Zero

Devo riportare un episodio accaduto alla stazione Metro B/Roma Lido di Eur/Magliana presso il parcheggio di scambio ATAC sulla Via Ostiense.

Un episodio, ci tengo a precisarlo, che al di la della specifica persona (uno degli addetti al parcheggio di scambio in questione) non è unico e porta con se la consapevolezza che qua o si parte da zero oppure non se ne esce.

Il parcheggio di scambio di Eur/Magliana, quello situato lungo la Via Ostiense fra la strada e la stazione, ha una sola via di accesso e una sola via di uscita. L’accesso è una breve diramazione della corsia dell’Ostiense in direzione Roma ed è quindi ovviamente a senso unico, usarlo come uscita porta l’auto contro le entranti e contro il senso di marcia della Via Ostiense (alta percorrenza e limite 50-70km/h) con linea continua.

Lungo la diramazione e fino alla rampa di accesso sono spesso (per la mia esperienza sempre in orario di ufficio) parcheggiate macchine fino all’imboccatura. Lo stesso avviene sulla rampa di uscita. Così era stamattina ma così era anche a Marzo 2022 come si evince da due immagini di Google Maps.

L’accesso al parcheggio avviene con emissione di biglietto o tramite abbonamento valido. L’uscita idem. In caso di biglietto emesso, con pagamento del suddetto.

In famiglia abbiamo tutti l’abbonamento annuale (quello da 250€) in corso di validità. Un abbonamento che io personalmente faccio da almeno 15 anni.

Quando siamo arrivati con la nostra auto, il segnale di Libero/Completo indicava Libero. Quindi abbiamo percorso la rampa per accedere.

Una volta saliti sulla rampa di accesso, dopo il cartello di completo/libero, non c’è modo di tornare in dietro se non con retromarcia contromano verso il senso unico dell’Ostiense.

Una manovra illecita e pericolosa, resa ancora più pericolosa dalla presenza delle macchine parcheggiate a ridosso.

Il fatto che il cartello indicasse “Libero” quando siamo arrivati è di per se una anomalia. Perché?

È un’anomalia, perché esattamente in quel momento nel parcheggio erano presenti (ma si vede solo dopo aver salito la rampa) diverse auto parcheggiate fuori dalle righe blu, al centro della zona fra le due file di parcheggio in posizione illecita che rende estremamente difficoltose (a volte impossibili) le manovre di uscita di chi parcheggia nei posti regolari, come si vede nelle foto scattate da me questa mattina ma anche dalle foto prese da Google Maps.

Questo accade ogni santo giorno. Ogni santo giorno macchine parcheggiano in mezzo, dove è vietato, mentre le blu rimangono vuote finché non si riempiono anche quelle. Questo vuol dire che la capienza del parcheggio non è regolarmente raggiunta ma è ampiamente superata sempre, il che vuol dire che fino al momento in cui io sono giunto al parcheggio, erano già entrate più macchine dei posti disponibili. Come ciò sia possibile, come avvenga il conteggio, perché i parcheggiatori non intervengano sul posto a gestire il flusso fino almeno alla saturazione, chi decida quando finalmente bloccare l’accesso non è dato saperlo. Soprattutto non è dato sapere perché questa cosa prosegua imperterrita nonostante le segnalazioni.

Avevamo già protestato in passato al gabbiotto ATAC di Eur Magliana. Uno ci aveva risposto: “chiama i vigili urbani”, un altro “è competenza di ATAC”. E’ vera la seconda. Ma questo accade ogni giorno e quindi sebbene sia competenza di ATAC, i suoi operatori evidentemente non intervengono e se non intervengono deve essere perché non esiste direttiva di intervento. O devo pensare che la direttiva esista ma nessuno la applichi. La verità è che noi possiamo solo osservare quello che accade e riportarlo.

Ma non accade solo questo.

Se malauguratamente sei salito sulla rampa quando segnava “Libero” (nonostante fosse pieno) e citofoni per risolvere il problema in sicurezza la risposta è “non le posso aprire” e poi il peggio “faccia retromarcia”.

Faccia retromarcia? La soluzione più sicura, l’unica, è entrare con abbonamento o biglietto o per apertura della sbarra e poi uscire subito, seguendo il senso di marcia. Se è il caso, in un paese civile, l’operatore viene sul posto a risolvere il problema che NON è stato generato dal malcapitato utente, pagante per giunta, ma da un malfunzionamento o da una mala gestione del parcheggio.

