6 Aprile

Il 6 Aprile di ogni anno potrà essere il segnalino di questo Paese per capire per quanto tempo è rimasto immobile nella sua apparente incapacità di evolversi e di liberarsi dalla melma.

L’Aquila è rimasta li, più o meno così com’era. I precari dell’INGV anche, e anche questo è emblematico. Ricerca e sviluppo sono al palo. Sono passati 3 anni da allora, attarverso una crisi che avrebbe potuto ribaltare la situazione, aiutare a cambiare direzione … e invece?

Vabbè …

Lo sport nazionale

Non se ne può davvero più. E’ diventato lo sport nazionale.

Ogni governo ha, al suo interno, almeno un idiota che si atteggia ad esperto dei giovani italiani e che semplifica il problema della disoccupazione, giovanile e non, in Italia o della ricerca del posto fisso sfoggiando

  • quella insopportabile aria di sufficienza
  • quell’insopportabile neologismo del momento

Tommaso Padoa Schioppa, buonanima, si permise di coniare il termine “bamboccioni” per riferirsi a quei giovani che “non vogliono” uscire di casa a 30 anni. A quel tempo mi venne dal cuore un “‘tacci tua” perché io avevo superato i 30 anni e per potermi permettere di andare via di casa, pur essendomi laureato col massimo dei voti a 26 anni, sono dovuto andare in Svizzera a fare un dottorato ben pagato e ricco di tutele sociali.

Renato Brunetta, dopo aver dato dei “fannulloni” a tutti i lavoratori pubblici, si permise di dire che i Ricercatori precari DEVONO andarsene all’estero perché loro sono dei “Capitani di Ventura” e “stabilizzarli sarbbe un po’ come ucciderli”.

Adesso ci si mettono Martone, Monti e Cancellieri. Il primo si permette di dire che chi si laurea fuori corso dopo i 28 anni è uno “sfigato”, mentre il secondo ha detto che il posto fisso è “monotono” e infine la terza che i giovani NON VOGLIONO andare a lavorare lontano dalla mamma.

Ma porca p*****a. Ma basta.

La maggior parte di loro è stata o ha fatto parte, prima durante e dopo, di una massa di privilegiati raccomandati i cui figli magari lavorano a due passi se non dentro gli uffici dei genitori, quando non sono stati raccomandati anch’essi da una qualche cricca.

Dal secondo dopoguerra nessun politico o tecnico è stato capace di rendere l’Italia un posto non dico perfetto ma decente, vagamente paragonabile ai Paesi più dignitosi dell’Europa.

Hanno servito ora la P2 ora la camorra/mafia/ndrangheta ora le lobby economiche, le banche quando non una confindustria a sua volta fatta di figli di papà viziati e assistenzialisti.

E noi, lavoratori seri, che per anni abbiamo studiato/lavorato/fatto un culo così, lavorato all’estero, che abbiamo fatto i salti mortali per andare via da casa e renderci indipendenti, che abbiamo migrato dal Sud al Nord al nordissimo e poi all’Est ecc per trovare lavoro. Noi che abbiamo chiesto un mutuo e porca puttana siamo stati passati allo scanner per averlo in quanto precari e che spesso non lo abbiamo avuto …

Noi … ma perché dobbiamo sopportare l’insopportabile arrogante e tracotante insipienza politica di gente capace solo di essere smargiassa nel ridere delle difficoltà dei giovani, meno giovani e poco giovani di questo povero Paese.

Ma con che coraggio questi oltre al danno ci propinano la beffa?

BASTA!!!!!!

Questa è una sporca, dolorosa, fastidiosa e pesante continuativa propaganda di riforme fatte ai danni dei lavoratori di qualunque età, per fare un favore ai poteri forti che andrebbero ridefiniti in Italia come “poteri vigliacchi” che si nascondono sotto le gonnelle di una classe politica di buffoni!

Non siamo tenuti a sopportarlo oltre.

Se questo è un giovane …

da un mio commento su Repubblica a questo articolo che prende il via da alcune dichiarazioni del viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Michel Martone.

