Finalmente … un lavoro giornalistico su Giuliani

Voglio ringraziare l’autore del video che posto qui sotto perché questo è il secondo e unico video mai realizzato dal 2009 ad oggi che affronta la questione Giuliani in modo giornalistico. Analizzando affermazioni e dichiarazioni … i dati, o meglio l’assenza di dati.

Il primo fu fatto da un gruppo di ricercatori dell’INGV mesi dopo il terremoto di L’Aquila ed è questo [http://youtu.be/c7-9lNkA-y4]

Questo tipo di lavoro, è incredibile, non lo ha fatto nessun giornalista ad oggi. Hanno dato tutti per scontato che Giuliani dicesse e dica la verità a prescindere, senza nemmeno la verifica che per un giornalista dovrebbe essere la base: la credibilità della fonte o, ancora meno, la consistenza delle sue dichiarazioni.

Nemmeno Travaglio e Santoro che di questo, la ricerca dei fatti, per anni hanno fatto la loro bandiera.

Guardatelo fino in fondo perché ci sono elementi importanti sulla credibilità di Giuliani (ad oggi) in ogni minuto del video.

Tanti giornalisti per nulla!

L’ultima puntata di AnnoZero, intitolata “Il Sasso in Bocca“, ha fatto seguito a una puntata davvero di ottimo giornalismo, ma non ne è stata all’altezza.

Anzi, paradossalmente sono stati i giornalisti presenti, unici ospiti stavolta, a non essere all’altezza.

L’argomento era la censura preventiva del direttore generale  della Rai, MASI, al programma di Fazio e Saviano, che dovrebbe essere condotto da Roberto Saviano stesso.

I fatti sono

  1. che il programma di Saviano ha, come tanti altri programmi, un costo di alcuni milioni di € (sembra circa 2) dei contribuenti (non evasori)
  2. che gran parte di questi soldi serve a pagare gli ospiti importanti
  3. che gli spazi pubblicitari sono stra-prenotati proprio per le potenzialità date dagli ospiti importanti, incluso lo stesso Saviano

In un paese normale, anche un giornalista come Belpietro, che ha uno stile da giornalismo trash e ottuso (mia opinione ovviamente), si sarebbe limitato a domandare(si) quale fosse il così detto “bilancio di previsione” della trasmissione, ovvero quanto ragionevolmente pensano di spendere e quanto ragionevolmente pensano di incamerare (semplice economia da condominio!!).

Siccome la trasmissione “Vieni via con me” di Saviano, si configura come una novità ma si inserisce nel segmento di successo (per fortuna) di “Che Tempo che Fa” ed ha potenzialità da Annozero, come introiti pubblicitari … beh a occhio il bilancio di previsione dovrebbe essere positivissimo.

Quale modo migliore, anche rispetto a un modo di pensare “finanziario”, di investire i soldi pubblici? Più redditizio dei BOT e più sicuro della Borsa. La Rai dovrebbe festeggiare (Berlusconi anche, se fosse un vero imprenditore … visto che Endemol, venditrice del format, è sua) … ma dal comportamento del galoppino Masi, si direbbe che non sia così.

E poi, come sempre si è fatto, se la trasmissione dovesse deludere e gli inserzionisti fuggire coi telespettatori … sarà chiusa, limitando le perdite. Pubblica o privata che sia l’azienda, si fa così. Qualunque azienda investe e rischia. Questa volta mi pare che il rischio sia basso e le potenzialità di guadagno per la Rai molto alte. Quasi un colpo sicuro.

Ecco! Il discorso doveva finire qui, restando sul piano ragionieristico. Perché di questo si tratta.

