La cenere sotto al tappeto

Tiro le somme di fine anno sull’inceneritore di Roma, integrando con aggiornamenti anche a valle di alcuni utili commenti ricevuti su FB.

Scrivo solo perché mi rendo conto che una larga maggioranza (quasi bulgara) che comunque non raggiungerò, ignora completamente l’argomento e anche per avere io stesso un riassunto di riferimento

Sommario

  1. Le puntate precedenti
  2. Aggiornamento
  3. Extra-costi
  4. La questione energetica

Le puntante precedenti

Ho scritto già di come nasce il Piano Rifiuti di Roma Capitale ad opera del Commissario straordinario Roberto Gualtieri e di cosa comporti, in Copia e Incolla 2035.

In quel piano, invece della combinazione di raccolta differenziata e molti nuovi impianti eco-sostenibili approvati dalla UE e programmati dalla Raggi, diventa la chiave praticamente unica per chiudere il ciclo dei rifiuti di Roma l’Inceneritore, cosa questa che contrasta con una serie di vincoli:

  • l’incenerimento dei rifiuti è stato escluso dalla tassonomia europea sulla gestione dei rifiuti ed è consentito solo marginalmente per i rifiuti, al termine del circolo, ASSOLUTAMENTE non riciclabili
  • PNRR che di conseguenza non può essere usato per un inceneritore
  • fondi Giubilari che non possono essere usati per una cosa che se mai fosse fatta sarebbe pronta dopo la chiusura del Giubileo

Di tutto questo ho scritto, punto per punto motivando e dimostrando, in Verificare la Scadenza.

Premesse a parte, già in quell’articolo ho scritto di una cosa che, da ricercatore geofisico che si occupa però di altri argomenti, mi saltava agli occhi nel leggere il piano Rifiuti di Gualtieri: l’impianto sperimentale di cattura e stoccaggio della CO2.

Perché è così importante e così stonato quel passaggio?

Il bilancio della CO2 è essenziale per qualunque oggetto, a maggior ragione per un impianto industriale. Il piano rifiuti di Roma, prevede che con la costruzione dell’inceneritore una parte di CO2 prodotta a causa del trasporto fuori regione dei rifiuti, sarebbe stata mitigata. Una parte dell’inquinamento da trasporto resta ed è anzi concentrata sulla Pontina, perché tutti i rifiuti convergono a Santa-Palomba, ma la parte da Roma verso altre regioni apparentemente sparirebbe.

Però questa parziale miglioria sarebbe totalmente annullata, con un bilancio estremamente negativo, dalle emissioni dovute all’incenerimento: per 1T di rifiuti un inceneritore infatti produce approssimativamente 0.8-1T di CO2. Nel caso di Roma-Santa Palomba parliamo quindi di circa 500-600kT/anno.

Aggiornamento

Poiché a maggio 2023 la normativa 959 (Emission Trading System) è stata aggiornata obbligando anche gli inceneritori a essere soggetti alla disciplina, entro il 2026 la UE ne valuterà l’inserimento a pieno e fra il 2028 e il 2030 le società che gestiscono impianti di incenerimento inizieranno a pagare per le loro emissioni di CO2 e altri gas serra.

Si stima il prezzo attuale in 80€ per tonnellata di CO2, prezzo destinato pare però a crescere. Per Roma vorrebbe dire pagare 40-50milioni di euro l’anno di sovrattassa da incenerimento.

Per abbattere l’immissione di CO2 in atmosfera, infatti quasi tutti i gestori iniziano a promettere la realizzazione di impianti ausiliari di cattura e sequestro geologico della CO2, perché la produzione di una enorme quantità di CO2 per combustione è impossibile da ridurre alla fonte.

Neppure l’inceneritore di Brescia, uno dei più grandi d’Europa (750kT/anno) dichiarato dal WTERT nel 2020 il migliore e più efficiente impianto simile del mondo, sfugge a questa logica e si dovrà adeguare. La questione dell’impianto di Brescia è un utile riferimento (ben descritta in un podcast locale dal minuto 7:30).

Il piano rifiuti di Roma, in modo un po’ superficiale, prevedeva anch’esso un’impianto “ancillare” e sperimentale di “Carbon Capture and Storage“. Un impianto definito da loro stessi “sperimentale” quindi per definizione “non garantito”, il cui costo di sola realizzazione è stimato in 150milioni di euro.

Questa “postilla” ha suscitato, nel geologo residuo che c’è in me, più di una perplessità e né ho scritto in questo post pubblico su FB, dove ho linkato i files del bando di gara per Roma, inclusa la relazione tecnica. Consiglio di leggere almeno quel post prima di proseguire.

Grazie ad alcuni commenti al post e al re-post ho capito alcune cose:

  • che le mia perplessità sono fondate: stoccare la CO2 localmente nel sottosuolo dei Colli Albani presenta un serio problema perché è un luogo che già di suo degassa, quindi non è adatto a “tenersi” i gas;
  • che infatti nel bando di gara prevedono di esportare la CO2 su camion (come attualmente si fa coi rifiuti quindi) verso un posto idoneo allo stoccaggio
  • che questo posto lo hanno individuato, tramite un accordo con ENI-SNAM, a Ravenna all’interno dei giacimenti esauriti a gas nell’area dell’offshore Adriatico
  • che per farlo devono prima renderla liquida

Extra-costi

Queste ultime cose sono riportate nella relazione tecnica del bando al paragrafo 6.8.3 “Impianto di Cattura CO2 e Liquefazione – Storage“, ma ci sono scritte anche altre cose più interessanti che schematizzo di seguito:

  1. l’impianto di cattura e liquefazione di Santa Palomba è esso stesso “sperimentale” quindi soggetto a possibile fallimento come ogni esperimento
  2. in quanto tale, NON è soggetto al tanto decantato “uso delle BAT (Best Available Tecnologies)”
  3. a fronte di prevedibili 500kT/anno di CO2 in eccesso causate dall’incenerimento, “L’impiantistica per la cattura della CO2 sarà di tipo sperimentale e prevede la cattura e la liquefazione, mediante un impianto ad ammine, fino a 50 kg/h di CO2

Quanto al punto 1, sperimentare è lodevole ma una tecnologia sperimentale non può essere l’unica via d’uscita per non condannare una città a spendere 40milioni l’anno di extra-multe. Ti stanno dicendo che non è quella la strada per i rifiuti da iniziare ADESSO. Nasce VECCHIA!

Quanto al punto 3, è facile ottenere la capacità massima dell’impianto di liquefazione, basta moltiplicare 50kg per 24 ore per 365 giorni e si ottiene 438T/anno di CO2.

Questo conto è confermato dalla seguente dichiarazione:

La CO2 liquefatta nel polo impiantistico di Santa Palomba verrà caricata e trasportata mediante truck di capacità stimata pari a circa 27 ton. Una stima preliminare prevede 15 viaggi in un anno con l’utilizzo di un solo truck, in riferimento alla massima produzione stimata di c.a. 400ton/anno.

capitolo 6.8.3.3 Storage della CO2

Considerando che un Truck consuma (trasportando 25T) in media 35LT di gasolio ogni 100km e che fra Santa Palomba e Ravenna ci sono 400km circa di strada, per 15 volte (andata e ritorno) e che per ogni litro di gasolio si producono in media 2,7kg di CO2, si ottengono 11 tonnellate/anno di CO2 prodotta per esportare la CO2 liquida senza contare la CO2 prodotta per catturare e liquefare la CO2. Quindi infine alla capacità di liquefazione dobbiamo togliere almeno questo surplus di trasporto scendendo a 390ton/anno.

Dunque parliamo di 390T/anno sottratte all’atmosfera contro un surplus di minimo 400MILA tonnellate anno immesse, cioè … lo 0,1-0,2%.

Poiché il resto va in atmosfera, dal 2028, andrà anche in 40milioni di euro l’anno di esborso per Roma, al netto dell’accordo economico con ENI-SNAM di cui ignoro il costo.

Chi pagherà extra costi così esorbitanti?

La questione energetica

L’inceneritore di Brescia uno dei più grandi d’Europa (750kT/anno) e anche moderni, poco più capiente di quello previsto a Roma; quanto a fabbisogno calorico, stando ad A2A, rappresenta il 70% del calore inviato tramite teleriscaldamento che rappresenta il 70% dell’intero fabbisogno calorico della città. Quindi il termovalorizzatore fornisce il 50% del fabbisogno calorico di una città di circa 197mila abitanti. Inoltre dato che la differenziata a Brescia è al 70%, importano rifiuti per tenerlo acceso.

Il resto è fatto con il metano della centrale a cogenerazione di La Marmora (spiegando così come mai i prezzi del teleriscaldamento a Brescia aumentarono durante i rialzi del metano) e con i classici impianti autonomi.

Ma il teleriscaldamento, avveniristico quando fu fatto a Brescia, ha due inconvenienti:

  • la centrale deve essere vicina e non distante perché maggiore è la distanza minore il rendimento
  • è più efficiente ed ecologico di una caldaia di vecchio tipo (0,9) ma meno di una caldaia a condensazione (> 1) che opera nell’appartamento

L’inceneritore di Brescia dista 0km dalla periferia sud e 4km dal centro.

Trasferendo tutto a Roma e ricordando che i due termovalorizzatori hanno capienze simili (600kT/anno Roma, 750kT/anno Brescia) in prima approssimazione:

  • Santa Palomba dista 11km dal punto più vicino del raccordo anulare e 25km dal centro della città
  • Roma ha 2,7 milioni di abitanti (il solo Comune), Brescia 197mila

Anche piazzando il termovalorizzatore di Roma diciamo a “Porta Ardeatina“, dentro al G.R.A. sulla Cristoforo Colombo a 4km dal centro di Roma, e ipotizzando che il fabbisogno medio a Roma sia poco inferiore a quello di Brescia, al massimo il 4% della Città Eterna sarebbe riscaldata.

Inoltre quel 4% dovrebbe comunque pagare a Caltagirone, ACEA e soci, quella energia che è prodotta dai propri rifiuti il cui smaltimento non è gratuito ma pagato da noi. Mi sfugge la convenienza.

E se volessimo soddisfare tutta la popolazione di Roma, per assurdo, dovremmo costruire l’inceneritore più grande della galassia bruciando qualcosa come 17milioni di T/anno di rifiuti. A occhio è un po’ fuori target.

Infatti riprendendo a leggere la relazione tecnica, alle volte quante se ne trovano di cose interessanti:

La tipologia di insediamenti abitativi e la mancanza di concentrazione di utenze nelle aree limitrofe al
termovalorizzatore, che non consentono di raggiungere la sostenibilità tecnico-economica richiesta a tali
tipologie di infrastrutture, ha fatto sì che in progetto fosse inserita una sola rete di teleriscaldamento per le sole utenze civili di Santa Palomba (fino a 1 MWt).
In ogni caso l’impianto di termovalorizzazione è stato predisposto per erogare fino a circa 20 MW di vapore a 12 bar 200 C per uso industriale […]

Introduzione pagina 11

Considerando i 160 MWt dell’inceneritore di Brescia (che infatti si trova a 4km da un centro abitativo denso) contro 1 MWt di Santa Palomba, mi viene da dire “teleriscaldamento de che?!”

