembre, oltre 400mila.
La salita è continuata come si vede nell’immagine animata qui sotto fino a ora (nel grafico sono le 18:00 di Domenica 25 Settembre).
La coincidenza di orari è talmente netta che, come nel caso del video dello stupro, la causa è ovviamente quella. Da poche ore dopo la pubblicazione le visualizzazioni del video salgono di circa 250 al minuto mentre i “follow” del profilo crescono di circa 13 al minuto. Nei giorni precedenti la crescita del numero di followers è di circa 1 ogni 4 minuti.
Credo che si possa dedurre in buona approssimazione che il 5% di chi ha visualizzato il video sia diventato follower. Questo è confermato da un rozzo conto dividendo l’aumento di followers dalle ore 21 del 22 Settembre alle 18:00 del 25 per le visualizzazioni totali (i video seguenti hanno meno di un decimo delle visualizzazioni): si ottiene un 3,5% medio.
Questa cosa che scrivo non è una novità, né ho scritto già prima e sa anche di ovvio: sennò perché i politici sarebbero sui social? Ma un video di 28s, che presenta la leader di FdI in veste quasi mitologica e col fare di chi sente già la vittoria, con una musica che già fa nostalgia, ricordo di dure lotte quando nessuno ci credeva “su di noi”, che porta così in alto il numero di nuovi followers è, da un certo punto di vista, molto preoccupante.
Mostra l’infantilismo e il basso livello non tanto (non solo) del politico, men che meno degli addetti del marketing del politico, ma di una fetta consistente di popolo si.
Utenti più che elettori.
PS: nel post elezioni ovviamente il profilo è esploso anche senza video e minchiate varie. Ha guadagnato oltre 150mila followers in pochi giorni, mentre il video ha raggiunto ad oggi (28 Settembre) 1,4Mln di visualizzazioni. Ma qui c’è ormai l’attenzione del mondo intero.
Il 15 Settembre l’Huffington post pubblica un articolo a pagamento, dal titolo “Matrimonio gay e adozioni per single: l’ennesima mutazione a fini elettorali di Conte Guevara” che nella parte gratuita recita:
Nel programma M5s c’è una decisa accelerata sui diritti civili. Solo qualche anno fa si astenne sulle unioni civili. Per non parlare del penoso temporeggiamento sul ddl Zan
Detta così il M5S o è omofobo o, nel migliore dei casi, schizofrenico opportunista. Che è quello che alcuni pensano ancora oggi. Imperdonabile. In realtà il M5S ha alacremente lavorato, fin dal suo esordio in parlamento, per approvare la legge sulle Unioni Civili, anche perché era un promotore originario di un provvedimento migliore della legge Cirinnà e un sostenitore dei diritti della comunità LGBT fin da prima di entrare per la prima volta in parlamento.
Contrariamente a quanto si può pensare, l’opposizione a un matrimonio egualitario, come voleva il M5S, veniva dall’ala cattolica del PD e da quasi tutta la destra.
Questa è la storia di come la realtà sulla battaglia politica per i diritti LGBT in Italia sia stata completamente, e con successo, ribaltata.
Dimostrerò, solo riportando i fatti, che i diritti LGBT sono parte del DNA del M5S da sempre e che il DDL Cirinnà è la copia sbiadita di quello che la comunità avrebbe avuto con il M5S ma che quel DDL ha avuto comunque l’appoggio in ogni luogo da parte del Movimento e invece l’opposizione di parte dello stesso PD (oltre che di Lega e mezza Forza Italia)
M5S e diritti LGBT
Nel 2012 Beppe Grillo pubblica sul Blog delle Stelle un post dal titolo “Nozze gay” in cui, a proposito del matrimonio fra persone dello stesso sesso dice:
un fatto che dovrebbe essere scontato, pacifico: le nozze gay e i diritti delle coppie omosessuali. Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge. […] L’Italia non ha una legislazione per le unioni di fatto. E’ una vergogna che va attribuita in ugual misura al pdmenoelle, al pdl e a Santa Madre Chiesa, la convitata di pietra. […]
In questo post Grillo inoltre stigmatizza il fatto che durante il governo Prodi, un governo teoricamente progressista, non erano riusciti a fare manco i PACS per le beghe interne del PD.
Nel Dicembre 2012 le Camere sono sciolte in anticipo e, a Febbraio 2013, si tengono le elezioni politiche. Per la prima volta nella sua storia il M5S entra al parlamento Italiano.
