“Giustizia” a ogni costo

When you have eliminated the impossible, whatever remains, however improbable, must be the truth.
Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.

Il governo è caduto. Senza un motivo concreto.

Il Recovery Plan (o meglio il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), infatti, resta quello presentato al parlamento. Nessuna riscrittura. D’altronde chi ha letto il testo e il dossier dei tecnici di Camera e Senato sa che quella struttura è quella decisa in sede europea e che il parlamento era chiamato, democraticamente aggiungerei, a completarlo nei dettagli.

Per quanto riguarda poi il MES, Italia Viva non lo chiede più perché era una assurdità farlo in queste condizioni e a valle dell’approvazione del Recovery Fund e lo sapevano bene. Ma Faraone ha dovuto far stridere le unghie aggiungendo la patetica leccata finale che ha schifato pure Draghi secondo me: “è lei il nostro MES”-sia.

Tolte le mire personali di Renzi (vedremo probabilmente la fusione con Forza Italia in previsione della dipartita di Berlusconi) resta un solo altro motivo condiviso da gran parte dei politici: la riforma del processo penale di Bonafede.

Prima di tutto sia chiara una cosa: la prescrizione è solo UN aspetto della riforma e nemmeno il più importante.

E’ stata infatti solo il primo atto portato a casa con la LEGGE 9 gennaio 2019, n. 3.

In quella legge ci sono molte altre cose modificate che a una prima lettura rendono l’idea di un inasprimento delle pene per i reati commessi nella pubblica amministrazione. E poi si, c’è la modifica dei termini per la decorrenza della prescrizione. Non entro nel merito filosofico su cui gli avvocati si confrontano con competenza a differenza di me. Noto solo che l’articolo 159 del codice penale, ufficialmente oggetto del contendere fra “civili” e “incivili”, introduceva (e non uso il passato a caso) solo il fatto che il computo dei tempi per la prescrizione, nei casi in cui esiste, si ferma alla emissione della sentenza di primo grado, a prescindere dall’esito, colpevole o innocente.

Ho sentito esponenti politici di vari schieramenti, ma essenzialmente di Fratelli d’Italia, Italia Viva, Forza Italia e Lega, gridare allo scandalo perché “i cittadini prima di tutto hanno diritto a un processo in tempi consoni e NON di vedere bloccata la prescrizione“. Invece potersi permettere un avvocato che ti salva-la-vita-beghelli non è importante per i cittadini, ma vabbè.

Giusto! Sono d’accordo. Quale cittadino non lo sarebbe. I cittadini hanno diritto a tempi per la giustizia brevi. Ma il cittadino ha diritto a tempi brevi per la giustizia, a PRESCINDERE! Questo ogni tanto si perde di vista. Le due cose infatti (prescrizione e tempi congrui) sono solo incidentalmente collegate.

Giusto quindi … se non fosse che una riforma complessiva per la ACCELERAZIONE sacrosanta dei tempi del processo era pronta per il parlamento esattamente qualche settimana dopo l’entrata in vigore della cosiddetta “Spazzacorrotti”. La Legge 3 del 9 gennaio 2019 infatti sarebbe entrata in vigore a fine mese FATTA ECCEZIONE proprio della prescrizione (Art.1 comma 1 lettere d,e,f) che invece è entrata in vigore a gennaio 2020 e dispiegherà i suoi effetti solo sui processi futuri non quelli in essere quindi fra un po.

Qualche settimana dopo: infatti il 13 marzo 2020 l’ex Ministro della Giustizia Bonafede presenta alla Camera (copio e incollo dal Dossier di Camera e Senato sull’atto N. 2435) il “Disegno di Legge Delega al Governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d’appello“.

I dossier di Camera e Senato sono molto utili perché al di là dei giudizi di merito che si possono lasciare agli esperti su i pro e i contro di una legge fanno capire ALMENO di che cosa realmente stiamo parlando fuori dalle bugie (letteralmente) e fakes sparse ad arte da certi politici e giornalisti.

Tutti dovrebbero leggere i Dossier di Camera e Senato prima di aprire bocca e sbavare. Almeno le esposizioni degli atti sono assolutamente comprensibili a chi si spertica in dichiarazioni sui social.

Il Disegno di Legge Delega (copio sempre dal Dossier) presentato alla Camera, ha lo scopo di rendere il processo penale più veloce ed efficiente, assicurando l’efficacia della risposta giudiziaria nel rispetto delle garanzie difensive.

