6 Aprile 2009

Il 6 aprile 2009 alle 4:00 a.m. non ero già più a casa mia. Sarei arrivato all’Aquila solo 2 ore e  mezza dopo, per svolgere il mio lavoro.

Le ore e i giorni che sono seguiti hanno lasciato un segno.

Adesso però voglio lasciare questo spazio a un altro blog, 6 aprile 2009, di cui riporto il post più recente.

Ci rifanno …

TERREMOTO, RICOSTRUZIONE e … POTERI SPECIALI …

Riporto per intero un articolo da “il Manifesto” di oggi, sulla ricostruzione e gli appalti connessi.

TERREMOTO – Affidati a sedici aziende i cantieri per i new village. Lavori per 316 milioni di euro, niente sindacati e tanta fretta.
Prefabbricati a L’Aquila, vincono i costruttori dell’ospedale crollato

di Andrea Palladino
Sedici aziende sono state selezionate – su cinquantasette partecipanti – per realizzare i new village per il dopo terremoto. Avranno a disposizione un budget di 316 milioni di euro e tempi tanto stretti da sembrare poco credibili, che – se tutto va bene – porteranno fuori dalle tende dodicimila aquilani entro fine dicembre. La protezione civile ha così chiuso ieri la gara per il piano Case – i prefabbricati che nasceranno in venti aree del comune di L’Aquila. Un pezzo consistente delle opere è stato affidato a tre aziende abruzzesi, che realizzeranno 8 lotti su 30, per un totale 84 milioni di euro di lavori. Sono imprese ben conosciute, costruttori locali di vecchia data, che contano nel panorama economico aquilano: il consorzio Consta, la Maltauro e Taddei spa e i fratelli Frezza.
La Taddei è l’azienda maggiormente coinvolta in questa fase. Con la controllata Edimo si era già aggiudicata – con un appalto ad invito, senza gara europea – la realizzazione dei pali delle fondazioni antisismiche dei prefabbricati.

Ieri la protezione civile gli ha affidato la realizzazione di cinque lotti – su un totale di trenta messi a gara – dove saranno realizzati gli edifici prefabbricati. C’è poi la società dei fratelli Frezza, di cui ha parlato ampiamente il manifesto il 16 aprile. Armido Frezza – che con il fratello Walter realizzerà uno dei trenta lotti, per un importo di quasi 11 milioni di euro – ha firmato gli ultimi lavori dell’ospedale San Salvatore, che non ha retto il terremoto del sei aprile. La società Frezza aveva realizzato, tra l’altro, la ristrutturazione del piano terra del blocco operatorio, dove le colonne scoppiarono letteralmente durante il sisma. Un appalto, quello dell’ospedale, che presentava poi alcune curiosità. Secondo quanto venne denunciato il 29 marzo scorso dal direttore dei lavori Sergio Angelini la fornitura delle attrezzature mediche – accorpate con la realizzazione dei lavori edili – aveva subito un ricarico fino al 60%, quando la normativa prevede una percentuale massima dell’11,74%. Il legame dei fratelli Frezza con le cronache del terremoto non si ferma all’ospedale. I familiari delle sette vittime di via XX settembre 79 hanno puntato il dito contro i costruttori aquilani, che – secondo quanto hanno denunciato in un esposto dopo il terremoto – avrebbero realizzato alcuni garage scavando sotto le fondamenta del palazzo crollato. Ad oggi – mentre si aggiudicano i lavori del dopo terremoto – non c’è ancora nessun indagato per i crolli troppo prevedibili dei palazzi de L’Aquila. Il procuratore Rossini ha rinviato ogni decisione a settembre. «Se ci saranno illeciti penali interverremo », ripetono dalla Procura.
La sola preoccupazione a quasi tre mesi dal sisma è di far presto. «Ci vorranno 30 giorni per i progetti esecutivi
e 80 per la realizzazione del primo blocco di prefabbricati», commenta Carlo Taddei, della Taddei Spa. «Il margine di profitto – continua – è molto basso e le penali altissime». Il sindacato degli edili è stato tenuto lontano dalla protezione civile e sarà molto difficile mettere il naso nei cantieri che verranno aperti. «Io non ho nulla contro i sindacati – continua Taddei – vengo dalla gavetta.
Ma nella mia azienda di sindacato non ce n’è bisogno». E per fare presto le aziende potranno ricorrere facilmente ai subappalti, fino al 50% dei lavori. Nei giorni scorsi a L’Aquila sono arrivati i saldatori bresciani
per preparare le fondamenta. E nei cantieri dove opereranno migliaia di edili ci saranno tanti dialetti e pochi
delegati.