Abbiamo inutilmente chiarito che non potevamo fare retromarcia.

Abbiamo chiarito che la retromarcia è pericolosa, che saremmo entrati e usciti seguendo il senso regolare di marcia.

Abbiamo fatto presente che il parcheggio era pieno da tempo dato che era pieno di macchine fuori posto ma che il cartello ci diceva Libero nonostante questo.

Abbiamo fatto presente che il sistema o chi per lui ci aveva intrappolato in una situazione assurda e che bastava farci transitare.

Niente. Non ci ha aperto.

Solo dopo esserci alterati e aver reso evidente che esporci al pericolo di una manovra pericolosa sarebbe stato un rischio anche per lui (era un maschio), che se fosse successo qualcosa avremmo fatto una denuncia, ha aperto la sbarra.

Siamo entrati, abbiamo scattato le foto della situazione interna e siamo usciti come promesso. Se ATAC avesse messo il personale al parcheggio sarebbe stato facile controllare e tutto sarebbe andato bene, tranquillamente. Ma non c’è nessuno. Le due unità di personale sono dislocate all’altro parcheggio.

Se ATAC impedisse alla gente di parcheggiare sulle rampe e fuori dai posti regolari all’interno del parcheggio e tenesse un vero conto del numero di macchine che entrano ed escono, non si sarebbe posto il problema.

Se il cartello “Libero/Completo” funzionasse come deve, non si porrebbero problemi a chi paga per entrare in un parcheggio di scambio peraltro facendo un favore alla città.

Se ATAC almeno ascoltasse le segnalazioni, se educasse i suoi dipendenti se se se …

Ma ad ATAC non importa nulla. Come non frega nulla degli utenti a CoTraL e alla Regione Lazio.

È incredibile ma in una situazione di persistente irregolarità il problema diventa che un utente pagante (e molto pagante) non vuole fare una manovra pericolosa (che poi se hai una macchina dietro di te diventa comunque impossibile pur volendo) e finisce a vedersela con un dipendente di ATAC che detiene il suo piccolo potere … il pulsante della sbarra.

Alla fine dell’alterco verbale tramite citofono, il dipendente addetto (un giovane peraltro, il futuro) ha detto “ti aspetto all’uscita”. Qualunque cosa volesse dire, credo che sia tutto registrato da telecamere e audio ma non lo so.

Io l’ho interpretata come un invito ad andare a esporre di persona le mie rimostranze. Così ho fatto.

Arrivato alla postazione che si trova alla base di un secondo parcheggio di scambio di Eur/Magliana, su via di valle fiorita, ho provato a far capire che un comportamento del genere, rigido con le persone messe in difficoltà da una totale mancanza di controllo e gestione e poi flaccido (manco elastico) con chi viola realmente le regole è un po’ assurdo.

Glie l’ho spiegato. Non c’è stato verso. Ho sentito in compenso una serie di frasi allucinanti.

Gli ho detto che era illecito e pericoloso costringermi a fare una rampa a senso unico in senso inverso. Risposta: “non è vero” e poi “lo fanno tutti”.

Gli ho detto: “ma come, non puoi farmi entrare e uscire per regola? Ma se segnava libero mentre dentro è pieno non solo nei posti regolari ma pure in mezzo dove è vietato e crea problemi di circolazione interna? Noi abbiamo chiesto solo di entrare per uscire.”

Risposta: “eh, è già irregolare quello”

Ecco, questa tolleranza verso l’illecito e il dannoso quotidiano che diventa rigidità verso le persone in difficoltà. Questo fregarsene del disservizio peraltro assolutamente evitabile. La totale insipienza della dirigenza.

Confesso che a sentirlo parlare in quel modo m’è uscito di getto di mostrare l’abbonamento annuale da 250€ che faccio da oltre 15 anni (senza contare gli innumerevoli abbonamenti mensili di prima) e dire: oh ma ve lo pago io lo stipendio”.

Avevo già provato a far capire che sono uno che VUOLE usare i mezzi. Ero pure li col mio monopattino (portato fino a Magliana in macchina perché la Roma Lido a quell’ora, e pure dopo, è un cesso a pedali imprendibile già da soli figurati con il monopattino; cronicamente in ritardo, piena zeppa) …

Comunque che sono io a pagargli lo stipendio è più vero di altri casi di dipendenti pubblici perché ATAC è una società partecipata ma larga parte del suo bilancio è fatto di biglietti e abbonamenti. Non è come pagare lo stipendio di un ministeriale o di un ricercatore pubblico con le tasse (anche le sue stesse tasse a dirla tutta). È più come pagare l’abbonamento di un museo, che paga lo stipendio del custode ed essere trattati come monnezza dal custode che gestisce il museo a ca**o.

