Finalmente … un lavoro giornalistico su Giuliani

Voglio ringraziare l’autore del video che posto qui sotto perché questo è il secondo e unico video mai realizzato dal 2009 ad oggi che affronta la questione Giuliani in modo giornalistico. Analizzando affermazioni e dichiarazioni … i dati, o meglio l’assenza di dati.

Il primo fu fatto da un gruppo di ricercatori dell’INGV mesi dopo il terremoto di L’Aquila ed è questo [http://youtu.be/c7-9lNkA-y4]

Questo tipo di lavoro, è incredibile, non lo ha fatto nessun giornalista ad oggi. Hanno dato tutti per scontato che Giuliani dicesse e dica la verità a prescindere, senza nemmeno la verifica che per un giornalista dovrebbe essere la base: la credibilità della fonte o, ancora meno, la consistenza delle sue dichiarazioni.

Nemmeno Travaglio e Santoro che di questo, la ricerca dei fatti, per anni hanno fatto la loro bandiera.

Guardatelo fino in fondo perché ci sono elementi importanti sulla credibilità di Giuliani (ad oggi) in ogni minuto del video.

Il dito e la Luna: 6 Aprile 2009

Sono passati 2 anni, 10 mesi e una manciata di giorni dalle 3:32 ora locale del 6 Aprile 2009.

Ho scritto alcune cose nei mesi successivi agli eventi scatenati dal terremoto. Le conseguenze di quell’evento sono state molte. Sono morte 308 persone. Una città splendida è diventata più o meno un’ombra di se stessa. Il tessuto socio-economico è stato ed è rimasto stravolto. I componenti della Commissione Grandi Rischi di allora sono stati inquisiti in un processo e insieme a loro anche un ricercatore, un geofisico dell’INGV, che della commissione non faceva e non fa parte. Infine sono uscite alcune delle migliaia di intercettazioni delle telefonate di Guido Bertolaso, ex direttore del Dipartimento di Protezione Civile, da cui per il momento si evince che era talmente occupato a organizzare il G8 alla Maddalena per far fare bella figura all’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da ritenere la questione “sequenza sismica” poco più che un fastidio (mia opinione personale fin da subito dopo il terremoto, seppure non supportata da prove).

Quello che mi interessa fare oggi è riportare un ragionamento logico che mi è venuto in mente pochi giorni fa mentre aspettavo un treno che non arrivava mai, diretto al mio luogo di lavoro precario.

Se qualcuno vi domandasse quale, del terremoto dell’Aquila, sia la cosa più rilevante, probabilmente tutti rispondereste: le 308 persone che vi hanno perso la vita. Questo è umanamente vero e lo condivido. Ma voglio essere qui freddo e calcolatore.

Io credo che la cosa più eclatante sia il numero di persone che NON vi hanno perso la vita.

Primo elemento: i dati Istat provvisori del 2011 danno oltre 70.000 residenti nel comune di L’Aquila. Se ricordiamo i 65.000 sfollati del dopo terremoto, si può tranquillamente dire che “circa 70.000” residenti sia un numero corretto.

Circa 70.000 persone NON sono morte a causa della scossa principale e più dannosa dell’intera sequenza, che ha colpito il capoluogo Abruzzese.

Questo non è un dato positivo in se: una città di un Paese altamente sismico e 7ma potenza industriale al mondo (lo era … un po’ di tempo fa, ora chissà) non dovrebbe avere ALCUNA vittima diretta di nessun terremoto di qualunque magnitudo aspettata per quel luogo in base alle esistenti e ben documentate Mappe di Pericolosità Sismica. L’Italia continua a fare eccezione.

Però è un rapporto, quello fra il numero di vittime (308) e il numero di sopravvissuti (oltre 70.000) che deve portare a una riflessione. Riflessione che lascio per la fine dell’articolo.

Secondo elemento: dopo la scossa di magnitudo locale 4 del 30 marzo 2009, le voci di un forte terremoto in arrivo si sono fatte sempre più insistenti. Comprensibile vista la paura e l’ansia che genera una sequenza sismica che dura 3 mesi rinforzata da un magnitudo 4 che fa saltare giustamente i nervi. Comprensibile viste le chiecchiere a vanvera di G. Giuliani [1]. Pochi sanno ancora oggi che di sequenze sismiche come quella finite però senza un forte terremoto o vittime da crollo di edifici nella stessa città dell’Aquila già ce ne sono state in passato.