Sciacalli da … far tremare.

All’indomani del magnitudo (Mw) 6.3 che ha colpito l’Aquila lo scorso 6 Aprile, ho trovato  davvero singolare che i primi arrestati fossero, tanto per cambiare, dei Rumeni. Ma come? Crollano case fatte 3 giorni prima, c’erano palazzi lesionati che non sono stati evacuati (stando a quanto ha riportato il sindaco dell’Aquila … ma anche la studentessa intervista ad Annozero) … e i primi arrestati, peraltro processati per direttissima e rilasciati perché “il fatto non sussiste”, sono dei Rumeni? Per sciacallaggio? Sarebbe esilarante, se non ci fosse di sfondo una tragedia per migliaia di persone.

Da allora mi sono chiesto chi fossero gli sciacalli e di che genere di sciacallo parliamo.

Il primo sciacallo, è come sparare sulla Croce Rossa lo so, è Berlusconi. Perché ha palesemente sfruttato l’emergenza sismica e la sofferenza di tanti, per fare la passerella quotidiana, intralciando l’operato primario dei soccorritori, che è quello di occuparsi degli sfollati dell’Aquila e non del presidente del consiglio che invece gode di ottima salute. Tutto questo mentre si compiaceva della scelta dei parlamentari di non fare loro la passerella proprio per non intralciare le operazioni di soccorso. Il secondo atto personale di sciacallaggio, da parte del presidente, è stato il tentativo di “silenziare” la polemica sulle costruzioni lesionate e/o distrutte e sul suo piano casa, progetto che, analogamente ai condoni edilizi, è il genere di atto che più di qualunque altro porta alla violazione delle norme antisismiche!

Il secondo sciacallo, se è vero che è sua l’idea, è Bertolaso, il direttore della Protezione Civile (PC). Non per la gestione dell’emergenza: credo infatti che la combinazione dell’allerta immediato lanciato dalla sala di monitoraggio sismico dell’INGV, della capacità d’intervento della Protezione Civile e della forza fisica e morale di tanti volontari, vigili del fuoco ecc … abbia fatto la differenza per tanta gente, sopratutto nelle prime ore del 6 aprile. No, mi riferisco alla decisione di spostare il G8 all’Aquila. La cosa che dà fastidio è che la scelta dipende, sembra sempre più evidente, dalla impossibilità per la PC di gestire contemporaneamente il G8 e l’Aquila. E ci mancherebbe … ma la soluzione geniale è passare sopra gli abruzzesi? La situazione probabilmente sarà ingestibile con la gente nelle tendopoli. E’ difficile già ora, a causa dei bagni, del freddo (e poi del caldo), del maltempo, della continua presenza del politico  di turno e delle continue scosse (che non facilitano il rientro della gente nelle case, sia pur agibili). E mi viene anche il dubbio che quando saremo in prossimità del G8, con migliaia di delegati e altrettanta polizia e carabinieri per le strade, gli Abruzzesi passeranno in secondo piano, dato che ci passano anche ora che gli unici incomodi sono Berlusconi e il Papa. Il presidente del consiglio ovviamente ha ben accolto il suggerimento, definendolo “idea geniale”, perché gli risolve, almeno così immagina, il problema delle proteste che sempre seguono il G8 in qualunque parte del mondo.