Ma se le cose stanno così, prima che della specifica persona (a cui comunque non frega nulla del suo lavoro mi pare sennò sarebbe il primo a segnalare così gravi problemi agevolando l’esistenza dell’utente non complicandola) è colpa dei dirigenti di ATAC.

A causa loro, dei dirigenti, della loro incuria e cialtroneria tanti non pagano quei biglietti e non fanno abbonamenti perché le stazioni sono disarmate, come si suol dire, e la guardiania per contratto (!) non può fermare i salta-tornelli e così via. A causa dei dirigenti, i capilinea hanno come priorità di far partire i bus, quando saltano le corse, prima possibile, pure vuoti, anche in anticipo sulla corse successiva, così gli utenti, che vanno per uno su coincidenze millimetriche, ne perdono due di corse non una. Hai voglia a segnalare l’assurdità. Mai cambiata. Poi la gente se la prende con l’autista.

Per colpa dei dirigenti la gente crede alla minchiata che i treni saltino perché i macchinisti vogliono fare la pausa caffè.

Ma i dipendenti ATAC dovrebbero sapere che siamo rimasti in pochi a difenderli e non trattare quei pochi a merda, non tollerare tutto il casino che è ATAC e poi fare i rigidi con chi rispetta le regole.

Senza i tanti abbonamenti di chi ostinatamente prende i mezzi, ATAC sarebbe chiusa e i dipendenti per strada.

Se un utente si incazza perché in una situazione di illegalità diffusa nel parcheggio che tu gestisci, insieme al tuo collega anziano, quando questo utente ti ricorda che paga 250€ l’anno non gli rispondi “ma te che lavoro fai”? “Hai rotto il c**o” e tralascio tutto il resto perché se avessi registrato l’audio di come si sono svolte le cose, quell’audio finirebbe in tribunale, lo intaserebbe come in tanti altri casi e per giunta senza cambiare nulla.

Ecco insomma, la morale di tutto questo è che in tanti anni l’azienda ATAC è stata riempita di persone ai livelli dirigenziali che sono palesemente incapaci di gestire bene anche quel poco di funzionante che c’è o più semplicemente non glie ne frega nulla.

Non solo. Se una parte di dipendenti, autisti, parcheggiatori, personale delle stazioni, sono persone per bene educate che spesso sono aggredite senza motivo per disservizi che non provocano loro (mancano i treni, quelli che ci sono sono sfasciati, i treni regionali come la Roma Lido fanno schifo e tutti se la prendono con ATAC, i capilinea dei bus gestiscono gli orari in modo ridicolo e tutti se la prendono con l’autista) è pur vero che c’è una parte di dipendenti, spesso quelli in posizioni più comode e agiate, che sono parte di quello che non funziona nel servizio pubblico. Sono figli morali di quei dirigenti.

Io sono sempre stato contrario alla privatizzazione e resto contrario. Ho appoggiato e ancora appoggerei la direzione di Virginia Raggi quando ha voluto fortemente provare a risanare una azienda pubblica quando tutti avrebbero gradito privatizzare. Perché un servizio pubblico non deve avere scopo di lucro, men che meno in Italia dove privato non è necessariamente uguale a efficiente e onesto.

Credo però che l’arroganza e il menefreghismo diffusi di tutta la classe dirigente di ATAC con tutta la generazione di dipendenti arroganti che come sport scaricano il barile e ti rispondono sticazzi, non lasci molta speranza.

Credo che una situazione come questa, non degna di un paese civile, non si sanerà mai con piccoli passi.

A volte penso che ATAC dovrebbe essere azzerata e ricreata da zero.

Ma penso anche che, come Alitalia, ITA e mille altre minchiate del genere, se a fare questa operazioni saranno persone come Gualtieri o Calenda, o Renzi o Alemanno … anche questa pulizia sarebbe come usare fango per lavare sabbia.

