I padri costituenti

L’argomento di questo post è il taglio del numero di parlamentari.

C’è uno spiegone riassuntivo per chi si fida molto e poi i fatti a supporto. Potete saltare lo spiegone e leggere i fatti oppure (ma non lo preferisco) l’inverso.

  • lo spiegone
  • i fatti:
    • i costituenti e il coefficiente aureo
    • infallibilità dei costituenti
    • federalismo incompreso

Lo spiegone

  1. il numero attuale di parlamentari, difeso dai sostenitori del NO, non è stato deciso dai padri costituenti ma dal IV Governo Fanfani nel 1963;
  2. i padri costituenti non decisero un numero fisso di parlamentari ma stabilirono invece un rapporto “1 deputato ogni quanti abitanti” di 1:80.000 per la Camera e di 1:200.000 per il Senato. Il rapporto, non il numero assoluto, è un reale principio di rappresentanza parlamentare, a prescindere dall’efficienza del parlamento;
  3. c’è un limite nel numero di parlamentari sotto al quale un paese non può scendere, altrimenti non funziona lo stato (le commissioni in primis); d’altronde il numero di abitanti per parlamentare deve per forza crescere (e la rappresentanza scendere) al crescere del numero di cittadini/elettori, altrimenti il parlamento raggiungerebbe dimensioni insostenibili (Figura 1);
  4. i padri costituenti non erano investiti della univoca saggezza suprema (loro ne erano perfettamente coscienti mi pare, noi meno) ma anzi avevano idee molto diverse su questo argomento e la discussione durò mesi, esprimendo idee che oggi sarebbero considerate un attentato alla costituzione in termini di rappresentanza democratica;
  5. i sostenitori del NO contestano l’uso dei numeri del Congresso USA e del parlamento della Germania da parte dei sostenitori del SI al taglio. Ma l’argomentazione dei sostenitori del NO non è corretta. La rappresentanza non è un concetto assoluto perché dipende dalle competenze specifiche dell’organo elettivo. La Germania, quanto a ripartizione delle competenze è paragonabile (anche se non identica) all’Italia e alle sue regioni e quindi è un corretto termine di paragone. Gli USA invece sono una vera federazione di stati (non di regioni) e i parlamenti dei singoli stati hanno competenze esclusive importanti quindi i loro parlamenti contano come rappresentanza democratica MA da soli e NON sommati ai parlamentari del Congresso perché quello che compete a loro (come la pena di morte) è rappresentato solo dal loro parlamento e non dal Congresso degli Stati Uniti. Mettendo a confronto i singoli stati USA con il resto del mondo si capisce che le regole di base della rappresentanza sono le stesse di tutti e che l’Italia post taglio sta abbastanza bene quanto a rappresentanza democratica, più della California e meno del Michigan, più di Germania e USA e meno della Svezia. Inoltre se confrontiamo l’Italia con uno stato americano dobbiamo scegliere quello con un numero confrontabile di cittadini o meglio di aventi diritto al voto, per esempio la California.
  6. Una delle ragioni del SI, il risparmio, è forse risibile per alcuni sebbene sia un risparmio che finanzierebbe in modo permanente due enti di ricerca, ma quelle del NO, per quanto legittime, sono a mio avviso motivate con luoghi comuni e non sono supportate da dati e storia.

Tutti, a mio avviso, sostenitori del SI e sostenitori del NO, dovrebbero unirsi piuttosto in una strenua battaglia per cestinare l’attuale legge elettorale che, come nel resto del mondo e nella storia, è IL VERO UNICO ago della bilancia della rappresentanza democratica. Qualunque sia il numero di parlamentari (anche gli attuali 945) siamo a rischio di dittatura (estremizzando) o (più verosimilmente) finto-democrazia eletta, a causa della legge elettorale, dei premi di maggioranza, del senato regionale, come insegna la vicenda del Fascismo e della legge Acerbo.

Si può essere favorevoli o contrari al taglio dei parlamentari e a mio avviso le due posizioni potrebbero essere entrambe lecite per una serie di ragioni. Ma le modalità per sostenere la propria tesi non sono tutte lecite. Quello che trovo fastidioso è la modalità “attentato alla democrazia” che sta portando i sostenitori del “NO” a usare, a mio avviso, alcuni argomenti a sproposito.

Fine dello ‘spiegone‘. Sotto ci sono i fatti alla base dello spiegone.

Punto primo: i Padri Costituenti e il coefficiente aureo.

Una delle cose che i sostenitori del “NO” al taglio ripetono spesso è che il numero di parlamentari sia stato deciso dai padri costituenti. Il che sottintende che chi oggi sostiene il taglio stia andando contro principi democratici assoluti. Come se 630+315 fosse il numero aureo da loro stabilito nel pieno rispetto del principio di rappresentanza democratica.

Ho letto un interessante articolo pubblicato da Left intitolato “Ecco come l’Assemblea costituente stabilì quale doveva essere il numero dei parlamentari“.

Prima cosa essenziale da capire è che i costituenti, nel dibattito iniziato il 4 settembre 1946 dove cercavano la quadra per la Costituzione, espressero molte idee diversissime tra loro, alcune delle quali sarebbero considerate attentati alla democrazia dagli odierni sostenitori del NO. Solo alla fine arrivarono a decidere NON un numero fisso di parlamentari MA (e cito direttamente dal dibattito riportato nell’articolo):

  • Art. 56. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto, in ragione di un deputato per ottantamila abitanti o per frazione superiore a quarantamila. Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età.
  • Art. 57. Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale. A ciascuna Regione è attribuito un senatore per duecentomila abitanti o per frazione superiore a centomila. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sei. La Valle d’Aosta ha un solo senatore.