E intanto l’Espresso pubblica un ennesimo speciale sul terremoto, di cui una anticipazione si trovava già qui, che rivela che la caserma Vincenzo Giudice della Guardia di Finanza, che ospiterà il G8 … sembra non sia a norma rispetto alle leggi sulle costruzioni in zona sismica! Si legge “Le sue fondamenta sarebbero state costruite con una tecnica anomala che non rispetta le norme e senza i calcoli necessari per verificarne la tenuta sotto sisma“. Mah …

Terzo sciacallo è chiunque in questi giorni si diverta a diffondere previsioni su terremoti che si starebbero per verificare un po’ ovunque.  Sempre il Centro riporta infatti che l’Aquila ha sperimentato nuovi momenti di panico quando ha iniziato a girare la voce di un nuovo forte terremoto che sarebbe stato in arrivo. Queste voci ormai, da quando Giuliani ha fatto i suoi exploit, girano in continuazione in ogni parte d’Italia. Ma all’Aquila comprensibilmente provocano più paura che altrove. Qualche sciacallo in giro c’è e non si sa chi è, ma ciò che è sicuro è che sfrutta la moda “previsionista” lanciata da Giuliani, che ha contribuito a deviare l’attenzione della gente dalla prevenzione alla previsione.

Un futuro prevedibile …

Torno per la seconda volta sul terremoto. Sulla prevedibilità dei terremoti segnalo solo due approfondimenti. Il primo è che all’Università FedericConferenza: prevedibilità terremotio II si è tenuto, pochi giorni fa, un convegno sul tema, presente anche Giuliani. E’ interessante perché si capisce un po’ meglio, secondo me, la pochissima consistenza sia scientifica che di buon senso delle sue “previsioni”. Sono però contento che sia stato invitato, ascoltato e messo alla prova. Un buon commento lo ha fatto Marco Cattaneo qui.

La seconda segnalazione è quella di un articolo di Science, rivista che insieme a Nature rappresenta il top delle pubblicazioni scientifiche mondiali di larga diffusione e massimo impatto. L’articolo contiene anche parti di una intervista a un ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Lo trovate qui.

Per quanto riguarda i terremoti, molti italiani ancora non hanno idea di cosa sia davvero un terremoto e per questo, come sempre succede,con qualunque “rischio”, sono più fragili ed esposti. Eppure viviamo in uno dei settori più sismici dell’area mediterranea. Non solo ma, fra le tante zone sismiche del mondo, l’Italia è anche una di quelle con la “storia” più complessa e difficile da ricostruire. L’Appennino non è la San Andreas. Qui non c’è una faglia lunghissima, verticale, trascorrente (cioè a movimento laterale) e relativamente semplice. Ce ne sono centinaia di piccole medie e grandi dimensioni. Molte di queste sono vicine le une alle altre. La maggior parte è situata lungo la catena appenninica dove, infatti, è localizzata la maggior parte dei terremoti. I terremoti si generano quando le rocce, sottoposte a forti stress per la dinamica legata alla tettonica delle placche, accumulano una forte deformazione fino a rompersi lungo una faglia oppure fino a riattivare una faglia già esistente. E’ l’improvviso movimento delle rocce,che, propagandosi, genera le oscillazioni in superficie, che in alcuni casi diventano distruttive. Se si riesce a immaginare una massa enorme di rocce che si sposta, anche solo di un metro, in un contesto di faglie come quello descritto sopra, allora si capisce perché quando si verifica un forte terremoto … sia lecito aspettarsene altri anche altrettanto forti. Ma … non è detto che si verifichino.

Immaginare gli sforzi che producono i terremoti e le ripercussioni delle deformazioni prodotte da un terremoto sulle faglie circostanti fa sicuramente venire più ansia di quanta già non ne abbia chi ha subito un terremoto, ma è sicuramente più aderente alla realtà scientifica del fenomeno.