Prosegue: “[…] delega al Governo per la modifica del codice di procedura penale, del codice penale e della collegata legislazione speciale, nonché per la revisione del regime sanzionatorio delle contravvenzioni ed è articolato in quattro capi”.

In sostanza Bonafede non ha solo bloccato la prescrizione ma, come tanti urlatori invece lo accusano di NON aver fatto, ha prodotto un disegno di modifiche estremamente ampio che include:

  • aumento delle risorse di personale al sistema giudiziario
  • definizione obbligatoria dei tempi del processo (non entro nei dettagli, leggete e moltiplicatevi che ho altro da fare)
  • migrazione verso una totalità di atti telematici
  • giudici ausiliari
  • ecc

Torno a ripetere: non posso dire SE tutto fosse fatto alla perfezione ma si trattava di un disegno di legge delega consegnato al parlamento per dare mandato al governo di agire entro determinati schemi per velocizzare i processi. Al Parlamento e alle sue commissioni. Un ampio margine per collaborare a una velocizzazione dei processi nell’interesse dei cittadini.

In tutto questo la prescrizione a mio avviso era davvero marginale perché restava ferma alla sua definizione giuridica assoluta, solo fermandosi alla sentenza di primo grado. E prima di urlare “soooolo” continuate a leggere.

Ma c’è di più.

Il DDL delega è tale, cioè delega al governo, SOLO per il primo capo. Il capo II invece non era una delega MA una modifica DIRETTA della legge 3/2019 sulla prescrizione. Cioè GIA’ il governo che ha emanato la legge sulla prescrizione interveniva ad ATTENUARE quel provvedimento modificando in modo tale che:

  • solo se la sentenza di primo grado è di CONDANNA la prescrizione si ferma
  • se la sentenza d’appello è di assoluzione invece si computa di nuovo il tempo di prescrizione come se non si fosse mai fermato

Dunque: se il DDL fosse stato emanato dal parlamento oggi avremmo:

  • investimenti nel sistema giudiziario
  • migrazione telematica degli atti
  • tempi più definiti dei processi (con una serie di sanzioni per giudici che non rispettano)
  • una prescrizione che si ferma solo in caso di condanna e se sei innocente in appello è come se non si fosse fermata
  • una serie di norme severe contro la corruzione nella pubblica amministrazione

Poteva essere bella, brutta o così così ma sicuramente i parlamentari, se fossero in buona fede (non è un gioco di parole), avrebbe potuto migliorarla.

Invece in un anno non hanno fatto una mazza e poi hanno fatto cadere il governo.

Paradossalmente proprio chi sta bloccando l’iter del DDL o cerca di snaturarlo sta remando contro il diritto a un processo breve che COMUNQUE PRESCINDE DALLA PRESCRIZIONE! E non gli resta, affossando ogni cambiamento, che bloccare anche la riforma della prescrizione.

E poi, dulcis in fundo, la delega al governo include che alcune cose devono essere fatte di concerto fra alcuni ministeri, uno dei quali è quello della Pubblica Amministrazione. E qui mi fermo per questione di bile.

Non esprimo giudizi sulla riforma che da profano mi suona bene ma sono profano appunto, ma alla luce delle mie letture sul merito dico serenamente che tutti quelli che dal parlamento, non necessariamente più esperti di me a sentirli, si ammantano di “civiltà” dando addosso alla riforma vi pigliano per il culo e lo fanno in cattiva fede.

Provvedimenti approvati dal Governo e dal Parlamento in relazione all’emergenza sanitaria COVID-19

Premessa breve (e necessaria)


La definizione di “stato di emergenza” non è contenuta nella Costituzione. L’Articolo 16 della Costituzione prevede solo che:

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche [cfr. art. 120 c. 2, XIII c. 2].

Lo stato di emergenza è collegato alla “Legge n. 225 del 24 febbraio 1992: istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile”. Mi è stato spiegato (se ho ben compreso) che questa Legge NON introduce in generale lo stato di emergenza nell’ordinamento giudiziario italiano, ma ne delimita i contorni qualora sia attivato, ferma restando la Costituzione ed esclusivamente in contesti inerenti alla attivazione del servizio di Protezione Civile a cui la Legge fa riferimento. Fra cui emergenze sanitarie.