Cioè, parlando di rappresentanza, stabilirono il numero di cittadini rappresentabile da ogni deputato. Come è logico che sia se parliamo del principio di rappresentanza. Eh, però …

… fu solo sotto la terza legislatura (il IV Governo Fanfani), presidente della Repubblica Antonio Segni, che fu scritto in costituzione, tramite la Riforma Costituzionale del 1963 un numero fisso di parlamentari in luogo del numero di cittadini per ogni parlamentare.

Simuliamo cosa sarebbe successo secondo il VERO principio dei costituenti, cioè quale sarebbe stato il numero dei parlamentari, nel 1947 (firma della costituzione), nel 1963 (quando invece fu fissato il numero) e oggi  (o meglio nel 2018) ai tempi del taglio dei parlamentari:

AnnoAbitantiCameraSenatoTotale
194745910000574230803
196351060000638255894
2018604839737563021058

Quindi, ristabilito il principio che i padri costituenti non furono Fanfani Presidente del Consiglio e Segni Presidente della Repubblica nel 1963, se qualcuno ha fatto un attentato alla democrazia sarebbero stati proprio loro.

Dunque, i sostenitori del NO dovrebbero, secondo quanto dicono, riflettere di più su cosa stiano difendendo: oggi infatti dovremmo avere 1058 parlamentari contro i 945 attuali … c’è, secondo il principio che dicono di difendere, un vulnus COSTITUZIONALE di rappresentatività da decenni. Difendere la riforma costituzionale di Fanfani, come sta di fatto accadendo, non ha senso.

Non ha però senso neppure pretendere di mantenere fisso il rapporto 1:80000 e 1:200000 quando la popolazione cresce troppo. Il perché è spiegato nella didascalia di Figura 1 in fondo al post e nel punto terzo.

Punto secondo: infallibilità dei padri costituenti.

Leggete il dibattito passaggio per passaggio, intervento per intervento per capire COSA animasse le singole istanze. C’era chi sosteneva che un numero congruo di deputati fosse un fisso 300 per svolgere le funzioni dell’assemblea (Conti Giovanni, relatore, repubblicano); c’era invece chi sosteneva che 1 deputato ogni 8omila per la camera fosse il numero giusto … per tradizione (Fuschini Giuseppe, democristiano); c’era chi invece ribatteva (sempre Conti, il relatore) “che gli oppositori alla restrizione del numero dei Deputati partono da un criterio non democratico, perché capovolgono la concezione del nuovo Stato che sarà organizzato con il criterio non tanto della rappresentanza al centro, quanto della rappresentanza alla periferia […] la risoluzione di molti problemi sarà affidata alle regioni”.

Conti peraltro aggiunge: “Il popolo italiano disgraziatamente ha una sola abitudine circa il Parlamento: parlarne male; e con la nuova Costituzione occorrerà elevare il prestigio del Parlamento, al che si giunge per una via soltanto: diminuire il numero dei componenti alla futura Camera.”

E poi c’è la dichiarazione di Einaudi il liberale “Einaudi Luigi, liberale, è d’accordo con l’onorevole Conti sulla opportunità di ridurre il numero dei membri, sia della prima Camera [che era di 500 pare, n.d.r.] che della seconda, anche per ragioni, che crede evidenti, di tecnica legislativa. Difatti, quanto più è grande il numero dei componenti un’Assemblea, tanto più essa diventa incapace ad attendere all’opera legislativa che le è demandata.

E’ evidente che oggi si parla di Costituenti attribuendogli la sapienza divina senza considerare che cercavano invece una quadra in un sistema, quello democratico, che non si basa fondamentalmente SOLO sui numeri o sui coefficienti ma sull’onestà e l’efficienza senza le quali non esistono equità, libertà e giustizia nemmeno in democrazia.

I padri costituenti, dopo lungo dibattito, approdarono a un coefficiente (1:80000 e 1:200000) che era, NOTARE BENE, frutto NON di un principio sociale scientifico, ma bensì di un mediazione fra opinioni anche antitetiche. L’opinione vincente furono i rapporti “1 parlamentare ogni quanti abitanti” di cui sopra.

La conclusione è che chi oggi si oppone a una riduzione del numero di parlamentari sta in realtà difendendo una riforma del 1963 e non le scelte dei costituenti i quali comunque, liberali, democristiani, comunisti o socialisti, non Cinquestelle, sostenevano non solo il principio di rappresentanza democratica (avendo idee diversissime su quale numero o rapporto fosse congruo) ma anche quello di efficienza e di fiducia del popolo nelle istituzioni.

Punto terzo: il federalismo incompreso

I sostenitori del SI al taglio dei parlamentari portano come esempio di basso numero di parlamentari pro-capite in nazioni democratiche e/o efficienti la Germania e gli USA.

I sostenitori del NO si oppongono replicando che questi sono due stati federali dove il popolo ha una elevata rappresentanza perché ci sono i governi dei Länder (Germania) e degli Stati (USA).

C’è però probabilmente un errore di fondo nel considerare il federalismo genericamente come una sommatoria di rappresentanze. La rappresentanza in uno stato federale è relativa al singolo argomento, dipende cioè dalla ripartizione delle competenze e se queste siano esclusive o condivise.