Martone lo conosco bene, si fa per dire, per averlo sentito pontificare più volte in TV e una dal vivo durante una puntata di EXIT (La 7). Premesso che io mi sono laureato a 26 anni ma ho stimatissimi colleghi che si sono laureati a 30 e più e che sono dei bravissimi e prolifici ricercatori con Dottorato, devo dire che Martone è veramente uno che dimostra che la laurea non fa l’esperto.
Più volte ha sostenuto che nel mondo del lavoro italiano ci vuole più flessibilità. Non è il solo a dirlo ma lui ha l’aggravante di essere giovane … e un giovane non si può permettere di dire simili idiozie su un mondo del lavoro che è di fatto fra i più precarizzati d’europa, con meno tutele per i tempi determinati e gli stipendi minimi di categoria.
Peraltro senza che il soggetto si premuri mai di notare come invece il mondo dei datori di lavoro in italia sia fra i meno “coraggiosi” del mondo, meno votati alla ricerca e allo sviluppo e all’innovazione che ne consegue.
Industriali e grandi imprenditori che piangono miseria per aumentare i profitti chiedendo continue riduzioni del costo del lavoro senza dare nulla in cambio.
Mai si ricorda che sotto i 15 dipendenti l’art. 18 non esiste, sopra i 15 si può licenziare per giusta causa e nel caso di difficoltà economiche c’è la cassa integrazione. E nemmeno che esistono due leggi di m***a come la Biagi/Sacconi e la Treu che già hanno precarizzato il precarizzabile senza risolvere nulla se non deprimere l’economia.
Se ti laurei sotto i 28 anni per sparare ste ca***te tanto vale che vai a “quel Paese” non a questo …

L’inDifferenza fra Indignados e Indignati

Sono stufo di sentir sulla bocca di tutti il termine “Indignados” e ancora più rabbia mi fa sentirlo tradotto in italiano.

Adesso tutti sono intenti a rincorrere gli Indignati italiani come se gli ultimi 3 anni non fossero mai esistiti. Come se nel 2008, dopo il primo scellerato atto di questo scellerato governo di puttane (di ogni genere) cioè la legge 133, non fosse iniziata una rivolta.

La CISL e la UIL allora non avevano ancora svenduto il futuro dei lavoratori e del Paese agli industriali più cialtroni e piagnoni del mondo e la CGIL era nel pieno delle sue forze e non era isolata.

 E soprattutto NOI, che ci vedevamo lungo, abbiamo reagito con forza. Non solo ma per tre anni abbiamo creato ogni sorta di evento sfruttando anche la tecnologia, la rete, i nuovi metodi di comunicazione peer-to-peer come i flash mob e quant’altro, per sensibilizzare la gente dimostrando che non era una questione di essere contro a priori o di odio verso quella caricatura di governante che è Berlusconi.

E la crisi economica l’abbiamo vista subito. I portuali di Civitavecchia si sono accorti della crisi 3 anni fa, non l’altro ieri, dalla forte contrazione del flusso delle merci verso il porto.

Abbiamo cercato di difendere la Scuola, l’Università e la Ricerca, veri motori della ripresa e basi per un sano sviluppo. Abbiamo cercato di far capire alla gente che non si poteva più puntare alla riduzione del salario per fare favori a confindustria e non si poteva più tagliare e/o tassare “a cazzo” o svendere il patrimonio del nostro Paese per fare cassa.

E allora cosa è successo?

Che … siamo stati abbandonati nell’indifferenza generale dell’italiano medio. Siamo dovuti scappare su internet per farci vedere e sentire perché i servi del Re delle TV ci hanno ignorati quando non demonizzati e perché l’opposizione ancora non ha capito chi siamo.

Ci siamo dovuti autoprodurre, mentre eravamo impegnati a sopravvivere o anche solo a mandare avanti le nostre famiglie.
Questa è la differenza fra gli indignati italiani e quelli spagnoli: noi ci siamo svegliati prima ma viviamo in un paese in cui una larghissima parte della popolazione è capace di infinita indifferenza, fino a rasentare l’autolesionismo. Loro no. Noi abbiamo avuto un governo di incompetenti mafiosi e puttane/i. Loro hanno avuto Zapatero. Noi siamo stati isolati dai nostri stessi connazionali, troppo impegnati a temere gli stranieri. Loro no.

E poi, ricordatevelo quando cercate gli Indignati, che gli Spagnoli non hanno avuto Il popolo Viola (Società e Politica), Se non ora quando (Dignità e Diritti delle Donne), Il movimento per la libertà di stampa (Comunicazione), il Movimento 5 Stelle (Politica), la Ricerca calpestata (Ricerca e Sviluppo), Non Rubateci il Futuro (Scuola), Il nostro tempo è adesso, tutte le iniziative della CGIL (rimasta sola abbandonata dai sindacati piduisti), L’Isola dei Cassaintegrati (Operai) ecc …

Quante ne devo elencare per dimostrare che quasi ogni settore, salvo quelli commerciali e professionali, che pure pagheranno caro il prezzo della loro inerzia, di questo Paese si è ribellato e ha tenuto la protesta per tre anni nell’indifferenza generale del resto del Paese e dei loro stessi colleghi?