L’Articolo 5 della menzionata Legge, come successivamente modificato dal Decreto-legge n. 59 del 15 maggio 2012 convertito dalla legge n. 100 del 12 luglio 2012  comunque dice:

Stato di emergenza e potere di ordinanza. “Al verificarsi degli eventi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera c), ovvero nella loro imminenza, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, per sua delega, di un Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri segretario del Consiglio, anche su richiesta del presidente della regione o delle regioni territorialmente interessate e comunque acquisita l’intesa delle medesime regioni, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi, disponendo in ordine all’esercizio del potere di ordinanza nonché indicando l’amministrazione pubblica competente in via ordinaria a coordinare gli interventi conseguenti all’evento successivamente alla scadenza del termine di durata dello stato di emergenza. Con le medesime modalità si procede alla eventuale revoca dello stato di emergenza al venire meno dei relativi presupposti.” […]

1-bis. La durata della dichiarazione dello stato di emergenza non può superare i 180 giorni prorogabile per non più di ulteriori 180 giorni [Il Decreto Legislativo 2/1/2018 n°1 estende a 12mesi + 12 mesi]

Fine della premessa breve


Sul sito del Governo si trova, per verifica di quanto riporto qui sotto, la lista di provvedimenti presentati dal momento in cui l’OMS ha decretato l’emergenza sanitaria di rilievo mondiale.

Il primo provvedimento che fa da riferimento per i DPCM che hanno avviato il lockdown e che contiene la lista delle limitazioni agli spostamenti e ad altre libertà è:

Decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6

Questo DL è stato già convertito in legge [Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla Legge 5 marzo 2020, n. 13] dal parlamento italiano.

Questo qui sotto è l’iter al Senato che ha portato alla conversione del DL.

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L’Articolo 3 di questo Decreto Legge convertito dal Parlamento in Legge lo riporto interamente perché riguarda i famosi DPCM:

Art. 3

Attuazione delle misure di contenimento
Le misure di cui agli articoli 1 e 2 sono adottate, senza  nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con uno o più decreti  del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, sentito il Ministro dell’interno, il Ministro  della  difesa, il Ministro dell’economia  e  delle  finanze  e  gli  altri  Ministri competenti  per  materia,  nonché   i   Presidenti   delle   regioni competenti, nel  caso  in  cui  riguardino  esclusivamente  una  sola regione o alcune  specifiche  regioni,  ovvero  il  Presidente  della Conferenza dei presidenti delle regioni, nel caso in  cui  riguardino il territorio nazionale.  Nelle  more  dell’adozione  dei  decreti  del  Presidente   del Consiglio dei ministri di  cui  al  comma  1,  nei  casi  di  estrema necessita’ ed urgenza le misure di cui agli articoli 1  e  2  possono essere adottate ai sensi dell’articolo 32  della  legge  23  dicembre 1978, n. 833, dell’articolo 117  del  decreto  legislativo  31  marzo 1998, n.  112,  e  dell’articolo  50  del  testo  unico  delle  leggi sull’ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.               

Consiglio di leggere l’iter di conversione alla Camera [favorevoli 462 su contrari 2 su 464] e al Senato [favorevoli 234, astenuti 2 contrari 0 su 240] durato 12 giorni e riassunto qui: se non mi sono perso nulla di quell’intreccio di interventi, OdG, emendamenti ecc, nessuno, fra commissioni, sottocommissioni e le due assemblee, membri di maggioranza o opposizione, propone alcuna modifica dell’Articolo 3 rispetto all’uso dei DPCM, né solleva eccezioni di costituzionalità o timori di distorsione. Gli argomenti sono assolutamente tutti altri. Anche molto complessi utili e legati alla gestione dell’emergenza e alle conseguenze del lockdown eventuale.

Decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9 Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Questo DL implementa le misure economiche fra cui prima fra tutti la Cassa in Deroga. Era all’esame in Parlamento ma è stato abrogato e preso in carico dalla successiva Legge, il Curaitalia.

DPCM 8 Marzo 2020 istituisce la zona rossa, ed è un Decreto Attuativo delle misure contenute del Decreto Legge 9 del 2 Marzo.

Decreto Legge 9 Marzo 2020, n.14 Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19Introduce provvedimenti per finanziare e potenziare il servizio sanitario. Era in esame al Parlamento ma è stato abrogato e preso in carico dalla successiva Legge, il Curaitalia.