In sostanza Roma si piazzerebbe alla periferia un brucia-rifiuti con le seguenti conseguenze

  • smettere di esportare rifiuti e iniziare a esportare CO2
  • condannarsi a pagare milioni di euro di multe per eccesso di CO2
  • tele-riscaldare (a pagamento) una frazione di Santa Palomba (manco tutta)
  • pagre per regalare i rifiuti a privati che ci guadagnano due volte

Inoltre se dovessimo mai raggiungere il 70% di differenziata saremmo condannati a bruciare i rifiuti di altri per tenere aperto l’inceneritore.

In base a queste evidenze, a Roma conviene regalare (o farsi pagare per dare) i rifiuti ad altri che ne hanno bisogno per tenere i loro termo-valorizzatori accesi e intanto cercare di raggiungere il 70% di differenziata piuttosto che accendere adesso questa anacronistica miliardaria cambiale.

Tutta questa insistenza per un progetto insensato mi fa chiedere il gioco di chi facciano il Commissario Straordinario e il suo gruppo.

Buona anno.

‘na sarvata de niente

Sottotitolo: a volte basta un “grazie”.

Fra le tante cose che inspiegabilmente (e a vanvera) alcuni romani si erano legate al dito contro l’allora sindaca Virginia Raggi c’era la decisione di non candidare Roma alle Olimpiadi 2024. La stampa e un bel po’ di affaristi hanno soffiato su questo furore.

In un articolo che scrissi il 2 Ottobre 2021, dopo un’approfondimento documentato, chiusi così:

Per questa azione l’ho vista crocifissa da persone che pur intelligenti e stimate non si sono prese il tempo di approfondire un minimo ma hanno passato 4 anni a non perdonarle questa azione. E la cosa è molto triste.

Coraggio Olimpionico

Nel 2020 sempre la Sindaca Virginia Raggi candida Roma all’Expo 2030. Alcuni (troppi) diranno che ha cambiato rotta rispetto ai grandi eventi, altri diranno (un anno dopo) “Draghi ha candidato Roma a Expo 2030” ma entrambe le affermazioni sono ca***e cosmiche, come dimostra la storia (e una facile ricerca per date su Google o un po’ di memoria a breve termine).

A distanza di 3 anni da quell’articolo sul mio blog e a valle della candidatura di successo a Expo 2030 (che Draghi semplicemente ratificò nel 2021) Raggi, durante un’intervista nell’ambito dell’Assemblea Regionale del M5S a Roma, anticipa la domanda e spiega perché non abbia mai cambiato rotta, anzi abbia in realtà mantenuto la barra dritta: perché Expo si e le Olimpiadi no.

L’intervento in questo video (poi tornate qui però che non è finita).

Quello che mi preme aggiungere a quanto detto da Raggi è che quando lei non volle candidare Roma alle Olimpiadi, tutti divennero esperti di contabilità olimpionica e scrissero o dissero cose come quelle riportate in questo articolo:

Virginia Raggi ha costruito il suo «no» alle Olimpiadi di Roma del 2024 su alcuni pilastri. Che però sono fragili. […] La realtà è, o meglio sarebbe stata, diversa. […]

L’investimento pubblico previsto era stato indicato nel dossier del Comitato Olimpico in 2,1 miliardi di euro.

Matteo Renzi aveva annunciato che già dalla prossima legge di Stabilità, quella che verrà approvata tra qualche settimana, avrebbe stanziato i primi 140 milioni.

3,2 miliardi di euro per finanziare i costi operativi dell’organizzazione dei giochi. Tutta la somma sarebbe stata coperta da capitali privati. Circa un miliardo e mezzo sarebbe stato il contributo del Comitato Olimpico internazionale, mentre altri 910 milioni sarebbero arrivati dagli sponsor. Il resto, in sostanza, dalla vendita dei biglietti per assistere agli eventi. Si tratta di oltre cinque miliardi di euro che, senza i giochi, non saranno disponibili.

articolo del Messaggero 22 Settembre 2016

Vi invito a leggere bene i conti fatti dai geni prima di Tokyo 2020. Altri articoli sono citati nel mio precedente post.

Poi però, dopo Tokyo 2020, l’ennesimo disastro dell’attuale metodo di organizzazione delle Olimpiadi, la sonata cambia. Prima della pandemia, a fine 2019, i costi ufficiali di Tokyo 2020 erano lievitati da 7,6 a 12,5 miliardi di dollari. Le stime finali, le peggiori arrivano a 30miliardi di dollari.

Di questi, è bene tenerlo presente, solo circa 5miliardi sono dovuti al rinvio di un anno causa COVID 19 e ai mancati introiti per aver svolto la cosa senza pubblico.

Renzi a suo tempo impegnava il governo Italiano (tanto non sarebbe stato il suo a fare la finanziaria 2025 a fine giochi) a coprire Roma in caso (prevedibile) di collasso economico. Un affarone, un genio degno di Calenda.

Riporto questi due pezzi da un articolo di Panorama del 14 Agosto 2021

Questo è il punto. Che oggi, in Italia, quello che diceva Raggi allora, lo dicono sommessamente tutti ma nessuno ovviamente dirà mai: aveva ragione. E invece sarebbe doveroso. Non me lo aspetterei dai giornalisti o dai politici o dai commentatori, che sono in malafede, ma dalle persone un po’ si.

Come per i cinghiali, come per i mezzi di trasporto regionali, gli alberi e così per le Olimpiadi, i cittadini romani, a prescindere dal livello sociale e culturale, hanno dato addosso alla persona che li stava per una volta aiutando, non perché eroica, superiore, Wonder-Woman ma perché semplicemente … competente, onesta, determinata e come unico interesse il bene delle persone e, sono sicuro, la soddisfazione e il vezzo personale di poter dire: ho fatto un buon lavoro alla faccia dei “competenti” e degli affaristi.

Una persona che ha fatto un solo errore vero: non ha trattato i suoi cittadini come dei deficienti. Mai fare questo errore in questo Paese.

Se scrivo queste cose è perché la memoria scarseggia e perché non sopporto le ingiustizie.

Verificare la scadenza

L’assessora all’Ambiente e ai Rifiuti di Roma, Sabrina Alfonsi, dice che non c’è modo che il nuovo impianto di incenerimento sia pronto entro il 2025. Lo sarà dopo il il Giubileo.

Il Commissario Straordinario per il Giubileo, nonché sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, dice che l’impianto di incenerimento di Roma sarà finito entro il 2025 e operativo entro il 2026.

Il tutto è registrato. Ma francamente a me non interessa di questi balletti stantii e non mi serve l’Alfonsi.

A me basta sapere che i Danesi hanno impiegato 4 anni a costruire l’impianto di incenerimento di Amager Bakke a Copenhagen, a cui si ispira lo Straordinario Commissario. Il 2022 è finito. Più 4 fa 2026 minimo per costruirlo, se fossimo in Danimarca dove prima di iniziare a costruire hanno preparato la cosa per 10 anni.

Amager Bakke

Copenhagen incineration plant

Ma a questo punto si pone un problema di scadenze.

Come ho scritto qui, il Piano Rifiuti di Roma non prevede alcuna milestone per il 2025, e già questo è assurdo di per se.

Men che meno ci dice quando sarà completato l’impianto di incenerimento. A dire il vero il piano di Gualtieri non riporta proprio nessun dettaglio dell’impianto di incenerimento se non che ne è previsto uno.

Quindi è solo in modo indiretto che noi conosciamo una data entro la quale si suppone che l’inceneritore di Roma debba essere fatto: Gualtieri infatti non è Commissario perché è un essere Straordinario, per discendenza divina, lo è in virtù di una legge di bilancio e del decreto aiuti (poi convertito in legge).

Dato che un inceneritore può essere realizzato SOLO nell’ambito di un piano rifiuti e dato che il piano rifiuti è regionale e non provinciale, e dato che quello della Regione Lazio rilasciato da soli due anni non prevede assolutamente i termovalorizzatori/inceneritori, è solo in virtù di poteri speciali che puoi fare una deroga così pesante e grave.

Ma queste due norme limitano i “super-poteri” donati a Gualtieri, nel tempo e nello spazio vincolandoli a Roma Capitale e ai soli interventi che servono per il Giubileo della Chiesa Cattolica del 2025.

Leggiamo e poi ci rivediamo sotto per le conclusioni.

LEGGE 30 dicembre 2021 , n. 234 Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022- 2024. (21G00256)

Dice le seguenti cose:

  1. Comma 420: Esiste il Giubileo 2025 per il quale sono stanziati 1,335 miliardi di euro dal 2022 al 2026
  2. Comma 421: Il Presidente della Repubblica nomina un Commissario Straordinario che resta in carica fino al 31 dicembre 2026. […] Per gli oneri correlati alla gestione commissariale e’ autorizzata la spesa di 500.000 euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026
  3. Comma 422-424: Il commissario deve fare un programma completo e dettagliato degli interventi connessi al Giubileo
  4. Comma 425. Ai fini dell’esercizio dei compiti di cui al comma 421, il Commissario straordinario, limitatamente agli interventi urgenti di particolare criticita’, puo’ operare a mezzo di ordinanza, in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale …
  5. Comma 426 in poi … l’istituzione di una società Giubileo 2025 e questioni finanziarie a essa legate inclusi altri milioni annui fino al 2026

Poi 

L. 15 luglio 2022, n. 91 che converte il DECRETO-LEGGE 17 maggio 2022, n. 50 che contiene l’Art. 13 (Gestione dei rifiuti a Roma e altre  misure  per  il  Giubileo  della Chiesa cattolica per il 2025)

Dice le seguenti cose:

  • Il Commissario straordinario del Governo […] limitatamente  al periodo del relativo mandato e con riferimento al territorio di  Roma Capitale […] esercita  le  competenze  assegnate alle  regioni  ai  sensi  [della TU sull’Ambiente Legge 2006]
  • predispone e adotta il piano di gestione dei rifiuti  di  Roma Capitale
  • regolamenta le attivita’ di gestione dei rifiuti […]
  • approva i progetti  di  nuovi  impianti  per  la  gestione  di rifiuti, anche pericolosi, assicura la realizzazione di tali impianti e autorizza le modifiche degli impianti  esistenti […]
  • Ai fini  dell’esercizio  dei  compiti  di  cui  al  comma  1 […] ove necessario, puo’ provvedere a mezzo di ordinanza, sentita la regione Lazio, in deroga a ogni disposizione di legge diversa  da  quella  penale,  fatto  salvo  il  rispetto  delle disposizioni del codice delle  leggi  antimafia  […]

Conclusioni

Ricapitolando, il commissario straordinario esiste per fare cose straordinarie per il Giubileo e scade nel 2026.

Il Piano Regionale Rifiuti del Lazio (di Zingaretti) non prevede anzi aborrisce i termovalorizzatori/inceneritori

Il commissario può andare in deroga solo perché il combinato disposto delle due leggi dice che gli interventi per la gestione dei rifiuti di Roma se li decide e gestisce Roma come le pare ma solo fino al 2026 e solo ai fini del Giubileo, poi torna nei ranghi della legge regionale per i rifiuti.

Dunque il governo concede poteri speciali per derogare e gestire le procedure in modo da accelerare e facilitare, ma non dice esplicitamente “Roma farà un termovaolorizzatore”.