Noi abbiamo avuto tutto questo.
Allora non cercate gli indignati, cercate l’italiano medio, disposto a credere che il mondo fosse quello descritto da un buffone saltimbanco circondato di servi piuttosto che quello vissuto dai lavoratori veri.

Non sparate alla ricerca!

Penso sempre più che gli italiani dovrebbero smetterla di adottare supinamente il berlusconi/marcegaglia-pensiero e farla quindi finita di pensare che i loro figli debbano essere per forza tutti imprenditori, commercianti oppure avvocati ecc …per essere persone realizzate e utili alla “patria”.

Dovrebbero smettere perché è falso! Perché senza ricerca non c’è futuro … nemmeno per le categorie di cui sopra. E poi perché diventare ricercatori evidentemente sviluppa anche molto la fantasia e le capacità a tutto campo …

Lo dimostra penso questo splendido … e inquietante video girato dai precari dell’ISPRA, Istituto Superiore per la ricerca e la protezione ambientale. Un supernome che racchiude un intile accorpamento di 3 enti indipendenti e il licenziamento di centinaia di precari, giovani e meno giovani e preparati, fra i meno tutelati del mondo della ricerca. I co.co.co. ma anche dei tempi determinati non inclusi nella stabilizzazione.

Qui si aprirebbe un discorso troppo lungo sul mondo della ricerca e sulla stabilizzazione negata. Ma voglio lasciare spazio al video …

Filmato dei ricercatori precari dell'ISPRA: non sparate alla Ricerca!

Filmato dei ricercatori precari dell'ISPRA: non sparate alla Ricerca!

La Ricerca Calpestata – Roma 2009 – Video

Il video de La Ricerca Calpestata, manifestazione/protesta/proposta svoltasi a Roma Sabato 23 Maggio 2009 a Piazza del Popolo.

Approfitto di questo video per polemizzare con quei servi che stanno diventando quelli di youtube.

Ormai sono schiavi di idee e metodi idioti imposti dalla paranoia del CopyRight.

Non puoi citare, non puoi includere frammenti non puoi fare un c***o che non sia fatto solo da te.

Ovviamente esistono milioni di video su youtube che riportano interi pezzi di programmi TV, TG ecc … e chiaramente non possono vederli e censurarli tutti … però quando lo fanno una volta, lo fanno per sempre e a ogni video.

Per questa ragione scriverò a youtube e probabilmente chiuderò il mio canale.

Brunetta e Nicolais: quante bugie

Brunetta usa la tecnica del tormentone, da bravo cabarettista. In realtà copia, spesso, i suoi colleghi meno fortunati, perdendo di originalità. L’esempio più eclatante è quello della definizione di “fannulloni” che deriva dalla definizione “nullafacenti” tirata fuori da quella “brava persona” di Ichino del PD. Brunetta però in genere prende il peggio, la parte populistica a cui abboccano gli italiani e tralascia il nucleo funzionante dell’idea, che nel caso di Ichino prevedeva di stare col fiato sul collo dei dirigenti, vincolando loro e i loro dipendenti a criteri di produttività.

Ora, su questo tornerò perché è di capitale importanza per capire quanto idioti siano stati gli italiani.

Quello che mi preme ora è mettere fine a una eclatante BUGIA.

Brunetta sostiene a tormentone ormai che non è il suo Art. 7, DL 1167 al Senato, che blocca le stabilizzazioni dei precari nella pubblica amministrazione (fra cui, lo ricordo, migliaia di ricercatori) ma la ormai famosa Circolare 5 del 2008 a firma dell’uscente Ministro del Governo Prodi, Nicolais.

Giustamente il ministro pubblica sul sito della Funzione Pubblica entrambi i testi in modo che la gente possa fare un confronto.

La gente, e penso lui lo sappia, non confronterà mai un tubo e continuerà a osannare Brunetta e la sua trasparenza. Nemmeno i giornalisti lo fanno. Infatti Brunetta può permettersi, impunemente, di citare SOLO UN PEZZO DELLA CIRCOLARE 5, TAGLIANDO IL PUNTO CHIAVE.