Dopo il terremoto la Commissione Grandi rischi è stata messa sotto accusa per le 308 vittime. La tesi dell’accusa non è che il terremoto fosse previsto o prevedibile ma che la Commissione Grandi Rischi abbia, non avendo gli elementi per farlo, rassicurato la popolazione sul fatto che un forte terremoto non ci sarebbe stato, di fatto facendo si che le persone restassero in casa la notte del 6 Aprile 2009, nonostante l’eventuale istinto.

Ecco.  E’ qui che mi è venuto un lampo.

Il ragionamento: supponiamo per un attimo che la commissione non si sia mai riunita e che quindi non abbia avuto nemmeno la possibilità di rassicurare nessuno, e che davvero tutte le 308 vittime quella notte avessero deciso di scappare fuori casa o di non rientrarvi per una qualunque ragione legata alla paura, salvandosi così dai crolli dei rispettivi edifici.

Secondo la tesi accusatoria, e secondo molte persone comuni, le 308 vittime non ci sarebbero state.

Ma ci sono oltre 70.000 persone che COMUNQUE fossero andate le cose non avrebbero comunque, e non hanno infatti, perso la vita indipendentemente da quello che la Commissione Grandi Rischi avesse detto o fatto. Se si fosse riunita o meno, se avesse riassicurato o no … oltre 70.ooo persone NON sarebbero morte.

E’ questo il vero dato. La cosa che dovrebbe saltare all’occhio. E farci chiedere PERCHE’ quelle persone non sono morte.

Durante una forte scossa si può morire per poche ragioni: la paura è una di queste. Ci sono sempre, anche nei paesi più preparati al rischio sismico, decessi per attacco cardiaco dovuto alla paura sommata alle condizioni fisiche. Niente o quasi può impedirlo.

La stragrande maggioranza delle vittime però è legata al collasso degli edifici che non rispettano le norme antisismiche o al crollo di parti di essi (per esempio i cornicioni).

Ecco: pur supponendo che quella notte una certa percentuale degli oltre 70.000 residenti dell’Aquila non fosse presente nella città e nei paesi limitrofi, restano comunque decine di migliaia di persone vive nonostante il terremoto e indipendentemente dal fatto che la commissione si sia riunita o meno il 30 Marzo 2009 e da qualunque cosa abbia detto o omesso quel giorno.

Settantamila persone oggi sono vive perché gli edifici in cui si trovavavano quella notte magari hanno subito ingenti danni MA … NON gli sono crollati addossi. Lasciando loro modo e tempo, finita la scossa, di allontanarsi e mettersi in salvo.

Allora mi chiedo: se quelle 308 vittime invece sono morte è perché qualcuno ha detto qualcosa di rassicurante, se lo ha fatto, e loro hanno deciso di crederci? … o perché vivevano o si trovavano, per scelta o loro malgrado (come nel caso della casa dello studente) in edifici criminalmente irrispettosi delle più elementari norme antisismiche?

Se anche nessuno avesse proferito parola (nè la Commissione Grandi Rischi nè il sedicente previsore di terremoti G. Giuliani) e quelle persone fossero andate via dalle loro “fragili” abitazioni dopo il magnitudo 4 del 30 Marzo per rientrarvi però poi giocoforza dopo una, due o anche tre settimane … e se poi il terremoto si fosse verificato il 6 Maggio … non sarebbero comunque andate incontro alla morte? Con chi ce la saremmo presa allora?

Dopo queste 308 vittime, ultime di una lunghissima lista, è cambiato qualcosa sulla reale applicazione delle norme antisismiche in Italia? E sul dissesto idrogeologico?

Gli stessi Aquilani oggi sentono che la loro città fra qualche anno, se mai sarà ricostruita, sarà più sicura? E’ un loro obiettivo? O lo è per i Calabresi? E per i Napoletani che vivono dentro il Vesuvio?

Se non fra 10 anni forse fra venti o cinquanta, se non i genitori di oggi sicuramente i nipoti di domani e se non L’Aquila sicuramente un’altra fragile città Italiana, un altro terremoto lo subiranno. Questo è certo.