I DPCM 9 Marzo e 11 Marzo sono estensioni del DPCM dell’8, non cambia quasi altro che l’estensione territoriale delle limitazioni ed entrambi sono decreti attuativi del Decreto Legge convertito in Legge 13 del 5 Marzo 2020. Il DPCM dell’11 Marzo 2020 è di fatto l’inizio del lockdown.

Decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18  #CuraItalia Misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, convertito dal parlamento in Legge 24 Aprile 2020 n°27 

Il DPCM 22 Marzo poi è di nuovo “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020“, cioè la Legge 5 Marzo 2020.

***** A questo punto subentra il Decreto Legge che abroga parzialmente e sostituisce la Legge n°13 del 5 Marzo 2020 e ne riprende le capacità di limitazione alle libertà di circolazione *****

Decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19 Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19.

L’articolo 1 e l’articolo 2 e tutti i suoi commi di questo Decreto Legge, quindi provvedimento che è al parlamento per la conversione entro 60gg (di cui il 1° Maggio 2020 ne sono passati già 37), dispongono tutte le limitazioni che i provvedimenti attuativi possono attuare ma sono ereditati dalla Legge 5 Marzo 2020 convertita dal parlamento.

Il DL 25 Marzo 2020 n° 19 è anche il riferimento della Autocertificazione in sostituzione della Legge 13 del 5 Marzo.

Il Decreto Legge in questione è allo studio del Parlamento, e l’iter in questo Momento lo vede alla Camera dei Deputati, dal 30 Marzo. Dal 31 Marzo le Commissioni passano al 7 Aprile e poi al 15 Aprile e poi il 29 Aprile. In particolare il 15 Aprile la Commissione Affari Costituzionali, esprime parere favorevole con delle raccomandazioni che non menzionano il problema dell’uso dei DPCM come strumenti attuativi. Chiede solo di fare meno casino con la successione di DL nuovi e abrogazione dei precedenti.

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Dal 29 Aprile il dibattito va all’aula della Camera e per ora le sedute sono due (29 e 30 Aprile). Ed è li che per la prima volta la questione procedurale sui DPCM emerge. Scorrendo i testi delle due stenografiche mi pare che in linea di massima fin qui ci siano veri attacchi da FdI, mentre il resto dell’aula chiede di rimettere ordine fra i tanti DPCM e ormai anche di coordinare i vari DL e Leggi che si sono succeduti.

Scientificamente dimostrato …

Un giudice deve applicare la legge o, quando questa lascia lo spazio, interpretarla. Almeno in Italia è così. Quindi una sentenza che oggi è giustissima fra qualche anno potrà sembrarlo molto meno e una che oggi sembra ingiusta fra qualche anno si capirà che è giusta. Questo ci sta.

Ma quando si pronuncia la fatidica frase: “è scientificamente dimostrato”, chiunque, giudice o semplice cittadino, ci deve andare piano. Deve dimostrare ciò che dice, pubblicazioni scientifiche alla mano. Altrimenti taccia o usi altri argomenti.

Questo pensiero mi è venuto in mente leggendo una parte di una sentenza (la 2487 del 21 Marzo 2007) del Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) del Lazio, Sezione III quater, che a un certo punto dice: “[…] considerato che è scientificamente dimostrata la nocività della cannabis […]”.

Ecco. Manco per niente. Infatti la sentenza fa riferimento, per le questioni scientifiche, alla commissione voluta, mi pare, dal Ministro Giovanardi nel 2006 per modificare la tabella delle quantità massime considerate per uso personale, poi inserita nella legge 49 del 2006, la legge Fini-Giovanardi.

Peccato che la scienza sia fatta di analisi scientifiche di solito pubblicate su riviste scientifiche. Il resto sono chiacchiere. E gente come Giovanardi purtroppo ne fa tante e in genere di tipo anti-scientifico.

Per questo i Ministeri della Salute di Belgio, Francia, Germania, Olanda e Svizzera nel 2002 vollero mettere un punto scientifico unitario sull’argomento convocando una Conferenza Scientifica Internazionale che produsse un “Technical Report of the International Scientific Conference” dal titolo “CANNABIS 2002 REPORT“.

In quel Report si analizzano tutti gli aspetti degli effetti della Cannabis e a un certo punto c’è scritto:

The authors conclude from the data available that chronic cannabis use has no clinically relevant effects on any organ systems apart from the lungs […]”

Che più o meno significa che gli autori del lavoro scientifico concludono, dai dati disponibili, che l’uso cronico di Cannabis non ha alcun effetto rilevante su alcun sistema di organi, ad eccezione dei polmoni.