A leggere la suddivisione delle competenze fra Länder e Governo Federale in Germania è evidente che per ogni singolo aspetto essenziale della vita di un cittadino tedesco domina la legislazione nazionale ed è lasciato alla “autonomia” dei Länder quello che resta purché non sia in conflitto con la legge nazionale. Ci sono, pare, diversi scontri di competenza che finiscono in tribunale ma di fatto è molto simile alla nostra ripartizione di competenze fra Stato e Regioni. Quindi è assolutamente legittimo dire che a rappresentare il cittadino tedesco sia il parlamento ed è corretto dire che la Germania ha un parlamento proporzionalmente meno numeroso dell’Italia. Non è direttamente collegato al numero di parlamentari, ma è innegabile che lo stato tedesco sia più efficiente in linea di massima. E se noi abbiamo una sanità e un sistema scientifico che stanno agendo e reagendo meglio al COVID-19 non lo si deve di certo al numero di parlamentari o alle regioni ma ai tecnici che più di una volta in passato si sono dovuti appellare a un parlamento numeroso ma sordo. Dunque la Germania è un esempio corretto ed ha un numero relativo di parlamentari inferiore rispetto all’Italia.

Invece gli USA sono effettivamente uno stato federale. Perché le competenze dei singoli stati su argomenti essenziali per il cittadino americano, che vanno dalle libertà personali, ai diritti civili (unioni fra individui, pena di morte, consumo di sostanze ecc), il lavoro, la polizia e tante tante altre cose sono appannaggio esclusivo del parlamento locale e non del Congresso e sono quindi normati dal parlamento locale anche in contrasto con altri stati dell’unione. Ogni stato ha una Camera Bassa (Rappresentanti) e una Camera Alta (Senato) e quelle sono rappresentanti democratiche esclusive per gli argomenti di loro competenza. I dati di Camera e Senato per tutti gli stati a guida Dem (l’ho scelti appositamente) e per due a guida Repubblicana sono riportati qui sotto in ordine crescente di rapporto (cioè secondo la teoria del “NO”, in ordine decrescente di rappresentanza democratica): il Montana sarebbe il più democratico e la California la meno democratica.

StatoAbitanti per parlamentareCameraSenatoTotaleAbitanti
USA/Montana7082100501501062305
USA/Maine7151151351861330089
USA/Rhode_Island931575381131052567
USA/Delaware15600412162967171
USA/Mississippi17053122521742967297
USA/Kansas17645125401652911505
USA/New Mexico1870970421122095428
USA/Connecticut19113151361873574097
USA/Minnesota28257134672015679718
USA/Louisiana32361105391444659978
USA/Kentucky32374100381384467673
USA/Alabama34707105351404858979
USA/New York40482150632138622698
USA/Winsconsin4361899331325757564
USA/Oregon465636030904190713
USA/Nevada481654221633034392
USA/Pensylvania504492035025312763536
USA/Washington5126398491477535591
USA/Carolina del Nord56091120501709535483
USA/Colorado5695665351005695564
USA/Virginia59473100401408326289
USA/Michigan66959110381489909877
USA/Illinois727721185917712880580
USA/New Jersey7423880401208908520
USA/California329642804012039557045

Quindi un cittadino americano della California o del Montana è rappresentato dal suo parlamento californiano o del Montana per quanto riguarda per esempio la legalizzazione della marjuana, le unioni civili, il lavoro (non so in che misura) ecc e dal Congresso degli Stati Uniti per la guerra, l’economia, norme su evasione fiscale, per la difesa dei confini e altre cose. Dunque se si deve fare un confronto fra Italia e USA non si può fare con il solo Congresso certo, ma nemmeno con la somma dei tanti parlamenti: sarebbe una cosa sciocca. Ogni singolo stato degli Stati Uniti entra in modo indipendente con il suo parlamento nel grafico e si confronta con gli altri stati del mondo perché ha un parlamento e una autonomia su molti temi pari a quella di stati come l’Italia, la Francia, la Germania. E il grafico che ne risulta è quello qui sotto. E’ evidente, secondo la logica dei sostenitori del NO che la California sarebbe uno stato a bassissima rappresentanza democratica così come il Congresso USA, mentre il Montana è a livelli della Svezia.

L’Italia prima del taglio è ai livelli di Virginia, Colorado, Michigan e Francia e dopo il taglio a livelli molto più alti di quello della California e degli USA collocandosi in posizione quasi paritaria fra Germania e Canada.

Quindi tenendo conto della natura del federalismo, l’Italia dopo il taglio dei parlamentari sembrerebbe sempre all’interno della ragionevole rappresentanza democratica. Ma più che altro è evidente che entro certi limiti questa rappresentanza democratica non influenza il funzionamento corretto dello stato né il suo livello di democrazia e liberalismo.

Nazioni e Stati degli USA ordinati per numero di Abitanti rappresentati da un singolo parlamentare

Figura 1: Nazioni del Mondo e Stati USA (preceduti da “USA/”) ordinati per numero crescente di abitanti rappresentati da un singolo parlamentare. Secondo la teoria del NO al taglio, verso sinistra le Nazioni o gli Stati considerati a maggiore rappresentanza democratica (e lontani da rischio “pieni poteri”) e a destra le nazioni o gli stati a minore rappresentanza democratica. In rosso la posizione dell’Italia prima del taglio e dopo il taglio.

Il grafico fa sorgere anche un dubbio: gli Stati USA sono quasi tutti a sinistra della attuale situazione Italiana, cioè hanno una rappresentanza numerica più alta anche di Spagna, Francia, Belgio, Svezia, Italia, Germania ecc.