Vi riporto qui sotto la parte incriminata della Circolare 5, evidenziando in blu quello che sostiene Brunetta e in rosso quello che Brunetta non dice.

dalla Circolare 5 di Nicolais […] Ne deriva che la programmazione triennale del fabbisogno, nel rispetto delle disponibilità di organico dell’ente relative all’anno 2008 e 2009, potrà essere elaborata quest’anno e l’anno successivo tenendo conto anche di questa modalità di reclutamento speciale, mentre a decorrere dal 2010 gli interventi programmabili dovranno fondarsi esclusivamente sulla disciplina ordinaria di reclutamento, fatte salve le determinazioni assunte negli anni 2008 e 2009 riguardanti il personale stabilizzabile che ha  saturato o chedeve maturare il triennio previsto anche oltre il 2009. […]

E’ incredibile o no la precisione chirurgica con cui è stata rimossa la parte che fa salve proprio le stabilizzazioni?

E ora la spiegazione

1) la circolare Nicolais non fa altro che ribadire quello che già le due finanziarie Prodi dicevano: le stabilizzazioni sono una cosa straordinaria che serve solo a sanare una situazione paradossale; dal 2010 si ricomincia coi concorsi;

2) la circolare Nicolais NON ABROGA il comma 519 della Legge Finanziaria del dicembre 2006 (la prima di Prodi) che sancisce le stabilizzazioni, quindi le LISTE DI STABILIZZAZIONE fatte nel 2007 e nel 2008 RESTANO VALIDE

3) la circolare Nicolais dice esplicitamente: “fatte salve le determinazioni assunte negli anni 2008 e 2009 riguardanti il personale stabilizzabile che ha  saturato o che deve maturare il triennio previsto anche oltre il 2009

4) è il disegno di legge 1167 di Tremonti che, qualora approvato, con l’Art 7 (ammazzaprecari, di Brunetta) comma 1 abrogherebbe, a decorrere dal 1° Luglio 2009, il comma 519 della Finanziaria 2006 e i suoi omologhi della Finanziaria 2007, distruggendo le liste di statbilizzazione e i diritti acquisiti dai precari.

Io non apprezzo che l’ex Ministro Nicolais abbia voluto “firmare” quella inutile circolare né mi interessa che fra ministri ed ex ministri si insultino a vicenda (si difendano da soli); però non sopporto che si debba mentire spudoratamente senza contraddittorio (giornalisti dove siete?) per svuotare una protesta sacrosanta, quella dei precari, fra le cui fila militano i tanti precari degli Enti Pubblici di Ricerca a cui Brunetta si è permesso di dare dei “Capitani di Ventura”.

Su queste note mi permetto di ripubblicare il video “Precari della Ricerca contro Brunetta” a cui aggiungo solo una minima correzione: il 10% di taglio alle piante organiche è rientrato, sia per le forti proteste  che  per il fatto non secondario  che implicava in alcuni casi il licenziamento generico di dipendenti già a tempo INDETERMINATO!!!!

Euforia da consensi

Quelli che seguono sembrano segnali di un governo fuori controllo in preda all’euforia da consensi … ma, mi chiedo, se pezzi delle istituzioni, come i vigili del fuoco, i poliziotti e i dirigenti scolastici, notoriamente poco inclini alle proteste anti-governative, sono stati costretti a portare in piazza o sui giornali la protesta per i tagli a pezzi fondamentali dello stato … peraltro quasi tutti legati alla sicurezza … ci sarà pure qualcosa di vero.

Quante saranno allora le persone precarie, sottopagate e maltrattate che lavorano nel e per lo stato e che non meritano gli sberleffi di gente come Brunetta?

La protesta dei vigili del fuoco

Il governo cancella assunzioni e fondi: «Ci hanno preso in giro»

[…] C’è chi li ha definiti gli angeli del terremoto, sono stati presi ad esempio per sacrificio e abnegazione. Hanno lasciato per settimane la casa e la famiglia per venire in Abruzzo ad aiutare i terremotati e rischiare la vita (un vigile del fuoco è morto nelle prime ore dei soccorsi e un altro è rimasto gravemente ferito). Si aspettavano un minimo di attenzione e invece per tutta risposta hanno avuto solo promesse che non sono state mantenute.