A proposito della cancerogenicità della Cannabis, dicono che ha il 50% di elementi cancerogeni in più del tabacco non filtrato, ma … sugli utenti cronici di Cannabis l’incidenza del cancro ai polmoni non è superiore che nei fumatori cronici di tabacco … perché chi fuma Cannabis fuma molto meno di un fumatore di tabacco, fondamentalmente.

Se ingerita invece, la Cannabis non da problemi nemmeno ai polmoni.

Ovviamente gli effetti da considerare sono molti, fra cui quelli psicotropi. Per esempio in molti studi si è cercato di dimostrare l’effetto negativo della Cannabis su varie patologie come la schizofrenia e altri disturbi della personalità. Non esistono prove che la Cannabis porti o faciliti l’insorgenza di queste malattie e anzi resta il fatto che queste malattie in genere insorgono comunque, indipendentemente dall’uso di qualunque sostanza.

E fin qui parliamo sempre di uso CRONICO della Cannabis.

L’uso saltuario invece, secondo questi studi, non ha assolutamente alcun effetto sul quadro clinico di una persona sana se non quelli ben noti che passano appena finito l’effetto del THC.

Nemmeno la tanto (erroneamente) citata “dipendenza” o il famoso effetto “gateway” cioè il fatto che l’uso di cannabis porti la gente all’uso di altre droghe più pesanti.

Se c’è qualcosa di scientificamente dimostrato, a leggere il Report, è che quelli sociali e personali sono i fattori principali nel determinare l’escalation verso droghe pesanti e verso la dipendenza che non è chimica ma eventualmente psicologica. Inoltre un altissimo numero di persone che prova la Cannabis, la abbandona senza alcuna conseguenza.

Ora, lungi da me voler esaurire l’argomento in un post o più. E anzi invito chiunque a farsi una opinione personale … ma per favore leggendo testi seri.

Invito anche chiunque, giudice o semplice cittadino, a non abusare della frase “è scientificamente dimostrato”.

Grazie a nome della ricerca scientifica.


		

L’acqua non nasce nella bottiglia …

Par Condicio? Grazie.

Nei giorni scorsi si è parlato molto di “Par Condicio”, solo che tutti ne parlano a sproposito, giornalisti e politici … e quindi anche gli italiani.

Al momento, il sentire comune sulla par condicio è che sia una legge stupida che imbavaglia. Quasi quasi una legge illiberale. Lo sottintende anche Santoro, ogni tanto e, sempre più spesso, Floris.

Eppure è falso. Vediamo perché.

Per  par condiciorecita Wikipediasi intendono quei criteri adottati dalle emittenti televisive nel garantire un’appropriata visibilità a tutti i partiti e/o movimenti politici.

Alla base di questa affermazione c’è la legge sulla Par Condicio, di cui riporto qui sotto l’Art. 2 che riguarda la comunicazione radiotelevisiva.

Art. 2. (Comunicazione politica radiotelevisiva)
  1. Le emittenti radiotelevisive devono assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialità ed equità l’accesso all’informazione e alla comunicazione politica.
  2. S’intende per comunicazione politica radiotelevisiva ai fini della presente legge la diffusione sui mezzi radiotelevisivi di programmi contenenti opinioni e valutazioni politiche. Alla comunicazione politica si applicano le disposizioni dei commi successivi. Esse non si applicano alla diffusione di notizie nei programmi di informazione.
  3. È assicurata parità di condizioni nell’esposizione di opinioni e posizioni politiche nelle tribune politiche, nei dibattiti, nelle tavole rotonde, nelle presentazioni in contraddittorio di programmi politici, nei confronti, nelle interviste e in ogni altra trasmissione nella quale assuma carattere rilevante l’esposizione di opinioni e valutazioni politiche.

ecc …

Questo garantirebbe, se la si rispettasse, che non solo i maggiori partiti, che la visibilità ce l’hanno già, ma tutti i partiti, piccoli o grandi che siano, abbiano la possibilità di fare conoscere i loro programmi (lo so, è una parola che ormai non si usa più … “programmi questi sconosciuti”). Garanzia che le persone possano esercitare davvero la democrazia … perché la base di una buona democrazia è una buona informazione … non la scheda elettorale.