Anche questo è un fatto in larga parte apparente: gli stati USA in tabella variano da un minimo di circa 1:7.000 (Montana) a un massimo di 1:330.000 (California) parlamentare ogni tot abitanti. Si potrebbe dire quindi, più che altro, che c’è una enorme disparità di rappresentanza democratica in USA fra i vari stati. Ma non è proprio così. C’è un perché che di nuovo nulla ha a che fare con la democrazia. Una regola che vale in USA e nel mondo (salvo storture): il rapporto fra numero di parlamentari e numero di cittadini non può essere costante (in questo topparono anche i costituenti).

Pretendere la rappresentanza democratica costante (rapporto) è in opposizione all’efficienza di un parlamento, sia verso l’alto che verso il basso. Sotto un certo numero di parlamentari infatti, per come funziona la democrazia parlamentare in media nel mondo, le funzioni sono compromesse, quindi più basso è il numero di cittadini più alto è il numero di parlamentari pro capite. Mantenendo il rapporto costante, all’aumentare della popolazione aumenta a dismisura il numero di parlamentari senza un vero perché, come dimostrato sopra.

In conclusione, sostenere il NO con un argomento come “attentato alla democrazia e alla Costituzione” è privo di senso.

Per il resto ogni opinione è legittima purché non basata su argomenti pretestuosi.

Provvedimenti approvati dal Governo e dal Parlamento in relazione all’emergenza sanitaria COVID-19

Premessa breve (e necessaria)


La definizione di “stato di emergenza” non è contenuta nella Costituzione. L’Articolo 16 della Costituzione prevede solo che:

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche [cfr. art. 120 c. 2, XIII c. 2].

Lo stato di emergenza è collegato alla “Legge n. 225 del 24 febbraio 1992: istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile”. Mi è stato spiegato (se ho ben compreso) che questa Legge NON introduce in generale lo stato di emergenza nell’ordinamento giudiziario italiano, ma ne delimita i contorni qualora sia attivato, ferma restando la Costituzione ed esclusivamente in contesti inerenti alla attivazione del servizio di Protezione Civile a cui la Legge fa riferimento. Fra cui emergenze sanitarie.

L’Articolo 5 della menzionata Legge, come successivamente modificato dal Decreto-legge n. 59 del 15 maggio 2012 convertito dalla legge n. 100 del 12 luglio 2012  comunque dice:

Stato di emergenza e potere di ordinanza. “Al verificarsi degli eventi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera c), ovvero nella loro imminenza, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, per sua delega, di un Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri segretario del Consiglio, anche su richiesta del presidente della regione o delle regioni territorialmente interessate e comunque acquisita l’intesa delle medesime regioni, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi, disponendo in ordine all’esercizio del potere di ordinanza nonché indicando l’amministrazione pubblica competente in via ordinaria a coordinare gli interventi conseguenti all’evento successivamente alla scadenza del termine di durata dello stato di emergenza. Con le medesime modalità si procede alla eventuale revoca dello stato di emergenza al venire meno dei relativi presupposti.” […]

1-bis. La durata della dichiarazione dello stato di emergenza non può superare i 180 giorni prorogabile per non più di ulteriori 180 giorni [Il Decreto Legislativo 2/1/2018 n°1 estende a 12mesi + 12 mesi]

Fine della premessa breve


Sul sito del Governo si trova, per verifica di quanto riporto qui sotto, la lista di provvedimenti presentati dal momento in cui l’OMS ha decretato l’emergenza sanitaria di rilievo mondiale.

Il primo provvedimento che fa da riferimento per i DPCM che hanno avviato il lockdown e che contiene la lista delle limitazioni agli spostamenti e ad altre libertà è:

Decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6

Questo DL è stato già convertito in legge [Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla Legge 5 marzo 2020, n. 13] dal parlamento italiano.

Questo qui sotto è l’iter al Senato che ha portato alla conversione del DL.

Screenshot 2020-04-29 19.44.04

L’Articolo 3 di questo Decreto Legge convertito dal Parlamento in Legge lo riporto interamente perché riguarda i famosi DPCM:

Art. 3

Attuazione delle misure di contenimento
Le misure di cui agli articoli 1 e 2 sono adottate, senza  nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con uno o più decreti  del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, sentito il Ministro dell’interno, il Ministro  della  difesa, il Ministro dell’economia  e  delle  finanze  e  gli  altri  Ministri competenti  per  materia,  nonché   i   Presidenti   delle   regioni competenti, nel  caso  in  cui  riguardino  esclusivamente  una  sola regione o alcune  specifiche  regioni,  ovvero  il  Presidente  della Conferenza dei presidenti delle regioni, nel caso in  cui  riguardino il territorio nazionale.  Nelle  more  dell’adozione  dei  decreti  del  Presidente   del Consiglio dei ministri di  cui  al  comma  1,  nei  casi  di  estrema necessita’ ed urgenza le misure di cui agli articoli 1  e  2  possono essere adottate ai sensi dell’articolo 32  della  legge  23  dicembre 1978, n. 833, dell’articolo 117  del  decreto  legislativo  31  marzo 1998, n.  112,  e  dell’articolo  50  del  testo  unico  delle  leggi sull’ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.               

Consiglio di leggere l’iter di conversione alla Camera [favorevoli 462 su contrari 2 su 464] e al Senato [favorevoli 234, astenuti 2 contrari 0 su 240] durato 12 giorni e riassunto qui: se non mi sono perso nulla di quell’intreccio di interventi, OdG, emendamenti ecc, nessuno, fra commissioni, sottocommissioni e le due assemblee, membri di maggioranza o opposizione, propone alcuna modifica dell’Articolo 3 rispetto all’uso dei DPCM, né solleva eccezioni di costituzionalità o timori di distorsione. Gli argomenti sono assolutamente tutti altri. Anche molto complessi utili e legati alla gestione dell’emergenza e alle conseguenze del lockdown eventuale.

Decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9 Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Questo DL implementa le misure economiche fra cui prima fra tutti la Cassa in Deroga. Era all’esame in Parlamento ma è stato abrogato e preso in carico dalla successiva Legge, il Curaitalia.

DPCM 8 Marzo 2020 istituisce la zona rossa, ed è un Decreto Attuativo delle misure contenute del Decreto Legge 9 del 2 Marzo.

Decreto Legge 9 Marzo 2020, n.14 Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19Introduce provvedimenti per finanziare e potenziare il servizio sanitario. Era in esame al Parlamento ma è stato abrogato e preso in carico dalla successiva Legge, il Curaitalia.

I DPCM 9 Marzo e 11 Marzo sono estensioni del DPCM dell’8, non cambia quasi altro che l’estensione territoriale delle limitazioni ed entrambi sono decreti attuativi del Decreto Legge convertito in Legge 13 del 5 Marzo 2020. Il DPCM dell’11 Marzo 2020 è di fatto l’inizio del lockdown.

Decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18  #CuraItalia Misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, convertito dal parlamento in Legge 24 Aprile 2020 n°27 

Il DPCM 22 Marzo poi è di nuovo “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020“, cioè la Legge 5 Marzo 2020.

***** A questo punto subentra il Decreto Legge che abroga parzialmente e sostituisce la Legge n°13 del 5 Marzo 2020 e ne riprende le capacità di limitazione alle libertà di circolazione *****

Decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19 Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19.

L’articolo 1 e l’articolo 2 e tutti i suoi commi di questo Decreto Legge, quindi provvedimento che è al parlamento per la conversione entro 60gg (di cui il 1° Maggio 2020 ne sono passati già 37), dispongono tutte le limitazioni che i provvedimenti attuativi possono attuare ma sono ereditati dalla Legge 5 Marzo 2020 convertita dal parlamento.

Il DL 25 Marzo 2020 n° 19 è anche il riferimento della Autocertificazione in sostituzione della Legge 13 del 5 Marzo.

Il Decreto Legge in questione è allo studio del Parlamento, e l’iter in questo Momento lo vede alla Camera dei Deputati, dal 30 Marzo. Dal 31 Marzo le Commissioni passano al 7 Aprile e poi al 15 Aprile e poi il 29 Aprile. In particolare il 15 Aprile la Commissione Affari Costituzionali, esprime parere favorevole con delle raccomandazioni che non menzionano il problema dell’uso dei DPCM come strumenti attuativi. Chiede solo di fare meno casino con la successione di DL nuovi e abrogazione dei precedenti.

Screenshot 2020-04-29 20.07.44

Dal 29 Aprile il dibattito va all’aula della Camera e per ora le sedute sono due (29 e 30 Aprile). Ed è li che per la prima volta la questione procedurale sui DPCM emerge. Scorrendo i testi delle due stenografiche mi pare che in linea di massima fin qui ci siano veri attacchi da FdI, mentre il resto dell’aula chiede di rimettere ordine fra i tanti DPCM e ormai anche di coordinare i vari DL e Leggi che si sono succeduti.

Parlamenti e parlamentari

L’Italia è una democrazia parlamentare bicamerale, con una Camera dei Deputati (630 seggi) e un Senato (320 seggi) per un totale di 950 seggi.

Numeri

I grafici sono fatti da me (con foglio di lavoro Google)  in base ai dati ufficiali di 22 nazioni del mondo (larga parte europee) che a vario titolo possono essere nel bene o nel male un riferimento. I valori numerici sono riportati in Figura 4.

Dalla Figura 1 si vede che l’Italia è il terzo paese per numero assoluto di parlamentari dopo Cina e Inghilterra. Fra i numeri più bassi ci sono le democrazie del nord-europa.

Ma non è il numero assoluto di parlamentari che conta più di tutto. Quello è solo un indice di dove ci troviamo rispetto a tanti pesi più o meno liberarli o autoritari.

Il parametro che interessa di più è il numero di parlamentari per cittadino (pro capite) o, che esprime lo stesso concetto, il numero di abitanti per parlamentare. Figura 2 riporta, sempre ordinato per valore crescente, il numero di abitanti per ogni parlamentare, indicazione di quanti abitanti ogni parlamentare è in media chiamato a rappresentare. In india, che ha meno parlamentari dell’Italia, uno di essi è chiamato a rappresentarne oltre 1,5 milioni (!) mentre la Svezia poco meno di 30 mila. Figura 3 invece riporta l’indice pro-capite che per scelta ho normalizzato rispetto al valore più alto ordinando poi le nazioni per questo indice crescente. Per semplificare, qui la Svezia, per le stesse ragioni di Figura 2 (tanti parlamentari rispetto alla popolazione) ha il più alto numero di parlamentari pro capite mentre l’India (che di parlamentari ne ha in assoluto meno dell’Italia ma ha una popolazione di oltre 1mld di abitanti) ha l’indice più basso. Queste due figure dicono la stessa cosa e vedono l’Italia più o meno nel mezzo fra Belgio e Francia.

