L’imperdonabile leggerezza dell’essere … M5S

Il 15 Settembre l’Huffington post pubblica un articolo a pagamento, dal titolo “Matrimonio gay e adozioni per single: l’ennesima mutazione a fini elettorali di Conte Guevara” che nella parte gratuita recita:

Nel programma M5s c’è una decisa accelerata sui diritti civili. Solo qualche anno fa si astenne sulle unioni civili. Per non parlare del penoso temporeggiamento sul ddl Zan

Articolo di HuffPost

Detta così il M5S o è omofobo o, nel migliore dei casi, schizofrenico opportunista. Che è quello che alcuni pensano ancora oggi. Imperdonabile. In realtà il M5S ha alacremente lavorato, fin dal suo esordio in parlamento, per approvare la legge sulle Unioni Civili, anche perché era un promotore originario di un provvedimento migliore della legge Cirinnà e un sostenitore dei diritti della comunità LGBT fin da prima di entrare per la prima volta in parlamento.

Contrariamente a quanto si può pensare, l’opposizione a un matrimonio egualitario, come voleva il M5S, veniva dall’ala cattolica del PD e da quasi tutta la destra.

Questa è la storia di come la realtà sulla battaglia politica per i diritti LGBT in Italia sia stata completamente, e con successo, ribaltata.

Dimostrerò, solo riportando i fatti, che i diritti LGBT sono parte del DNA del M5S da sempre e che il DDL Cirinnà è la copia sbiadita di quello che la comunità avrebbe avuto con il M5S ma che quel DDL ha avuto comunque l’appoggio in ogni luogo da parte del Movimento e invece l’opposizione di parte dello stesso PD (oltre che di Lega e mezza Forza Italia)

M5S e diritti LGBT

Nel 2012 Beppe Grillo pubblica sul Blog delle Stelle un post dal titolo “Nozze gay” in cui, a proposito del matrimonio fra persone dello stesso sesso dice:

un fatto che dovrebbe essere scontato, pacifico: le nozze gay e i diritti delle coppie omosessuali. Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge. […]  L’Italia non ha una legislazione per le unioni di fatto. E’ una vergogna che va attribuita in ugual misura al pdmenoelle, al pdl e a Santa Madre Chiesa, la convitata di pietra. […]

qui il post

In questo post Grillo inoltre stigmatizza il fatto che durante il governo Prodi, un governo teoricamente progressista, non erano riusciti a fare manco i PACS per le beghe interne del PD.

Nel Dicembre 2012 le Camere sono sciolte in anticipo e, a Febbraio 2013, si tengono le elezioni politiche. Per la prima volta nella sua storia il M5S entra al parlamento Italiano.

La XVII legislatura ha inizio il 15 Marzo 2013. Fra l’avvio della legislatura e il 2 Aprile le forze politiche presentano 991 provvedimenti di vario genere, fra Camera e Senato. Il M5S non ne presenta nessuno.

Fra il 3 e il 5 Aprile 2013 il M5S presenta i suoi primi 6 provvedimenti di legge:

  1. […] soppressione dell’obbligo di assicurazione dei professionisti
  2. Abolizione dei contributi pubblici e modifiche …
  3. Modifiche al codice delle leggi antimafia …
  4. Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso
  5. Nuove disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia
  6. Norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso

Per tutti gli altri partiti si tratta di presentare i primi 1500 provvedimenti della nuova legislatura.

Per il M5S questi sono invece i primi 6 provvedimenti parlamentari in assoluto e 3 di questi sono provvedimenti a favore delle persone LGBT.

Riporto una citazione di un articolo del 2013 in merito al provvedimento numero 4:

[…] come primo disegno di legge al Senato quello relativo al matrimonio egualitario elaborato dall’associazione Avvocatura per i diritti LGBT-Rete Lenford. Giuseppe Polizzi, Presidente di Arcigay Pavia dichiara: “siamo soddisfatti. Questo è l’impegno che Luis Alberto Orellana, insieme ad altri cittadini 5 stelle eletti poi deputati e senatori, aveva assunto in campagna elettorale durante l’incontro del 26 gennaio 2013 tenutosi a Pavia, con le associazioni nazionali Arcigay, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Certi Diritti. […] V’è anche un significato molto importante da cogliere: con questa iniziativa c’è lo sdoganamento delle questioni LGBT, che non sono più una battaglia della comunità gay per i gay, bensì una battaglia di tutti perchè l’eguaglianza senza i nostri diritti non può definirsi piena eguaglianza”.

L’AltraPagina

Qual’è la credibilità dell’Huffington Post quando scrive “l’ennesima mutazione a fini elettorali di Conte Guevara”? E cosa devo pensare di chi crede a queste bugie?

Matrimonio Egualitario o Unioni Civili?

Partiamo dalla fine: nel Maggio 2016 le Unioni Civili diventano legge. Rete Lenford dice così

Oggi è stato finalmente approvato dal nostro Parlamento il testo di legge che regolamenta le Unioni Civili e le convivenze. Le unioni attribuiscono diritti e doveri reciproci e risolveranno forse la maggior parte dei problemi pratici che le coppie dello stesso sesso affrontano, ma la cornice in cui sono inseriti non crea uguaglianza. […] L’introduzione dell’unione civile crea difatti una discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, alle quali si preclude l’accesso al diritto fondamentale al matrimonio in ragione di una caratteristica personale ascritta, qual è l’orientamento omosessuale.

da un post di Rete Lenford 12 Maggio 2016

Come siamo arrivati alla Legge Cirinnà, a una legge utile ma discriminatoria?

Fra il 15 Marzo e il 5 Aprile 2013 sono depositati in Senato alcuni disegni di legge (DDL) che hanno come tema l’unione fra persone dello stesso sesso.

Le proposte presentate, in ordine di tempo, sono:

  • 15 Marzo 2013 – Loredana De Petris (Gruppo Misto)
  • 15 Marzo 2013 – Sergio Lo Giudice (PD)
  • 15 Marzo 2013 – Maria Elisabetta Alberti Casellati (PdL)
  • 20 Marzo 2013 – Carlo Giovanardi (PdL)
  • 26 Marzo 2013 – Lucio Barani (GAL, ex PdL)
  • 5 Aprile 2013 – Luis Alberto Orellana (M5S)

Il testo di Maria Elisabetta Alberti Casellati è una proposta di modifica ai “Patti di Convivenza”. Possiamo sorvolare.

Il testo di Carlo Giovanardi è una “Introduzione nel codice civile del contratto di convivenza e solidarietà“. Possiamo sorvolare.

Il testo di Lucio Barani (e Alessandra Mussolini) è “Disciplina dei diritti e dei doveri di reciprocità dei conviventi” e anche qui possiamo sorvolare.

Perché se dovevo sorvolare così tanto, li ho riportati? Perché questi DDL, o parti di essi, confluiranno tutti nella Legge Cirinnà. Proseguiamo.

Il testo di Sergio Lo Giudice è “Norme contro la discriminazione matrimoniale“; esso norma l’unione fra persone dello stesso sesso ma, limitandosi a sostituire “marito e moglie” con “i coniugi”, non impedisce a persone dello stesso sesso di contrarre matrimonio ma nemmeno mette nero su bianco che possono farlo e che hanno gli stessi diritti, soprattutto rispetto ai figli. Però non possiamo sorvolare.