Dopo quasi tre anni dagli eventi del 6 Aprile 2009 io temo che, comunque si concluderà il processo alla Commissione Grandi Rischi, quelle 308 persone che hanno perso la vita saranno, come tutte le vittime di tutti i disatri di questo Paese, morte invano. Perché ancora oggi troppe persone stanno guardando al dito ma proprio non riescono a vedere la Luna.

E al prossimo terremoto, alla prossima alluvione, alla prossima frana … di nuovo moriranno quelle 308 persone. Ancora e ancora.

[1] Non esiste alcuna prova scientifica a tutt’oggi che i grafici di Giuliani abbiano una qualunque corrispondenza con eventi sismici che esca dalla pura causalità. Nè che quei grafici o il metodo abbiano un senso scientifico. Ma comunque, in base ai video che ho visto (centinaia ce ne sono su youtube) di sicuro NON ha previsto l’evento del 6 Aprile … e peraltro il 23 Marzo era in una TV locale a RASSICURARE i suoi concittadini (parole sue) che la sequenza di li a poco sarebbe finita.

Ci rifanno …

TERREMOTO, RICOSTRUZIONE e … POTERI SPECIALI …

Riporto per intero un articolo da “il Manifesto” di oggi, sulla ricostruzione e gli appalti connessi.

TERREMOTO – Affidati a sedici aziende i cantieri per i new village. Lavori per 316 milioni di euro, niente sindacati e tanta fretta.
Prefabbricati a L’Aquila, vincono i costruttori dell’ospedale crollato

di Andrea Palladino
Sedici aziende sono state selezionate – su cinquantasette partecipanti – per realizzare i new village per il dopo terremoto. Avranno a disposizione un budget di 316 milioni di euro e tempi tanto stretti da sembrare poco credibili, che – se tutto va bene – porteranno fuori dalle tende dodicimila aquilani entro fine dicembre. La protezione civile ha così chiuso ieri la gara per il piano Case – i prefabbricati che nasceranno in venti aree del comune di L’Aquila. Un pezzo consistente delle opere è stato affidato a tre aziende abruzzesi, che realizzeranno 8 lotti su 30, per un totale 84 milioni di euro di lavori. Sono imprese ben conosciute, costruttori locali di vecchia data, che contano nel panorama economico aquilano: il consorzio Consta, la Maltauro e Taddei spa e i fratelli Frezza.
La Taddei è l’azienda maggiormente coinvolta in questa fase. Con la controllata Edimo si era già aggiudicata – con un appalto ad invito, senza gara europea – la realizzazione dei pali delle fondazioni antisismiche dei prefabbricati.

Ieri la protezione civile gli ha affidato la realizzazione di cinque lotti – su un totale di trenta messi a gara – dove saranno realizzati gli edifici prefabbricati. C’è poi la società dei fratelli Frezza, di cui ha parlato ampiamente il manifesto il 16 aprile. Armido Frezza – che con il fratello Walter realizzerà uno dei trenta lotti, per un importo di quasi 11 milioni di euro – ha firmato gli ultimi lavori dell’ospedale San Salvatore, che non ha retto il terremoto del sei aprile. La società Frezza aveva realizzato, tra l’altro, la ristrutturazione del piano terra del blocco operatorio, dove le colonne scoppiarono letteralmente durante il sisma. Un appalto, quello dell’ospedale, che presentava poi alcune curiosità. Secondo quanto venne denunciato il 29 marzo scorso dal direttore dei lavori Sergio Angelini la fornitura delle attrezzature mediche – accorpate con la realizzazione dei lavori edili – aveva subito un ricarico fino al 60%, quando la normativa prevede una percentuale massima dell’11,74%. Il legame dei fratelli Frezza con le cronache del terremoto non si ferma all’ospedale. I familiari delle sette vittime di via XX settembre 79 hanno puntato il dito contro i costruttori aquilani, che – secondo quanto hanno denunciato in un esposto dopo il terremoto – avrebbero realizzato alcuni garage scavando sotto le fondamenta del palazzo crollato. Ad oggi – mentre si aggiudicano i lavori del dopo terremoto – non c’è ancora nessun indagato per i crolli troppo prevedibili dei palazzi de L’Aquila. Il procuratore Rossini ha rinviato ogni decisione a settembre. «Se ci saranno illeciti penali interverremo », ripetono dalla Procura.
La sola preoccupazione a quasi tre mesi dal sisma è di far presto. «Ci vorranno 30 giorni per i progetti esecutivi
e 80 per la realizzazione del primo blocco di prefabbricati», commenta Carlo Taddei, della Taddei Spa. «Il margine di profitto – continua – è molto basso e le penali altissime». Il sindacato degli edili è stato tenuto lontano dalla protezione civile e sarà molto difficile mettere il naso nei cantieri che verranno aperti. «Io non ho nulla contro i sindacati – continua Taddei – vengo dalla gavetta.
Ma nella mia azienda di sindacato non ce n’è bisogno». E per fare presto le aziende potranno ricorrere facilmente ai subappalti, fino al 50% dei lavori. Nei giorni scorsi a L’Aquila sono arrivati i saldatori bresciani
per preparare le fondamenta. E nei cantieri dove opereranno migliaia di edili ci saranno tanti dialetti e pochi
delegati.

