Devo riportare un episodio accaduto alla stazione Metro B/Roma Lido di Eur/Magliana presso il parcheggio di scambio ATAC sulla Via Ostiense.
Un episodio, ci tengo a precisarlo, che al di la della specifica persona (uno degli addetti al parcheggio di scambio in questione) non è unico e porta con se la consapevolezza che qua o si parte da zero oppure non se ne esce.
Il parcheggio di scambio di Eur/Magliana, quello situato lungo la Via Ostiense fra la strada e la stazione, ha una sola via di accesso e una sola via di uscita. L’accesso è una breve diramazione della corsia dell’Ostiense in direzione Roma ed è quindi ovviamente a senso unico, usarlo come uscita porta l’auto contro le entranti e contro il senso di marcia della Via Ostiense (alta percorrenza e limite 50-70km/h) con linea continua.
Lungo la diramazione e fino alla rampa di accesso sono spesso (per la mia esperienza sempre in orario di ufficio) parcheggiate macchine fino all’imboccatura. Lo stesso avviene sulla rampa di uscita. Così era stamattina ma così era anche a Marzo 2022 come si evince da due immagini di Google Maps.
L’accesso al parcheggio avviene con emissione di biglietto o tramite abbonamento valido. L’uscita idem. In caso di biglietto emesso, con pagamento del suddetto.
In famiglia abbiamo tutti l’abbonamento annuale (quello da 250€) in corso di validità. Un abbonamento che io personalmente faccio da almeno 15 anni.
Quando siamo arrivati con la nostra auto, il segnale di Libero/Completo indicava Libero. Quindi abbiamo percorso la rampa per accedere.
Una volta saliti sulla rampa di accesso, dopo il cartello di completo/libero, non c’è modo di tornare in dietro se non con retromarcia contromano verso il senso unico dell’Ostiense.
Una manovra illecita e pericolosa, resa ancora più pericolosa dalla presenza delle macchine parcheggiate a ridosso.
Il fatto che il cartello indicasse “Libero” quando siamo arrivati è di per se una anomalia. Perché?
È un’anomalia, perché esattamente in quel momento nel parcheggio erano presenti (ma si vede solo dopo aver salito la rampa) diverse auto parcheggiate fuori dalle righe blu, al centro della zona fra le due file di parcheggio in posizione illecita che rende estremamente difficoltose (a volte impossibili) le manovre di uscita di chi parcheggia nei posti regolari, come si vede nelle foto scattate da me questa mattina ma anche dalle foto prese da Google Maps.
Questo accade ogni santo giorno. Ogni santo giorno macchine parcheggiano in mezzo, dove è vietato, mentre le blu rimangono vuote finché non si riempiono anche quelle. Questo vuol dire che la capienza del parcheggio non è regolarmente raggiunta ma è ampiamente superata sempre, il che vuol dire che fino al momento in cui io sono giunto al parcheggio, erano già entrate più macchine dei posti disponibili. Come ciò sia possibile, come avvenga il conteggio, perché i parcheggiatori non intervengano sul posto a gestire il flusso fino almeno alla saturazione, chi decida quando finalmente bloccare l’accesso non è dato saperlo. Soprattutto non è dato sapere perché questa cosa prosegua imperterrita nonostante le segnalazioni.
Avevamo già protestato in passato al gabbiotto ATAC di Eur Magliana. Uno ci aveva risposto: “chiama i vigili urbani”, un altro “è competenza di ATAC”. E’ vera la seconda. Ma questo accade ogni giorno e quindi sebbene sia competenza di ATAC, i suoi operatori evidentemente non intervengono e se non intervengono deve essere perché non esiste direttiva di intervento. O devo pensare che la direttiva esista ma nessuno la applichi. La verità è che noi possiamo solo osservare quello che accade e riportarlo.
Ma non accade solo questo.
Se malauguratamente sei salito sulla rampa quando segnava “Libero” (nonostante fosse pieno) e citofoni per risolvere il problema in sicurezza la risposta è “non le posso aprire” e poi il peggio “faccia retromarcia”.
Faccia retromarcia? La soluzione più sicura, l’unica, è entrare con abbonamento o biglietto o per apertura della sbarra e poi uscire subito, seguendo il senso di marcia. Se è il caso, in un paese civile, l’operatore viene sul posto a risolvere il problema che NON è stato generato dal malcapitato utente, pagante per giunta, ma da un malfunzionamento o da una mala gestione del parcheggio.
Abbiamo inutilmente chiarito che non potevamo fare retromarcia.
Abbiamo chiarito che la retromarcia è pericolosa, che saremmo entrati e usciti seguendo il senso regolare di marcia.