Il testo di Loredana De Petris è “Disposizioni in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio da parte delle coppie formate da persone dello stesso sesso” e norma anche le parti riguardanti i figli. È quindi il Matrimonio egualitario.

Il testo di Luis Alberto Orellana, cioè del M5S, è “Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza dell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso“. È quindi anch’esso il Matrimonio egualitario.

I testi di De Petris e Orellana sono sostanzialmente identici, fatta salva una parte finale in più, per Orellana, sui cognomi esistenti al momento di entrata in vigore della legge.

È una differenza essenziale quella fra le proposte di De Petris et al./Orellana et al e quella di Lo Giudice et al.: nel codice civile, infatti, quando si tratta di filiazione e adozione ricorrono i termini “padre”, “madre”, “donna” “moglie”, “marito” (artt. 262, 299 e altri). Se restano questi termini (e dopo la Cirinnà sono rimasti), resta inteso che la questione non riguarda persone sposate dello stesso sesso. Quello della proposta del PD non è un matrimonio e crea un’ennesima fattispecie separata dalle unioni di sesso diverso. Di fatto discrimina.

Questa è la base da cui siamo partiti nel lontano 2013: comunità LGBT e M5S + De Petris da una parte e PD dall’altra. Gli altri: non pervenuti.

Un altro passaggio storico essenziale è la consultazione on line della base del Movimento 5 Stelle sulle … unioni civili. Viste le premesse capite bene che c’erano due mondi: quello che avrebbe dovuto essere e quello che l’ala cattolica e conservatrice di questo paese consentiva, minoritaria nella società civile ma pesante in quella politica.

Nell’Ottobre del 2014 il M5S avvia una consultazione on line sul tema: risultato 21.360 iscritti (85% dei votanti) votano a favore. Questo peraltro corrisponde ai risultati di un sondaggio sul “matrimonio gay” fra gli elettori di tutte le forze politiche condotto nello stesso mese. Ma a favore di cosa dovevano votare gli iscritti M5S? Lo spiega il Senatore Airola in un post che accompagna il voto:

Oggi vi si chiede di esprimervi su una specifica proposta di unioni civili che dovrà essere votata in commissione giustizia. E’ un testo sulle unioni e non sul matrimonio che in commissione ha seguito un altro iter. In pratica in commissione giustizia sono stati accorpati tutti i disegni di legge sul matrimonio da una parte e lo stesso è stato fatto per le proposte relative alle unioni di fatto. Il voto quindi è per adesso limitato alle questioni delle unioni che dobbiamo affrontare e non è una espressione sulle soluzioni ideali che dovremmo avere in merito.
Se credete che sia sacrosanto concedere dei diritti alle coppie di fatto votate sì, se credete che dovremmo avere il matrimonio egualitario vi consiglio di votare sì lo stesso perché questo sarà il primo passo per riconoscere comunque dei diritti alle coppie etero e gay (tenete presente che il testo sulle unioni garantisce molto le coppie al pari del matrimonio, salvo adozioni ex novo per le coppie omosessuali) Se siete contrari a qualsiasi diritto per le coppie di fatto votate No ma sappiate che in tutta Europa esistono istituti egualitari al matrimonio per coppie omosessuali o comunque il riconoscimento di diritti alle coppie di fatto. Buon voto.

Il post FB di Airola di 8 anni fa

Airola dice una cosa importante: in commissione giustizia sono stati accorpati tutti i disegni di legge sul matrimonio da una parte e lo stesso è stato fatto per le proposte relative alle unioni di fatto

Riporto solo un frammento dell’intervento della relatrice Cirinnà dalla seduta del 12 Ottobre 2015, a conferma:

[…] A tale scopo viene introdotto l’istituto delle unioni registrate, fondato sull’articolo 2 della Costituzione, e tenuto nettamente distinto dal matrimonio quale fondamento della società naturale e pregiuridica – la famiglia – che trae invece copertura e riconoscimento dall’articolo 29 della Costituzione. 

Seduta 243 12/10/2015 2ª Commissione permanente (Giustizia)

Da qui inizia a prendere il sopravvento il percorso che farà sparire il matrimonio egualitario e lo sostituirà con la Cirinnà. Ciononostante Airola invita tutti gli iscritti M5S a votare SI.

Le beghe del PD …

Come si è passati da un percorso condiviso, sebbene al ribasso, fra M5S e PD all’astensione/assenza al voto? È presto detto.

Il primo tassello lo espone la Senatrice De Petris in una intervista del 23 Gennaio 2016 che considera la Legge il “minimo sindacale” e in più teme il voto NON del M5S, con cui è allineata dall’inizio (e che è peraltro all’opposizione), ma di alcuni senatori del PD che hanno proposto emendamenti peggiorativi. Chi sia una parte di questi senatori lo spiega un confronto fra Migliore (PD) e Marco Damilano: sono i renziani. Gli altri sono una parte dei cattolici.

I timori della Senatrice De Petris sono condivisi dal M5S che, il 17 Febbraio 2016, fa un accorato appello in parlamento, che vi consiglio di ascoltare in questo video:

L’M5S chiede 9 volte la calendarizzazione del voto sulle unioni civili ottenendo continui rinvii dal PD. L’M5S per poter approvare questa legge in tempi rapidi, pur non essendo più la sua legge, non ha presentato nessun emendamento. ZERO. Non così il PD stesso e altri:

  • Lega 5228.
  • PD 67
  • Forza Italia (che è divisa in due con Berlusconi che improvvisamente è a favore) 263
  • ….
  • M5S ZERO.

Gli emendamenti in tutto sono 6104. È evidentemente ostruzionismo.

La parte “PRO” della maggioranza di governo ipotizza di usare il “canguro” un trucco (inesistente sulla carta e considerato proceduralmente illegittimo) che eliminerebbe la discussione parlamentare ma consentirebbe di ovviare (stirando la democrazia) all’ostruzionismo della Lega dimezzando (non annullando) gli emendamenti.

Il M5S di fronte all’ostruzionismo della Lega è tentato di digerire anche il “canguro”, l’emendamento Marcucci, come spiega Paola Taverna in quei giorni al TG3 nel video che riporto qui sotto.

Ma … la Lega, come riportano gli atti parlamentari e le dichiarazioni in video, ritira 4500 dei suoi circa 5000 emendamenti. Ne restano 500 (quasi tutti inerenti la questione adozioni). Questo consentirebbe, a detta di tutti, la discussione e approvazione del DDL in 48 ore, senza “canguro”, trucco a cui a questo punto il M5S si oppone così come al pericolosissimo voto segreto, o al voto di fiducia.

Quello che invece succede è che improvvisamente Renzi, passato da “contrario ai matrimoni gay” a “l’approvazione è irrimandabile”, il 24 Febbraio porta in aula con la voce di Maria Elena Boschi, a nome del governo, un MAXI EMENDAMENTO sostitutivo dell’intera legge (eliminando tra l’altro a forza la step-child adoption e l’obbligo di fedeltà) e vi pone la questione di fiducia.

E qui arriviamo al punto delle azioni del M5S: un movimento che ha creato una legge migliore di questa, egualitaria, che l’ha portata al senato come 1 dei primi 6 provvedimenti della sua storia, che ha consentito al PD di praticare tutte le sue mutilazioni pur di farla approvare, che non ha presentato manco un c***o di emendamento … si trova a dover votare la fiducia al governo di cui è opposizione, su un provvedimento totalmente sostitutivo (con modificazioni, peggiorative) di un intero DDL parlamentare a cui ha lavorato per 3 anni.