Anche la questione della rivelazione dei cachet degli ospiti poteva risolversi sul piano di normale legge di mercato: la trasparenza tanto invocata da Belpietro non sta certo nel mettere in prima pagina “solo” i compensi di una trasmissione che ti sta antipatica, ma nell’avere dei bilanci che sono pubblici, che comprendano tutte le voci, quindi tanto i cachet che le inserzioni pubblicitarie, di ogni trasmissione. Dal punto di vista però della concorrenza, per la Rai questo sarebbe un grosso svantaggio … e questo, Belpietro come Paragone, che fanno gli splendidi dovrebbero capirlo. Ma tant’è.

Bastava dire questo e poi ripeterlo all’infinito per far capire a noi telespettatori che il comportamento della Rai è anti-aziendale dal punto di vista imprenditoriale e che Masi dovrebbe per questo, incapacità manifesta o dolosa, essere cacciato.

Sarà un caso che una trasmissione con quasi solo giornalisti come ospiti, sia venuta così caotica e inconcludente? E che non abbia trasmesso al telespettatore le corrette informazioni per valutare un tema in fondo così semplice?

Alla fine, nella mente del lettore medio de “il Giornale” ha prevalso il “faziosissimo”  quanto irrazionale discorso di Belpietro sulla base del quale a Hollywood non avrebbero mai girato nemmeno un film di serie Z, figuriamoci Indiana Jones.

Ai posteri …

Travaglio e Nichelle Nichols, Io e Luther King

A seguito di questo post di  Marco Travaglio, ho lasciato sul suo blog un commento, il seguente:

Marco, non ci pensare nemmeno ad andare via da Annozero. Quei servi ci sono sempre sotto le dittature e ce ne sono tanti di più quanto più la dittatura è legata all’informazione. Ma sei rimasto solo tu in televisione come giornalista e non puoi andartene. Un po’ come disse Martin Luther King a Nichelle Nichols (il tenente Uhura di Star Trek): non puoi mollare. “King disse alla Nichols che il suo ruolo era fondamentale per tutta la comunità nera americana, […]

Ecco io ti dico la stessa cosa

Quando quei teste di cazzo ti ricicciano con la solita solfa, tu accordati con Santoro che zittisca tutti, poi scandisci l’indirizzo del blog e di che li si trovano le ricevute e gli assegni per chi è davvero interessato, gli altri vadano a farsi fottere.

PS: Santoro dovrebbe adottare lo spegnimento del microfono quando la gente si parla sopra.

3 ottobre 2009: ce lo devono

Se pensate che la libertà di stampa e la democrazia in questo paese non siano in pericolo e che i cittadini siano ben informati sui fatti perché c’è Striscia la Notizia … per favore continuate a leggere  …

Il 3 ottobre 2009 si svolgerà una manifestazione organizzata dalla FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana). Qui sotto riporto un estratto del testo pubblicato sul loro sito.

“La Giunta Esecutiva della Federazione della Stampa Italiana, riunita oggi a Roma, – si legge nella nota emessa dalla Fnsi – ha confermato la manifestazione per la libertà di informazione, per una stampa che non vuol farsi mettere il guinzaglio da nessuno, che si terrà a Roma il 3 ottobre prossimo, in Piazza del Popolo, con inizio alle 15.30. La manifestazione è aperta a tutti i cittadini e, per questo, la Fnsi ha rivolto un invito ad aderire soprattutto alle forze sociali, sindacali, associative del Paese. […]”.

Questa manifestazione si rende necessaria perché sui giornali e sulle TV Rai+Mediaset, che plasmano (è il caso di dirlo) l’80% delle conoscenze e quindi delle idee degli italiani, ormai c’è spazio solo per il punto di vista della parte più potente e putrida della nostra classe politica che resiste sui suoi scranni dagli anni 80 (da cui sembra non si esca davvero, come cantano gli Afterhours) e che ha traghettato la mafia nel parlamento. Senza Report, Annozero, Presadiretta e simili, vivremmo in una realtà virtuale alla Matrix (il film).