In Italia ci sono almeno 2000 terremoti all’anno (in tempo di “pace”, cioè quando non ci sono sequenze sismiche importanti) di magnitudo superiore a 1.0. La maggioranza di questi NON è avvertita dalla popolazione. E’ un continuo “scricchiolamento”, un continuo scorrere e fratturarsi che dà l’idea di come l’Italia non stia mai ferma. Di questi terremoti alcuni sono avvertiti perché abbastanza forti. A parità di magnitudo un terremoto profondo si avverte meno in superficie (perché le rocce stesse attenuano la deformazione generata dal terremoto) ma se si avverte può essere avvertito su un’area più vasta. Uno più superficiale può essere avvertito di più anche se più debole. Sempre a parità di magnitudo e di ipocentro, due zone molto vicine caratterizzate da terreni molto diversi (uno su roccia e uno, per esempio, sui sedimenti di un antico lago) subiscono oscillazioni anche molto diverse. Infine, a parità di tutto il resto, la percezione dell’evento sismico cambia, questo lo si sa bene, se si sta al piano terra o all’ultimo piano di un palazzo piuttosto alto.

I terremoti forti sono molti meno di quelli piccoli e non hanno tutti lo stesso comportamento rispetto a ciò che li precede e segue. Per esempio il 23 dicembre 2008 c’è stato un magnitudo 5.2 a Parma. A occhio, non è stato preceduto da una lunga  sequenza ed è stato seguito da una normale sequenza di terremoti di magnitudo più o meno decrescente. Ha fatto molta paura … ed è finito li. Il terremoto dell’Aquila invece è stato preceduto da una lunga sequenza e seguito da una lunga sequenza che ancora non si è conclusa.

Di fronte a questa situazione, dal punto di vista sismico, il problema non è tanto se i terremoti siano prevedibili (per ora no, ma speriamo di arrivarci vicini un giorno) ma cosa imparano gli italiani dai terremoti e dalle tante vittime che seguono gli eventi sismici.

I giapponesi per esempio hanno imparato molto da un terremoto fortissimo che ha colpito la città di Kobe nel 1995. Io non ne so molto del post-Kobe, quindi cito Wikipedia. Su Wikipedia si legge quanto segue:

Il terremoto diede una sterzata notevole alla riorganizzazione della protezione civile giapponese. Il Giappone installò supporti di gomma sotto i pilastri dei ponti per assorbire le vibrazioni dei terremoti e sotto gli edifici ricostruiti che vennero separati fra di loro per aver modo di oscillare sotto l’effetto dei sismi. […] In risposta agli immensi danni registrati alle infrastrutture di trasporto, ed alle conseguenze sui tempi di risposta in occasione di disastri naturali, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti designò determinate strade e linee ferroviarie che vennero messe a norma con le più severe leggi antisismiche varate nel dopo Kobe. Nello stesso tempo vennero adeguati anche gli edifici presenti lungo queste direttive di marcia in modo che possano resistere al meglio in occasione di altri eventi sismici di alto petenziale distruttivo.” [continua].

L’Italia aveva uno dei più bei territori dell’area mediterranea, ma si è rifiutata di preservarlo. Per ignoranza e stupidità della solita maggioranza (del popolo) forse ma più che altro per l’idea di fondo che la speculazione edilizia, come qualunque altro genere di speculazione, significhi … LIBERTA’. In questo senso noi SIAMO il popolo delle libertà. E ne paghiamo le conseguenze.

Ho detto che l’Italia è un paese che piuttosto che investire nelle costruzioni antisismiche, gioca al lotto e intanto fa gli scongiuri. E’ così col terremoto, è così con i rifiuti. L’Italia è un paese che piuttosto che investire in pannelli solari almeno il doppio di quanto fa l'”assolata” Germania, REGALA, con un imbroglio, i nostri soldi del CIP6 agli inceneritori, generatori di cancro passati per “l’unica soluzione”!