Il M5S al Senato non ha partecipato al voto e alla Camera si è astenuto. Ma il punto è: ha messo così a rischio l’approvazione?

Pillola Blu e Pillola Rossa

La risposta è NO.

Ma per capire perché dire “M5S ha messo a repentaglio la legge sulle unioni civili” sia una bugia e perché si sia astenuto da una parte ed è uscito dall’altra, è necessario sapere come funzioni la maggioranza nei due rami del parlamento. Per questo poi le bugie viaggiano spedite: chi sa come funziona mente, mentre chi ascolta non vuole sapere.

Maggioranza
Il termine “maggioranza” indica, nel linguaggio politico, quel numero di parlamentari, superiore alla metà, che dà la fiducia al Governo. In senso più ristretto il termine indica il numero di voti favorevoli che sono necessari per adottare una deliberazione: tale numero deve essere pari almeno alla metà più uno dei senatori presenti (vedi Numero legale). Al Senato non basta che i Senatori favorevoli superino i contrari, ma occorre che superino la somma dei senatori che esprimono voto contrario e di quelli che dichiarano la propria astensione. Al Senato, infatti, i Senatori che si dichiarano astenuti sono considerati presenti, a differenza della Camera dove sono considerati presenti solo i deputati che esprimono voto favorevole o contrario. Ciò comporta che, per non prendere parte alla votazione, i Senatori devono uscire dall’Aula.In caso di parità di voti la proposta non è approvata. In casi esplicitamente previsti dalla Costituzione sono richieste maggioranze speciali.

dal Glossario Parlamentare

Al Senato, il voto di fiducia (vedi qui il risultato) ha costretto anche i favorevoli al voto contrario. Forza Italia infatti che per metà era favorevole ha votato compatta per il no (34 senatori). La Lega (9 senatori) no. Gruppo Misto (10 no 5 si). Ma il Movimento fa un’altra scelta. Per le regole del Senato, se i 30 Senatori M5S (che erano comunque solo l’11%) fossero stati presenti avrebbero solo potuto votare la fiducia per non boicottare il provvedimento, perché al Senato le astensioni si sommano ai voti contrari. Quindi gli M5S sono usciti dall’aula consentendo al provvedimento di passare, comunque blindato dai 173 voti di maggioranza contro i restanti 71 contrari.

Alla Camera, dove il M5S aveva 88 deputati, di nuovo il voto di fiducia (vedi qui i risultati) ha portato al no anche quelli che in alcuni partiti erano favorevoli, ma comunque siccome la maggioranza del governo era schiacciante e in quel ramo del parlamento gli astenuti non si sommano ai contrari, il Movimento ha scelto una azione a impatto zero: l’astensione del M5S (a prescindere dal suo misero 14%) non ha minimamente intaccato la possibilità che il provvedimento passasse.

L’astensione/assenza del M5S NON ha minacciato assolutamente il provvedimento (anzi) e NON aveva a che fare con il provvedimento, fortemente voluto dal Movimento.

Alla fine di questo lungo ma necessario post spero che sia un po’ più evidente, in quanto documentata passo per passo, la verità.

Mi spiace per tutti quelli che sulla base di un numero impressionante di bugie e intrighi parlamentari “non perdonano” azioni a chi non le ha mai commesse e continuano a dare credito a chi invece le ha commesse davvero.

Buona vita a tutti

I padri costituenti

L’argomento di questo post è il taglio del numero di parlamentari.

C’è uno spiegone riassuntivo per chi si fida molto e poi i fatti a supporto. Potete saltare lo spiegone e leggere i fatti oppure (ma non lo preferisco) l’inverso.

  • lo spiegone
  • i fatti:
    • i costituenti e il coefficiente aureo
    • infallibilità dei costituenti
    • federalismo incompreso

Lo spiegone

  1. il numero attuale di parlamentari, difeso dai sostenitori del NO, non è stato deciso dai padri costituenti ma dal IV Governo Fanfani nel 1963;
  2. i padri costituenti non decisero un numero fisso di parlamentari ma stabilirono invece un rapporto “1 deputato ogni quanti abitanti” di 1:80.000 per la Camera e di 1:200.000 per il Senato. Il rapporto, non il numero assoluto, è un reale principio di rappresentanza parlamentare, a prescindere dall’efficienza del parlamento;
  3. c’è un limite nel numero di parlamentari sotto al quale un paese non può scendere, altrimenti non funziona lo stato (le commissioni in primis); d’altronde il numero di abitanti per parlamentare deve per forza crescere (e la rappresentanza scendere) al crescere del numero di cittadini/elettori, altrimenti il parlamento raggiungerebbe dimensioni insostenibili (Figura 1);
  4. i padri costituenti non erano investiti della univoca saggezza suprema (loro ne erano perfettamente coscienti mi pare, noi meno) ma anzi avevano idee molto diverse su questo argomento e la discussione durò mesi, esprimendo idee che oggi sarebbero considerate un attentato alla costituzione in termini di rappresentanza democratica;
  5. i sostenitori del NO contestano l’uso dei numeri del Congresso USA e del parlamento della Germania da parte dei sostenitori del SI al taglio. Ma l’argomentazione dei sostenitori del NO non è corretta. La rappresentanza non è un concetto assoluto perché dipende dalle competenze specifiche dell’organo elettivo. La Germania, quanto a ripartizione delle competenze è paragonabile (anche se non identica) all’Italia e alle sue regioni e quindi è un corretto termine di paragone. Gli USA invece sono una vera federazione di stati (non di regioni) e i parlamenti dei singoli stati hanno competenze esclusive importanti quindi i loro parlamenti contano come rappresentanza democratica MA da soli e NON sommati ai parlamentari del Congresso perché quello che compete a loro (come la pena di morte) è rappresentato solo dal loro parlamento e non dal Congresso degli Stati Uniti. Mettendo a confronto i singoli stati USA con il resto del mondo si capisce che le regole di base della rappresentanza sono le stesse di tutti e che l’Italia post taglio sta abbastanza bene quanto a rappresentanza democratica, più della California e meno del Michigan, più di Germania e USA e meno della Svezia. Inoltre se confrontiamo l’Italia con uno stato americano dobbiamo scegliere quello con un numero confrontabile di cittadini o meglio di aventi diritto al voto, per esempio la California.
  6. Una delle ragioni del SI, il risparmio, è forse risibile per alcuni sebbene sia un risparmio che finanzierebbe in modo permanente due enti di ricerca, ma quelle del NO, per quanto legittime, sono a mio avviso motivate con luoghi comuni e non sono supportate da dati e storia.

Tutti, a mio avviso, sostenitori del SI e sostenitori del NO, dovrebbero unirsi piuttosto in una strenua battaglia per cestinare l’attuale legge elettorale che, come nel resto del mondo e nella storia, è IL VERO UNICO ago della bilancia della rappresentanza democratica. Qualunque sia il numero di parlamentari (anche gli attuali 945) siamo a rischio di dittatura (estremizzando) o (più verosimilmente) finto-democrazia eletta, a causa della legge elettorale, dei premi di maggioranza, del senato regionale, come insegna la vicenda del Fascismo e della legge Acerbo.