La XVII legislatura ha inizio il 15 Marzo 2013. Fra l’avvio della legislatura e il 2 Aprile le forze politiche presentano 991 provvedimenti di vario genere, fra Camera e Senato.Il M5S non ne presenta nessuno.
Fra il 3 e il 5 Aprile 2013 il M5S presenta i suoi primi 6 provvedimenti di legge:
[…] soppressione dell’obbligo di assicurazione dei professionisti
Abolizione dei contributi pubblici e modifiche …
Modifiche al codice delle leggi antimafia …
Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso
Nuove disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia
Norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso
Per tutti gli altri partiti si tratta di presentare i primi 1500 provvedimenti della nuova legislatura.
Per il M5S questi sono invece i primi 6 provvedimenti parlamentari in assoluto e 3 di questi sono provvedimenti a favore delle persone LGBT.
Riporto una citazione di un articolo del 2013 in merito al provvedimento numero 4:
[…] come primo disegno di legge al Senato quello relativo al matrimonio egualitario elaborato dall’associazione Avvocatura per i diritti LGBT-Rete Lenford. Giuseppe Polizzi, Presidente di Arcigay Pavia dichiara: “siamo soddisfatti. Questo è l’impegno che Luis Alberto Orellana, insieme ad altri cittadini 5 stelle eletti poi deputati e senatori, aveva assunto in campagna elettorale durante l’incontro del 26 gennaio 2013 tenutosi a Pavia, con le associazioni nazionali Arcigay, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Certi Diritti. […] V’è anche un significato molto importante da cogliere: con questa iniziativa c’è lo sdoganamento delle questioni LGBT, che non sono più una battaglia della comunità gay per i gay, bensì una battaglia di tutti perchè l’eguaglianza senza i nostri diritti non può definirsi piena eguaglianza”.
Qual’è la credibilità dell’Huffington Post quando scrive “l’ennesima mutazione a fini elettorali di Conte Guevara”? E cosa devo pensare di chi crede a queste bugie?
Matrimonio Egualitario o Unioni Civili?
Partiamo dalla fine: nel Maggio 2016 le Unioni Civili diventano legge. Rete Lenford dice così
Oggi è stato finalmente approvato dal nostro Parlamento il testo di legge che regolamenta le Unioni Civili e le convivenze. Le unioni attribuiscono diritti e doveri reciproci e risolveranno forse la maggior parte dei problemi pratici che le coppie dello stesso sesso affrontano, ma la cornice in cui sono inseriti non crea uguaglianza. […] L’introduzione dell’unione civile crea difatti una discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, alle quali si preclude l’accesso al diritto fondamentale al matrimonio in ragione di una caratteristica personale ascritta, qual è l’orientamento omosessuale.
Come siamo arrivati alla Legge Cirinnà, a una legge utile ma discriminatoria?
Fra il 15 Marzo e il 5 Aprile 2013 sono depositati in Senato alcuni disegni di legge (DDL) che hanno come tema l’unione fra persone dello stesso sesso.
Le proposte presentate, in ordine di tempo, sono:
15 Marzo 2013 – Loredana De Petris (Gruppo Misto)
15 Marzo 2013 – Sergio Lo Giudice (PD)
15 Marzo 2013 – Maria Elisabetta Alberti Casellati (PdL)
Perché se dovevo sorvolare così tanto, li ho riportati? Perché questi DDL, o parti di essi, confluiranno tutti nella Legge Cirinnà. Proseguiamo.
Il testo di Sergio Lo Giudice è “Norme contro la discriminazione matrimoniale“; esso norma l’unione fra persone dello stesso sesso ma, limitandosi a sostituire “marito e moglie” con “i coniugi”, non impedisce a persone dello stesso sesso di contrarre matrimonio ma nemmeno mette nero su bianco che possono farlo e che hanno gli stessi diritti, soprattutto rispetto ai figli. Però non possiamo sorvolare.
I testi di De Petris e Orellana sono sostanzialmente identici, fatta salva una parte finale in più, per Orellana, sui cognomi esistenti al momento di entrata in vigore della legge.