Alla base di certe scelte che la politica fa, non c’è solo la malafede dei governanti ma anche la poca volontà degli italiani di approfondire argomenti che incidono sulla nostra vita quotidiana molto più di una partita di calcio o della finale del grande fratello. E poi la stampa e la TV, che dovrebbero approfondire, informare e anche orientare l’attenzione del pubblico non lo fanno.

PS: non sono esperto di prezzi della sabbia da costruzione e non so se sia vero che sia stata o meno usata sabbia di mare in alcune costruzioni a l’Aquila, ma sospetto che l’affermazione che NON è stata usata perché costerebbe troppo portarla dal mare a l’Aquila non mi convince. Per una semplice questione di logica. Che cos’è che di solito rende una cosa non conveniente molto conveniente? Il non rispetto delle regole, il comportamento non legale e mafioso. Ebbene sospetto che anche la sabbia di mare della calabria, se cavata illegalmente e trasportata all’Aquila dalla ‘ndrangheta, sarebbe assolutamente conveniente, considerando che siamo nell’era in cui una maglietta può essere filata in Cina, colorata in Italia, confezionata in Francia e rivenduta in Cina!

è un paese l’Italia …

Come qualunque organo di informazione anche io ho deciso di parlare di terremoto. Il terremoto dell’Aquila. Quello “previsto” da Gioacchino Giuliani, CTER (Collaboratore Tecnico) dell’INFN.

La sequenza dell’Aquila è iniziata a gennaio ed è rimasta in sordina (tranne per gli aquilani e per i sismologi che hanno registrato le scosse) per mesi fino al 30 Marzo 2009 quando si è verificato un evento di Ml=4.

La ricerca scientifica dice, come accadrebbe in tutto il mondo da San Francisco al Giappone, che la sequenza sismica con forte probabilità finirà li oppure, con una probabilità  più bassa, darà un terremoto più forte. Più forte di quanto e, soprattutto, se e quando lo darà non è dato di saperlo. I tempi possono essere di pochi secondi come di alcuni anni o anche molto di più.

Nonostante queste siano le conoscenze scientifiche, qualcosa accade comunque: si riunisce la Commissione Grandi Rischi. A differenza di quanto riportano alcuni giornali la commissione non ha mai detto “non ci sono rischi, non ci sarà nessun terremoto forte” anzi il contrario: il verbale  del 31 marzo 2009 riporta che “non necessariamente una sequenza di bassa entità porta a un forte terremoto” e che “è improbabile l’occorrenza di un terremoto di intensità pari a quella del 1703 (magnitudo equivalente pari a 6.7)”, ma anche “che non si può del tutto escludere perché la zona è fortemente sismica e classificata in classe 2”. Queste affermazioni saranno ribadite nel verbale della Commissione del 6 Aprile 2009.

Sono vere queste affermazioni come è vera l’affermazione “non siamo in grado di prevedere i terremoti”. E quest’ultima in particolare non è vera solo in Italia, è vera in tutto il mondo, come testimoniano due interviste a esperti mondiali (esperti anche dei metodi basati sul Radon) riportate sull’Espresso della scorsa settimana (vedi Wakita e Archuleta).

La commissione si riunisce non solo per routine, probabilmente, ma anche perché da settimane (settimane!!) all’Aquila c’è il panico. La gente sta per strada in continuazione. Perché la gente sta nel panico all’Aquila? La sequenza che dura, si, ma anche le voci su un imminente forte terremoto che qualcuno mette in giro ogni volta che c’è un terremoto anche piccolo. Le voci sono puntualmente smentite dai fatti. Il forte terremoto, o anche uno medio, non si verifica e la gente ritorna a casa. All’inizio non si riesce a capire chi cavolo metta in giro ‘ste voci. La risposta dei sismologi alle domande sulle previsioni è “un forte terremoto si potrebbe verificare oggi come fra 10 anni, la sequenza non necessariamente porta a un forte terremoto perché in passato ce ne sono state di uguali e non hanno dato un forte terremoto e in base a questo potreste stare in strada per i prossimi 10 anni, perché la zona è fortemente sismica”.