Ho perso la pazienza, ho alzato la voce. Ho fatto bene. Almeno questo. E alla fine te ne vai a parcheggiare fuori dove trovi posto, che non c’è (se non creativo) e questo perché hai dovuto prendere la macchina perché il mezzo pubblico regionale è na ciofeca (usata come arma politica dalla Regione Lazio a piacimento).

Da Novembre di quest’anno, dopo 15 anni senza soluzione di continuità, niente più abbonamento.

Tipo una specie di “Not in my name”.

PS: le persone che parcheggiano in mezzo anche quando ci sono posti regolari liberi sono persone ignobili. Sono i degni utenti di quei dirigenti e di quei dipendenti. Se si somma tutto questo, si capisce che le generazioni da cambiare prima di risolvere un problema di civiltà diffuso sono troppe anche perché questi incivili ne crescono altri.

Le unghie sulla città (la Cassazione e i Cinghiali)

Tempo di lettura: 6′

Negli ultimi mesi, mio malgrado mi sono trovato a scrivere (o a commentare) dei posts su Facebook a proposito dei “cinghiali” (il che già è esilarante) a Roma.

L’ho fatto confrontandomi purtroppo con la volontaria superficialità di molti (di ogni estrazione, cultura e formazione) sui temi principali scelti da tutti i concorrenti alla carica di sindaco della Città Eterna, per attaccare la sindaca in carica, Virginia Raggi. Fra questi spiccava la presenza dei cinghiali in varie zone di Roma.

Facebook, immagino sulla base dei suoi algoritmi di personalizzazione, mi ha quindi proposto qualche giorno fa una notizia da “LaNuovaProvincia” che parla di una sentenza della Corte di Cassazione proprio sul tema dei cinghiali. Prima di arrivare alla sentenza, però, servono due righe sull’argomento.

Il punto fondamentale sui cinghiali è stato che i concorrenti di Virginia Raggi, in coro con la stampa unita, addebitavano, almeno fino al 4 ottobre 2021 (data delle elezioni comunali), in esclusiva alla sindaca di Roma la responsabilità della presenza di questa fauna selvatica nel territorio urbano e a lei addebitavano il mancato intervento. Questo avveniva sull’onda e alimentando un’ondata di riso e sdegno per Roma e per la sua sindaca (invocandone la presta rimozione). La situazione peraltro era vista come un unicum dovuto all’incapacità della malcapitata e della sua giunta di, testualmente in alcuni casi, scappati di casa.

Le prove del fatto che effettivamente questo tema sia stato sfruttato in modo fra il truffaldino (politici) e il tragicamente superficiale (giornalisti), come in altri casi, sono scritte a fuoco nelle norme di riferimento come la LEGGE 11 febbraio 1992, n. 157 (vedi sotto). Ma queste prove sono anche ribadite dagli stessi attori istituzionali nei più facilmente comprensibili accordi fra di essi siglati.

Nel caso di Roma si tratta di Protocolli d’intesa condivisi ed approvati in rispettive delibere fra Regione Lazio, Roma Città Metropolitana (ex-provincia) e Comune di Roma.

A nulla è valso alla sindaca il riportare i fatti più volte e in ogni dove e i giornalisti non hanno fatto il loro lavoro, cioè la verifica dei fatti.

Passando ai fatti. Lo schema del protocollo d’intesa fra Regione Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma sulla gestione della fauna selvatica è stato approvato in giunta Capitolina a settembre 2019 e si può leggere sul sito del Comune di Roma o in calce a questo post.

In particolare l’art. 4 definisce l’ordine gerarchico delle competenze e responsabilità che partono dalla Regione soprattutto per l’infrastruttura ricettiva degli animali, le regole, il materiale da fornire per gli interventi e solo in ultimo vengono le competenze della provincia (Città Metropolitana) e del Comune di Roma per gli interventi che comunque devono essere coordinati con la Regione, a valle delle segnalazioni.

Ora, veniamo alla sentenza. Ce ne sono state molte (a quanto pare) e tutte sono state emesse molto prima delle elezioni comunali di Roma.