Deduzioni

Confrontando questi grafici e i numeri assoluti di parlamentari e popolazione e anche la qualità dello stato di riferimento (servizi sociali, tasse, libertà ecc) si deducono alcune cose semplici:

  • l’Italia non è una democrazia funzionale, equa fiscalmente e socialmente, nonostante lo stato sociale e tante altre belle cose; non ha espresso fin qui una classe politica efficiente e di qualità e men che meno si è difesa da derive autoritarie se non in extremis; eppure ha il più alto numero di parlamentari e un numero procapite medio (o numero di abitanti per parlamentare, che è lo stesso), né basso né alto;
  • a fronte del punto 1 l’Italia ha un numero di parlamentari pro-capite più vicino a quello di paesi piccoli, con una popolazione limitata dove il numero di parlamentari non può, per funzionalità dello stato, scendere troppo … nazioni molto funzionali in genere;
  • se si osservano le nazioni in che hanno più alto e più basso numero di parlamentari pro-capite si nota che non sembra esserci alcun legame con le libertà personali, il livello di democrazia e l’efficienza dello stato;

Se ne deduce che il numero di parlamentari non è sintomo di democrazia e men che meno di libertà ed efficienza.

Entro certi limiti minimi si può ridurre il numero di parlamentari senza incidere sulla democrazia in nessun modo.

Quello che fa la differenza è solo la legge elettorale insieme alla qualità dei politici eletti.

Schermata 2019-08-28 alle 10.51.45

Figura 1: Numero totale assoluto di parlamentari per nazione ordinati in numero crescente.

Schermata 2019-08-28 alle 11.28.26

Figura 2: Nazioni ordinare per numero crescente di abitanti che ogni parlamentare è chiamato a rappresentare. Più è alto il numero minore è il numero di parlamentari rispetto alla popolazione.

Schermata 2019-08-28 alle 10.44.55

Figura 3: Nazioni ordinate per densità relativa crescente di parlamentari per abitante; in sostanza il numero di parlamentari per abitante prendendo a riferimento il valore della nazione che ha il più alto numero di parlamentari per abitante e mettendolo uguale a 1. Il valore assoluto non ha significato, solo l’ordine e le altezze delle colonne le une rispetto alle altre.

Schermata 2019-08-28 alle 11.43.23

Figura 4: Dati su cui sono basati i grafici, qui ordinati in base ai valori crescenti della colonna in violetto.

 

La Grande Opera

Questo post è diretto alla compagine del Movimento 5 Stelle attualmente al governo e in parlamento.

Cambiare questo Paese è equiparabile a una grandissima opera che richiede certamente onestà alla base di tutto (sarà lapalissiano, ma non lo è per la politica Italiana) e, soprattutto, piani strategici a lungo termine in grandi settori di interesse nazionale: industria, ambiente, ricerca. Questa è l’unica emergenza.

Ottenuta la maggioranza relativa alle elezioni del 4 Marzo, a parte la mia personale soddisfazione, non si poteva governare con nessuna delle minoranze relative, perché TUTTI erano avanzi di prima repubblica nel migliore dei casi. Alcuni partiti, come Forza Italia e Lega, con un fetore che oscillava fra il cialtrone piduista e l’eversivo ignorante, rispettivamente. Gli altri, il PD essenzialmente, che oscillavano da soli fra la sindrome da inseguimento della destra e l’inaffidabilità emotiva interiore mista a egocentrismo estremo (di cui le prove sono adesso definitive).

Una grande opera si valuta con un bilancio costi/benefici che non deve essere superiore a 1.0.

Governare finalmente: può essere bello ma deve dare, al Paese, più benefici che costi, siano essi economici o sociali.

Governare col PD sarebbe stato impossibile, governare con FI sarebbe stato impossibile e immorale. Governare con la Lega sarebbe stato, al pari di FI, immorale e soprattutto (se non si è degli sprovveduti) con costi maggiori dei benefici sociali ma anche economici e d’immagine.

Avete fatto un errore di valutazione, presi dalla foga di governare, forse imbrogliati dall’idea malsana che Salvini fosse un uomo di parola. Ma un Leghista, caro Beppe che sta cazzata l’hai sparata e forse hai convinto Di Maio & co., è di parola solo finché gli conviene. Vedi i fucili, i padanismi, gli insulti ‘razzisti’ ai meridionali, i ‘Roma ladrona’ seguiti però da ruberie varie (vedi 49Mln) e banca-filia. Il leghista è opportunista, lo è anche con l’odiato immigrato che comunque gli serve se non come schiavo come capro espiatorio raccatta-voti, figurati con gli alleati di Governo e con i suoi stessi elettori. E’ un genere di persona, il politico leghista, che ti farebbe bere l’olio di ricino spacciandolo per aranciata (vedi Salvini e l’ultrà per dirne una sola) ridendo e twittando. Non potete non averlo capito a questo punto se non prima.

Io onestamente lo sapevo e per questo ho votato contro questo ‘contratto’ e contro quindi questo ticket di governo pur avendo votato M5S (una migrazione lenta ma convinta e costante, con accresciuta partecipazione, dal lontano 2005, dai V-Day al portale alle ultime due elezioni Nazionali e diverse locali ed Europee).