Invece in quasi tutti i luoghi dell’informazione si dimostra fastidio per la par-condicio quasi fosse una limitazione piuttosto che un aumento della libertà e della democrazia, sostenendo, senza rendersene conto, l’orrida idea berlusconiana che il diritto a comparire sia solo dei più grandi partiti …

Ma qualcuno ha mai pensato che all’estremo limite delle cose, una idea come questa porta al possesso dell’informazione da parte di un unico partito?

Qualcuno ha mai pensato che l’idea che ci piace, il programma che ci entusiasma, potrebbe nascondersi dietro o essere la bandiera di un piccolo partito?

Qualcuno si sofferma mai a pensare che un partito non diventerà mai grande se non ha modo di farsi sentire?

Si qualcuno l’ha pensato e ha risposto …. NON SIA MAI!

Quel qualcuno sono i geronti della politica e gli idioti di questo malsano paese.

Le conseguenze di questo “modo di pensare” diffuso dai più, è stata la violazione palese dei diritti di due liste in particolare: La Rete dei Cittadini (che aveva un candidato concorrente di Bonino e Polverini) e le Liste a 5 Stelle.

Nel paese catodico di Berlusconi, in cui l’ADSL è in dietro di anni luce, la rete ha fatto il possibile per sopperire ma non è ancora forte abbastanza.

Le cose cambieranno, ma intanto viviamo un paese che fa carta straccia di ogni regola e in cui la gente, una certa maggioranza di gente, continua a premiare politici ILLEGALI che fanno della violazione delle regole la loro ragione di vita, e della democrazia un fantoccio.

E le conseguenze si vedono.

Raccolta Fondi Straordinaria. La legge è uguale per tutti!

Rapidissimamente aggiorno il blog anche se ho postato da poco, per una buona ragione, riassunta in questo banner:
27 febbraio 2010


E’ urgente raccogliere fondi per la piazza!

Criminali!

Roberto Saviano su Repubblica TV sull’approvazione al Senato della legge per il “Processo Breve”

Roberto Saviano
Roberto Saviano su RepubblicaTV

Crepa!

So che quanto sto per scrivere è scontato, ma in questo paese nulla è scontato e repetita juvant. Ebbene, la pillola abortiva, che si usa da 10 anni e più in quasi tutti i paesi europei, in Italia ancora non c’era. Adesso c’è anche in Italia: siamo nella media dei ritardi tipici di un paese che quanto a civiltà si fa sempre riconoscere.  Naturalmente il Vaticano (la così detta “Santa” Sede) deve dire la sua sulla Ru486, senza risparmiarsi in statistiche di mortalità che però contrastano con quanto affermato dai medci che in Italia hanno portato avanti la sperimentazione e anche dal non trascurabile fatto che su 2milioni di sperimentazioni nel mondo sono morte 17 persone e per cause non connesse all’uso della pillola (vedi Aborto – interruzione della gravidanza).

Ora, che il Vaticano si esprima su questi temi non è strano. In generale. Però ho l’impressione che a Monsignor Bagnasco & co., che difiniscono l’evento una “Crepa nella civiltà” sia sfuggito un piccolo particolare: la pillola è in uso in molti paesi europei e l’unica differenza da prima è che ora è in uso anche in Italia … appunto è in uso in Italia, NON al Vaticano.

Se la legge avesse consentito l’uso della pillola ai residenti nel Vaticano capirei. Ma non è così. E’ stata introdotta in un paese laico e sovrano che non rientra nel territorio del Vaticano (semmai è vero il contrario).

Come sempre la Santa Sede però alza la voce per quello che succede nel nostro paese perché sa, e ha ragione, che qui i politici sono servili e la laicità, così come i diritti civili, se li mettono sotto le scarpe, vendendoli per il bracciolo di una poltrona a vita. Sono servili ovviamente per quanto riguarda i diritti degli altri perché invece la Santa Sede non la sentono manco di striscio quando attacca il premier. Anzi, probabilmente il diritto delle donne italiane in questo momento è diventato merce di scambio per il perdono papale al papi!

Penso però che, almeno in questo caso, sarà la gente (cattolici inclusi) che gli ricaccerà in gola qualunque legge liberticida promulgheranno per far contento il Papa. Lo spero …

Info più approfondite su Kensan.it.

Non sparate alla ricerca!

Penso sempre più che gli italiani dovrebbero smetterla di adottare supinamente il berlusconi/marcegaglia-pensiero e farla quindi finita di pensare che i loro figli debbano essere per forza tutti imprenditori, commercianti oppure avvocati ecc …per essere persone realizzate e utili alla “patria”.