La specifica sentenza che qui riporto, richiama altre sentenze e il Codice Civile (Art. 2052: Danno cagionato da animali) nel negare alla Regione Abruzzo il rifiuto a risarcire un cittadino per un incidente con un “ungulato”. Quello che però conta non è il risarcimento in se ma il motivo:

nell’azione di risarcimento del danno cagionato da animali selvatici la legittimazione passiva spetta in via esclusiva alla Regione, in quanto titolare della competenza normativa in materia di patrimonio faunistico, nonché delle funzioni amministrative di programmazione, di coordinamento e di controllo delle attività di tutela e gestione della fauna selvatica, anche se eventualmente svolte, per delega o in base a poteri di cui sono direttamente titolari, da altri enti: potendo la Regione rivalersi (anche mediante chiamata in causa nello stesso giudizio promosso dal danneggiato) nei confronti degli enti ai quali sarebbe in concreto spettata, nell’esercizio di funzioni proprie o delegate, l’adozione delle misure che avrebbero dovuto impedire il danno

La sentenza completa è riportata fra gli altri sul Sole24ore ed è dettagliatamente spiegata in parole più semplici su Altalex.

In sostanza la Regione Abruzzo riteneva che fosse la Provincia a dover risarcire il cittadino, ma varie sentenze e pure questa ultima hanno stabilito che è la Regione che “possiede” gli animali ed è responsabile di tutta la normativa, la gestione e gli schemi di intervento oltre che delle infrastrutture ricettive ed è quindi soggetto passivo del risarcimento per danni. Alcune sentenze poi definiscono, ferme restando le responsabilità primarie della Regione, che se anche quest’ultima avesse delegato alla Provincia le sue funzioni (e non è il caso di Roma) e SE anche fosse dimostrato che la provincia sia totalmente autonoma nella gestione della fauna selvatica nel suo territorio, allora né acquisisce si la responsabilità MA l’orientamento giuridico finale pare essere che comunque deve essere la Regione in quanto responsabile dell’animale in se che risarcisce il cittadino e poi, se né ha realmente la possibilità, si rivale sull’istituzione delegata.

Tutto questo nel caso di Roma, in base allo schema di accordo fra Regione Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma, porta quindi alla evidente responsabilità della Regione Lazio nella gestione della fauna selvatica essendo la Regione stessa che per legge e per accordo deve mettere le altre istituzioni nelle condizioni di eseguire gli eventuali interventi. Tra l’altro è responsabile anche del coordinamento dei piani faunistici provinciali come chiaramente riportato nella legge madre sul tema (LEGGE 11 febbraio 1992, n. 157).

Con tutta evidenza, ora che si può dire e che quindi le notizie in merito, libere dalla foga della competizione sleale, iniziano a circolare, il problema interessava tutta la penisola e quanto alla responsabilità della gestione essa era delle Regioni sopra e prima di tutti, mentre ex-province e comuni erano l’ultimo anello di una catena. Se n’è accorta con un anno di ritardo pure Striscia la Notizia a cui però non posso farne una colpa: loro almeno non sono più di una striscia scandalistica.

Dunque mi pare di poter affermare che Virginia Raggi, che ha siglato il protocollo d’intesa con Regione Lazio in qualità di Sindaca di Roma e di Città Metropolitana, avesse in definitiva ragione.

Ha senso ritirare fuori questo argomento adesso, dopo che non è servito prima?

Beh questo post era quasi pronto un mese e più fa ma ho dato la precedenza ad altri post come quello sulle ferrovie ex-concesse, sui bus elettrici, sulla storia dei sindaci di Roma e delle loro magnifiche opere, sul decoro urbano e il suo futuro o sulle Olimpiadi a Roma, il peccato originale della sindaca.

Comunque nemmeno questo post avrebbe cambiato nulla della ferrea convinzione di chi già aveva deciso per un ritorno al passato nemmeno tanto remoto.

Ormai è fatta quindi ma a me va di lasciare traccia scritta e ordinata con tanto di links.

In fondo, come qualcuno mi ha voluto ricordare, la politica è anche fiducia. Hai visto mai: se anche una sola persona dovesse farsi venire il dubbio e perdere la fiducia in quelli che hanno governato Roma per 25 anni e mo’ se la sono ripresa, ne sarà valsa la pena.

Roma-Lido

Ar’ Cavaliere Nero …

Avendo vissuto prima nel X Municipio e poi nel IX Municipio uso correntemente la Ferrovia Roma-Lido dagli anni ’80. A mio avviso è una delle linee più importanti di Roma perché collega la Capitale al suo mare e alla sua pineta.
Prendo la RL dai tempi dei locomotori contrari a ogni concetto di aerodinamica (ancora parcheggiati a Lido Centro) e dei vagoni con le porte a soffietto che coi loro spifferi mi hanno procurato più di una congiuntivite.
Come più volte ho detto, non permetto a nessuno di prendermi in giro sulla Ferrovia Roma-Lido.