È una scelta di Gualtieri usare i poteri speciali deroga per fare un inceneritore.

Dunque il Termovalorizzatore sarebbe fatto in emergenza per il Giubileo. Ma …

Ma per avere senso per il giubileo e quindi rispettare i motivi stessi della deroga il termovalorizzatore dovrebbe essere costruito entro il 2024, testato e attivo a pieno regime entro Natale 2025, quando sarà aperta la porta santa.

Altrimenti si tratterebbe solo di una struttura che il sindaco di Roma dice di voler fare ma che al di fuori del Giubileo non potrebbe assolutamente fare, men che meno con fondi giubilari, e che una volta finito il Giubileo, quando Roma perderà il diritto di farsi un piano rifiuti tutto suo in deroga a Lazio ed Europa, sarebbe in teoria fuori legge se non già completa e usata per il Giubileo.

Ora, come dicevo, a me non serve che l’Assessora Sabrina Alfonsi contraddica il CS Gualtieri sui tempi di realizzazione.

Mi basta sapere che i Danesi hanno impiegato 4 anni (dopo 10 di progettazione) a costruire il termovalorizzatore preso a modello da Gualtieri.

So per certo, visto che non ci siamo ancora dimostrati meglio dei Danesi (al massimo uguali, col ponte di Genova) e che nessuno della struttura commissariale ha ancora manco menzionato alcun dettaglio progettuale del progetto del termovalorizzatore o esplicitato il luogo dove sorgerà per una valutazione di fattibilità, che il termovalorizzatore di Roma non sarà assolutamente pronto prima di 4 anni cioè, ad essere ottimisti, del dicembre del 2026 e quindi non sarà operativo prima della metà del 2027 a Giubileo del tutto over. Riabadisco: a essere buoni.

Il termovalorizzatore, se va tutto benissimo, sarebbe quindi pronto a Giubileo terminato.

Quindi l’operazione “inceneritore di Roma” non è solo opposta rispetto alla direzione in cui va il mondo e di certo l’EU, non è solo contraria agli obiettivi 2050, non contraddice solo il piano rifiuti del Lazio … questa operazione è anche un imbroglio mediatico.

Una presa per il culo pubblica ed evidente tra l’altro, perché considerati i tempi, il progetto sarà a malapena iniziato durante i poteri speciali, e quindi sarà essenzialmente e quasi esclusivamente l’alibi per la gestione Gualtieri.

Gualtieri potrà infatti continuare a esportare la spazzatura e a fare altre cose comunque necessarie se non differenzi oltre un certo limite, perché tanto ai cittadini potrà sempre dire che è tutto temporaneo perché poi ci sarà l’inceneritore.

Che si faccia o meno, questo potrebbe non interessare più di tanto al Commissario, a Giubileo e consiliatura finiti (con montagna di soldi annessa e spartita).

Infine lasceranno alla prossima amministrazione (probabilmente di destra) la polpetta avvelenata legale e gestionale di un progetto che nasce già fallimentare, contrario alle direttive europee e normative nazionali dato che nasce già fuori legge e palesemente in contrasto con la missione giubilare stessa.

Mi domando se i cittadini di Città Metropolitana si rendano conto di tutto questo. Se gli interessi tutto questo. Se addirittura si pongano qualche domanda ogni tanto. Soprattutto quelli che li hanno votati.

Zero

Devo riportare un episodio accaduto alla stazione Metro B/Roma Lido di Eur/Magliana presso il parcheggio di scambio ATAC sulla Via Ostiense.

Un episodio, ci tengo a precisarlo, che al di la della specifica persona (uno degli addetti al parcheggio di scambio in questione) non è unico e porta con se la consapevolezza che qua o si parte da zero oppure non se ne esce.

Il parcheggio di scambio di Eur/Magliana, quello situato lungo la Via Ostiense fra la strada e la stazione, ha una sola via di accesso e una sola via di uscita. L’accesso è una breve diramazione della corsia dell’Ostiense in direzione Roma ed è quindi ovviamente a senso unico, usarlo come uscita porta l’auto contro le entranti e contro il senso di marcia della Via Ostiense (alta percorrenza e limite 50-70km/h) con linea continua.

Lungo la diramazione e fino alla rampa di accesso sono spesso (per la mia esperienza sempre in orario di ufficio) parcheggiate macchine fino all’imboccatura. Lo stesso avviene sulla rampa di uscita. Così era stamattina ma così era anche a Marzo 2022 come si evince da due immagini di Google Maps.

L’accesso al parcheggio avviene con emissione di biglietto o tramite abbonamento valido. L’uscita idem. In caso di biglietto emesso, con pagamento del suddetto.

In famiglia abbiamo tutti l’abbonamento annuale (quello da 250€) in corso di validità. Un abbonamento che io personalmente faccio da almeno 15 anni.

Quando siamo arrivati con la nostra auto, il segnale di Libero/Completo indicava Libero. Quindi abbiamo percorso la rampa per accedere.

Una volta saliti sulla rampa di accesso, dopo il cartello di completo/libero, non c’è modo di tornare in dietro se non con retromarcia contromano verso il senso unico dell’Ostiense.

Una manovra illecita e pericolosa, resa ancora più pericolosa dalla presenza delle macchine parcheggiate a ridosso.

Il fatto che il cartello indicasse “Libero” quando siamo arrivati è di per se una anomalia. Perché?

È un’anomalia, perché esattamente in quel momento nel parcheggio erano presenti (ma si vede solo dopo aver salito la rampa) diverse auto parcheggiate fuori dalle righe blu, al centro della zona fra le due file di parcheggio in posizione illecita che rende estremamente difficoltose (a volte impossibili) le manovre di uscita di chi parcheggia nei posti regolari, come si vede nelle foto scattate da me questa mattina ma anche dalle foto prese da Google Maps.

Questo accade ogni santo giorno. Ogni santo giorno macchine parcheggiano in mezzo, dove è vietato, mentre le blu rimangono vuote finché non si riempiono anche quelle. Questo vuol dire che la capienza del parcheggio non è regolarmente raggiunta ma è ampiamente superata sempre, il che vuol dire che fino al momento in cui io sono giunto al parcheggio, erano già entrate più macchine dei posti disponibili. Come ciò sia possibile, come avvenga il conteggio, perché i parcheggiatori non intervengano sul posto a gestire il flusso fino almeno alla saturazione, chi decida quando finalmente bloccare l’accesso non è dato saperlo. Soprattutto non è dato sapere perché questa cosa prosegua imperterrita nonostante le segnalazioni.

Avevamo già protestato in passato al gabbiotto ATAC di Eur Magliana. Uno ci aveva risposto: “chiama i vigili urbani”, un altro “è competenza di ATAC”. E’ vera la seconda. Ma questo accade ogni giorno e quindi sebbene sia competenza di ATAC, i suoi operatori evidentemente non intervengono e se non intervengono deve essere perché non esiste direttiva di intervento. O devo pensare che la direttiva esista ma nessuno la applichi. La verità è che noi possiamo solo osservare quello che accade e riportarlo.

Ma non accade solo questo.

Se malauguratamente sei salito sulla rampa quando segnava “Libero” (nonostante fosse pieno) e citofoni per risolvere il problema in sicurezza la risposta è “non le posso aprire” e poi il peggio “faccia retromarcia”.

Faccia retromarcia? La soluzione più sicura, l’unica, è entrare con abbonamento o biglietto o per apertura della sbarra e poi uscire subito, seguendo il senso di marcia. Se è il caso, in un paese civile, l’operatore viene sul posto a risolvere il problema che NON è stato generato dal malcapitato utente, pagante per giunta, ma da un malfunzionamento o da una mala gestione del parcheggio.

Abbiamo inutilmente chiarito che non potevamo fare retromarcia.

Abbiamo chiarito che la retromarcia è pericolosa, che saremmo entrati e usciti seguendo il senso regolare di marcia.

Abbiamo fatto presente che il parcheggio era pieno da tempo dato che era pieno di macchine fuori posto ma che il cartello ci diceva Libero nonostante questo.

Abbiamo fatto presente che il sistema o chi per lui ci aveva intrappolato in una situazione assurda e che bastava farci transitare.

Niente. Non ci ha aperto.

Solo dopo esserci alterati e aver reso evidente che esporci al pericolo di una manovra pericolosa sarebbe stato un rischio anche per lui (era un maschio), che se fosse successo qualcosa avremmo fatto una denuncia, ha aperto la sbarra.

Siamo entrati, abbiamo scattato le foto della situazione interna e siamo usciti come promesso. Se ATAC avesse messo il personale al parcheggio sarebbe stato facile controllare e tutto sarebbe andato bene, tranquillamente. Ma non c’è nessuno. Le due unità di personale sono dislocate all’altro parcheggio.

Se ATAC impedisse alla gente di parcheggiare sulle rampe e fuori dai posti regolari all’interno del parcheggio e tenesse un vero conto del numero di macchine che entrano ed escono, non si sarebbe posto il problema.

Se il cartello “Libero/Completo” funzionasse come deve, non si porrebbero problemi a chi paga per entrare in un parcheggio di scambio peraltro facendo un favore alla città.

Se ATAC almeno ascoltasse le segnalazioni, se educasse i suoi dipendenti se se se …

Ma ad ATAC non importa nulla. Come non frega nulla degli utenti a CoTraL e alla Regione Lazio.

È incredibile ma in una situazione di persistente irregolarità il problema diventa che un utente pagante (e molto pagante) non vuole fare una manovra pericolosa (che poi se hai una macchina dietro di te diventa comunque impossibile pur volendo) e finisce a vedersela con un dipendente di ATAC che detiene il suo piccolo potere … il pulsante della sbarra.

Alla fine dell’alterco verbale tramite citofono, il dipendente addetto (un giovane peraltro, il futuro) ha detto “ti aspetto all’uscita”. Qualunque cosa volesse dire, credo che sia tutto registrato da telecamere e audio ma non lo so.

Io l’ho interpretata come un invito ad andare a esporre di persona le mie rimostranze. Così ho fatto.

Arrivato alla postazione che si trova alla base di un secondo parcheggio di scambio di Eur/Magliana, su via di valle fiorita, ho provato a far capire che un comportamento del genere, rigido con le persone messe in difficoltà da una totale mancanza di controllo e gestione e poi flaccido (manco elastico) con chi viola realmente le regole è un po’ assurdo.

Glie l’ho spiegato. Non c’è stato verso. Ho sentito in compenso una serie di frasi allucinanti.

Gli ho detto che era illecito e pericoloso costringermi a fare una rampa a senso unico in senso inverso. Risposta: “non è vero” e poi “lo fanno tutti”.

Gli ho detto: “ma come, non puoi farmi entrare e uscire per regola? Ma se segnava libero mentre dentro è pieno non solo nei posti regolari ma pure in mezzo dove è vietato e crea problemi di circolazione interna? Noi abbiamo chiesto solo di entrare per uscire.”

Risposta: “eh, è già irregolare quello”

Ecco, questa tolleranza verso l’illecito e il dannoso quotidiano che diventa rigidità verso le persone in difficoltà. Questo fregarsene del disservizio peraltro assolutamente evitabile. La totale insipienza della dirigenza.