È una differenza essenziale quella fra le proposte di De Petris et al./Orellana et al e quella di Lo Giudice et al.: nel codice civile, infatti, quando si tratta di filiazione e adozione ricorrono i termini “padre”, “madre”, “donna” “moglie”, “marito” (artt. 262, 299 e altri). Se restano questi termini (e dopo la Cirinnà sono rimasti), resta inteso che la questione non riguarda persone sposate dello stesso sesso. Quello della proposta del PD non è un matrimonio e crea un’ennesima fattispecie separata dalle unioni di sesso diverso. Di fatto discrimina.
Questa è la base da cui siamo partiti nel lontano 2013: comunità LGBT e M5S + De Petris da una parte e PD dall’altra. Gli altri: non pervenuti.
Un altro passaggio storico essenziale è la consultazione on line della base del Movimento 5 Stelle sulle … unioni civili. Viste le premesse capite bene che c’erano due mondi: quello che avrebbe dovuto essere e quello che l’ala cattolica e conservatrice di questo paese consentiva, minoritaria nella società civile ma pesante in quella politica.
Nell’Ottobre del 2014 il M5S avvia una consultazione on line sul tema: risultato 21.360 iscritti (85% dei votanti) votano a favore. Questo peraltro corrisponde ai risultati di un sondaggio sul “matrimonio gay” fra gli elettori di tutte le forze politiche condotto nello stesso mese. Ma a favore di cosa dovevano votare gli iscritti M5S? Lo spiega il Senatore Airola in un post che accompagna il voto:
Oggi vi si chiede di esprimervi su una specifica proposta di unioni civili che dovrà essere votata in commissione giustizia. E’ un testo sulle unioni e non sul matrimonio che in commissione ha seguito un altro iter. In pratica in commissione giustizia sono stati accorpati tutti i disegni di legge sul matrimonio da una parte e lo stesso è stato fatto per le proposte relative alle unioni di fatto.Il voto quindi è per adesso limitato alle questioni delle unioni che dobbiamo affrontare e non è una espressione sulle soluzioni ideali che dovremmo avere in merito. Se credete che sia sacrosanto concedere dei diritti alle coppie di fatto votate sì, se credete che dovremmo avere il matrimonio egualitario vi consiglio di votare sì lo stesso perché questo sarà il primo passo per riconoscere comunque dei diritti alle coppie etero e gay (tenete presente che il testo sulle unioni garantisce molto le coppie al pari del matrimonio, salvo adozioni ex novo per le coppie omosessuali) Se siete contrari a qualsiasi diritto per le coppie di fatto votate No ma sappiate che in tutta Europa esistono istituti egualitari al matrimonio per coppie omosessuali o comunque il riconoscimento di diritti alle coppie di fatto. Buon voto.
Airola dice una cosa importante: “in commissione giustizia sono stati accorpati tutti i disegni di legge sul matrimonio da una parte e lo stesso è stato fatto per le proposte relative alle unioni di fatto“
Riporto solo un frammento dell’intervento della relatrice Cirinnà dalla seduta del 12 Ottobre 2015, a conferma:
[…] A tale scopo viene introdotto l’istituto delle unioni registrate, fondato sull’articolo 2 della Costituzione, e tenuto nettamente distinto dal matrimonio quale fondamento della società naturale e pregiuridica – la famiglia – che trae invece copertura e riconoscimento dall’articolo 29 della Costituzione.
Da qui inizia a prendere il sopravvento il percorso che farà sparire il matrimonio egualitario e lo sostituirà con la Cirinnà. Ciononostante Airola invita tutti gli iscritti M5S a votare SI.
Le beghe del PD …
Come si è passati da un percorso condiviso, sebbene al ribasso, fra M5S e PD all’astensione/assenza al voto? È presto detto.
Il primo tassello lo espone la Senatrice De Petris in una intervista del 23 Gennaio 2016 che considera la Legge il “minimo sindacale” e in più teme il voto NON del M5S, con cui è allineata dall’inizio (e che è peraltro all’opposizione), ma di alcuni senatori del PD che hanno proposto emendamenti peggiorativi. Chi sia una parte di questi senatori lo spiega un confronto fra Migliore (PD) e Marco Damilano: sono i renziani. Gli altri sono una parte dei cattolici.
I timori della Senatrice De Petris sono condivisi dal M5S che, il 17 Febbraio 2016, fa un accorato appello in parlamento, che vi consiglio di ascoltare in questo video:
L’M5S chiede 9 volte la calendarizzazione del voto sulle unioni civili ottenendo continui rinvii dal PD. L’M5S per poter approvare questa legge in tempi rapidi, pur non essendo più la sua legge, non ha presentato nessun emendamento. ZERO. Non così il PD stesso e altri:
Lega 5228.