L’ultima manutenzione straordinaria importante dei treni, che seguì un periodo di DISASTRO identico all’attuale, risale all’estate del 2016. Pianificata evidentemente prima o durante le elezioni comunali di quell’anno, riportò la RL a livelli buoni (non di metro ma buoni). Ricorda qualcosa?

Proprietà e Gestione

La RL, come è facile leggere pure su Wikipedia, è “di proprietà della regione Lazio ed è affidata a partire dal 2010 ad ATAC“. Affidata per la gestione del servizio. Quando la proprietà è di un ente e la gestione di un altro è necessario un accordo per l’affidamento dei servizi che ha lo scopo di stabilire il livello del servizio promesso agli utenti, le modalità di guadagno e gli obblighi reciproci dei singoli contraenti e nei confronti dell’utente.

Contratti di Servizio, delibere regionali e altri fatti

Ovviamente questo accordo non solo esiste ma è stato rinnovato più e più volte dal 2010 e si chiama: Contratto di Servizio tra Regione Lazio ed A.T.A.C. S.p.A.

Qui i due rinnovi, 2017-2019 e 2019-2021, che si trovano comunque sul Portale Trasparenza di ATAC . É tutto scritto in questi documenti e in alcune delibere e determinazioni della Regione Lazio. Il resto sono chiacchiere.

Dunque cosa c’era scritto nell’accordo 2017-2019 corrispondente al primo periodo in carica di Virginia Raggi?

Art. 2 Servizi affidati

comma 1: I servizi affidati consistono nella gestione dei servizi di trasporto ferroviario di persone [...] incluso la gestione delle relative infrastrutture ferroviarie

comma 2: manutenzione ordinaria dei beni, delle infrastrutture, dei mezzi e degli impianti di proprietà di ATAC S.p.A.; manutenzione ordinaria dei beni e delle infrastrutture di proprietà di terzi, strumentali al servizio date in uso ad Atac

comma 3: manutenzione straordinaria dei beni e delle infrastrutture, laddove previsto nel Programma degli Investimenti.

Il comma 3 dice cioè che spetta ATAC quello che è straordinario solo SE previsto nel Programma Investimenti per il quale si deve leggere l’Art. 26.

Ma prima chiarisce

Art. 11. Manutenzione e pulizia

comma 2: [...] Sono, in particolare, affidati ad ATAC

  • a)interventi di manutenzione ordinaria tesi alla conservazione e alla funzionalità dei beni [...]
  • b)[...] manutenzione programmata (periodica o ciclica) secondo le scadenze [...]
  • d)[...] pulizia ed il decoro di mezzi di trasporto e delle infrastrutture, con esclusione della rimozione dei graffiti qualora i mezzi non siano stati pretrattati in modo da consentirne la rimozione attraverso interventi di pulizia ordinaria
  • f)la pulizia e la manutenzione ordinaria di tutte le aree di stazione, all’interno dei muri perimetrali/cancelli di accesso compresa la pulizia sistematica dei muri 

comma 3: Gli interventi di cui al precedente comma si intendono a carico di ATAC, con esclusione degli interventi di manutenzione straordinaria [...]

cioè il comma 3 dice che degli interventi riportati nel comma 2 NON sono di competenza ATAC le lettere c, e, e parte della f (che per comodità ho quindi estrapolato qui)

  • c) le revisioni periodiche previste per legge del materiale rotabile 
  • e) la revisione generale dei mezzi (sia delle elettromotrici che dei complessivi) di proprietà di ATAC, nonchè la sostituzione di essi e/o di loro parti [...]
  • f) [...] rimozione di graffiti qualora le aree non siano state pretrattate in modo da consentirne la rimozione attraverso interventi di pulizia ordinaria 

Veniamo alla parte degli investimenti che completa il quadro.

Art. 26. Investimenti

comma 1: La Regione Lazio individua le risorse necessarie alla realizzazione di un piano investimenti destinati all’esercizio dei servizi oggetto del presente Contratto

comma 2: il Piano Investimenti viene predisposto dalla Regione Lazio, sentita ATAC e indica le priorità degli interventi ritenuti necessari per consentire al gestore il rispetto delle prestazioni oggetto del presente contratto

OK, fin qui tutto chiaro. La manutenzione straordinaria, l’assenza della quale è causa della attuale mancanza di treni, è in capo alla Regione Lazio almeno dal 2017 al 2019/2020.