Abbiamo fatto presente che il parcheggio era pieno da tempo dato che era pieno di macchine fuori posto ma che il cartello ci diceva Libero nonostante questo.
Abbiamo fatto presente che il sistema o chi per lui ci aveva intrappolato in una situazione assurda e che bastava farci transitare.
Niente. Non ci ha aperto.
Solo dopo esserci alterati e aver reso evidente che esporci al pericolo di una manovra pericolosa sarebbe stato un rischio anche per lui (era un maschio), che se fosse successo qualcosa avremmo fatto una denuncia, ha aperto la sbarra.
Siamo entrati, abbiamo scattato le foto della situazione interna e siamo usciti come promesso. Se ATAC avesse messo il personale al parcheggio sarebbe stato facile controllare e tutto sarebbe andato bene, tranquillamente. Ma non c’è nessuno. Le due unità di personale sono dislocate all’altro parcheggio.
Se ATAC impedisse alla gente di parcheggiare sulle rampe e fuori dai posti regolari all’interno del parcheggio e tenesse un vero conto del numero di macchine che entrano ed escono, non si sarebbe posto il problema.
Se il cartello “Libero/Completo” funzionasse come deve, non si porrebbero problemi a chi paga per entrare in un parcheggio di scambio peraltro facendo un favore alla città.
Se ATAC almeno ascoltasse le segnalazioni, se educasse i suoi dipendenti se se se …
Ma ad ATAC non importa nulla. Come non frega nulla degli utenti a CoTraL e alla Regione Lazio.
È incredibile ma in una situazione di persistente irregolarità il problema diventa che un utente pagante (e molto pagante) non vuole fare una manovra pericolosa (che poi se hai una macchina dietro di te diventa comunque impossibile pur volendo) e finisce a vedersela con un dipendente di ATAC che detiene il suo piccolo potere … il pulsante della sbarra.
Alla fine dell’alterco verbale tramite citofono, il dipendente addetto (un giovane peraltro, il futuro) ha detto “ti aspetto all’uscita”. Qualunque cosa volesse dire, credo che sia tutto registrato da telecamere e audio ma non lo so.
Io l’ho interpretata come un invito ad andare a esporre di persona le mie rimostranze. Così ho fatto.
Arrivato alla postazione che si trova alla base di un secondo parcheggio di scambio di Eur/Magliana, su via di valle fiorita, ho provato a far capire che un comportamento del genere, rigido con le persone messe in difficoltà da una totale mancanza di controllo e gestione e poi flaccido (manco elastico) con chi viola realmente le regole è un po’ assurdo.
Glie l’ho spiegato. Non c’è stato verso. Ho sentito in compenso una serie di frasi allucinanti.
Gli ho detto che era illecito e pericoloso costringermi a fare una rampa a senso unico in senso inverso. Risposta: “non è vero” e poi “lo fanno tutti”.
Gli ho detto: “ma come, non puoi farmi entrare e uscire per regola? Ma se segnava libero mentre dentro è pieno non solo nei posti regolari ma pure in mezzo dove è vietato e crea problemi di circolazione interna? Noi abbiamo chiesto solo di entrare per uscire.”
Risposta: “eh, è già irregolare quello”
Ecco, questa tolleranza verso l’illecito e il dannoso quotidiano che diventa rigidità verso le persone in difficoltà. Questo fregarsene del disservizio peraltro assolutamente evitabile. La totale insipienza della dirigenza.
Confesso che a sentirlo parlare in quel modo m’è uscito di getto di mostrare l’abbonamento annuale da 250€ che faccio da oltre 15 anni (senza contare gli innumerevoli abbonamenti mensili di prima) e dire: oh ma ve lo pago io lo stipendio”.
Avevo già provato a far capire che sono uno che VUOLE usare i mezzi. Ero pure li col mio monopattino (portato fino a Magliana in macchina perché la Roma Lido a quell’ora, e pure dopo, è un cesso a pedali imprendibile già da soli figurati con il monopattino; cronicamente in ritardo, piena zeppa) …
Comunque che sono io a pagargli lo stipendio è più vero di altri casi di dipendenti pubblici perché ATAC è una società partecipata ma larga parte del suo bilancio è fatto di biglietti e abbonamenti. Non è come pagare lo stipendio di un ministeriale o di un ricercatore pubblico con le tasse (anche le sue stesse tasse a dirla tutta). È più come pagare l’abbonamento di un museo, che paga lo stipendio del custode ed essere trattati come monnezza dal custode che gestisce il museo a ca**o.