Quindi è necessario comunicare al parlamento e soprattutto al Governo degli editti, delle epurazioni e delle azioni ILLEGALI di controllo delle trasmissioni televisive (vedi Scajola vs Annozero), che la misura è stracolma. Noi non siamo deficienti rincoglioniti e quindi vogliamo sapere tutto quello che c’è da sapere, per poi poter giudicare. Semplice no? La base della democrazia di fatto e non di facciata.

Io, come si evince dal banner nella colonna di destra, ho convintamente firmato. Però voglio aggiungere alla mia firma un commento.

Quando un giornale insabbia una notizia o addirittura rinuncia a un potenziale scoop solo perché qualcuno abbastanza arrogante e potente si fa rodere, la colpa è del direttore di quel giornale o del suo editore o di entrambi, che spesso sono servi ben pagati del potere.

Il fatto che cacciato un giornalista scomodo ci sia sempre un suo collega “zerbino” pronto a sostituirlo, dipende dal livello qualitativo medio della classe giornalistica e dalla meschinità del singolo.

Il fatto che quel bravo ma scomodo giornalista non trovi più lavoro lo si può imputare ancora a editori  e direttori servili e compiacenti al soldo del potere, messi in posizioni così strategiche all’uopo.

Infine, il fatto che tanti giornalisti investigativi coraggiosi si siano trovati senza lavoro, isolati e umiliati, senza che una voce forte si sollevasse in loro difesa scoperchiando in tempo il tentativo becero di insabbiare sempre e comunque la verità … questo a chi lo imputiamo?

Ai direttori compiacenti? No, loro sono la causa diretta di questa situazione. Ai giornalisti zerbini? No, loro sono meschini crumiri scarsamente dotati. Ai politici? Solo in parte. I “migliori” fra loro hanno taciuto e omesso su cose anche peggiori (sebbene questa sia fra le peggiori) spesso per questioni di comodo. E allora?

Ecco, penso che la FNSI si sia svegliata tardi. Molto dopo i Marco Travaglio. Troppo dopo che tanti onesti giornalisti si sono trovati a pagare di persona per la loro caparbietà e professionalità. E poi l’Ordine dei Giornalisti. Ma per carità!!! Gli ordini professionali sono una emerita m***a. Ma l’ordine dei giornalisti che ha sempre lasciato parassitare giornalisti che sono la vergogna della loro categoria e sanzionato altri che invece sono motivo di orgoglio per l’Italia … con che coraggio aderisce?

E perché la FNSI non ha mai bastonato pubblicamente l’Ordine dei Giornalisti per non aver gridato forte e chiaro che in Italia l’informazione si stava incancrenendo e che i fatti stavano scomparendo dai giornali insieme ai veri giornalisti investigativi?

Sia chiaro: sono contento che la FNSI abbia lanciato la manifestazione e che l’Ordine abbia aderito.

Ritengo che, se non vogliamo essere presi in giro, dobbiamo pretendere che la FNSI e l’Ordine dicano chiaramente COSA cambierà da ora in poi nei loro atteggiamenti. Nei loro provvedimenti. Che si dichiarino il porto franco di qualunque giornalista cacciato per ragioni legate a mancate notizie, scoop insabbiati. Che siano il megafono di questi giornalisti e che c’informino in tempo reale sulle pressioni che i giornalisti ricevono e magari denunciano. Sempre. Perché noi stiamo dimostrando di VOLER sapere quando un Vulpio o un Travaglio o chicchessia ricevono un benservito e sono oggetto di ostracismo da parte di editori e direttori e perché. Vogliamo sapere tutto. Che vengano a galla gli zerbini, gli onesti artigiani e i coraggiosi giornalisti.

E’ il tempo della verità. Non tollereremo niente di meno. Lo devono ai Salvatore Borsellino e a noi.

Perché i soldi ci sono … ma se li bevono!