Euforia da consensi

Quelli che seguono sembrano segnali di un governo fuori controllo in preda all’euforia da consensi … ma, mi chiedo, se pezzi delle istituzioni, come i vigili del fuoco, i poliziotti e i dirigenti scolastici, notoriamente poco inclini alle proteste anti-governative, sono stati costretti a portare in piazza o sui giornali la protesta per i tagli a pezzi fondamentali dello stato … peraltro quasi tutti legati alla sicurezza … ci sarà pure qualcosa di vero.

Quante saranno allora le persone precarie, sottopagate e maltrattate che lavorano nel e per lo stato e che non meritano gli sberleffi di gente come Brunetta?

La protesta dei vigili del fuoco

Il governo cancella assunzioni e fondi: «Ci hanno preso in giro»

[…] C’è chi li ha definiti gli angeli del terremoto, sono stati presi ad esempio per sacrificio e abnegazione. Hanno lasciato per settimane la casa e la famiglia per venire in Abruzzo ad aiutare i terremotati e rischiare la vita (un vigile del fuoco è morto nelle prime ore dei soccorsi e un altro è rimasto gravemente ferito). Si aspettavano un minimo di attenzione e invece per tutta risposta hanno avuto solo promesse che non sono state mantenute.

[continua]

Gelmini attacca i presidi ribelli: “Chi non sa dirigere se ne vada”

Polemica dopo la lettera dei dirigenti scolastici alle famiglie. “Scuole senza soldi? Basta far politica, se non siete capaci cambiate lavoro”

Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha commentato così la vicenda dei presidi del Lazio che hanno denunciato, in una lettera inviata alle famiglie, la carenza di fondi degli istituti scolastici. Sono state oltre 41.739 le lettere spedite da circa 300 presidi del Lazio aderenti all’Asal (Associazione scuole autonome del Lazio) per dare le cifre della scuola al collasso a causa dei tagli inferti dal governo: non ci sono i soldi per i supplenti (fondi ridotti del 40 %) né per le visite fiscali obbligatorie; da settembre non saranno più garantiti i servizi previsti per legge, come la copertura dell’ora alternativa alla religione. Ma la sortita del ministro non è piaciuta all’opposizione: “Che sia la Gelmini a cambiare lavoro”.

[Continua]

Brunetta contro i poliziotti: Troppi panzoni”. Poi ci ripensa

Nuova esternazione del ministro della Pubblica amministrazione. “Impossibile mandare passacarte in strada”. “Ma non volevo offendere”.

[…] Parole che provocano la reazione dei rappresentanti delle forze dell’ordine, (già furiosi per la questione straordinari non pagati), l’attacco dell’opposizione e la retromarcia di Brunetta. […]

[Continua]

PS: ho avuto l’occasione di ascoltare, dal vivo, una rappresentante del sindacato dei poliziotti mentre esponeva quello che già so della legge 133 sulle assenze per malattia dei dipendenti pubblici. La poliziotta ha fatto presente quanti soldi, di uno stipendio già ridotto, perdano i poliziotti che passando molto tempo al freddo e alla pioggia (per esempio durante i turni allo stadio) si ammalano di raffreddore o influenza cioè di una malattia che non essendo riconoscibile come “causa di servizio implica la riduzione dello stipendio. A questo è servita la legge di Brunetta, non a far lavorare i nullafacenti ma a punire chi lavora sul serio e, come tutti, ogni tanto si ammala.