[continua]

Gelmini attacca i presidi ribelli: “Chi non sa dirigere se ne vada”

Polemica dopo la lettera dei dirigenti scolastici alle famiglie. “Scuole senza soldi? Basta far politica, se non siete capaci cambiate lavoro”

Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha commentato così la vicenda dei presidi del Lazio che hanno denunciato, in una lettera inviata alle famiglie, la carenza di fondi degli istituti scolastici. Sono state oltre 41.739 le lettere spedite da circa 300 presidi del Lazio aderenti all’Asal (Associazione scuole autonome del Lazio) per dare le cifre della scuola al collasso a causa dei tagli inferti dal governo: non ci sono i soldi per i supplenti (fondi ridotti del 40 %) né per le visite fiscali obbligatorie; da settembre non saranno più garantiti i servizi previsti per legge, come la copertura dell’ora alternativa alla religione. Ma la sortita del ministro non è piaciuta all’opposizione: “Che sia la Gelmini a cambiare lavoro”.

[Continua]

Brunetta contro i poliziotti: Troppi panzoni”. Poi ci ripensa

Nuova esternazione del ministro della Pubblica amministrazione. “Impossibile mandare passacarte in strada”. “Ma non volevo offendere”.

[…] Parole che provocano la reazione dei rappresentanti delle forze dell’ordine, (già furiosi per la questione straordinari non pagati), l’attacco dell’opposizione e la retromarcia di Brunetta. […]

[Continua]

PS: ho avuto l’occasione di ascoltare, dal vivo, una rappresentante del sindacato dei poliziotti mentre esponeva quello che già so della legge 133 sulle assenze per malattia dei dipendenti pubblici. La poliziotta ha fatto presente quanti soldi, di uno stipendio già ridotto, perdano i poliziotti che passando molto tempo al freddo e alla pioggia (per esempio durante i turni allo stadio) si ammalano di raffreddore o influenza cioè di una malattia che non essendo riconoscibile come “causa di servizio implica la riduzione dello stipendio. A questo è servita la legge di Brunetta, non a far lavorare i nullafacenti ma a punire chi lavora sul serio e, come tutti, ogni tanto si ammala.

La ricerca Calpestata … dall’informazione

La prima delle 2 giornate della ConoScIenza in Piazza è stata un grande successo e un’esperienza fantastica, in mezzo alla gente, sopra le 1800 facce dei ricercatori italiani, fra gazebi di Fisica Nucleare, Sismologia e Geomagnetismo, Scuola e altro ancora. Fra una lezione sull’universo e un esperimento di fisica, fra una lezione sul terremoto dell’Aquila e una sull’Antartide hanno trovato spazio la protesta per la scarsa considerazione in cui è tenuta la conoscenza in Italia e per la condizione di estrema e continuativa precarietà in cui versa chi dedica la vita all’insegnamento (i precari della scuola) e alla scienza (i precari della ricerca) … due cose che SONO lo sviluppo di un paese civile.

Solo le immagini e i video possono rendere l’idea. Per ora ne pubblico solo tre di foto. Le altre seguiranno a breve.

Foto dal Pincio
Vista dall’alto delle fotografie dei 1800 ricercatori italiani, distese su mezza piazza del Popolo a Roma

Piazza del Popolo e la ricerca calpestata

Piazza del Popolo e la ricerca calpestata

Il Pannello della Ricerca Calpestata

Il Pannello della Ricerca Calpestata

La cosa che lascia perplessi è che un evento di questa portata, se non altro per la ricchezza che porta con se e per la rappresentatività nazionale, abbia trovato spazio solo su un articoletto della sezione Roma del Corriere.it (dove peraltro dicono che l’evento è stato organizzato dalla FLC-CGIL mentre sul suo sito la FLC stessa dichiara di averlo solo sostenuto … come confermano gli organizzatori stessi) e nell’edizione serale del TG 3 Regione.

Domani continua l’iniziativa a Villa Pamphili a Roma, nella piazzetta del Bel Respiro, questa volta con predominanza del mondo della Scuola.

La Scuola Tagliata

Fortunatamente esistono giornalisti ancora degni di questo nome. Questa domenica Riccardo Iacona, un giornalista le cui inchieste spesso precorrono i tempi, si è occupato della scuola italiana su cui si è abbattuta la “riforma” Gelmini (in realtà Tremonti). La cosa che sempre lascia perplessi è realizzare come all’estero, in certi paesi come la Svezia, orrori come le classi ponte siano considerate per quello che sono: orrende idiozie. Stupisce anche realizzare come sia facile all’estero considerare i soldi spesi in istruzione ricerca e sviluppo per quello che sono: investimenti sul futuro della nazione.

Guardare all’estero, dove le cose giuste si riescono a fare, è l’unica speranza che resta a questo paese per cambiare. E allora facciamolo.

La Scuola Tagliata