PD 67
Forza Italia (che è divisa in due con Berlusconi che improvvisamente è a favore) 263
….
M5S ZERO.
Gli emendamenti in tutto sono 6104. È evidentemente ostruzionismo.
La parte “PRO” della maggioranza di governo ipotizza di usare il “canguro” un trucco (inesistente sulla carta e considerato proceduralmente illegittimo) che eliminerebbe la discussione parlamentare ma consentirebbe di ovviare (stirando la democrazia) all’ostruzionismo della Lega dimezzando (non annullando) gli emendamenti.
Il M5S di fronte all’ostruzionismo della Lega è tentato di digerire anche il “canguro”, l’emendamento Marcucci, come spiega Paola Taverna in quei giorni al TG3 nel video che riporto qui sotto.
Ma … la Lega, come riportano gli atti parlamentari e le dichiarazioni in video, ritira 4500 dei suoi circa 5000 emendamenti. Ne restano 500 (quasi tutti inerenti la questione adozioni). Questo consentirebbe, a detta di tutti, la discussione e approvazione del DDL in 48 ore, senza “canguro”, trucco a cui a questo punto il M5S si oppone così come al pericolosissimo voto segreto, o al voto di fiducia.
Quello che invece succede è che improvvisamente Renzi, passato da “contrario ai matrimoni gay” a “l’approvazione è irrimandabile”, il 24 Febbraio porta in aula con la voce di Maria Elena Boschi, a nome del governo, un MAXI EMENDAMENTO sostitutivo dell’intera legge (eliminando tra l’altro a forza la step-child adoption e l’obbligo di fedeltà) e vi pone la questione di fiducia.
E qui arriviamo al punto delle azioni del M5S: un movimento che ha creato una legge migliore di questa, egualitaria, che l’ha portata al senato come 1 dei primi 6 provvedimenti della sua storia, che ha consentito al PD di praticare tutte le sue mutilazioni pur di farla approvare, che non ha presentato manco un c***o di emendamento … si trova a dover votare la fiducia al governo di cui è opposizione, su un provvedimento totalmente sostitutivo (con modificazioni, peggiorative) di un intero DDL parlamentare a cui ha lavorato per 3 anni.
Il M5S al Senato non ha partecipato al voto e alla Camera si è astenuto. Ma il punto è: ha messo così a rischio l’approvazione?
Pillola Blu e Pillola Rossa
La risposta è NO.
Ma per capire perché dire “M5S ha messo a repentaglio la legge sulle unioni civili” sia una bugia e perché si sia astenuto da una parte ed è uscito dall’altra, è necessario sapere come funzioni la maggioranza nei due rami del parlamento. Per questo poi le bugie viaggiano spedite: chi sa come funziona mente, mentre chi ascolta non vuole sapere.
Maggioranza Il termine “maggioranza” indica, nel linguaggio politico, quel numero di parlamentari, superiore alla metà, che dà la fiducia al Governo. In senso più ristretto il termine indica il numero di voti favorevoli che sono necessari per adottare una deliberazione: tale numero deve essere pari almeno alla metà più uno dei senatori presenti (vedi Numero legale). Al Senato non basta che i Senatori favorevoli superino i contrari, ma occorre che superino la somma dei senatori che esprimono voto contrario e di quelli che dichiarano la propria astensione. Al Senato, infatti, i Senatori che si dichiarano astenuti sono considerati presenti, a differenza della Camera dove sono considerati presenti solo i deputati che esprimono voto favorevole o contrario. Ciò comporta che, per non prendere parte alla votazione, i Senatori devono uscire dall’Aula.In caso di parità di voti la proposta non è approvata. In casi esplicitamente previsti dalla Costituzione sono richieste maggioranze speciali.
Al Senato, il voto di fiducia (vedi qui il risultato) ha costretto anche i favorevoli al voto contrario. Forza Italia infatti che per metà era favorevole ha votato compatta per il no (34 senatori). La Lega (9 senatori) no. Gruppo Misto (10 no 5 si). Ma il Movimento fa un’altra scelta. Per le regole del Senato, se i 30 Senatori M5S (che erano comunque solo l’11%) fossero stati presenti avrebbero solo potuto votare la fiducia per non boicottare il provvedimento, perché al Senato le astensioni si sommano ai voti contrari. Quindi gli M5S sono usciti dall’aula consentendo al provvedimento di passare, comunque blindato dai 173 voti di maggioranza contro i restanti 71 contrari.