Nel 2019 è sottoscritto un nuovo accordo al termine del precedente per il periodo 2019-2021 e che pare sia stato prorogato fino al 2022.

Tutto resta uguale per le parti di nostro interesse, salvo un comma dell’articolo 11 che specifica:

comma 4 L’esecuzione delle manutenzioni straordinarie dei rotabili e delle infrastrutture ferroviarie sarà svolta da ATAC in qualità di Ente Gestore e responsabile del presente Contratto di servizio, fatta salva la facoltà della Regione Lazio di individuare e comunicare ad ATAC “soggetti attuatori” in sua sostituzione.

Cioè: la manutenzione straordinaria è sempre in capo a Regione Lazio (soldi e tutto) ma i lavori, una volta stanziati i soldi, sono eseguiti da ATAC a meno che la Regione non li appalti a qualcun altro di sua fiducia.

Gare di appalto

ATAC, in tal caso, per eseguirli deve fare le gare di appalto e senza soldi stanziati in appositi capitoli a cui fare riferimento non si fanno gare di appalto. Quindi più tardi la Regione crea quei capitoli di spesa dedicati più tardi partono i bandi (che hanno il loro burocratici tempi) e più i cittadini si beccano le conseguenze di questa follia di miscuglio e sovrapposizione di competenze.

Ho cercato nelle Leggi Finanziarie Regionali Lazio 2020 e 2021 e nei Bilanci preventivi 2020-2023 e non ho trovato alcuna voce inerente alla Roma-Lido. Si parla di trasferimenti della proprietà della Roma-Giardinetti a Roma Capitale (!) ma non di Roma-Lido.

MA in una Determinazione (G09450 del 7/8/2020) si legge nelle premesse quanto segue:

con Determinazione dirigenziale n. G04830 del 27 aprile 2020, e stata effettuata una ricognizione degli interventi prioritari da avviare sulle ferrovie ex concesse Roma-Lido di Ostia e Roma-Civita Castellana-Viterbo, in attuazione delle deliberazioni di Giunta regionale del 1° ottobre 2019, n. 689 e del 10 marzo 2020, n. 97;

Il documento della Regione Lazio (deliberazione regionale 97 del Marzo 2020) a cui fa riferimento infatti delibera:

di individuare Astral S.p.A. quale soggetto attuatore degli interventi straordinari ed urgenti,
necessari ad assicurare il regolare svolgimento del servizio, relativi alle infrastrutture ferroviarie
regionali “Roma – Lido di Ostia” e “Roma – Civita Castellana – Viterbo”.

Le date sono 27 Aprile 2020 (quando fanno la ricognizione) e 7 Agosto 2020 quando invece individuano nella partecipata della Regione, Astral, quella che dovrebbe eseguire gli interventi straordinari sui treni della Roma-Lido e della Roma-Civita Castellana. Poi il 12 Agosto Astral pubblica in Gazzetta Ufficiale il bando di gara. La gara va deserta perché l’unica azienda partecipante pone una offerta condizionata ritenuta inaccettabile (vedere qui il video di aggiudicazione pubblico su yutube). La Ditta fa presente che il ribasso richiesto è impossibile soprattutto sugli MA 200. La gara è nuovamente bandita con scadenza 12 Febbraio 2021 con base di gara aumentata di circa 10Milioni di Euro. Stavolta è aggiudicata … alla stessa azienda (dal documento di aggiudicazioneè pervenuta una sola offerta, presentata dal costituendo RTI MA GROUP S.r.l. – SITAV S.p.A.). La ditta è la stessa del precedente bando.

In sostanza

  • tutto quello che sta facendo adesso Regione Lazio, pubblicizzandolo come un un intervento miracoloso in salvataggio, è sostanzialmente quello che avrebbe dovuto già fare, che era ed è di sua competenza ma che non aveva ancora fatto. Tutto scritto. Esattamente come accadde nel 2015
  • la Regione Lazio ha iniziato a muoversi SOLO ad Agosto 2020 (come per il piano rifiuti) e il bando di gara Astral lo ha aggiudicato ALZANDO la base di asta di 10Mln solo il 23 Aprile 2021.

Alla luce di tutto questo, come utente della RL trovo ributtanti gli spot della giunta di Nicola Zingaretti, come questo qui.