Confesso che a sentirlo parlare in quel modo m’è uscito di getto di mostrare l’abbonamento annuale da 250€ che faccio da oltre 15 anni (senza contare gli innumerevoli abbonamenti mensili di prima) e dire: oh ma ve lo pago io lo stipendio”.

Avevo già provato a far capire che sono uno che VUOLE usare i mezzi. Ero pure li col mio monopattino (portato fino a Magliana in macchina perché la Roma Lido a quell’ora, e pure dopo, è un cesso a pedali imprendibile già da soli figurati con il monopattino; cronicamente in ritardo, piena zeppa) …

Comunque che sono io a pagargli lo stipendio è più vero di altri casi di dipendenti pubblici perché ATAC è una società partecipata ma larga parte del suo bilancio è fatto di biglietti e abbonamenti. Non è come pagare lo stipendio di un ministeriale o di un ricercatore pubblico con le tasse (anche le sue stesse tasse a dirla tutta). È più come pagare l’abbonamento di un museo, che paga lo stipendio del custode ed essere trattati come monnezza dal custode che gestisce il museo a ca**o.

Ma se le cose stanno così, prima che della specifica persona (a cui comunque non frega nulla del suo lavoro mi pare sennò sarebbe il primo a segnalare così gravi problemi agevolando l’esistenza dell’utente non complicandola) è colpa dei dirigenti di ATAC.

A causa loro, dei dirigenti, della loro incuria e cialtroneria tanti non pagano quei biglietti e non fanno abbonamenti perché le stazioni sono disarmate, come si suol dire, e la guardiania per contratto (!) non può fermare i salta-tornelli e così via. A causa dei dirigenti, i capilinea hanno come priorità di far partire i bus, quando saltano le corse, prima possibile, pure vuoti, anche in anticipo sulla corse successiva, così gli utenti, che vanno per uno su coincidenze millimetriche, ne perdono due di corse non una. Hai voglia a segnalare l’assurdità. Mai cambiata. Poi la gente se la prende con l’autista.

Per colpa dei dirigenti la gente crede alla minchiata che i treni saltino perché i macchinisti vogliono fare la pausa caffè.

Ma i dipendenti ATAC dovrebbero sapere che siamo rimasti in pochi a difenderli e non trattare quei pochi a merda, non tollerare tutto il casino che è ATAC e poi fare i rigidi con chi rispetta le regole.

Senza i tanti abbonamenti di chi ostinatamente prende i mezzi, ATAC sarebbe chiusa e i dipendenti per strada.

Se un utente si incazza perché in una situazione di illegalità diffusa nel parcheggio che tu gestisci, insieme al tuo collega anziano, quando questo utente ti ricorda che paga 250€ l’anno non gli rispondi “ma te che lavoro fai”? “Hai rotto il c**o” e tralascio tutto il resto perché se avessi registrato l’audio di come si sono svolte le cose, quell’audio finirebbe in tribunale, lo intaserebbe come in tanti altri casi e per giunta senza cambiare nulla.

Ecco insomma, la morale di tutto questo è che in tanti anni l’azienda ATAC è stata riempita di persone ai livelli dirigenziali che sono palesemente incapaci di gestire bene anche quel poco di funzionante che c’è o più semplicemente non glie ne frega nulla.

Non solo. Se una parte di dipendenti, autisti, parcheggiatori, personale delle stazioni, sono persone per bene educate che spesso sono aggredite senza motivo per disservizi che non provocano loro (mancano i treni, quelli che ci sono sono sfasciati, i treni regionali come la Roma Lido fanno schifo e tutti se la prendono con ATAC, i capilinea dei bus gestiscono gli orari in modo ridicolo e tutti se la prendono con l’autista) è pur vero che c’è una parte di dipendenti, spesso quelli in posizioni più comode e agiate, che sono parte di quello che non funziona nel servizio pubblico. Sono figli morali di quei dirigenti.

Io sono sempre stato contrario alla privatizzazione e resto contrario. Ho appoggiato e ancora appoggerei la direzione di Virginia Raggi quando ha voluto fortemente provare a risanare una azienda pubblica quando tutti avrebbero gradito privatizzare. Perché un servizio pubblico non deve avere scopo di lucro, men che meno in Italia dove privato non è necessariamente uguale a efficiente e onesto.

Credo però che l’arroganza e il menefreghismo diffusi di tutta la classe dirigente di ATAC con tutta la generazione di dipendenti arroganti che come sport scaricano il barile e ti rispondono sticazzi, non lasci molta speranza.

Credo che una situazione come questa, non degna di un paese civile, non si sanerà mai con piccoli passi.

A volte penso che ATAC dovrebbe essere azzerata e ricreata da zero.

Ma penso anche che, come Alitalia, ITA e mille altre minchiate del genere, se a fare questa operazioni saranno persone come Gualtieri o Calenda, o Renzi o Alemanno … anche questa pulizia sarebbe come usare fango per lavare sabbia.

Ho perso la pazienza, ho alzato la voce. Ho fatto bene. Almeno questo. E alla fine te ne vai a parcheggiare fuori dove trovi posto, che non c’è (se non creativo) e questo perché hai dovuto prendere la macchina perché il mezzo pubblico regionale è na ciofeca (usata come arma politica dalla Regione Lazio a piacimento).

Da Novembre di quest’anno, dopo 15 anni senza soluzione di continuità, niente più abbonamento.

Tipo una specie di “Not in my name”.

PS: le persone che parcheggiano in mezzo anche quando ci sono posti regolari liberi sono persone ignobili. Sono i degni utenti di quei dirigenti e di quei dipendenti. Se si somma tutto questo, si capisce che le generazioni da cambiare prima di risolvere un problema di civiltà diffuso sono troppe anche perché questi incivili ne crescono altri.

Copia-Incolla 2035

A partire dal 10 Agosto 2022 la pagina Facebook di Roma Capitale ha pubblicato un serie di inserzioni a pagamento che pubblicizzano il “Piano per la gestione integrata dei rifiuti di Roma Capitale” (PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI ROMA CAPITALE – Commissario Straordinario art. 13 D. L. 50/22). Non so quanti l’abbiano letto (seguite il link qui sopra per leggerlo o cliccate qui).

Visto che la campagna elettorale 2021 per l’elezione del sindaco di Roma è stata giocata molto sui rifiuti e che le accuse mosse all’amministrazione #Raggi da Gualtieri, Zingaretti e Letta sulla gestione del problema rifiuti, sono molto gravi, la domanda che si dovrebbe porre chi ha votato Gualtieri e che i giornalisti prima di chiunque altro dovrebbero porre, sarebbe: sulla base di quali macerie e nulla assoluto lasciato dalla giunta di @VirginiaRaggi il Commissario Gualtieri ha prodotto questo “nuovo” piano rifiuti?

Allora leggiamolo questo piano di Gualtieri.

Questo post è composto da:

  • Parte 1, intitolata “Esisteva un piano Raggi?”
  • Parte 2, intitolata “Dichiarazioni di stima di Gualtieri a Raggi (dietro le quinte)”

Esisteva un Piano Raggi?

Le prime 140 pagine del piano di Gualtieri riportano un necessario prologo, varie dichiarazioni di intenti, un certamente necessario studio demografico (esistente) e qualche riferimento normativo EU e nazionale e infine lo stato dell’arte sulla raccolta dei rifiuti a Roma.

Ma da dove vengono i dati sullo stato dell’arte della raccolta rifiuti di Roma Capitale?

L’amministrazione Raggi ha pubblicato a Marzo 2020 il nuovo Piano Industriale AMA 2020-2024.

Questo piano a sua volta presenta uno stato dell’arte e uno scenario evolutivo sulla raccolta rifiuti a Roma Capitale dal 2020 al 2024, con obiettivi programmatici, previsione di nuovi impianti, evoluzione della raccolta differenziata, programmi sulla riduzione dei rifiuti alla fonte e riduzione dello spreco (basati su quali azioni lo vedremo dopo) e diversi scenari.

É essenziale notare che la data di uscita del piano AMA/Raggi precede di cinque mesi quella di pubblicazione del nuovo Piano Rifiuti della Regione Lazio. La Regione però, in base Testo Unico sull’Ambiente, del 2006 (la Bibbia) avrebbe dovuto pubblicare il suo piano, pena il commissariamento, nel 2018 e solo a valle di quello i vari Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), come Roma Capitale, avrebbero potuto procedere ai propri piani. L’approvazione del piano Regionale avviene però solo il 6 Agosto 2020 e il piano industriale AMA è stato conseguentemente aggiornato.

Ma è altrettanto necessario notare che AMA, sotto l’amministrazione Raggi, pubblica il piano rifiuti 2020-2024 il 4 Marzo 2020 quando il PNRR e il suo mare di soldi di cui oggi dispone Gualtieri, non esisteva nemmeno nella mente di Conte dato che il lock-down sarebbe iniziato il 12 Marzo successivo. Anche in questo caso il piano industriale AMA è aggiornato per includere l’avvento del COVID-19 ma certamente non i soldi PNRR che erano molto di là da venire.

É proprio sulla base di questo piano industriale già pronto che il “nuovo piano” di Gualtieri riporta lo stato dell’arte sulla gestione dei rifiuti a Roma. Non a caso, infatti, i dati riportati nel nuovo piano Gualtieri sono quelli del 2019 cioè quelli presentati nel Piano AMA/Raggi 2020.

Ciononostante qualche dato nuovo originale da parte della amministrazione Gualtieri c’è, nella sezione 7.1.1 Completezza postazioni stradali dove si legge:

[…] Una parte rilevante di postazioni stradali, il 29%, non è completa. Anche se si osserva un miglioramento rispetto agli anni precedenti: era il 46% nel 2019.

É incredibile quanto più rilassato sia Gualtieri con la Raggi in un documento che nessuno leggerà mai!

C’è poi un passaggio, a pagina 99, che un po’ è da paraculo diciamocelo, ma pure da fiodena [espressione dispregiativa “munita di dignità letteraria” (non so se veramente questo lo abbia detto Pasolini come riportano in tanti)].

Gli automezzi.

Nel corso del 2021 e del 2022, sono stati acquistati:

  • n. 339 automezzi tipo AC/CR e
  • n. 120 tipo mezzo CRCD.

Gualtieri qui parla degli acquisti di automezzi e lo fa mettendo insieme il 2021 e il 2022. Peccato che, come si evince da un primo articolo AMA di Febbraio 2021 e da un secondo di Settembre 2021, questi acquisti, certamente i 339, sono stati fatti solo nel 2021 dalla precedente amministrazione e sono, infatti, parte integrante del piano industriale AMA 2020-2024 che include anche le tante nuove assunzioni con concorsi del 2020.

La sostanza di questo quasi copia-incolla è però più profonda.

Mettendo infatti a confronto il Piano Rifiuti AMA/Raggi 2020-2024 con il Piano Rifiuti del Commissario Gualtieri 2022-2035 si nota che entrambi contengono praticamente gli stessi elementi, incluso il percorso verso l’autonomia di Roma Capitale/AMA, la costruzione di nuovi impianti e un aumento della raccolta differenziata, con riduzione della produzione di rifiuto e aumento del riuso, solo che grazie al PNRR, voluto da Giuseppe Conte, e della conseguente pioggia di soldi, Gualtieri avrà decisamente più margine, non dovendosi basare sul solo bilancio di AMA.