Ma se le cose stanno così, prima che della specifica persona (a cui comunque non frega nulla del suo lavoro mi pare sennò sarebbe il primo a segnalare così gravi problemi agevolando l’esistenza dell’utente non complicandola) è colpa dei dirigenti di ATAC.
A causa loro, dei dirigenti, della loro incuria e cialtroneria tanti non pagano quei biglietti e non fanno abbonamenti perché le stazioni sono disarmate, come si suol dire, e la guardiania per contratto (!) non può fermare i salta-tornelli e così via. A causa dei dirigenti, i capilinea hanno come priorità di far partire i bus, quando saltano le corse, prima possibile, pure vuoti, anche in anticipo sulla corse successiva, così gli utenti, che vanno per uno su coincidenze millimetriche, ne perdono due di corse non una. Hai voglia a segnalare l’assurdità. Mai cambiata. Poi la gente se la prende con l’autista.
Per colpa dei dirigenti la gente crede alla minchiata che i treni saltino perché i macchinisti vogliono fare la pausa caffè.
Ma i dipendenti ATAC dovrebbero sapere che siamo rimasti in pochi a difenderli e non trattare quei pochi a merda, non tollerare tutto il casino che è ATAC e poi fare i rigidi con chi rispetta le regole.
Senza i tanti abbonamenti di chi ostinatamente prende i mezzi, ATAC sarebbe chiusa e i dipendenti per strada.
Se un utente si incazza perché in una situazione di illegalità diffusa nel parcheggio che tu gestisci, insieme al tuo collega anziano, quando questo utente ti ricorda che paga 250€ l’anno non gli rispondi “ma te che lavoro fai”? “Hai rotto il c**o” e tralascio tutto il resto perché se avessi registrato l’audio di come si sono svolte le cose, quell’audio finirebbe in tribunale, lo intaserebbe come in tanti altri casi e per giunta senza cambiare nulla.
Ecco insomma, la morale di tutto questo è che in tanti anni l’azienda ATAC è stata riempita di persone ai livelli dirigenziali che sono palesemente incapaci di gestire bene anche quel poco di funzionante che c’è o più semplicemente non glie ne frega nulla.
Non solo. Se una parte di dipendenti, autisti, parcheggiatori, personale delle stazioni, sono persone per bene educate che spesso sono aggredite senza motivo per disservizi che non provocano loro (mancano i treni, quelli che ci sono sono sfasciati, i treni regionali come la Roma Lido fanno schifo e tutti se la prendono con ATAC, i capilinea dei bus gestiscono gli orari in modo ridicolo e tutti se la prendono con l’autista) è pur vero che c’è una parte di dipendenti, spesso quelli in posizioni più comode e agiate, che sono parte di quello che non funziona nel servizio pubblico. Sono figli morali di quei dirigenti.
Io sono sempre stato contrario alla privatizzazione e resto contrario. Ho appoggiato e ancora appoggerei la direzione di Virginia Raggi quando ha voluto fortemente provare a risanare una azienda pubblica quando tutti avrebbero gradito privatizzare. Perché un servizio pubblico non deve avere scopo di lucro, men che meno in Italia dove privato non è necessariamente uguale a efficiente e onesto.
Credo però che l’arroganza e il menefreghismo diffusi di tutta la classe dirigente di ATAC con tutta la generazione di dipendenti arroganti che come sport scaricano il barile e ti rispondono sticazzi, non lasci molta speranza.
Credo che una situazione come questa, non degna di un paese civile, non si sanerà mai con piccoli passi.
A volte penso che ATAC dovrebbe essere azzerata e ricreata da zero.
Ma penso anche che, come Alitalia, ITA e mille altre minchiate del genere, se a fare questa operazioni saranno persone come Gualtieri o Calenda, o Renzi o Alemanno … anche questa pulizia sarebbe come usare fango per lavare sabbia.
Ho perso la pazienza, ho alzato la voce. Ho fatto bene. Almeno questo. E alla fine te ne vai a parcheggiare fuori dove trovi posto, che non c’è (se non creativo) e questo perché hai dovuto prendere la macchina perché il mezzo pubblico regionale è na ciofeca (usata come arma politica dalla Regione Lazio a piacimento).
Da Novembre di quest’anno, dopo 15 anni senza soluzione di continuità, niente più abbonamento.
Tipo una specie di “Not in my name”.
PS: le persone che parcheggiano in mezzo anche quando ci sono posti regolari liberi sono persone ignobili. Sono i degni utenti di quei dirigenti e di quei dipendenti. Se si somma tutto questo, si capisce che le generazioni da cambiare prima di risolvere un problema di civiltà diffuso sono troppe anche perché questi incivili ne crescono altri.