In previsione di un prossimo post sulla ricerca in Italia, intanto riporto questo intervento di Marco Travaglio sulla finanza pubblica …

Branco parlamentare

L’Italia attraversa un’era speciale. Da ricordare. E’ l’era della scomparsa dei fatti. Siamo entrati da tempo in un periodo in cui contano solo le opinioni e le paure. Se sei abituato al ragionamento razionale, infatti, proverai sicuramente una certa nausea alla fine (e durante) un Porta a Porta piuttosto che un Ballarò.
Quando Alemanno doveva diventare sindaco, la macchina della propaganda e della paura diffuse l’idea che Roma fosse paragonabile alla città di 1997 Fuga da New York. Praticamente vivevamo a stupro-city. La percezione era che la situazione stesse peggiorando di giorno in giorno. Questo non era vero allora e non è vero oggi. Non solo. La macchina della propaganda e della paura diffuse, e tutt’ora diffonde, l’idea che gli stupratori siano nella quasi totalità stranieri, rumeni, e le vittime italiane (“le nostre donne”). Anche questo non era vero allora e non è vero oggi (come dimostrano chiaramente gli avvenimenti degli ultimi giorni).
Allora cosa è vero?

  • E’ vero, dati della prefettura di Roma alla mano (che sul sito non si trovano), che i reati sono in diminuzione costante da marzo 2007. L’inizio di questo andamento corrisponde con l’avvio dei “Patti per la sicurezza” fra il Ministero dell’Interno e i sindaci delle principali città, il primo dei quali è stato siglato a novembre 2006.
  • E’ vero che a Roma si sono verificati meno stupri nel 2008 (216) che nel 2007 (242), come riporta un articolo del Corriere della Sera.
  • E’ vero che “Il 69,7% degli stupri, […], é opera di partner, il 17,4% di un conoscente. Solo il 6,2% è stato opera di estranei. Il rischio di subire
    uno stupro piuttosto che un tentativo di stupro è tanto più elevato quanto più è stretta la relazione tra autore e vittima.
    ” [da “Violenza e maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia“. indagine ISTAT del 2006.
  • E’ vero che Alemanno ha vinto le elezioni per aver schifosamente sfruttato, con l’aiuto di tutti i partiti della PDL, la fine orribile di Giovanna Reggiani, per scopi elettorali.

… e l’elenco delle cose che “invece” sono vere potrebbe continuare.

Ma quel che conta è che lo stupro è un genere di violenza che un paese patriarcale come il nostro dovrebbe impegnarsi, più di qualunque altro, a debellare.

Lo stupro è una violenza brutale commessa coscientemente, pianificata e poi protratta per un tempo infinito. E’ una pratica vomitevole e sadica inflitta con calcolo e destinata a imprimersi a lungo o per sempre nella persona che la subisce. Un reato del genere non può essere affrontato come un qualsiasi altro reato. E’ più vicino alla tortura che all’omicidio. Per tanto non dovrebbe consentire alcuno sconto di pena, circostanza attenuante, attenuanti generiche o specifiche, alcun tipo di arresto domiciliare, indulto o amnistia… niente.

Invece, l’Art. 609-bis del Codice Penale Italiano, intitolato “Violenza Sessuale”, prevede

  1. pena massima di 10 anni (12 nel caso di violenza di di gruppo)
  2. pena minima di 5 anni (6 nel caso di violenza di gruppo)
  3. “Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi”.

Dunque, non solo è prevista una pena minima, ma è previsto un caso di “minore gravità” … Ora, come insegna Bruno Tinti nel suo “Toghe Rotte” (la cui seconda parte vi consiglio di leggere), le circostanze attenuanti raramente non sussistono, soprattutto se l’imputato è incensurato (e anche qui ce ne sono molte da dire). Gli sconti di pena, per come sono scritte le leggi, sono quasi automatici. E così, anno dopo anno, sconto dopo sconto si finisce a dare, per uno stupro (anche di gruppo, anche aggravato), una pena che finisce per portare per direttissima ai servizi sociali oppure a pochi anni di galera e poi ai servizi sociali … . E se poi lo stupratore ha abbastanza soldi e/o potere, allora può andare avanti per numerosi gradi di giudizio, allungando il brodo con continui rinvii, fino al raggiungimento dei termini di prescrizione (che alcuni, come Berlusconi, accorciano sempre più), complice l’intasamento del sistema giudiziario.