Dovrebbero smettere perché è falso! Perché senza ricerca non c’è futuro … nemmeno per le categorie di cui sopra. E poi perché diventare ricercatori evidentemente sviluppa anche molto la fantasia e le capacità a tutto campo …

Lo dimostra penso questo splendido … e inquietante video girato dai precari dell’ISPRA, Istituto Superiore per la ricerca e la protezione ambientale. Un supernome che racchiude un intile accorpamento di 3 enti indipendenti e il licenziamento di centinaia di precari, giovani e meno giovani e preparati, fra i meno tutelati del mondo della ricerca. I co.co.co. ma anche dei tempi determinati non inclusi nella stabilizzazione.

Qui si aprirebbe un discorso troppo lungo sul mondo della ricerca e sulla stabilizzazione negata. Ma voglio lasciare spazio al video …

Filmato dei ricercatori precari dell'ISPRA: non sparate alla Ricerca!

Filmato dei ricercatori precari dell'ISPRA: non sparate alla Ricerca!

Un futuro prevedibile …

Torno per la seconda volta sul terremoto. Sulla prevedibilità dei terremoti segnalo solo due approfondimenti. Il primo è che all’Università FedericConferenza: prevedibilità terremotio II si è tenuto, pochi giorni fa, un convegno sul tema, presente anche Giuliani. E’ interessante perché si capisce un po’ meglio, secondo me, la pochissima consistenza sia scientifica che di buon senso delle sue “previsioni”. Sono però contento che sia stato invitato, ascoltato e messo alla prova. Un buon commento lo ha fatto Marco Cattaneo qui.

La seconda segnalazione è quella di un articolo di Science, rivista che insieme a Nature rappresenta il top delle pubblicazioni scientifiche mondiali di larga diffusione e massimo impatto. L’articolo contiene anche parti di una intervista a un ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Lo trovate qui.

Per quanto riguarda i terremoti, molti italiani ancora non hanno idea di cosa sia davvero un terremoto e per questo, come sempre succede,con qualunque “rischio”, sono più fragili ed esposti. Eppure viviamo in uno dei settori più sismici dell’area mediterranea. Non solo ma, fra le tante zone sismiche del mondo, l’Italia è anche una di quelle con la “storia” più complessa e difficile da ricostruire. L’Appennino non è la San Andreas. Qui non c’è una faglia lunghissima, verticale, trascorrente (cioè a movimento laterale) e relativamente semplice. Ce ne sono centinaia di piccole medie e grandi dimensioni. Molte di queste sono vicine le une alle altre. La maggior parte è situata lungo la catena appenninica dove, infatti, è localizzata la maggior parte dei terremoti. I terremoti si generano quando le rocce, sottoposte a forti stress per la dinamica legata alla tettonica delle placche, accumulano una forte deformazione fino a rompersi lungo una faglia oppure fino a riattivare una faglia già esistente. E’ l’improvviso movimento delle rocce,che, propagandosi, genera le oscillazioni in superficie, che in alcuni casi diventano distruttive. Se si riesce a immaginare una massa enorme di rocce che si sposta, anche solo di un metro, in un contesto di faglie come quello descritto sopra, allora si capisce perché quando si verifica un forte terremoto … sia lecito aspettarsene altri anche altrettanto forti. Ma … non è detto che si verifichino.

Immaginare gli sforzi che producono i terremoti e le ripercussioni delle deformazioni prodotte da un terremoto sulle faglie circostanti fa sicuramente venire più ansia di quanta già non ne abbia chi ha subito un terremoto, ma è sicuramente più aderente alla realtà scientifica del fenomeno.

In Italia ci sono almeno 2000 terremoti all’anno (in tempo di “pace”, cioè quando non ci sono sequenze sismiche importanti) di magnitudo superiore a 1.0. La maggioranza di questi NON è avvertita dalla popolazione. E’ un continuo “scricchiolamento”, un continuo scorrere e fratturarsi che dà l’idea di come l’Italia non stia mai ferma. Di questi terremoti alcuni sono avvertiti perché abbastanza forti. A parità di magnitudo un terremoto profondo si avverte meno in superficie (perché le rocce stesse attenuano la deformazione generata dal terremoto) ma se si avverte può essere avvertito su un’area più vasta. Uno più superficiale può essere avvertito di più anche se più debole. Sempre a parità di magnitudo e di ipocentro, due zone molto vicine caratterizzate da terreni molto diversi (uno su roccia e uno, per esempio, sui sedimenti di un antico lago) subiscono oscillazioni anche molto diverse. Infine, a parità di tutto il resto, la percezione dell’evento sismico cambia, questo lo si sa bene, se si sta al piano terra o all’ultimo piano di un palazzo piuttosto alto.