Per esempio a pagina 87 del piano AMA/Raggi si parla di 6 nuovi centri di raccolta oltre i 13 esistenti, per cui l’iter delle autorizzazioni è completo e i finanziamenti previsti, e di 20 ulteriori centri in fase di approvazione/verifica. Mentre a pagina 101 del piano di Gualtieri si legge che:

In occasione del fondi messi a disposizione dell’Unione Europea, il cosiddetto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), AMA su delega di Roma Capitale, ha presentato relativamente al DM 396/2021 del MITE linea A, n.10 proposte di finanziamento relative alla realizzazione e ammodernamento dei centri di raccolta. Si prevede di arrivare al 2030 a complessivi n. 30 centri adeguatamente localizzati in tutti i Municipi di Roma Capitale

Una bella differenza. La creazione dei nuovi centri di raccolta era già contenuta (e in parte realizzata) nel piano AMA/Raggi ma ora si fanno con i soldi del PNRR. E comunque alla fine Gualtieri prevede 9 centri in meno di quanto previsto dal piano Raggi.

Altra differenza curiosa sono le milestones, gli obiettivi intermedi e le loro date. Il Piano Rifiuti AMA/Raggi ha ovviamente come orizzonte il 2025 e questo perché l’anno 2025 è il primo obiettivo delle norme europee quindi di quelle nazionali e di quelle regionali. Entro il 2025 la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti urbani deve essere almeno al 55% in termini di peso (a scala nazionale a dire il vero). In ogni caso il piano Raggi dice:

Il presente Piano Industriale si pone, pertanto, obiettivi coerenti con quanto indicato dalla Direttiva 2018/851/CE, soddisfatti raggiungendo nel 2025 una percentuale di RD pari al 60%.

Gualtieri invece salta del tutto la milestone del 2025 in merito alla quale dice solo:

il 2025 sarà caratterizzato da un aumento della produzione rifiuti a seguito dell’afflusso di visitatori associato al Giubileo: per questo aumento di rifiuti il Piano prevede di definire accordi specifici con gestori operanti in Italia e all’estero che permettano di garantire il superamento dell’emergenza durante il 2025 e 2026

Non è ben chiaro perché il Commissario nominato appositamente per il Giubileo 2025, ometta di menzionare proprio gli obiettivi (normali, non quelli emergenziali ci mancherebbe) per il 2025. Cioè quanto farà di standard Gualtieri nei prossimi 3 anni e quanto no? Non è dato saperlo.

Se dovevamo fare un commissario straordinario per il 2025 per sentirci dire solo che nel 2025 esporterà comunque i rifiuti, come si dice a Roma “so ‘bboni tutti”.

Fatto sta che il 2025, per cui è stato nominato commissario straordinario con poteri speciali, non è mai nominato nello scenario. Si salta direttamente al 2030 (quasi 4 anni dopo la fine del suo mandato) e addirittura, cuore oltre l’ostacolo … ma il più lontano possibile … al 2035.

Lo Scenario di Piano […]

  • al 2030 si pone l’obiettivo di RD al 65% con un tasso di riciclaggio al 51,5% […]
  • il 2035 […] il raggiungimento del 70% di RD e un tasso di riciclaggio 54,9%

Ua’ … Insomma salta il 2025 (per il quale è commissario e che di norma dovrebbe indicare) ma il 2030 e il 2035 oh, quelli ci sono eh?

E veniamo al punto Inceneritore. Nel piano industriale AMA/Raggi un termovalorizzatore non c’è perché 1) non era ritenuto necessario dato che nella Regione Lazio già ci sono: forse non lo sapete, ma il termovalorizzatore di San Vittore ACEA ha 3 linee per un totale al momento di 376mila tonnellate / anno. 2) il termovalorizzatore è ritenuto un approccio obsoleto sia dall’EU (penultima scelta fra le tante per il ciclo rifiuti) che dal recentissimo Piano Rifiuti della Regione Lazio che esplicitamente si prende gioco dei termovalorizzatori.

Comunque … leggiamo il piano del Commissario Gualtieri, cito:

il Piano individua il sistema impiantistico necessario all’auto-sufficienza territoriale:

  • 2 impianti di selezione delle frazioni secche da RD (con capacità totale di 200.000 t/a)
  • 2 impianti per la digestione anaerobica delle frazioni organiche da RD (con capacità totale di 200.000 t/a)
  • 1 impianto di trattamento termico dei rifiuti indifferenziati residui con efficiente recupero energetico (con capacità totale di 600.000 t/a).

Tutti gli impianti adottano le BAT.

Nota: BAT = Best Available Techniques”, ogni tipologia ha un set di BAT definite a livello EU per cui puoi adottare solo quelle o qualcosa di meglio.

Ok, ma in pratica? Dal capitolo 16, cioè lo Scenario di Piano, a regime:

[…] 1 IMPIANTO DI TRATTAMENTO TERMICO PER IL RECUPERO DIRETTO DI ENERGIA DAI RIFIUTI RESIDUI INDIFFERENZIATI che adotta tecnologia di combustione consolidata, utilizza le BAT per il recupero energetico, per la riduzione e per il controllo delle emissioni in atmosfera e implementa la sperimentazione di una tecnologia per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica (‘carbon capture and storage‘).

Ma …

[…] Nella fase transitoria, fino al 2035, si proseguirà nell’utilizzo per almeno 170-200.000 t/a dell’impianto di termovalorizzazione di ACEA di San Vittore del Lazio (Frosinone). Le quantità da avviare a San Vittore saranno verificate di anno in anno nel corso del Monitoraggio del Piano.

Ora, nelle previsioni del piano Gualtieri al 2030 è scritto:

lo Scenario di Piano nel Contesto Tendenziale, in cui la produzione di rifiuti rimane stabile attorno a 1.69 milioni di tonnellate/anno e la RD raggiunge 65%, richiede al 2030 una capacità di trattamento termico in grado di gestire oltre 790.000 t/a

Tradotto: se tutto va come previsto, in base al nostro piano in cui si fa affidamento sul nuovo termovalorizzatore, dovremo bruciare almeno 800mila t/a di indifferenziato. L’eccedenza rispetto alle 600mila t/a del termovalorizzatore di Roma sarà avviata a San Vittore, previa costruzione di:

impianto di pretrattamento a gestione terzi

Pretrattamento che, a giudicare dalla figura 16.4 dello Scenario di Piano Gualtieri, per il termovalorizzatore di Roma non si farà perché sarà un impianto a trattamento diretto, dice.

Ora, San Vittore può termovalorizzare un massimo di 376mila tonnellate all’anno (t/a) su tre linee esistenti e, se ho capito bene, ne ha trattate al massimo fin qui 307mila t/a … ivi incluse quelle di Roma Capitale (ca 73mila t/a ricostruendo da questo articolo). Quelle 73mila però furono raggiunte perché, al contrario di quanto si dice nell’articolo di Repubblica, nel 2019 per scongiurare la puntuale crisi dei rifiuti la Raggi, osteggiata dal sindaco di Roccasecca, impose la ricezione da parte di San Vittore e del suo TMB di circa 200 t/giorno da Roma.

Oggi che San Vittore dovrà ricevere da Roma in modo permanente almeno fino al 2030/35 dalle 200 alle 530 tonnellate al giorno di rifiuti di Roma, perché lo ha detto il Commissario, suppongo che vada bene, ma dove le mettono visto che con le attuali 73mila t/a siamo già a 307mila t/a?

Forse alla quarta linea che ACEA ha chiesto di poter aggiungere? Siamo quindi appesi a questo per far tornare i conti del piano al 2030? Vabbè dai vuoi che Zingaretti prima di lasciare la Regione Lazio non faccia questo regalo?

Infine: nel piano NON SI DICE MAI esplicitamente quando sarà pronto il tervmovalorizzatore di Roma. Tutto è definito, come ho detto, per il solo 2030 e poi 2035. Il che è piuttosto assurdo a pensarci bene. Comunque stando alle dichiarazioni del Commissario Gualtieri, se je dice bene il termovalorizzatore di Roma sarà operativo, secondo la loro stessa road-map, nel 2025 (ma veramente deve andare tutto liscio). Ma se non va tutto liscio “stiamo con le pezze” e abbiamo perso 5 anni.

Francamente mi domando: ma non si dovrebbe investire di più sulla parte di riduzione/riutilizzo, riciclo (che c’hai pure il PNRR) e ridurre al minimo lo scarto da bruciare in modo che un ampliamento di un inceneritore regionale sia sufficiente? Veramente un argomento che per legge è di competenza Regionale, deve talmente essere scaricato come un barile sulle ATO, tanto da non ipotizzare nemmeno l’ottimizzazione dell’uso di termovalorizzatori a scala regionale? Peraltro la termovalorizzazione è considerata obsoleta dall’EU: l’EU prima li usava certo (e anche noi visto che li abbiamo) ma dal 2026 inizierà a tassarli, nonostante il recupero energetico, in quanto produttori di CO2 e altri scarti e perché l’obiettivo è ZERO-WASTE. Stiamo puntando per il futuro su un approccio già vecchio [Slide 25-27 Legambiente]. Il modello a cui si ispira Gualtieri per Roma è l’inceneritore Danese di Amager Bakke a Copenhagen. Celebratissimo e sicurissimo (a parte qualche pericoloso stop di emergenza), è stato comunque costruito in 4 anni (2013-2017) e non in 2 come dichiara Gualtieri per Roma. In Danimarca! Inoltre quanto a successo finanziario e convivenza con il ZERO-WASTE è particolarmente controverso e dimostra come una simile struttura debba sempre essere a regime per essere conveniente:

But now, ironically, as municipalities have become very efficient in waste sorting and recycling, the plant is quickly running out of its most important raw material: rubbish.

dal The Local

Tanto è vero che la Danimarca nella sua strada verso la neutralità energetica 2050 pianifica di spostare la produzione di energia dall’incenerimento alle fonti alternative e di “rimuovere la plastica dall’incenerimento” perché … è riciclabile (va la?).

Insomma a leggere il piano di Gualtieri e le sue dichiarazioni, a me st’inceneritore di Roma sembra una scappatoia per rimandare ad altra amministrazione le ulteriori azioni concrete oltre il Piano Industriale AMA già scritto dalla precedente amministrazione, per svalicare, con le chiacchiere, il 2025 mentre si continua a sfruttare il PNRR di Conte e le assunzioni + acquisti di Raggi per salvare la faccia dopo le tante accuse, a questo punto evidentemente gratuite, mosse all’amministrazione uscente.

Segue … l’incredibile.

Dichiarazioni di stima di Gualtieri a Raggi (dietro le quinte)

Nella sezione strategica, lo Straordinario Commissario Roberto Gualtieri inizia a delineare il “suo piano”. Lo fa però partendo dal “già fatto” da Roma Capitale in tema di prevenzione e riciclo, .

Ho trovato questa parte veramente … sorprendente considerate le pesanti accuse di incapacità rivolte al primo sindaco donna di Roma.

Sezione 12.3.2, pagina 137, dice il piano:

Con lo studio “La prevenzione della produzione dei rifiuti: analisi comparativa della sostenibilità degli imballaggi in plastica di alcuni prodotti per indirizzare l’efficacia dell’azione di Roma Capitale” è stata svolta un’analisi comparativa tra l’utilizzo di alcuni prodotti di largo consumo.

