When you have eliminated the impossible, whatever remains, however improbable, must be the truth.
Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.
Il governo è caduto. Senza un motivo concreto.
Il Recovery Plan (o meglio il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), infatti, resta quello presentato al parlamento. Nessuna riscrittura. D’altronde chi ha letto il testo e il dossier dei tecnici di Camera e Senato sa che quella struttura è quella decisa in sede europea e che il parlamento era chiamato, democraticamente aggiungerei, a completarlo nei dettagli.
Per quanto riguarda poi il MES, Italia Viva non lo chiede più perché era una assurdità farlo in queste condizioni e a valle dell’approvazione del Recovery Fund e lo sapevano bene. Ma Faraone ha dovuto far stridere le unghie aggiungendo la patetica leccata finale che ha schifato pure Draghi secondo me: “è lei il nostro MES”-sia.
Tolte le mire personali di Renzi (vedremo probabilmente la fusione con Forza Italia in previsione della dipartita di Berlusconi) resta un solo altro motivo condiviso da gran parte dei politici: la riforma del processo penale di Bonafede.
Prima di tutto sia chiara una cosa: la prescrizione è solo UN aspetto della riforma e nemmeno il più importante.
E’ stata infatti solo il primo atto portato a casa con la LEGGE 9 gennaio 2019, n. 3.
In quella legge ci sono molte altre cose modificate che a una prima lettura rendono l’idea di un inasprimento delle pene per i reati commessi nella pubblica amministrazione. E poi si, c’è la modifica dei termini per la decorrenza della prescrizione. Non entro nel merito filosofico su cui gli avvocati si confrontano con competenza a differenza di me. Noto solo che l’articolo 159 del codice penale, ufficialmente oggetto del contendere fra “civili” e “incivili”, introduceva (e non uso il passato a caso) solo il fatto che il computo dei tempi per la prescrizione, nei casi in cui esiste, si ferma alla emissione della sentenza di primo grado, a prescindere dall’esito, colpevole o innocente.
Ho sentito esponenti politici di vari schieramenti, ma essenzialmente di Fratelli d’Italia, Italia Viva, Forza Italia e Lega, gridare allo scandalo perché “i cittadini prima di tutto hanno diritto a un processo in tempi consoni e NON di vedere bloccata la prescrizione“. Invece potersi permettere un avvocato che ti salva-la-vita-beghelli non è importante per i cittadini, ma vabbè.
Giusto! Sono d’accordo. Quale cittadino non lo sarebbe. I cittadini hanno diritto a tempi per la giustizia brevi. Ma il cittadino ha diritto a tempi brevi per la giustizia, a PRESCINDERE! Questo ogni tanto si perde di vista. Le due cose infatti (prescrizione e tempi congrui) sono solo incidentalmente collegate.
Giusto quindi … se non fosse che una riforma complessiva per la ACCELERAZIONE sacrosanta dei tempi del processo era pronta per il parlamento esattamente qualche settimana dopo l’entrata in vigore della cosiddetta “Spazzacorrotti”. La Legge 3 del 9 gennaio 2019 infatti sarebbe entrata in vigore a fine mese FATTA ECCEZIONE proprio della prescrizione (Art.1 comma 1 lettere d,e,f) che invece è entrata in vigore a gennaio 2020 e dispiegherà i suoi effetti solo sui processi futuri non quelli in essere quindi fra un po.
Qualche settimana dopo: infatti il 13 marzo 2020 l’ex Ministro della Giustizia Bonafede presenta alla Camera (copio e incollo dal Dossier di Camera e Senato sull’atto N. 2435) il “Disegno di Legge Delega al Governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d’appello“.
I dossier di Camera e Senato sono molto utili perché al di là dei giudizi di merito che si possono lasciare agli esperti su i pro e i contro di una legge fanno capire ALMENO di che cosa realmente stiamo parlando fuori dalle bugie (letteralmente) e fakes sparse ad arte da certi politici e giornalisti.