Alla Camera, dove il M5S aveva 88 deputati, di nuovo il voto di fiducia (vedi qui i risultati) ha portato al no anche quelli che in alcuni partiti erano favorevoli, ma comunque siccome la maggioranza del governo era schiacciante e in quel ramo del parlamento gli astenuti non si sommano ai contrari, il Movimento ha scelto una azione a impatto zero: l’astensione del M5S (a prescindere dal suo misero 14%) non ha minimamente intaccato la possibilità che il provvedimento passasse.
L’astensione/assenza del M5S NON ha minacciato assolutamente il provvedimento (anzi) e NON aveva a che fare con il provvedimento, fortemente voluto dal Movimento.
Alla fine di questo lungo ma necessario post spero che sia un po’ più evidente, in quanto documentata passo per passo, la verità.
Mi spiace per tutti quelli che sulla base di un numero impressionante di bugie e intrighi parlamentari “non perdonano” azioni a chi non le ha mai commesse e continuano a dare credito a chi invece le ha commesse davvero.
Seguo l’andamento del numero di followers su Twitter di alcuni personaggi sin dal dicembre 2019, con frequenza di campionamento di circa 3 ore (salvo spegnimento del mio computer). Il significato delle variazioni di followers su twitter l’ho commentato qui.
Il 3 Gennaio 2020 scrissi un post chiamato brevemente “Cuore Immacolato di Maria“: Salvini fece un meme sul Papa che schiaffeggia la mano di una fedele in piazza. Questo escamotage social gli fruttò un forte incremento del numero di suoi followers, decretando la ripresa di Salvini su Meloni, almeno su Twitter.
Stavolta l’accelerata esagerata del numero di nuovi followers si trova sul profilo Twitter di Giorgia Meloni, più o meno fra le 9 e le 12 del 22 Agosto. L’accelerazione è proseguita per circa due giorni.
Cosa è successo allora il 22 Agosto che ha decretato questo “burst” per la Meloni?
È successo che la sera prima, il 21 Agosto, Giorgia Meloni ha postato il video sullo stupro di Piacenza.
Una notizia di stupro commentata come al solito, modello anti-immigrazione alla Salvini-Meloni, non avrebbe avuto il medesimo impatto. Un video invece dà molto più feedback. Dunque un post gratuito, come contenuti, per l’aggiunta del video che mostra la vittima, ma estremamente proficuo come acchiappa followers.
Usare il video è stato certamente utile allo scopo: aumentare l’audience della presidente di Fratelli d’Italia.
È poco probabile a mio avviso che persone così consapevoli del funzionamento di media e social non sapessero cosa stessero facendo e non comprendessero le implicazioni morali e umane, dunque immagino che debbano aver valutato pro e contro e che subito dopo debbano aver pensato che ne sia valsa la pena mostrare l’anima di sciacallo per quelle migliaia di followers in più, trainati dalla immancabile polemica.
Però a differenza del meme di Salvini, questo risultato non si è stabilizzato perché dopo l’eccezionale burst la velocità di crescita di Meloni si è ridotta di molto rispetto alla costante crescita che precedeva il burst e a breve sarà superata da Conte come lo è stata già da Calenda.
Pubblicare un video di una aggressione sessuale è una azione spregevole. Ma si deve notare che la tendenza (senza fare quindi di tutta l’erba un fascio) della classe politica mondiale sta andando in una direzione comune, quella di spingere all’estremo i meccanismi dei social, che necessità di tanta ma tanta capacità di guida e moralità. A questi soggetti è come se avessero dato all’improvviso una Ferrari, ma la Ferrari po’ esse piuma e po’ esse fero: se non la sai portare ammazzi qualcuno.
Note a margine:
lo shift di Conte in blocco fra il 24 e il 29 Agosto sembra una questione di Twitter più che altro, dato che il trend resta sempre lo stesso solo shiftato in giù e poi in su da un’ora a quella successiva, che non ha nulla a che vedere con l’andirivieni dei veri followers.
poco dopo una leggera accelerazione appresso a Meloni, la salita lenta ma costante di Salvini si è spenta del tutto: questo è sintomatico ma strano; ho verificato i dati numerici visivamente in questi ultimi giorni e in effetti l’aumento dei followers di Salvini è mediamente piatto per ora.