Si può essere favorevoli o contrari al taglio dei parlamentari e a mio avviso le due posizioni potrebbero essere entrambe lecite per una serie di ragioni. Ma le modalità per sostenere la propria tesi non sono tutte lecite. Quello che trovo fastidioso è la modalità “attentato alla democrazia” che sta portando i sostenitori del “NO” a usare, a mio avviso, alcuni argomenti a sproposito.

Fine dello ‘spiegone‘. Sotto ci sono i fatti alla base dello spiegone.

Punto primo: i Padri Costituenti e il coefficiente aureo.

Una delle cose che i sostenitori del “NO” al taglio ripetono spesso è che il numero di parlamentari sia stato deciso dai padri costituenti. Il che sottintende che chi oggi sostiene il taglio stia andando contro principi democratici assoluti. Come se 630+315 fosse il numero aureo da loro stabilito nel pieno rispetto del principio di rappresentanza democratica.

Ho letto un interessante articolo pubblicato da Left intitolato “Ecco come l’Assemblea costituente stabilì quale doveva essere il numero dei parlamentari“.

Prima cosa essenziale da capire è che i costituenti, nel dibattito iniziato il 4 settembre 1946 dove cercavano la quadra per la Costituzione, espressero molte idee diversissime tra loro, alcune delle quali sarebbero considerate attentati alla democrazia dagli odierni sostenitori del NO. Solo alla fine arrivarono a decidere NON un numero fisso di parlamentari MA (e cito direttamente dal dibattito riportato nell’articolo):

  • Art. 56. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto, in ragione di un deputato per ottantamila abitanti o per frazione superiore a quarantamila. Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età.
  • Art. 57. Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale. A ciascuna Regione è attribuito un senatore per duecentomila abitanti o per frazione superiore a centomila. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sei. La Valle d’Aosta ha un solo senatore.

Cioè, parlando di rappresentanza, stabilirono il numero di cittadini rappresentabile da ogni deputato. Come è logico che sia se parliamo del principio di rappresentanza. Eh, però …

… fu solo sotto la terza legislatura (il IV Governo Fanfani), presidente della Repubblica Antonio Segni, che fu scritto in costituzione, tramite la Riforma Costituzionale del 1963 un numero fisso di parlamentari in luogo del numero di cittadini per ogni parlamentare.

Simuliamo cosa sarebbe successo secondo il VERO principio dei costituenti, cioè quale sarebbe stato il numero dei parlamentari, nel 1947 (firma della costituzione), nel 1963 (quando invece fu fissato il numero) e oggi  (o meglio nel 2018) ai tempi del taglio dei parlamentari:

AnnoAbitantiCameraSenatoTotale
194745910000574230803
196351060000638255894
2018604839737563021058

Quindi, ristabilito il principio che i padri costituenti non furono Fanfani Presidente del Consiglio e Segni Presidente della Repubblica nel 1963, se qualcuno ha fatto un attentato alla democrazia sarebbero stati proprio loro.

Dunque, i sostenitori del NO dovrebbero, secondo quanto dicono, riflettere di più su cosa stiano difendendo: oggi infatti dovremmo avere 1058 parlamentari contro i 945 attuali … c’è, secondo il principio che dicono di difendere, un vulnus COSTITUZIONALE di rappresentatività da decenni. Difendere la riforma costituzionale di Fanfani, come sta di fatto accadendo, non ha senso.

Non ha però senso neppure pretendere di mantenere fisso il rapporto 1:80000 e 1:200000 quando la popolazione cresce troppo. Il perché è spiegato nella didascalia di Figura 1 in fondo al post e nel punto terzo.

Punto secondo: infallibilità dei padri costituenti.

Leggete il dibattito passaggio per passaggio, intervento per intervento per capire COSA animasse le singole istanze. C’era chi sosteneva che un numero congruo di deputati fosse un fisso 300 per svolgere le funzioni dell’assemblea (Conti Giovanni, relatore, repubblicano); c’era invece chi sosteneva che 1 deputato ogni 8omila per la camera fosse il numero giusto … per tradizione (Fuschini Giuseppe, democristiano); c’era chi invece ribatteva (sempre Conti, il relatore) “che gli oppositori alla restrizione del numero dei Deputati partono da un criterio non democratico, perché capovolgono la concezione del nuovo Stato che sarà organizzato con il criterio non tanto della rappresentanza al centro, quanto della rappresentanza alla periferia […] la risoluzione di molti problemi sarà affidata alle regioni”.

Conti peraltro aggiunge: “Il popolo italiano disgraziatamente ha una sola abitudine circa il Parlamento: parlarne male; e con la nuova Costituzione occorrerà elevare il prestigio del Parlamento, al che si giunge per una via soltanto: diminuire il numero dei componenti alla futura Camera.”

E poi c’è la dichiarazione di Einaudi il liberale “Einaudi Luigi, liberale, è d’accordo con l’onorevole Conti sulla opportunità di ridurre il numero dei membri, sia della prima Camera [che era di 500 pare, n.d.r.] che della seconda, anche per ragioni, che crede evidenti, di tecnica legislativa. Difatti, quanto più è grande il numero dei componenti un’Assemblea, tanto più essa diventa incapace ad attendere all’opera legislativa che le è demandata.

E’ evidente che oggi si parla di Costituenti attribuendogli la sapienza divina senza considerare che cercavano invece una quadra in un sistema, quello democratico, che non si basa fondamentalmente SOLO sui numeri o sui coefficienti ma sull’onestà e l’efficienza senza le quali non esistono equità, libertà e giustizia nemmeno in democrazia.

I padri costituenti, dopo lungo dibattito, approdarono a un coefficiente (1:80000 e 1:200000) che era, NOTARE BENE, frutto NON di un principio sociale scientifico, ma bensì di un mediazione fra opinioni anche antitetiche. L’opinione vincente furono i rapporti “1 parlamentare ogni quanti abitanti” di cui sopra.

La conclusione è che chi oggi si oppone a una riduzione del numero di parlamentari sta in realtà difendendo una riforma del 1963 e non le scelte dei costituenti i quali comunque, liberali, democristiani, comunisti o socialisti, non Cinquestelle, sostenevano non solo il principio di rappresentanza democratica (avendo idee diversissime su quale numero o rapporto fosse congruo) ma anche quello di efficienza e di fiducia del popolo nelle istituzioni.

Punto terzo: il federalismo incompreso

I sostenitori del SI al taglio dei parlamentari portano come esempio di basso numero di parlamentari pro-capite in nazioni democratiche e/o efficienti la Germania e gli USA.

I sostenitori del NO si oppongono replicando che questi sono due stati federali dove il popolo ha una elevata rappresentanza perché ci sono i governi dei Länder (Germania) e degli Stati (USA).

C’è però probabilmente un errore di fondo nel considerare il federalismo genericamente come una sommatoria di rappresentanze. La rappresentanza in uno stato federale è relativa al singolo argomento, dipende cioè dalla ripartizione delle competenze e se queste siano esclusive o condivise.