Lo studio in questione è di N.Girardi et al., pubblicato nel 2020 ed è stato eseguito:

[…] nell’ambito della collaborazione fra la Direzione Rifiuti, Risanamenti e Inquinamenti del Dipartimento Tutela Ambientale (del Comune di Roma n.d.r) e l’Università di Roma “La Sapienza”, facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Dipartimento di Biologia Ambientale” che ha avuto “la durata di tre mesi, dal 1 novembre 2019 al 31 gennaio 2020. Al termine di tale periodo, è stata attivata una nuova fase per proseguire gli studi in itinere.

Dunque un lavoro del 2019 che, stando al piano in oggetto, riveste un ruolo importante nell’orientare l’azione del Comune di Roma. Ma proseguiamo.

12.3.3 Il nuovo Regolamento Comunale.

Il piano di Gualtieri, a proposito di questo nuovo regolamento, recita così:

Il nuovo Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti urbani, approvato con la Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 44 del 13 maggio 2021, introduce numerose innovazioni sul fronte della prevenzione della produzione dei rifiuti.

Già. Pare che il nuovo regolamento approvato 5 mesi prima che il Commissario Gualtieri vincesse le elezioni comunali, addirittura introduca, numerose innovazioni sul fronte della prevenzione della produzione dei rifiuti. Uanema, si direbbe a Napoli.

E cosa dice ‘sto nuovo regolamento fatto da #Raggi, sorprendentemente innovativo per Gualtieri? Innanzitutto …

Il titolo III di tale Regolamento riguarda la “Prevenzione della produzione dei rifiuti urbani” e individua le misure per l’organizzazione degli eventi pubblici e le azioni per la riduzione della produzione dei rifiuti derivanti dai servizi di ristorazione scolastica

… con diversi dettagli operativi, che potete leggere da soli.

Poi Gualtieri si indigna proprio e dice che il Comune di Roma veramente non può tollerare lo spreco alimentare.

“in Italia sono prodotte, in un anno, circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari che rappresentano il 16,8% dei consumi annui alimentari […] La percentuale di eccedenza alimentare donata – a livello nazionale – è ancora poco consistente […] la Legge 166/2016 del 19 agosto 2016, detta Legge Gadda […] è nata con l’obiettivo di incentivare la redistribuzione delle eccedenze e dei beni inutilizzati a fini di solidarietà sociale, destinandoli alle categorie bisognose. […] Per Roma Capitale l’attuazione della Legge 166/2016 si realizza dando spazio a tutte quelle realtà

Ed è per questo che …

Per tali realtà, Roma Capitale ha definito uno strumento incentivante, ossia una riduzione della parte variabile della Ta.Ri.

Brava Roma Capitale!!! Ecco, però la riduzione della parte variabile della Ta.Ri. è stata realizzata, come dice lo stesso Gualtieri, attraverso una delibera che modifica il regolamento Ta.Ri. con gli Art. 16-bis e 16-ter.

Delibera (questa qui) che è del …. 30 Marzo 2018. Pare poi che a conferma del fatto che sta roba non appartenga alla nuova era Gualtieri c’è sempre il Commissario Gualtieri:

Nel gennaio 2022 si è chiuso il primo anno di applicazione di questa azione, che ha visto l’adesione di alcune importanti realtà cittadine, dando la prima concreta realizzazione al contrasto dello spreco alimentare.

Cioè, un anno sarebbe Gennaio 2021. Delibera Raggi, sperimentazione Raggi finita quando Gualtieri non aveva manco la giunta un altro po’.

Vabbè, proseguo, perché mi pare strano che Gualtieri osanni così il lavoro della #Raggi e pubblicizzi pure l’osanna su FB. A un certo punto partirà qualche “hanno fatto un casino, maledetti M5S”.

Allora passiamo al capitolo “I Centri del Riuso e l’Ecorubrica“. Dai questa non l’avevo sentita mai manco io. Questa sarà roba del 2022 dai. Sempre citando il piano di Gualtieri:

La promozione dei CENTRI DEL RIUSO e la realizzazione DELL’ECORUBRICA si incardinano nella strategia di Roma Capitale orientata a favorire la ricollocazione di beni che detengono ancora un valore d’uso e una utilizzabilità, ma di cui il detentore non vuole più disporre.

Quindi?

L’Ecorubrica, elaborata in collaborazione con AMA SpA; costituisce un vademecum per tutti i cittadini che desiderano evitare che gli oggetti di cui voglio disfarsi diventino rifiuti e che cercano soggetti cui destinarli. Biciclette, passeggini e tanti altri beni durevoli trovano così, tramite i Centri del Riuso e l’informazione corretta, nuova vita

Ah. Quindi in pratica?

Roma Capitale ed AMA SpA hanno inoltre siglato Protocolli d’Intesa con le associazioni Book Cycle, Ciclonauti, Joni and Friends, Libra, Nuova Acropoli e W.A.Y.S. (determinazione dirigenziale 723/2021), finalizzati alla prevenzione della produzione dei rifiuti e l’incentivazione al riuso dei beni, […]

Je l’hai fatta. Ma quando l’hai fatta sta cosa? Stavolta mi viene in aiuto un link esterno di Eco dalle Città. L’articolo è del 18 Maggio … 2021. Così come è del 20 Maggio 2021 questo post di W.A.Y.S. che festeggia il protocollo d’intesa con AMA. Insomma i #Raggi alla bicicletta li hanno riparati un anno e mezzo fa, quando Gualtieri ancora non aveva deciso se candidarsi o meno.

Vabbè dai ci sono ancora diverse pagine. Passiamo quindi al capitolo successivo:

Il Green Public Procurement (GPP) viene definito come: “l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.

Interessante si, ma Roma non aveva mai fatto nulla per questo fino alla nuova era Gualtieri, giusto? Infatti:

è stato siglato il Protocollo d’intesa tra Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) e Roma Capitale

Quando? Il Commissario Gualtieri non linka e non cita il protocollo in menzione ma il web si. Il protocollo è questo qui, dal sito del MITE, o meglio questa è la proroga del Protocollo originale siglato con l’allora Ministero dell’Ambiente in data … 16 aprile 2018. Si che poi era di durata triennale quindi anche la sua prosecuzione richiesta dal Roma Capitale è del … 9 aprile 2021, ancora quando Gualtieri non sapeva se fare il sindaco fosse per lui.

Ma non finisce qui con questo argomento perché a un certo punto Gualtieri si esalta:

Dal 2018 ad oggi, sono stati realizzati, anche in collaborazione con la Scuola di Formazione Capitolina, 20 eventi di formazione. Questa attività ha già portato a due importanti riconoscimenti. […] il 9 ottobre 2020, è stata conferita a Roma Capitale una Menzione speciale del premio Compraverde Buygreen 2020, sezione Bando Verde. Il bando, oggetto del premio, è stato realizzato dal Municipio VI sul capitolato d’appalto: “Manutenzione Straordinaria del Verde Pubblico in aree di pertinenza ERP”

Tutto qui?

nell’ottobre 2021 ha presentato la propria candidatura al Premio Compraverde Buygreen, sezione politiche GPP per le pubbliche amministrazioni che hanno attuato attività concrete per promuovere e migliorare gli acquisti verdi. Roma Capitale è stata insignita di una menzione speciale di tale premio, consegnato a Roma Capitale venerdì 8 ottobre 2021

Quattro giorni dopo le elezioni. Na scheggia Gualtieri, 10 giorni prima del ballottaggio già un premio.

Finita? Basta? No. Non potevamo farci mancare il capitolo “12.3.7 La raccolta selettiva delle bottiglie in PET“. Non è la super-chicca ma poco ci manca. Vado di citazione

La Direttiva (UE) 2019/904, detta direttiva SUP, Single Use Plastic, ha introdotto nuovi e sfidanti obiettivi di raccolta e riciclo specifici sulle bottiglie in PET, ripresi nel d.lgs. di recepimento n. 196/2021

[…] Per rispondere alle sfide poste dalla nuova normativa europea, occorre integrare i tradizionali sistemi di raccolta con nuovi sistemi di restituzione da parte dei cittadini delle bottiglie post consumo

[…] L’installazione di eco-compattatori per la raccolta delle bottiglie in PET realizza tale sistema di riciclo a ciclo chiuso bottle to bottle.

Io non vorrei fare spoiler a questo punto ma … ‘tacci tua se po’ di? Si a Roma se po’. Ma eccola …

I cittadini che si impegnano in questa nuova raccolta, utilizzando gli eco-compattatori posti in punti presidiati del territorio comunale (quali mercati e stazioni della metropolitana, ecc.), sono premiati con bonus utilizzabili per l’acquisto di biglietti per il trasporto pubblico locale o per effettuare la spesa nei mercati.

Oh sembrano proprio le macchinette mangia-plastica daa #Raggi, ve? Vero Commissa’?

Giuro non ci sta una cosa brutta che il Commissario Gualtieri, evidentemente un tantino bipolare, dica alla “vuoto a perdere” #Raggi.

Certo, raramente riporta le date dove può evitarlo. Certo in pubblico insulta la #Raggi e dice che sta partendo da zero, in coro con il suo protettore (in senso volgare? no assolutamente, in senso letterale) Zingaretti.

Le unghie sulla città (la Cassazione e i Cinghiali)

Tempo di lettura: 6′

Negli ultimi mesi, mio malgrado mi sono trovato a scrivere (o a commentare) dei posts su Facebook a proposito dei “cinghiali” (il che già è esilarante) a Roma.

L’ho fatto confrontandomi purtroppo con la volontaria superficialità di molti (di ogni estrazione, cultura e formazione) sui temi principali scelti da tutti i concorrenti alla carica di sindaco della Città Eterna, per attaccare la sindaca in carica, Virginia Raggi. Fra questi spiccava la presenza dei cinghiali in varie zone di Roma.

Facebook, immagino sulla base dei suoi algoritmi di personalizzazione, mi ha quindi proposto qualche giorno fa una notizia da “LaNuovaProvincia” che parla di una sentenza della Corte di Cassazione proprio sul tema dei cinghiali. Prima di arrivare alla sentenza, però, servono due righe sull’argomento.

Il punto fondamentale sui cinghiali è stato che i concorrenti di Virginia Raggi, in coro con la stampa unita, addebitavano, almeno fino al 4 ottobre 2021 (data delle elezioni comunali), in esclusiva alla sindaca di Roma la responsabilità della presenza di questa fauna selvatica nel territorio urbano e a lei addebitavano il mancato intervento. Questo avveniva sull’onda e alimentando un’ondata di riso e sdegno per Roma e per la sua sindaca (invocandone la presta rimozione). La situazione peraltro era vista come un unicum dovuto all’incapacità della malcapitata e della sua giunta di, testualmente in alcuni casi, scappati di casa.

Le prove del fatto che effettivamente questo tema sia stato sfruttato in modo fra il truffaldino (politici) e il tragicamente superficiale (giornalisti), come in altri casi, sono scritte a fuoco nelle norme di riferimento come la LEGGE 11 febbraio 1992, n. 157 (vedi sotto). Ma queste prove sono anche ribadite dagli stessi attori istituzionali nei più facilmente comprensibili accordi fra di essi siglati.