I terremoti forti sono molti meno di quelli piccoli e non hanno tutti lo stesso comportamento rispetto a ciò che li precede e segue. Per esempio il 23 dicembre 2008 c’è stato un magnitudo 5.2 a Parma. A occhio, non è stato preceduto da una lunga  sequenza ed è stato seguito da una normale sequenza di terremoti di magnitudo più o meno decrescente. Ha fatto molta paura … ed è finito li. Il terremoto dell’Aquila invece è stato preceduto da una lunga sequenza e seguito da una lunga sequenza che ancora non si è conclusa.

Di fronte a questa situazione, dal punto di vista sismico, il problema non è tanto se i terremoti siano prevedibili (per ora no, ma speriamo di arrivarci vicini un giorno) ma cosa imparano gli italiani dai terremoti e dalle tante vittime che seguono gli eventi sismici.

I giapponesi per esempio hanno imparato molto da un terremoto fortissimo che ha colpito la città di Kobe nel 1995. Io non ne so molto del post-Kobe, quindi cito Wikipedia. Su Wikipedia si legge quanto segue:

Il terremoto diede una sterzata notevole alla riorganizzazione della protezione civile giapponese. Il Giappone installò supporti di gomma sotto i pilastri dei ponti per assorbire le vibrazioni dei terremoti e sotto gli edifici ricostruiti che vennero separati fra di loro per aver modo di oscillare sotto l’effetto dei sismi. […] In risposta agli immensi danni registrati alle infrastrutture di trasporto, ed alle conseguenze sui tempi di risposta in occasione di disastri naturali, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti designò determinate strade e linee ferroviarie che vennero messe a norma con le più severe leggi antisismiche varate nel dopo Kobe. Nello stesso tempo vennero adeguati anche gli edifici presenti lungo queste direttive di marcia in modo che possano resistere al meglio in occasione di altri eventi sismici di alto petenziale distruttivo.” [continua].

L’Italia aveva uno dei più bei territori dell’area mediterranea, ma si è rifiutata di preservarlo. Per ignoranza e stupidità della solita maggioranza (del popolo) forse ma più che altro per l’idea di fondo che la speculazione edilizia, come qualunque altro genere di speculazione, significhi … LIBERTA’. In questo senso noi SIAMO il popolo delle libertà. E ne paghiamo le conseguenze.

Ho detto che l’Italia è un paese che piuttosto che investire nelle costruzioni antisismiche, gioca al lotto e intanto fa gli scongiuri. E’ così col terremoto, è così con i rifiuti. L’Italia è un paese che piuttosto che investire in pannelli solari almeno il doppio di quanto fa l'”assolata” Germania, REGALA, con un imbroglio, i nostri soldi del CIP6 agli inceneritori, generatori di cancro passati per “l’unica soluzione”!

Alla base di certe scelte che la politica fa, non c’è solo la malafede dei governanti ma anche la poca volontà degli italiani di approfondire argomenti che incidono sulla nostra vita quotidiana molto più di una partita di calcio o della finale del grande fratello. E poi la stampa e la TV, che dovrebbero approfondire, informare e anche orientare l’attenzione del pubblico non lo fanno.

PS: non sono esperto di prezzi della sabbia da costruzione e non so se sia vero che sia stata o meno usata sabbia di mare in alcune costruzioni a l’Aquila, ma sospetto che l’affermazione che NON è stata usata perché costerebbe troppo portarla dal mare a l’Aquila non mi convince. Per una semplice questione di logica. Che cos’è che di solito rende una cosa non conveniente molto conveniente? Il non rispetto delle regole, il comportamento non legale e mafioso. Ebbene sospetto che anche la sabbia di mare della calabria, se cavata illegalmente e trasportata all’Aquila dalla ‘ndrangheta, sarebbe assolutamente conveniente, considerando che siamo nell’era in cui una maglietta può essere filata in Cina, colorata in Italia, confezionata in Francia e rivenduta in Cina!