A leggere la suddivisione delle competenze fra Länder e Governo Federale in Germania è evidente che per ogni singolo aspetto essenziale della vita di un cittadino tedesco domina la legislazione nazionale ed è lasciato alla “autonomia” dei Länder quello che resta purché non sia in conflitto con la legge nazionale. Ci sono, pare, diversi scontri di competenza che finiscono in tribunale ma di fatto è molto simile alla nostra ripartizione di competenze fra Stato e Regioni. Quindi è assolutamente legittimo dire che a rappresentare il cittadino tedesco sia il parlamento ed è corretto dire che la Germania ha un parlamento proporzionalmente meno numeroso dell’Italia. Non è direttamente collegato al numero di parlamentari, ma è innegabile che lo stato tedesco sia più efficiente in linea di massima. E se noi abbiamo una sanità e un sistema scientifico che stanno agendo e reagendo meglio al COVID-19 non lo si deve di certo al numero di parlamentari o alle regioni ma ai tecnici che più di una volta in passato si sono dovuti appellare a un parlamento numeroso ma sordo. Dunque la Germania è un esempio corretto ed ha un numero relativo di parlamentari inferiore rispetto all’Italia.

Invece gli USA sono effettivamente uno stato federale. Perché le competenze dei singoli stati su argomenti essenziali per il cittadino americano, che vanno dalle libertà personali, ai diritti civili (unioni fra individui, pena di morte, consumo di sostanze ecc), il lavoro, la polizia e tante tante altre cose sono appannaggio esclusivo del parlamento locale e non del Congresso e sono quindi normati dal parlamento locale anche in contrasto con altri stati dell’unione. Ogni stato ha una Camera Bassa (Rappresentanti) e una Camera Alta (Senato) e quelle sono rappresentanti democratiche esclusive per gli argomenti di loro competenza. I dati di Camera e Senato per tutti gli stati a guida Dem (l’ho scelti appositamente) e per due a guida Repubblicana sono riportati qui sotto in ordine crescente di rapporto (cioè secondo la teoria del “NO”, in ordine decrescente di rappresentanza democratica): il Montana sarebbe il più democratico e la California la meno democratica.

StatoAbitanti per parlamentareCameraSenatoTotaleAbitanti
USA/Montana7082100501501062305
USA/Maine7151151351861330089
USA/Rhode_Island931575381131052567
USA/Delaware15600412162967171
USA/Mississippi17053122521742967297
USA/Kansas17645125401652911505
USA/New Mexico1870970421122095428
USA/Connecticut19113151361873574097
USA/Minnesota28257134672015679718
USA/Louisiana32361105391444659978
USA/Kentucky32374100381384467673
USA/Alabama34707105351404858979
USA/New York40482150632138622698
USA/Winsconsin4361899331325757564
USA/Oregon465636030904190713
USA/Nevada481654221633034392
USA/Pensylvania504492035025312763536
USA/Washington5126398491477535591
USA/Carolina del Nord56091120501709535483
USA/Colorado5695665351005695564
USA/Virginia59473100401408326289
USA/Michigan66959110381489909877
USA/Illinois727721185917712880580
USA/New Jersey7423880401208908520
USA/California329642804012039557045

Quindi un cittadino americano della California o del Montana è rappresentato dal suo parlamento californiano o del Montana per quanto riguarda per esempio la legalizzazione della marjuana, le unioni civili, il lavoro (non so in che misura) ecc e dal Congresso degli Stati Uniti per la guerra, l’economia, norme su evasione fiscale, per la difesa dei confini e altre cose. Dunque se si deve fare un confronto fra Italia e USA non si può fare con il solo Congresso certo, ma nemmeno con la somma dei tanti parlamenti: sarebbe una cosa sciocca. Ogni singolo stato degli Stati Uniti entra in modo indipendente con il suo parlamento nel grafico e si confronta con gli altri stati del mondo perché ha un parlamento e una autonomia su molti temi pari a quella di stati come l’Italia, la Francia, la Germania. E il grafico che ne risulta è quello qui sotto. E’ evidente, secondo la logica dei sostenitori del NO che la California sarebbe uno stato a bassissima rappresentanza democratica così come il Congresso USA, mentre il Montana è a livelli della Svezia.

L’Italia prima del taglio è ai livelli di Virginia, Colorado, Michigan e Francia e dopo il taglio a livelli molto più alti di quello della California e degli USA collocandosi in posizione quasi paritaria fra Germania e Canada.

Quindi tenendo conto della natura del federalismo, l’Italia dopo il taglio dei parlamentari sembrerebbe sempre all’interno della ragionevole rappresentanza democratica. Ma più che altro è evidente che entro certi limiti questa rappresentanza democratica non influenza il funzionamento corretto dello stato né il suo livello di democrazia e liberalismo.

Nazioni e Stati degli USA ordinati per numero di Abitanti rappresentati da un singolo parlamentare

Figura 1: Nazioni del Mondo e Stati USA (preceduti da “USA/”) ordinati per numero crescente di abitanti rappresentati da un singolo parlamentare. Secondo la teoria del NO al taglio, verso sinistra le Nazioni o gli Stati considerati a maggiore rappresentanza democratica (e lontani da rischio “pieni poteri”) e a destra le nazioni o gli stati a minore rappresentanza democratica. In rosso la posizione dell’Italia prima del taglio e dopo il taglio.

Il grafico fa sorgere anche un dubbio: gli Stati USA sono quasi tutti a sinistra della attuale situazione Italiana, cioè hanno una rappresentanza numerica più alta anche di Spagna, Francia, Belgio, Svezia, Italia, Germania ecc.

Anche questo è un fatto in larga parte apparente: gli stati USA in tabella variano da un minimo di circa 1:7.000 (Montana) a un massimo di 1:330.000 (California) parlamentare ogni tot abitanti. Si potrebbe dire quindi, più che altro, che c’è una enorme disparità di rappresentanza democratica in USA fra i vari stati. Ma non è proprio così. C’è un perché che di nuovo nulla ha a che fare con la democrazia. Una regola che vale in USA e nel mondo (salvo storture): il rapporto fra numero di parlamentari e numero di cittadini non può essere costante (in questo topparono anche i costituenti).

Pretendere la rappresentanza democratica costante (rapporto) è in opposizione all’efficienza di un parlamento, sia verso l’alto che verso il basso. Sotto un certo numero di parlamentari infatti, per come funziona la democrazia parlamentare in media nel mondo, le funzioni sono compromesse, quindi più basso è il numero di cittadini più alto è il numero di parlamentari pro capite. Mantenendo il rapporto costante, all’aumentare della popolazione aumenta a dismisura il numero di parlamentari senza un vero perché, come dimostrato sopra.

In conclusione, sostenere il NO con un argomento come “attentato alla democrazia e alla Costituzione” è privo di senso.

Per il resto ogni opinione è legittima purché non basata su argomenti pretestuosi.

Provvedimenti approvati dal Governo e dal Parlamento in relazione all’emergenza sanitaria COVID-19

Premessa breve (e necessaria)


La definizione di “stato di emergenza” non è contenuta nella Costituzione. L’Articolo 16 della Costituzione prevede solo che:

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche [cfr. art. 120 c. 2, XIII c. 2].

Lo stato di emergenza è collegato alla “Legge n. 225 del 24 febbraio 1992: istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile”. Mi è stato spiegato (se ho ben compreso) che questa Legge NON introduce in generale lo stato di emergenza nell’ordinamento giudiziario italiano, ma ne delimita i contorni qualora sia attivato, ferma restando la Costituzione ed esclusivamente in contesti inerenti alla attivazione del servizio di Protezione Civile a cui la Legge fa riferimento. Fra cui emergenze sanitarie.