Vi ho dato il beneficio del dubbio, e apprezzo certamente alcune cose fatte (cerco sempre il positivo) perfino il tentativo di forzare il deficit/pil uscendo dalla sudditanza tutta Italica, apprezzo molti di voi, soprattutto quelli che stanno dimostrando di aver capito la brutta china che avete intrapreso a dorso di mulo-salvini ma …

  • non siete stati in grado di tenere a bada sto ducetto da quattro soldi anzi lo avete lasciato fare o inseguito su un terreno insopportabile quanto inutile per il Paese
  • fate finta di nulla anche sulle sue frequentazioni, le abitudini ruberecce da prima repubblica del suo partito, le esternazioni razziste e le parole inaudite sulla vicinanza Polizia-Lega (inquietante) e sul comportamento dei suoi ‘buttafuori’ che manco le guardie di Berlusconi
  • lo avete lasciato sconfinare grevemente in ambiti non suoi permettendogli di inasprire il clima sociale in un paese che del vigliacco-fascismo e del qualunquismo strisciante non si è mai liberato (anche a causa della sinistra)
  • avete abusato della fiducia parlamentare che avete duramente (e giustamente attaccato in passato) e a che pro? Per fa passare quella monnezza di DL sicurezza che serve solo a far bello Salvini manco a rendere sicuri quegli insicuri cronici dei suoi elettori … e ANZI … prepara il terreno per impedire a gente pacifica ma dissenziente di dissentire mentre sull’immigrazione ne peggiora la gestione
  • sulla manovra (e tutte le future se ci saranno) che è il vostro VERO UNICO cavallo di battaglia, perché a Salvini non frega nulla della crescita del Paese ma solo dei soldi per le minchiate Leghiste, state facendo ridere: sparate il 2.4 e vabbè ma a fronte di questa boutade?
    • norme simpatiche (tipo eco-tassa, subito ridimensionata da Salvini, e bonus per le macchine elettriche) ma minimali che non valgono la puzza di Lega che tocca sopportare
    • non avete un serio piano di investimenti per la crescita a lungo termine (10 anni almeno!!!) con piani strategici ben strutturati (non generiche affermazioni) nei settori di cui sopra (a meno che non mi sia perso qualcosa)
    • mettete in priorità il reddito di cittadinanza, che per carità è importantissimo e lungimirante e tutt’altro che assistenzialista, ma VIENE DOPO la crescita e il lavoro (cioè DOPO i piani a lungo termine di cui sopra, SOPRATTUTTO se alzi la soglia di deficit/pil)
    • Tria all’Europa risponde che sblocchiamo la burocrazia, semplifichiamo e tutti correranno qui coi soldi … e questo è tutto? Va bene, dico, ma questo è tutto?!
    • il DL anticorruzione, bello mi piace, ma non darà crescita il prossimo anno tanto da forzare il 2.4 che mo’ scende ridicolmente al 2.2 e poi vedrete dovrete scendere al 2.0 e forse chissà pure sotto e quindi ciao reddito
    • belli i soldi in Ricerca ma sono davvero spicci, di cui sentitamente vi ringrazio ci mancherebbe dopo anni di tagli e sofferenze, ma investire in ricerca prevede un piano e svariati miliardi PRIMA del reddito di cittadinanza perché se i ragazzi Laureati se ne escono e invece che trovare un ca** di call center o il centro per l’impiego trovano miliardi in ricerca vanno a guadagnarsi magari 1500/2000€ formandosi e lavorando per il Paese, vanno all’estero si pure ma poi però ritornano perché sanno che avete un piani di investimenti a lungo termine
  • permettete alla Lega di prendervi e prenderci in giro, citando il contratto solo quando gli fa comodo, gli permettete di propagandare valori divisivi e arretrati a scapito della sicurezza generale, della convivenza civile … non bastavano FI e il PD, non bastava l’acqua che quegli scellerati hanno già portato agli ignoranti alimentando il tema sicurezza quando poi la criminalità (mafia a parte) è in discesa mentre l’odio e la rabbia a fondo perduto sono in salita, non bastavano le mille e mille divisioni della sinistra (sedicente vera) o quella ridicolaggine di Fratelli d’Italia
  • fate finta di nulla quando il vostro alleato di governo va in giro manco fosse il capo di questa m*** coi suoi buttafuori a zittire la gente che protesta.
  • mi fate digerire questa assurdità di un Primo Ministro (Conte) che NON va nemmeno a un incontro ONU su un tema TANTO CARO al ministro dell’interno perché … deve decidere il parlamento? Eh no, sulla democrazia non mi pigliate in giro!!! Favori elettorali alla Lega alla faccia della democrazia diretta no eh?! Il governo VA agli incontri internazionali e SOTTOSCRIVE quello in cui crede o si assume la responsabilità di NON sottoscrivere quello in cui non crede … al Parlamento SEMMAI demanderà i dettagli di quello che l’Italia crede di volere o non volere da quella dichiarazione di intenti o accordo, se lo sottoscrive. Cosa hanno dovuto sentire le mie orecchie di democratico diretto … ah!

Avevo visto giusto: con la Lega non si può governare e avevo visto giusto quando ho preferito altri candidati/e a Luigi Di Maio alle votazioni interne, non perché creda nella persona sola al comando, anzi voto M5S perché NON credo in questa cosa (a differenza della sinistra che invece ormai ci campa) ma perché sono certo che senza Di Maio non avremmo avuto il governo giallo-verde anzi avremmo tenuto fede al “con nessuno che so’ tutti brutti”, saremmo andati a nuove elezioni e il M5S avrebbe governato da solo come è giusto che sia.

Sono paziente io, certo, vedo il positivo il più possibile, certo, penso che oltre il M5S, con il panorama politico attuale (e futuro per quel che vedo ovunque) non ci sia altra speranza, e penso che la democrazia diretta permetta al popolo di crescere che se non lo fa mai non ci sarà mai una politica decente. Non sopporto quelli che hanno accettato o taciuto sulle medesime cose fatte da PD e altri (che sono costate vite umane e convivenza civile pure quelle) … continuerò a seguire Rousseau per le consultazioni interne ma, detto questo, non vi voterò più alle elezioni politiche finché sarete al governo con la Lega  (prossimo non voto le Europee). 