Magnitudo penale …

Era mia intenzione sganciarmi dall’argomento terremoto dell’Aquila per un po’, ma gira uno strafalcione in rete che riguarda il risarcimento dei danni nei comuni dell’Aquila su cui ho qualcosa da dire.

Prendo a riferimento questo post dal blog Italian Spot perchè tutto sommato riassume bene i termini della polemica anche se toppa del tutto il ragionamento. Ne riporto solo un pezzetto … poi spiegherò come stanno davvero le cose.

E’ invece l’INGV che fa questa distinzione e diffonde alle agenzie il dato più basso quello del 5.8, specificando che il dato americano pari al 6.3 e relativo alla “magnetudo momento” MW. Ma nel sito del USGS non c’è traccia di questa classificazione. […] Perché soltanto per il terremoto del 6 aprile scorso si fa questa evidente differenziazione sull’entità della magnitudo della scossa? Per l’INGV e per il Governo il dato ufficiale è il 5.8 richter e basta! Per l’USGS è del 6.3 richter!!!

COME STANNO LE COSE

0) premessa: esistono diversi tipi di magnitudo. Sempre il sito INGV spiega le caratteristiche e le differenze. Riassumendo, comunque, la Ml è la magnitudo locale e si calcola sulla massima ampiezza del segnale sismico, quindi è possibile calcolarla in tempo molto breve rispetto all’accadimento del terremoto e quindi può essere comunicata in tempo breve alla protezione civile, ma quando i terremoto è molto forte e le stazioni molto vicine può sottostimare il valore. La Mw invece si calcola in modo diverso su onde diverse e a bassa frequenza e quindi per terremoti forti da una stima migliore (cito dal sito).

Poi c’è la INTENSITA’. L’intensità è legata alla scala Mercalli ed è totalmente legata al “risentimento” cioè sostanzialmente … quanto un terremoto è stato avvertito e quanti danni ha fatto. La scala ha diversi gradi di intensità per danneggiamento crescente. Ha una relazione con l’energia del terremoto, ma l’intensità di un terremoto di Ml 7 nel deserto di sabbia sarebbe ZERO!

1) il dato sulla magnitudo: seguendo il link alla pagina dell’INGV, si nota che sono riportati entrambi i valori, sia di Ml che di Mw. Entrambe le misure hanno una valenza scientifica e per forti terremoti sono date tutte e due, ma la Ml consente di avvertire la PC in tempo rapido. Quest fatto è il più rilevante perché per un forte terremoto, che prevede l’attivazione della PC comunque (essendo un probabile disastro) , è fondamentale più la rapidità che la stima esatta, che arriva comunque più tardi.

Detto questo … c’è una FONDAMENTALE INESATTEZZA in quello che sta girando in internet: per quel che ne so il risarcimento per i danni da terremoto è definito in base alla classificazione dei danni. NON alla magnitudo, quindi, ma alla INTENSITA’ cioè la scala MERCALLI e NON alla Richter. Credo, ma il sito della PC può essere forse più utile, che il limite per il risarcimento è il grado 6 di intensità mercalli (e non di magnitudo).

Questa somiglianza fra la Mw (6.3) e l’intensità limite (6) ha forse generato la confusione … ma tale è: CONFUSIONE. Può essere utile leggere in merito la risposta di Boschi (presidente dell’INGV) … [per comodità ho caricato il PDF ma si può trovare direttamente alla pagina della rassegna stampa dell’INGV].

E’ evidente che non c’è nessuna volontà di nascondere nulla, almeno da parte dalla comunità scientifica: le magnitudo sono date entrambe.

Il resto, i limiti per gli indennizzi, la quantità dei soldi e i tempi con cui saranno erogati alla gente sono competenza del governo e non della comunità scientifica e, ribadisco, NON sono legati alla magnitudo, ne Ml ne Mw.

Concludo con una cosa importante: il giornalista de Il Centro fa bene a riportare quella che si configura come una notizia importante ma l’Ing. Floris, prima di lanciare accuse piuttosto gravi (penali), dovrebbe studiare l’argomento un po’ meglio … .