L’Articolo 5 della menzionata Legge, come successivamente modificato dal Decreto-legge n. 59 del 15 maggio 2012 convertito dalla legge n. 100 del 12 luglio 2012  comunque dice:

Stato di emergenza e potere di ordinanza. “Al verificarsi degli eventi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera c), ovvero nella loro imminenza, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, per sua delega, di un Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri segretario del Consiglio, anche su richiesta del presidente della regione o delle regioni territorialmente interessate e comunque acquisita l’intesa delle medesime regioni, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi, disponendo in ordine all’esercizio del potere di ordinanza nonché indicando l’amministrazione pubblica competente in via ordinaria a coordinare gli interventi conseguenti all’evento successivamente alla scadenza del termine di durata dello stato di emergenza. Con le medesime modalità si procede alla eventuale revoca dello stato di emergenza al venire meno dei relativi presupposti.” […]

1-bis. La durata della dichiarazione dello stato di emergenza non può superare i 180 giorni prorogabile per non più di ulteriori 180 giorni [Il Decreto Legislativo 2/1/2018 n°1 estende a 12mesi + 12 mesi]

Fine della premessa breve


Sul sito del Governo si trova, per verifica di quanto riporto qui sotto, la lista di provvedimenti presentati dal momento in cui l’OMS ha decretato l’emergenza sanitaria di rilievo mondiale.

Il primo provvedimento che fa da riferimento per i DPCM che hanno avviato il lockdown e che contiene la lista delle limitazioni agli spostamenti e ad altre libertà è:

Decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6

Questo DL è stato già convertito in legge [Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla Legge 5 marzo 2020, n. 13] dal parlamento italiano.

Questo qui sotto è l’iter al Senato che ha portato alla conversione del DL.

Screenshot 2020-04-29 19.44.04

L’Articolo 3 di questo Decreto Legge convertito dal Parlamento in Legge lo riporto interamente perché riguarda i famosi DPCM:

Art. 3

Attuazione delle misure di contenimento
Le misure di cui agli articoli 1 e 2 sono adottate, senza  nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con uno o più decreti  del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, sentito il Ministro dell’interno, il Ministro  della  difesa, il Ministro dell’economia  e  delle  finanze  e  gli  altri  Ministri competenti  per  materia,  nonché   i   Presidenti   delle   regioni competenti, nel  caso  in  cui  riguardino  esclusivamente  una  sola regione o alcune  specifiche  regioni,  ovvero  il  Presidente  della Conferenza dei presidenti delle regioni, nel caso in  cui  riguardino il territorio nazionale.  Nelle  more  dell’adozione  dei  decreti  del  Presidente   del Consiglio dei ministri di  cui  al  comma  1,  nei  casi  di  estrema necessita’ ed urgenza le misure di cui agli articoli 1  e  2  possono essere adottate ai sensi dell’articolo 32  della  legge  23  dicembre 1978, n. 833, dell’articolo 117  del  decreto  legislativo  31  marzo 1998, n.  112,  e  dell’articolo  50  del  testo  unico  delle  leggi sull’ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.               

Consiglio di leggere l’iter di conversione alla Camera [favorevoli 462 su contrari 2 su 464] e al Senato [favorevoli 234, astenuti 2 contrari 0 su 240] durato 12 giorni e riassunto qui: se non mi sono perso nulla di quell’intreccio di interventi, OdG, emendamenti ecc, nessuno, fra commissioni, sottocommissioni e le due assemblee, membri di maggioranza o opposizione, propone alcuna modifica dell’Articolo 3 rispetto all’uso dei DPCM, né solleva eccezioni di costituzionalità o timori di distorsione. Gli argomenti sono assolutamente tutti altri. Anche molto complessi utili e legati alla gestione dell’emergenza e alle conseguenze del lockdown eventuale.

Decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9 Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Questo DL implementa le misure economiche fra cui prima fra tutti la Cassa in Deroga. Era all’esame in Parlamento ma è stato abrogato e preso in carico dalla successiva Legge, il Curaitalia.

DPCM 8 Marzo 2020 istituisce la zona rossa, ed è un Decreto Attuativo delle misure contenute del Decreto Legge 9 del 2 Marzo.

Decreto Legge 9 Marzo 2020, n.14 Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19Introduce provvedimenti per finanziare e potenziare il servizio sanitario. Era in esame al Parlamento ma è stato abrogato e preso in carico dalla successiva Legge, il Curaitalia.

I DPCM 9 Marzo e 11 Marzo sono estensioni del DPCM dell’8, non cambia quasi altro che l’estensione territoriale delle limitazioni ed entrambi sono decreti attuativi del Decreto Legge convertito in Legge 13 del 5 Marzo 2020. Il DPCM dell’11 Marzo 2020 è di fatto l’inizio del lockdown.

Decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18  #CuraItalia Misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, convertito dal parlamento in Legge 24 Aprile 2020 n°27 

Il DPCM 22 Marzo poi è di nuovo “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020“, cioè la Legge 5 Marzo 2020.

***** A questo punto subentra il Decreto Legge che abroga parzialmente e sostituisce la Legge n°13 del 5 Marzo 2020 e ne riprende le capacità di limitazione alle libertà di circolazione *****

Decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19 Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19.

L’articolo 1 e l’articolo 2 e tutti i suoi commi di questo Decreto Legge, quindi provvedimento che è al parlamento per la conversione entro 60gg (di cui il 1° Maggio 2020 ne sono passati già 37), dispongono tutte le limitazioni che i provvedimenti attuativi possono attuare ma sono ereditati dalla Legge 5 Marzo 2020 convertita dal parlamento.

Il DL 25 Marzo 2020 n° 19 è anche il riferimento della Autocertificazione in sostituzione della Legge 13 del 5 Marzo.

Il Decreto Legge in questione è allo studio del Parlamento, e l’iter in questo Momento lo vede alla Camera dei Deputati, dal 30 Marzo. Dal 31 Marzo le Commissioni passano al 7 Aprile e poi al 15 Aprile e poi il 29 Aprile. In particolare il 15 Aprile la Commissione Affari Costituzionali, esprime parere favorevole con delle raccomandazioni che non menzionano il problema dell’uso dei DPCM come strumenti attuativi. Chiede solo di fare meno casino con la successione di DL nuovi e abrogazione dei precedenti.

Screenshot 2020-04-29 20.07.44

Dal 29 Aprile il dibattito va all’aula della Camera e per ora le sedute sono due (29 e 30 Aprile). Ed è li che per la prima volta la questione procedurale sui DPCM emerge. Scorrendo i testi delle due stenografiche mi pare che in linea di massima fin qui ci siano veri attacchi da FdI, mentre il resto dell’aula chiede di rimettere ordine fra i tanti DPCM e ormai anche di coordinare i vari DL e Leggi che si sono succeduti.

Parlamenti e parlamentari

L’Italia è una democrazia parlamentare bicamerale, con una Camera dei Deputati (630 seggi) e un Senato (320 seggi) per un totale di 950 seggi.

Numeri

I grafici sono fatti da me (con foglio di lavoro Google)  in base ai dati ufficiali di 22 nazioni del mondo (larga parte europee) che a vario titolo possono essere nel bene o nel male un riferimento. I valori numerici sono riportati in Figura 4.