Il problema di chi attualmente amministra Roma, su ogni argomento con sovrapposizione di competenze, è che la gente si annoia ad approfondire e i giornalisti non hanno mediamente interesse a farlo.

Quindi per altri mentire è depenalizzato e soprattutto la si passa liscia.

Raccolta Fondi Straordinaria. La legge è uguale per tutti!

Rapidissimamente aggiorno il blog anche se ho postato da poco, per una buona ragione, riassunta in questo banner:
27 febbraio 2010


E’ urgente raccogliere fondi per la piazza!

MediaSott(erfugio)

Finalmente abbiamo avuto la prima conferma che Berlusconi, “suo malgrado”, sta già usufruendo a piene mani dell’orrido Lodo Alfano. Ha infatti accentuato la sua innata tendenza a violare ogni sorta di forma di rispetto dell’altro e legge. Tanto … non è processabile perché si è auto immunizzato.

Non dovrebbe, essendo presidente del consiglio, prendere parte attiva (men che meno dominante) nella campagna elettorale che dovrebbe vedere un inesistente Cappellacci per la PDL contro Soru per il nuovo governo della Sardegna. Però lo fa e non esita a prendere di mira non i programmi di Soru ma … Tiscali, la società di cui Soru è stato fondatore. Questo comportamento di Berlusconi denota nervosismo, paura e bassezza. Attaccare un’azienda che, a differenza di Mediaset, non fa politica attiva permanente è molto meschino. Inoltre considerando le conseguenze che ogni dichiarazione “autorevole” ha su un titolo quotato in borsa, è probabilmente anche un reato (agiotaggio? turbativa? …) … che nel caso di Berlusconi-Alfanizzato è come dire “fa nulla”.

Berlusconi, nel pieno di una campagna elettorale che non lo riguarda, ha detto di Soru (in un intervista al SUO Studio Aperto) che è un fallito sia come politico che come imprenditore e che Tiscali ormai fa schifo (riassumo) e licenzia a go-go. Queste accuse sono state contestate sia da Soru, in un’intervista a Repubblica, che da Tiscali:

“Dice falsità, Tiscali non ha licenziato nessuno” – Ancora più indignato per quelle che bolla come falsità sul suo passato da imprenditore (secondo Berlusconi avrebbe accumulato 3,3 miliardi di perdite e licenziato 250 persone, ndr) Soru precisa a Repubblica: “Non sono accuse, sono falsità allo stato puro. Non so da dove li abbia presi, quei dati. Premesso che io non gestisco la società da cinque anni, da quando sono stato eletto, dico solo che Tiscali non li ha mai visti, 3,3 miliardi: come potrebbe averli perduti?”. Riguardo i presunti licenziamenti, il candidato alla regione Sardegna precisa: “Questa storia se l’è inventata Il Giornale: abbiamo chiesto inutilmente una rettifica, domani ci rivolgeremo al Tribunale per ottenerla. Ci sono stati 70 esodi volontari incentivati, punto. Non un solo licenziamento. E senza neanche un’ora di cassa integrazione. […].

Ma il vero problema è che, con l’aiuto dei suoi servi di MediaSott(erfugio) e dell’amico Alfano, Berlusconi può ormai liberamente calunniare a destra e a manca, fare campagna elettorale in Sardegna (oscurando anche il proprio ormai insignificante candidato) invece che governare l’Italia e, se gli gira, dare un cazzotto in faccia al primo che non lo aggrada, essendo per giunta aiutato dai suoi canali TV e di stampa.

E’ solo perché una cosa del genere proprio non la sopporto che, pur non avendo alcuna intenzione di fare campagna elettorale per Soru (tra l’altro a elezioni ormai iniziate), ho deciso di pubblicare 4+1 video clou sulla vicenda dell’intervista di Soru a Studio Aperto.

In ogni caso, conoscendo i sardi e il loro giustificato orgoglio per la loro terra e per le loro capacità, immagino che le accuse a Soru e le calunnie su Tiscali, azienda sarda di lunga data, avranno un effetto boomerang per la PDL.

La versione di Studio Aperto
Le spiegazioni di Soru … mai trasmesse da Studio Aperto – Parte 1
Le spiegazioni di Soru … mai trasmesse da Studio Aperto – Parte 1
La denuncia di Soru contro Berlusconi … infranta sul MURO erto dal Lodo Alfano …