Questa fastidiosa e costosa tiritera, che abbiamo visto ripetersi per numerosi reati e per diversi criminali illustri (politici e di loro amici), nel caso dello stupro è assolutamente inaccettabile, anche perché genera reazioni popolari scomposte, violente e assurde e, purtroppo, razziste!

Di chi è la colpa se uno stupratore (o fortemente indiziato di esserlo) finisce ai domiciliari? Di chi è la colpa se uno stupratore condanato non fa nemmeno un giorno di galera (a meno che non sia rumeno, allora c’è verso che muoia prima per le bastonate inferte dai poliziotti) ma finisce direttamente ai lavori socialmente utili o a casa?

La maggioranza, dopo 15 anni di Mediaset e almeno 8 di RaiSet, risponde sempre: “dei magistrati” … alcuni aggiungono “comunisti”.

FALSO. I Magistrati applicano la legge e seguono il dettato garantista del nostro sistema giudiziario (al contrario di quello che sostengono i politici inquisiti di destra e sinistra).

E’ vero invece che la colpa è del PARLAMENTO. Da qui il titolo del post. E’ il nostro parlamento che essendo fatto in una percentuale sconcertante di inquisiti, condannati, prescritti ecc … NON vuole che la giustizia funzioni perché ne uscirebbe decimato. NON vuole che l’istituto della prescrizione sia modificato. NON vuole la certezza della pena, nonostante i proclami della destra. E infatti mette, a ogni piè sospinto, i bastoni fra le ruote al sistema giudiziario. Ultimo penoso esempio, i limiti alle intercettazioni telefoniche (anche per lo stupro), per giustificare i quali ha cosparso 3/4 dei media di bugie e falsità varie.

Il nostro parlamento purtroppo si muove in direzione opposta a quella di un sistema giudiziario giusto. E le conseguenze, in un paese sempre più razzista che ha una netta preferenza per lo stupratore nostrano, le pagano gli stranieri … con la morte o, se gli dice bene, con percosse o con grandi ustioni!

L’aggravante, in tutto questo, è l’altissimo livello di testosterone di un parlamento che all’80% (se basta) è fatto di maschi, la maggior parte dei quali considera le donne meno di nulla, alla stregua di un oggetto di cui fruire a piacere. Le scandalose parole del presidente Berlusconi, “un militare ogni bella donna”, confermano.

Bene, un parlamento siffatto non produrrà MAI una seria legge contro lo stupro, che qualifichi la violenza sessuale per quello che è. E la ragione è duplice:

  1. non glie ne frega niente di farla perché non li riguarda: sono maschi e con le famiglie ben protette
  2. uno stupro ogni tanto genera paura e la paura genera intolleranza … due ottime armi di distrazione di massa  ed elettorali per chi le sa usare

Sarebbe ora che gli italiani mettessero un po’ da parte la loro xenofobia e si concentrassero un po’ di più su chi mandano in parlamento e a fare cosa!!

actarus2971

PS: a proposito del pestaggio, in carcere, degli stupratori di guidonia e delle minacce alla parlamentare dei Radicali che è andata a trovarli: è più che comprensibile, a mio parere, la reazione violenta della vittima o dei parenti/amici della vittima … ma resta inammissibile e incivile la violenza “privata”, per giunta a freddo, di CHIUNQUE ALTRO! Gli altri “cittadini” e le forze dell’ordine una volta effettuato l’arresto, DEVONO tenere e far tenere giù le mani!!