Dalla Figura 1 si vede che l’Italia è il terzo paese per numero assoluto di parlamentari dopo Cina e Inghilterra. Fra i numeri più bassi ci sono le democrazie del nord-europa.

Ma non è il numero assoluto di parlamentari che conta più di tutto. Quello è solo un indice di dove ci troviamo rispetto a tanti pesi più o meno liberarli o autoritari.

Il parametro che interessa di più è il numero di parlamentari per cittadino (pro capite) o, che esprime lo stesso concetto, il numero di abitanti per parlamentare. Figura 2 riporta, sempre ordinato per valore crescente, il numero di abitanti per ogni parlamentare, indicazione di quanti abitanti ogni parlamentare è in media chiamato a rappresentare. In india, che ha meno parlamentari dell’Italia, uno di essi è chiamato a rappresentarne oltre 1,5 milioni (!) mentre la Svezia poco meno di 30 mila. Figura 3 invece riporta l’indice pro-capite che per scelta ho normalizzato rispetto al valore più alto ordinando poi le nazioni per questo indice crescente. Per semplificare, qui la Svezia, per le stesse ragioni di Figura 2 (tanti parlamentari rispetto alla popolazione) ha il più alto numero di parlamentari pro capite mentre l’India (che di parlamentari ne ha in assoluto meno dell’Italia ma ha una popolazione di oltre 1mld di abitanti) ha l’indice più basso. Queste due figure dicono la stessa cosa e vedono l’Italia più o meno nel mezzo fra Belgio e Francia.

Deduzioni

Confrontando questi grafici e i numeri assoluti di parlamentari e popolazione e anche la qualità dello stato di riferimento (servizi sociali, tasse, libertà ecc) si deducono alcune cose semplici:

  • l’Italia non è una democrazia funzionale, equa fiscalmente e socialmente, nonostante lo stato sociale e tante altre belle cose; non ha espresso fin qui una classe politica efficiente e di qualità e men che meno si è difesa da derive autoritarie se non in extremis; eppure ha il più alto numero di parlamentari e un numero procapite medio (o numero di abitanti per parlamentare, che è lo stesso), né basso né alto;
  • a fronte del punto 1 l’Italia ha un numero di parlamentari pro-capite più vicino a quello di paesi piccoli, con una popolazione limitata dove il numero di parlamentari non può, per funzionalità dello stato, scendere troppo … nazioni molto funzionali in genere;
  • se si osservano le nazioni in che hanno più alto e più basso numero di parlamentari pro-capite si nota che non sembra esserci alcun legame con le libertà personali, il livello di democrazia e l’efficienza dello stato;

Se ne deduce che il numero di parlamentari non è sintomo di democrazia e men che meno di libertà ed efficienza.

Entro certi limiti minimi si può ridurre il numero di parlamentari senza incidere sulla democrazia in nessun modo.

Quello che fa la differenza è solo la legge elettorale insieme alla qualità dei politici eletti.

Schermata 2019-08-28 alle 10.51.45

Figura 1: Numero totale assoluto di parlamentari per nazione ordinati in numero crescente.

Schermata 2019-08-28 alle 11.28.26

Figura 2: Nazioni ordinare per numero crescente di abitanti che ogni parlamentare è chiamato a rappresentare. Più è alto il numero minore è il numero di parlamentari rispetto alla popolazione.

Schermata 2019-08-28 alle 10.44.55

Figura 3: Nazioni ordinate per densità relativa crescente di parlamentari per abitante; in sostanza il numero di parlamentari per abitante prendendo a riferimento il valore della nazione che ha il più alto numero di parlamentari per abitante e mettendolo uguale a 1. Il valore assoluto non ha significato, solo l’ordine e le altezze delle colonne le une rispetto alle altre.

Schermata 2019-08-28 alle 11.43.23

Figura 4: Dati su cui sono basati i grafici, qui ordinati in base ai valori crescenti della colonna in violetto.

 

La Grande Opera

Questo post è diretto alla compagine del Movimento 5 Stelle attualmente al governo e in parlamento.

Cambiare questo Paese è equiparabile a una grandissima opera che richiede certamente onestà alla base di tutto (sarà lapalissiano, ma non lo è per la politica Italiana) e, soprattutto, piani strategici a lungo termine in grandi settori di interesse nazionale: industria, ambiente, ricerca. Questa è l’unica emergenza.

Ottenuta la maggioranza relativa alle elezioni del 4 Marzo, a parte la mia personale soddisfazione, non si poteva governare con nessuna delle minoranze relative, perché TUTTI erano avanzi di prima repubblica nel migliore dei casi. Alcuni partiti, come Forza Italia e Lega, con un fetore che oscillava fra il cialtrone piduista e l’eversivo ignorante, rispettivamente. Gli altri, il PD essenzialmente, che oscillavano da soli fra la sindrome da inseguimento della destra e l’inaffidabilità emotiva interiore mista a egocentrismo estremo (di cui le prove sono adesso definitive).

Una grande opera si valuta con un bilancio costi/benefici che non deve essere superiore a 1.0.

Governare finalmente: può essere bello ma deve dare, al Paese, più benefici che costi, siano essi economici o sociali.

Governare col PD sarebbe stato impossibile, governare con FI sarebbe stato impossibile e immorale. Governare con la Lega sarebbe stato, al pari di FI, immorale e soprattutto (se non si è degli sprovveduti) con costi maggiori dei benefici sociali ma anche economici e d’immagine.

Avete fatto un errore di valutazione, presi dalla foga di governare, forse imbrogliati dall’idea malsana che Salvini fosse un uomo di parola. Ma un Leghista, caro Beppe che sta cazzata l’hai sparata e forse hai convinto Di Maio & co., è di parola solo finché gli conviene. Vedi i fucili, i padanismi, gli insulti ‘razzisti’ ai meridionali, i ‘Roma ladrona’ seguiti però da ruberie varie (vedi 49Mln) e banca-filia. Il leghista è opportunista, lo è anche con l’odiato immigrato che comunque gli serve se non come schiavo come capro espiatorio raccatta-voti, figurati con gli alleati di Governo e con i suoi stessi elettori. E’ un genere di persona, il politico leghista, che ti farebbe bere l’olio di ricino spacciandolo per aranciata (vedi Salvini e l’ultrà per dirne una sola) ridendo e twittando. Non potete non averlo capito a questo punto se non prima.

Io onestamente lo sapevo e per questo ho votato contro questo ‘contratto’ e contro quindi questo ticket di governo pur avendo votato M5S (una migrazione lenta ma convinta e costante, con accresciuta partecipazione, dal lontano 2005, dai V-Day al portale alle ultime due elezioni Nazionali e diverse locali ed Europee).