Nel caso di Roma si tratta di Protocolli d’intesa condivisi ed approvati in rispettive delibere fra Regione Lazio, Roma Città Metropolitana (ex-provincia) e Comune di Roma.

A nulla è valso alla sindaca il riportare i fatti più volte e in ogni dove e i giornalisti non hanno fatto il loro lavoro, cioè la verifica dei fatti.

Passando ai fatti. Lo schema del protocollo d’intesa fra Regione Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma sulla gestione della fauna selvatica è stato approvato in giunta Capitolina a settembre 2019 e si può leggere sul sito del Comune di Roma o in calce a questo post.

In particolare l’art. 4 definisce l’ordine gerarchico delle competenze e responsabilità che partono dalla Regione soprattutto per l’infrastruttura ricettiva degli animali, le regole, il materiale da fornire per gli interventi e solo in ultimo vengono le competenze della provincia (Città Metropolitana) e del Comune di Roma per gli interventi che comunque devono essere coordinati con la Regione, a valle delle segnalazioni.

Ora, veniamo alla sentenza. Ce ne sono state molte (a quanto pare) e tutte sono state emesse molto prima delle elezioni comunali di Roma.

La specifica sentenza che qui riporto, richiama altre sentenze e il Codice Civile (Art. 2052: Danno cagionato da animali) nel negare alla Regione Abruzzo il rifiuto a risarcire un cittadino per un incidente con un “ungulato”. Quello che però conta non è il risarcimento in se ma il motivo:

nell’azione di risarcimento del danno cagionato da animali selvatici la legittimazione passiva spetta in via esclusiva alla Regione, in quanto titolare della competenza normativa in materia di patrimonio faunistico, nonché delle funzioni amministrative di programmazione, di coordinamento e di controllo delle attività di tutela e gestione della fauna selvatica, anche se eventualmente svolte, per delega o in base a poteri di cui sono direttamente titolari, da altri enti: potendo la Regione rivalersi (anche mediante chiamata in causa nello stesso giudizio promosso dal danneggiato) nei confronti degli enti ai quali sarebbe in concreto spettata, nell’esercizio di funzioni proprie o delegate, l’adozione delle misure che avrebbero dovuto impedire il danno

La sentenza completa è riportata fra gli altri sul Sole24ore ed è dettagliatamente spiegata in parole più semplici su Altalex.

In sostanza la Regione Abruzzo riteneva che fosse la Provincia a dover risarcire il cittadino, ma varie sentenze e pure questa ultima hanno stabilito che è la Regione che “possiede” gli animali ed è responsabile di tutta la normativa, la gestione e gli schemi di intervento oltre che delle infrastrutture ricettive ed è quindi soggetto passivo del risarcimento per danni. Alcune sentenze poi definiscono, ferme restando le responsabilità primarie della Regione, che se anche quest’ultima avesse delegato alla Provincia le sue funzioni (e non è il caso di Roma) e SE anche fosse dimostrato che la provincia sia totalmente autonoma nella gestione della fauna selvatica nel suo territorio, allora né acquisisce si la responsabilità MA l’orientamento giuridico finale pare essere che comunque deve essere la Regione in quanto responsabile dell’animale in se che risarcisce il cittadino e poi, se né ha realmente la possibilità, si rivale sull’istituzione delegata.

Tutto questo nel caso di Roma, in base allo schema di accordo fra Regione Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma, porta quindi alla evidente responsabilità della Regione Lazio nella gestione della fauna selvatica essendo la Regione stessa che per legge e per accordo deve mettere le altre istituzioni nelle condizioni di eseguire gli eventuali interventi. Tra l’altro è responsabile anche del coordinamento dei piani faunistici provinciali come chiaramente riportato nella legge madre sul tema (LEGGE 11 febbraio 1992, n. 157).

Con tutta evidenza, ora che si può dire e che quindi le notizie in merito, libere dalla foga della competizione sleale, iniziano a circolare, il problema interessava tutta la penisola e quanto alla responsabilità della gestione essa era delle Regioni sopra e prima di tutti, mentre ex-province e comuni erano l’ultimo anello di una catena. Se n’è accorta con un anno di ritardo pure Striscia la Notizia a cui però non posso farne una colpa: loro almeno non sono più di una striscia scandalistica.

Dunque mi pare di poter affermare che Virginia Raggi, che ha siglato il protocollo d’intesa con Regione Lazio in qualità di Sindaca di Roma e di Città Metropolitana, avesse in definitiva ragione.

Ha senso ritirare fuori questo argomento adesso, dopo che non è servito prima?

Beh questo post era quasi pronto un mese e più fa ma ho dato la precedenza ad altri post come quello sulle ferrovie ex-concesse, sui bus elettrici, sulla storia dei sindaci di Roma e delle loro magnifiche opere, sul decoro urbano e il suo futuro o sulle Olimpiadi a Roma, il peccato originale della sindaca.

Comunque nemmeno questo post avrebbe cambiato nulla della ferrea convinzione di chi già aveva deciso per un ritorno al passato nemmeno tanto remoto.

Ormai è fatta quindi ma a me va di lasciare traccia scritta e ordinata con tanto di links.

In fondo, come qualcuno mi ha voluto ricordare, la politica è anche fiducia. Hai visto mai: se anche una sola persona dovesse farsi venire il dubbio e perdere la fiducia in quelli che hanno governato Roma per 25 anni e mo’ se la sono ripresa, ne sarà valsa la pena.

The Flash

La notizia: Gualtieri! Per la miseria sto tipo è di una velocità che fa paura. E chi sei Flash? Oggi avverrà il passaggio di consegne e già siamo nel futuro. Sperimentazione del primo bus elettrico di Roma per l’acquisto di 1000 entro il 2030.

Grazie romani per averci svegliati dall’incubo. Pensate se avessimo avuto ancora la Raggi. Che sarvata oh (cit) …

https://ilcaffediroma.it/163362-2/?fbclid=IwAR0SlziJtzo6mIMpZoE01TatVIEYZzsnGpPC6k6ynhka3H9TZtkxH_KYtkA


L’informazione: … e a proposito è importante notare il rilassamento di Repubblica/Confindustria: ora può dare le notizie con un taglio diverso e può pure dire serenamente che …
L'esperimento, è bene ricordare, ricade nel più grande perimetro del piano di elettrificazione della rete di trasporto pubblico romano. Il 27 agosto scorso l'Atac ha sottoscritto un accordo con le aziende di trasporto di Milano e Napoli per acquistare entro 2030 ben 1.000 autobus elettrici. Di questi almeno la metà arriveranno entro il 2026 con i fondi del PNRR.

É bene ricordare? Ah si adesso è bene ricordare che IL 27 Agosto … alla fine di un percorso, tipo come se avessero passato anni a riprogettare il futuro di una città consegnata nel passato remoto proprio da chi la prende in consegna oggi? SAREBBE STATO BENE RICORDARE, si.

La Percezione: leggendo, ascoltando, approfondendo per 5 anni i fatti attorno alle rabbiose accuse mosse da alcune persone riassumibili di solito in un finale “la Raggi è un disastro“, ho quasi sempre potuto confermare che non abbiano cercato di capire realmente nulla, che si siano fermate alla percezione, ai primi centimetri oltre al proprio naso, in un approccio essenzialmente privo di fondamento sui dati, norme, soldi, progetti, un approccio autolesionista senza futuro e soprattutto senza passato (il che è peggio vista la cultura e l’età). Un approccio tipico di chi di solito loro stessi definiscono “stupido”, “limitato”, “senza memoria”. E mi sono sorte molte domande sull’intelligenza umana. Quelle persone, almeno per come le conosco, io non sono per nulla stupide nel senso comune e generale del termine. Neppure ignoranti nel senso comune del termine. Quindi come funziona la percezione? E’ un problema culturale? No. Gente di cultura con laurea e dottorato e pure gente che ha la terza media hanno questo atteggiamento in comune. Come dimostra adeguatamente il fenomeno no-vax, no-greenpass (che ha decisamente più certezze che dubbi al contrario di come loro percepiscono se stessi), non è una questione di scolarizzazione, di povertà, di conoscenza … naaa è questione di approccio mentale alla percezione, che può essere educato si ma a prescindere dalla cultura e dal titolo di studio. Questo problema è assolutamente trasversale alla popolazione ma pure agli argomenti.


Le donne: il fenomeno di troppe donne, pure quelle progressiste. La donna, quel genere dell’umanità considerato (e auto-considerato) più profondo, più multi-tasking, più abituato al “lavoro sul lungo termine” di quanto sia l’uomo e che sta continuamente in trincea contro il maschio prevaricatore a causa del quale una donna per esempio paga i suoi eventuali errori sempre più di un uomo. Una donna in questa percezione è una che gestisce a lungo termine, resiliente, che lavora in background per il bene comune, non come l’uomo che vive il momento, che gioca col potere. É tutto vero.
Eh beh … però la realtà dei fatti è che a parole è tutto bello, ma quando si tratta di potere anche loro spengono tutto e attribuiscono merito solo a chi è maschio, come la parola stessa (merito). Danno il beneficio del dubbio prevalentemente al maschio, come la parola stessa (beneficio); danno la possibilità di re-iterare le sue prese per il culo solo al maschio, come la parola stessa (culo in questo caso).

Il che spiega anche perché hanno perso e continueranno a perdere la guerra di genere. Il che a me dispiace molto francamente.

Tutto questo a partire da un bus elettrico? Già.

Decoro a Roma: Future State

Ecco come andrà: Gualtieri o Michetti vinceranno le elezioni al ballottaggio per Roma. Fin qui.

Nel frattempo l’amministrazione di Virginia Raggi, sindaco uscente, nel 2020 a novembre, DOPO aver lavorato per anni al bilancio di una partecipata portata alle soglie del fallimento da 25+5 anni di centro-sinistra e centro-destra, aveva avviato l’iter per l’assunzione di circa 300 operatori in AMA con numeri distribuiti fra 100 + 125 per Spazzamento, raccolta, tutela e decoro del territorio, 40 per officine e 20 per cimiteri.

Gli iter sono andati avanti e in larga parte conclusi.

Quello che succederà è che queste persone entreranno in attività e le vedremo all’opera, le strade saranno più pulite e mantenute e questo i romani lo attribuiranno a Michetti o a Gualtieri. 

Finalmente la Raggi se n’é andata.

Lo stesso si potrà dire del servizio giardini e per altri aspetti della cura di Roma.

Poteva essere fatto prima? No. Non senza agire come hanno sempre fatto i nuovi vecchi, fra appalti esterni e indebitamenti vari. Chi fa progetti seri e ci lavora in prima persona sa come funziona. Dovrebbe almeno.

Inoltre senza operatori nuovi non fai più differenziata (atteso che si sappia dove portarla in assenza di vita della Regione Lazio che ha aggiornato il piano con 2 anni di ritardo ad agosto 2020) perché la differenziata è bellissima ma richiede 3 volte gli addetti rispetto alla stradale.

Solo Alemanno ha avuto l’onore di un solo mandato. E lui oltre a sconquassare il trasporto su ferro diluendolo nei debiti ATAC ha pure fatto la bellissima bad company di Roma spostando il debito miliardario di lato ed è finito sotto inchiesta. Gli altri tutti 2. Poi c’è Marino.