Poi la forte scossa, di Ml 5.8 (Mw 6.3), del 6 Aprile alle 3:32 a.m..

Giuliani da quel giorno non ha mai smesso di dire che lui l’aveva detto. Per quanto mi riguarda, spero che Giuliani sia in buona fede e che sia solo affetto da una buona dose di manie di grandezza e di incoscienza. Perché se è consapevole allora è un criminale.

TG Leonardo: il caso Radon

Video di TG Leonardo del 07/04/2009: il caso Radon!

L’uso del radon come precursore non è un’invenzione di Giuliani; rientra fra i cosiddetti precursori sismici. I precursori sono studiati da anni all’interno della comunità scientifica, con l’obiettivo di superare l’enorme scoglio che a tutt’oggi li rende purtroppo inutili: i precursori non sono univocamente collegabili ai forti terremoti. Succede cioè che si registrino variazioni nei valori dei precursori che non precedono affatto un forte evento o che non si registrino variazioni significative di quei parametri proprio prima di un forte terremoto. Il radon, inoltre, una volta liberato dalle rocce sottoposte allo stress dovuto a un forte terremoto del passato, non si libera più in corrispondenza di un nuovo forte terremoto (vedi il video di TG Leonardo).

Non solo: le variazioni del radon possono essere positive, ma possono essere anche negative. Inoltre le misure devono essere fatte in loco e non, per esempio, a 300 km. Ci sono poi zone cariche di radon che lo emettono in continuazione, perché di origine vulcanica, e nessun terremoto, men che meno forte, si verifica. L’elenco dei problemi del radon è lungo.

Dal punto di vista dell’allerta, si può capire quanto i giudizi rispetto agli allarmi lanciati da Giuliani siano condivisi in tutto il mondo anche grazie a un articolo del New York Times in cui si intervista SUSAN HOUGH, ricercatrice sismologa dell’USGS (il servizio geologico americano, uno dei più importanti istituti di ricerca geofisica al mondo). L’articolo è in americano e ne riporto qui sotto solo un pezzetto tradotto in italiano:

Il gioco funziona così: se guardi in dietro alle passate registrazioni dei livelli di X, dove X è il radon o qualunque  altra cosa, trovi che X ha mostrato anomalie prima di forti terremoti. Ma il problema è che X è tipicamente ciò che noi chiamiamo un `segnale rumoroso` – dati che includono molte fluttuazioni, spesso di varia e non ben compresa origine – e quindi trovarci correlazioni guardando all’indietro ha senso più o meno come vedere gli animali nelle nuvole.

Dunque le “previsioni” col Radon, così come con altri precursori, a tutt’oggi sono un terno al lotto … e qualche volta, soprattutto se si lancia una “previsione” al minuto, ci si prende.

Questo accade perché il terremoto è un fenomeno estremamente complesso che è possibile studiare solo indirettamente, a differenza di quanto accade con l’atmosfera che, essendo sotto gli occhi di tutti, permette di aggiornare i modelli previsionali in tempo reale. E’ possibile che in futuro, come è accaduto già per la medicina, la combinazione delle conoscenze raggiunte, dei dati acquisiti dalle decine e decine di strumenti aggiuntivi istallati dai ricercatori nell’aquilano poche ore dopo il 5.8 e delle nuove tecnologie, consentirà di prevedere, con un anticipo di almeno alcune ore, il verificarsi di un evento distruttivo. Per ora non è così.

Questo è talmente vero che nel mondo nessuno è in grado di prevedere i terremoti, men che meno con il radon, anche se tutti sognano e sperano di riuscire un giorno a farlo.

Torniamo al titolo: … è un paese, l’Italia, che piuttosto che rispettare le norme antisismiche spera sempre di vincere al lotto e intanto fa gli scongiuri.

E allora, viva le intercettazioni telefoniche!

Discorso di Marco Travaglio ad Annozero

Marco Travaglio ad Annozero, su cemento "disarmato" e terremoto.