Tutti dovrebbero leggere i Dossier di Camera e Senato prima di aprire bocca e sbavare. Almeno le esposizioni degli atti sono assolutamente comprensibili a chi si spertica in dichiarazioni sui social.
Il Disegno di Legge Delega (copio sempre dal Dossier) presentato alla Camera, ha lo scopo di rendere il processo penale più veloce ed efficiente, assicurando l’efficacia della risposta giudiziaria nel rispetto delle garanzie difensive.
Prosegue: “[…] delega al Governo per la modifica del codice di procedura penale, del codice penale e della collegata legislazione speciale, nonché per la revisione del regime sanzionatorio delle contravvenzioni ed è articolato in quattro capi”.
In sostanza Bonafede non ha solo bloccato la prescrizione ma, come tanti urlatori invece lo accusano di NON aver fatto, ha prodotto un disegno di modifiche estremamente ampio che include:
- aumento delle risorse di personale al sistema giudiziario
- definizione obbligatoria dei tempi del processo (non entro nei dettagli, leggete e moltiplicatevi che ho altro da fare)
- migrazione verso una totalità di atti telematici
- giudici ausiliari
- ecc
Torno a ripetere: non posso dire SE tutto fosse fatto alla perfezione ma si trattava di un disegno di legge delega consegnato al parlamento per dare mandato al governo di agire entro determinati schemi per velocizzare i processi. Al Parlamento e alle sue commissioni. Un ampio margine per collaborare a una velocizzazione dei processi nell’interesse dei cittadini.
In tutto questo la prescrizione a mio avviso era davvero marginale perché restava ferma alla sua definizione giuridica assoluta, solo fermandosi alla sentenza di primo grado. E prima di urlare “soooolo” continuate a leggere.
Ma c’è di più.
Il DDL delega è tale, cioè delega al governo, SOLO per il primo capo. Il capo II invece non era una delega MA una modifica DIRETTA della legge 3/2019 sulla prescrizione. Cioè GIA’ il governo che ha emanato la legge sulla prescrizione interveniva ad ATTENUARE quel provvedimento modificando in modo tale che:
- solo se la sentenza di primo grado è di CONDANNA la prescrizione si ferma
- se la sentenza d’appello è di assoluzione invece si computa di nuovo il tempo di prescrizione come se non si fosse mai fermato
Dunque: se il DDL fosse stato emanato dal parlamento oggi avremmo:
- investimenti nel sistema giudiziario
- migrazione telematica degli atti
- tempi più definiti dei processi (con una serie di sanzioni per giudici che non rispettano)
- una prescrizione che si ferma solo in caso di condanna e se sei innocente in appello è come se non si fosse fermata
- una serie di norme severe contro la corruzione nella pubblica amministrazione
Poteva essere bella, brutta o così così ma sicuramente i parlamentari, se fossero in buona fede (non è un gioco di parole), avrebbe potuto migliorarla.
Invece in un anno non hanno fatto una mazza e poi hanno fatto cadere il governo.
Paradossalmente proprio chi sta bloccando l’iter del DDL o cerca di snaturarlo sta remando contro il diritto a un processo breve che COMUNQUE PRESCINDE DALLA PRESCRIZIONE! E non gli resta, affossando ogni cambiamento, che bloccare anche la riforma della prescrizione.
E poi, dulcis in fundo, la delega al governo include che alcune cose devono essere fatte di concerto fra alcuni ministeri, uno dei quali è quello della Pubblica Amministrazione. E qui mi fermo per questione di bile.
Non esprimo giudizi sulla riforma che da profano mi suona bene ma sono profano appunto, ma alla luce delle mie letture sul merito dico serenamente che tutti quelli che dal parlamento, non necessariamente più esperti di me a sentirli, si ammantano di “civiltà” dando addosso alla riforma vi pigliano per il culo e lo fanno in cattiva fede.