A tutte le persone dotate di intelletto ma che ancora considerano Raggi al pari di Alemanno: beh avete sbagliato e avete dato il più consistente esempio di anti-meritocrazia che ‘sta città ricordi. Ma tant’è, non ve ne pentirete nemmeno e andrete avanti sicuri verso il prossimo re di Roma (inderogabilmente maschio) perché poi i danni si vedranno fra alcuni anni, non prima, verosimilmente 7 anni (grazie al PNRR di Conte).

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Logo AMA

Qui sotto per chi ha voglia (pochi, di solito) alcuni dettagli.

Dalla sezione “Lavora con noi” di amaroma.it si vede che gli iter, iniziati a Novembre 2020, sono andati avanti regolarmente e in parte si sono conclusi con l’approvazione delle graduatorie definitive.

Preselezione per n. 100 OPERAI GENERICI CCNL Utilitalia Servizi Ambientali – area “Spazzamento, raccolta, tutela e decoro del territorio” da inserire al livello “J” a tempo indeterminato – Part Time verticale 25 ore settimanali (comprese domeniche e festivi).

Il 19/04/2021 è stato pubblicato l’elenco pre-selettivo provvisorio.

Preselezione per n. 125 OPERATORI ECOLOGICI QUALIFICATI CCNL Utilitalia Servizi Ambientali – area “Spazzamento, raccolta, tutela e decoro del territorio” da inserire al livello 1°B a tempo indeterminato – Full Time 38 ore settimanali (comprese domeniche e festivi).

Il 26/07/2021 è stata pubblicata la graduatoria definitiva.

Poi ci sono addetti alle officine (40) e interratori/seppellitori (20).

Sindaci di Roma: piccolo promemoria

Quante occasioni ha dato il popolo sovrano di Roma ai sindaci da quando nel 1993 il sindaco si elegge in modo diretto?


Rutelli: ha avuto due mandati come Sindaco della durata di 4 anni l’uno per fare quello che ha fatto. Il secondo mandato lo ha interrotto lui anticipatamente consegnando Roma al Commissario straordinario per candidarsi a presidente del consiglio per l’Ulivo.Per fare quello che ha fatto (fra cui cedere il 49% di ACEA a Caltagirone), il debito è passato da 3,62Mld€ a 5,93Mld€ (+2,31Mld€).

Veltroni: ha avuto due mandati come Sindaco della durata di 5 anni l’uno per fare quello che ha fatto ma il secondo lo ha interrotto lui anticipatamente dopo soli 2 anni consegnando Roma al Commissario straordinario per candidarsi come presidente del consiglio per il PD.Per fare quello che ha fatto il debito è passato da 5,93Mld€ a 6,95Mld€ (+1,21Mld€)

Alemanno: ha avuto un mandato come Sindaco di Roma della durata di 5 anni per fare quello che ha fatto (fra cui magheggi col debito, sciogliere MeTro in ATAC arrecando danno al trasporto pubblico su ferro a Roma). Quanto al debito semplicemente … gli cambia nome: ora si chiama “debito pregresso” e se lo leva di torno (lui). Crea nel 2010 cioè, con l’aiuto di Berlusconi e Tremonti al governo, la bad company del debito di Roma ed essendo pure il commissario del debito pregresso, ci mette quello che vuole in accordo con Tremonti. Lo stato reale verrà a galla solo dopo Alemanno: al 2010 il debito era di 10Mld. L’euforia di aver cambiato nome al debito ha prodotto altri debiti. Questa operazione fa sparire Roma dai radar dei rating pubblici.

Marino: quando arriva Marino il debito è di circa 13Mld€. Si riduce un po’ e secondo lo stesso ex-sindaco a quel tempo il rating di Roma era passato da negativo a stabile. La stessa cosa che poi accadrà dopo i 5 anni di amministrazione Raggi. Sempre a opera di Standard and Poor’s.

Quei debiti li paghiamo in larga parte con l’IRPEF ma ci sono anche gli interessi.

Sia chiaro: è ovvio che non tutto il debito è “cattivo” MA quello di Roma è mostruosamente cattivo quindi ogni debito per investimenti (che potrebbe essere positivo se hai capacità di pagarlo) non è ovvio per una città col debito di Roma.

A me dopo 23 anni di sindaci di Roma che hanno consegnato alla fin fine un tessuto deteriorato e indebitato pare un gran risultato per un sindaco di Roma

  • iniziare a ridurre il debito mostruoso dando “outlook” stabile alla Città
  • iniziare a ridurre gli interessi sul debito
  • nonostante tutto mettere a bilancio e fare appalti per manutenzione ordinaria senza fare nuovo debito
  • nonostante tutto mettere a bilancio e fare appalti per manutenzione straordinaria senza fare nuovo debito
  • realizzare progetti da città europea che possano diventare veramente esecutivi
  • realizzare progetti che diventati esecutivi non siano una mangiatoia e non lievitino in 3 giorni
  • puntare sulla mobilità sostenibile (in ritardo di 30 anni)
  • iniziare a rinnovare il parco mezzi di ATAC e Servizio Giardini
  • mettere in atto “Strade Nuove” mentre si iniziano a manutenere in modo ordinario quelle che non vi possono ancora rientrare
  • mettere al centro le periferie durante il mandato e non in campagna elettorale
  • denunciare le inadempienze pesanti di altre istituzioni chiarendo i ruoli e pretendendone il rispetto
  • ecc …

Comunque, il primo mandato per un sindaco onesto e capace in una città come Roma che parte purtroppo dai fatti narrati, serve a questo. Fosse stato fatto in passato forse non avremmo decine di articoli, indagini, pareri dei commissari ecc che parlano di debito mostro della capitale. Il secondo mandato serve a consolidare, proseguire, realizzare.

Debito pubblico di Roma secondo il Sole24Ore

Abbiamo dato due mandati a gente che ce li ha ributtati in faccia in spregio alla fiducia, che ha accumulato debiti immensi (e non per investimenti fruttuosi sennò non avremmo sto debito), ha lasciato deperire il parco mezzi, il servizio giardini; l’unico a cui abbiamo dato un solo mandato ha addirittura mistificato il debito e mandato in rovina parti importanti dei servizi; uno che pareva avere un’idea di servizio, Marino, quelli stessi lo hanno defenestrato a metà mandato.

E ancora alcuni pensano che la Raggi non meriti un secondo mandato?

E’ definitivo che questo non è un paese che premia il merito né la capacità progettuale a lungo termine.

Coraggio Olimpionico

La scelta di ritirare la candidatura di Roma ai giochi olimpici del 2024 da parte di Virginia Raggi è stata forse la sua prima prova di forza e lungimiranza. C’è chi l’ha presa come scusa già da li per legarsela al dito e tirare le somme di una amministrazione manco iniziata.

Eppure ci sono degli elementi che queste persone non hanno voluto tenere in conto. Dico “non hanno voluto” perché se ti scagli contro una decisione di cui da semplice cittadino non capisci una mazza se non altro dovresti un minimo approfondire i parametri in gioco. Parametri che sono, alla fine, al 90% di ritorno economico e sociale. Soldi guadagnati, lavoro aumentato, tessuto sociale migliorato.

Beh, esiste una vasta letteratura giornalistica e di analisi dei bilanci a corto, medio e lungo termine, delle conseguenze VERE delle Olimpiadi moderne che dicono che l’impatto è andato da, nel migliore dei casi , “nessun guadagno apprezzabile non riconducibile al normale contesto economico”, fino a “collasso di un paese intero” come il caso della Grecia e le Olimpiadi di Atene del 2004. Quelle di Londra sono borderline, e secondo gli analisti non hanno portato vantaggi apprezzabili, con spese più che decuplicate (se si include anche l’importante spesa per la sicurezza), indotto di lavori a lungo termine zero e turismo ridotto. Aspetti positivi se ne ipotizzano, senza certezze, in 10 anni almeno e non escono dai margini di errore. Poi c’è la sfiga: Tokyo è stata sfigata causa COVID-19 ed è stato un maxi-flop di perdite.

L’organizzazione di un evento come le Olimpiadi deve avere garanzia di Stato già normalmente, figuriamoci quando una città come Roma arriva alla candidatura con 15 miliardi di debiti (8,64 miliardi di debiti non finanziari, più 7,12 finanziati) per giunta a valle di un decreto Salva Roma che ha consentito una serie di operazioni a sostegno del debito da parte dello Stato.

Sul bilancio delle olimpiadi si vedano questi articoli scritti in data precedente alla candidatura di Roma e al suo ritiro: Fatto Quotidiano 1, Fatto Quotidiano 2, Repubblica, La stampa, linkiesta, Wired e le citazioni di studi contenute all’interno.

Candidatura Roma 2024

Più interessante ancora è ciò che precede il ritiro della candidatura da parte della Sindaca Raggi.

La prima candidatura, per le Olimpiadi 2020, nasce sotto Alemanno nel 2012. Però l’organizzazione prevede una garanzia di copertura in caso di perdite per la città, da parte dello Stato.

Il primo secco e motivato NO alle Olimpiadi a Roma viene per l’appunto da uno che tutto gli puoi dire salvo che i conti non li sappia fare: Mario Monti. Come riportato in questo articolo del Fatto Quotidiano

Il premier ha incontrato Alemanno, Petrucci, Letta e Pescante, ma la decisione dell’esecutivo non è cambiata: decisive la crisi economica ancora in corso e l’alta incertezza sui costi reali dell’iniziativa. Emblematici i casi di Atene 2004 e Londra 2012: in Grecia ripercussioni negative per l’economia ellenica, in Inghilterra esborsi raddoppiati rispetto al previsto

e da altri giornali fra cui Il Corriere.

Poi cambia il governo, Letta non sta sereno e subentra Matteo Renzi che a Dicembre 2014 dichiara il supporto alla candidatura di Roma per le olimpiadi 2024 seguito dal plauso del CONI. Il quadro del debito di Roma non è cambiato, a parte operazioni di bilancio tramite il decreto Salva Roma, ma è cambiato il Sindaco. É Ignazio Marino che in giunta capitolina il 25 Giugno 2015 porta all’approvazione la candidatura di Roma.

A giudicare dalla sua lettera all’Espresso in merito ai palazzinari (che potete leggere solo da abbonati) riassunta con queste parole:

Ci diranno che il Villaggio Olimpico si dovrà fare nel verde di Tor Vergata e si dovrà prolungare la metro C. Il risultato è che le Olimpiadi secondo il modello Renzi saranno al servizio di altri interessi, non di quelli dei romani. Per rendersene conto, basta vedere la foto del 21 febbraio scorso a Losanna: all’incontro ufficiale c’erano Renzi, Malagò e Montezemolo. Ma non c’era Roma“.

pur non essendo riuscito ancora a vedere Roma Golpe Capitale, mi sorge il dubbio che Marino sia stato fatto cadere in fretta e furia a causa della sua idea di Olimpiadi.

Tirando le somme, Virginia Raggi ha fatto la cosa giusta e in linea di massima ha fermato quella congrega di affaristi che già avevano le mani su Roma e che hanno fatto fuori il suo predecessore Marino.

Per questa azione l’ho vista crocifissa da persone che pur intelligenti e stimate non si sono prese il tempo di approfondire un minimo ma hanno passato 4 anni a non perdonarle questa azione. E la cosa è molto triste.