Fate voi.

 

PS: non sottovalutate l’effetto che può avere la combinazione fra le tante frustrazioni personali in un mondo perennemente connesso dove le istituzioni di riferimento propagandano divisione (noi vs loro) fornendo capri espiatori (altro che razzismo o altro … solo capri espiatori ed egoismo sfrenato) facilmente identificabili. Voi siete meglio di così ma il silenzio e la coesistenza con questi atteggiamenti è comunque colpevole.

Criminali!

Roberto Saviano su Repubblica TV sull’approvazione al Senato della legge per il “Processo Breve”

Roberto Saviano
Roberto Saviano su RepubblicaTV

Brunetta e Nicolais: quante bugie

Brunetta usa la tecnica del tormentone, da bravo cabarettista. In realtà copia, spesso, i suoi colleghi meno fortunati, perdendo di originalità. L’esempio più eclatante è quello della definizione di “fannulloni” che deriva dalla definizione “nullafacenti” tirata fuori da quella “brava persona” di Ichino del PD. Brunetta però in genere prende il peggio, la parte populistica a cui abboccano gli italiani e tralascia il nucleo funzionante dell’idea, che nel caso di Ichino prevedeva di stare col fiato sul collo dei dirigenti, vincolando loro e i loro dipendenti a criteri di produttività.

Ora, su questo tornerò perché è di capitale importanza per capire quanto idioti siano stati gli italiani.

Quello che mi preme ora è mettere fine a una eclatante BUGIA.

Brunetta sostiene a tormentone ormai che non è il suo Art. 7, DL 1167 al Senato, che blocca le stabilizzazioni dei precari nella pubblica amministrazione (fra cui, lo ricordo, migliaia di ricercatori) ma la ormai famosa Circolare 5 del 2008 a firma dell’uscente Ministro del Governo Prodi, Nicolais.

Giustamente il ministro pubblica sul sito della Funzione Pubblica entrambi i testi in modo che la gente possa fare un confronto.

La gente, e penso lui lo sappia, non confronterà mai un tubo e continuerà a osannare Brunetta e la sua trasparenza. Nemmeno i giornalisti lo fanno. Infatti Brunetta può permettersi, impunemente, di citare SOLO UN PEZZO DELLA CIRCOLARE 5, TAGLIANDO IL PUNTO CHIAVE.

Vi riporto qui sotto la parte incriminata della Circolare 5, evidenziando in blu quello che sostiene Brunetta e in rosso quello che Brunetta non dice.

dalla Circolare 5 di Nicolais […] Ne deriva che la programmazione triennale del fabbisogno, nel rispetto delle disponibilità di organico dell’ente relative all’anno 2008 e 2009, potrà essere elaborata quest’anno e l’anno successivo tenendo conto anche di questa modalità di reclutamento speciale, mentre a decorrere dal 2010 gli interventi programmabili dovranno fondarsi esclusivamente sulla disciplina ordinaria di reclutamento, fatte salve le determinazioni assunte negli anni 2008 e 2009 riguardanti il personale stabilizzabile che ha  saturato o chedeve maturare il triennio previsto anche oltre il 2009. […]

E’ incredibile o no la precisione chirurgica con cui è stata rimossa la parte che fa salve proprio le stabilizzazioni?

E ora la spiegazione

1) la circolare Nicolais non fa altro che ribadire quello che già le due finanziarie Prodi dicevano: le stabilizzazioni sono una cosa straordinaria che serve solo a sanare una situazione paradossale; dal 2010 si ricomincia coi concorsi;

2) la circolare Nicolais NON ABROGA il comma 519 della Legge Finanziaria del dicembre 2006 (la prima di Prodi) che sancisce le stabilizzazioni, quindi le LISTE DI STABILIZZAZIONE fatte nel 2007 e nel 2008 RESTANO VALIDE

3) la circolare Nicolais dice esplicitamente: “fatte salve le determinazioni assunte negli anni 2008 e 2009 riguardanti il personale stabilizzabile che ha  saturato o che deve maturare il triennio previsto anche oltre il 2009

4) è il disegno di legge 1167 di Tremonti che, qualora approvato, con l’Art 7 (ammazzaprecari, di Brunetta) comma 1 abrogherebbe, a decorrere dal 1° Luglio 2009, il comma 519 della Finanziaria 2006 e i suoi omologhi della Finanziaria 2007, distruggendo le liste di statbilizzazione e i diritti acquisiti dai precari.

Io non apprezzo che l’ex Ministro Nicolais abbia voluto “firmare” quella inutile circolare né mi interessa che fra ministri ed ex ministri si insultino a vicenda (si difendano da soli); però non sopporto che si debba mentire spudoratamente senza contraddittorio (giornalisti dove siete?) per svuotare una protesta sacrosanta, quella dei precari, fra le cui fila militano i tanti precari degli Enti Pubblici di Ricerca a cui Brunetta si è permesso di dare dei “Capitani di Ventura”.

Su queste note mi permetto di ripubblicare il video “Precari della Ricerca contro Brunetta” a cui aggiungo solo una minima correzione: il 10% di taglio alle piante organiche è rientrato, sia per le forti proteste  che  per il fatto non secondario  che implicava in alcuni casi il licenziamento generico di dipendenti già a tempo INDETERMINATO!!!!