Vi ho dato il beneficio del dubbio, e apprezzo certamente alcune cose fatte (cerco sempre il positivo) perfino il tentativo di forzare il deficit/pil uscendo dalla sudditanza tutta Italica, apprezzo molti di voi, soprattutto quelli che stanno dimostrando di aver capito la brutta china che avete intrapreso a dorso di mulo-salvini ma …

  • non siete stati in grado di tenere a bada sto ducetto da quattro soldi anzi lo avete lasciato fare o inseguito su un terreno insopportabile quanto inutile per il Paese
  • fate finta di nulla anche sulle sue frequentazioni, le abitudini ruberecce da prima repubblica del suo partito, le esternazioni razziste e le parole inaudite sulla vicinanza Polizia-Lega (inquietante) e sul comportamento dei suoi ‘buttafuori’ che manco le guardie di Berlusconi
  • lo avete lasciato sconfinare grevemente in ambiti non suoi permettendogli di inasprire il clima sociale in un paese che del vigliacco-fascismo e del qualunquismo strisciante non si è mai liberato (anche a causa della sinistra)
  • avete abusato della fiducia parlamentare che avete duramente (e giustamente attaccato in passato) e a che pro? Per fa passare quella monnezza di DL sicurezza che serve solo a far bello Salvini manco a rendere sicuri quegli insicuri cronici dei suoi elettori … e ANZI … prepara il terreno per impedire a gente pacifica ma dissenziente di dissentire mentre sull’immigrazione ne peggiora la gestione
  • sulla manovra (e tutte le future se ci saranno) che è il vostro VERO UNICO cavallo di battaglia, perché a Salvini non frega nulla della crescita del Paese ma solo dei soldi per le minchiate Leghiste, state facendo ridere: sparate il 2.4 e vabbè ma a fronte di questa boutade?
    • norme simpatiche (tipo eco-tassa, subito ridimensionata da Salvini, e bonus per le macchine elettriche) ma minimali che non valgono la puzza di Lega che tocca sopportare
    • non avete un serio piano di investimenti per la crescita a lungo termine (10 anni almeno!!!) con piani strategici ben strutturati (non generiche affermazioni) nei settori di cui sopra (a meno che non mi sia perso qualcosa)
    • mettete in priorità il reddito di cittadinanza, che per carità è importantissimo e lungimirante e tutt’altro che assistenzialista, ma VIENE DOPO la crescita e il lavoro (cioè DOPO i piani a lungo termine di cui sopra, SOPRATTUTTO se alzi la soglia di deficit/pil)
    • Tria all’Europa risponde che sblocchiamo la burocrazia, semplifichiamo e tutti correranno qui coi soldi … e questo è tutto? Va bene, dico, ma questo è tutto?!
    • il DL anticorruzione, bello mi piace, ma non darà crescita il prossimo anno tanto da forzare il 2.4 che mo’ scende ridicolmente al 2.2 e poi vedrete dovrete scendere al 2.0 e forse chissà pure sotto e quindi ciao reddito
    • belli i soldi in Ricerca ma sono davvero spicci, di cui sentitamente vi ringrazio ci mancherebbe dopo anni di tagli e sofferenze, ma investire in ricerca prevede un piano e svariati miliardi PRIMA del reddito di cittadinanza perché se i ragazzi Laureati se ne escono e invece che trovare un ca** di call center o il centro per l’impiego trovano miliardi in ricerca vanno a guadagnarsi magari 1500/2000€ formandosi e lavorando per il Paese, vanno all’estero si pure ma poi però ritornano perché sanno che avete un piani di investimenti a lungo termine
  • permettete alla Lega di prendervi e prenderci in giro, citando il contratto solo quando gli fa comodo, gli permettete di propagandare valori divisivi e arretrati a scapito della sicurezza generale, della convivenza civile … non bastavano FI e il PD, non bastava l’acqua che quegli scellerati hanno già portato agli ignoranti alimentando il tema sicurezza quando poi la criminalità (mafia a parte) è in discesa mentre l’odio e la rabbia a fondo perduto sono in salita, non bastavano le mille e mille divisioni della sinistra (sedicente vera) o quella ridicolaggine di Fratelli d’Italia
  • fate finta di nulla quando il vostro alleato di governo va in giro manco fosse il capo di questa m*** coi suoi buttafuori a zittire la gente che protesta.
  • mi fate digerire questa assurdità di un Primo Ministro (Conte) che NON va nemmeno a un incontro ONU su un tema TANTO CARO al ministro dell’interno perché … deve decidere il parlamento? Eh no, sulla democrazia non mi pigliate in giro!!! Favori elettorali alla Lega alla faccia della democrazia diretta no eh?! Il governo VA agli incontri internazionali e SOTTOSCRIVE quello in cui crede o si assume la responsabilità di NON sottoscrivere quello in cui non crede … al Parlamento SEMMAI demanderà i dettagli di quello che l’Italia crede di volere o non volere da quella dichiarazione di intenti o accordo, se lo sottoscrive. Cosa hanno dovuto sentire le mie orecchie di democratico diretto … ah!

Avevo visto giusto: con la Lega non si può governare e avevo visto giusto quando ho preferito altri candidati/e a Luigi Di Maio alle votazioni interne, non perché creda nella persona sola al comando, anzi voto M5S perché NON credo in questa cosa (a differenza della sinistra che invece ormai ci campa) ma perché sono certo che senza Di Maio non avremmo avuto il governo giallo-verde anzi avremmo tenuto fede al “con nessuno che so’ tutti brutti”, saremmo andati a nuove elezioni e il M5S avrebbe governato da solo come è giusto che sia.

Sono paziente io, certo, vedo il positivo il più possibile, certo, penso che oltre il M5S, con il panorama politico attuale (e futuro per quel che vedo ovunque) non ci sia altra speranza, e penso che la democrazia diretta permetta al popolo di crescere che se non lo fa mai non ci sarà mai una politica decente. Non sopporto quelli che hanno accettato o taciuto sulle medesime cose fatte da PD e altri (che sono costate vite umane e convivenza civile pure quelle) … continuerò a seguire Rousseau per le consultazioni interne ma, detto questo, non vi voterò più alle elezioni politiche finché sarete al governo con la Lega  (prossimo non voto le Europee). 

Fate voi.

 

PS: non sottovalutate l’effetto che può avere la combinazione fra le tante frustrazioni personali in un mondo perennemente connesso dove le istituzioni di riferimento propagandano divisione (noi vs loro) fornendo capri espiatori (altro che razzismo o altro … solo capri espiatori ed egoismo sfrenato) facilmente identificabili. Voi siete meglio di così ma il silenzio e la coesistenza con questi atteggiamenti è comunque colpevole.

Non può essere più una questione di geometria

La sinistra politica continua a non capire nulla né del passato né del presente. Non solo D’Alema

Del futuro non si occupa più da almeno un ventennio, forse di più.

Nel 1999 e poi nel 2001, fino alla fine dei Forum Sociali da Porto Alegre a Genova passando per Davos e Firenze per citare solo gli appuntamenti che ricordo e/o quelli a cui ero presente, il movimento no-global ha capito tutto. Nel dettaglio. Il movimento aveva capito tutto di Ambiente, Futuro, Tecnologie, Economia, Sostenibilità. Non per nulla il motto era “Un altro mondo è possibile”. Quello che ci stavano apparecchiando era una schifezza, discriminatoria, classista, precarizzante, basata sulla guerra e su una forbice enorme fra ricchi e poveri e lo sfruttamento dell’ambiente oltre il limite. Grandi capitali concentrati, finanza senza etica, la pretesa che il costo dei prodotti dovesse scendere grazie allo sfruttamento di una forza lavoro gestita usa e getta per il solo fine di produrre capitale.

Quando la società civile ha reagito, il regime transnazionale lo ha fatto in modo più forte sfruttando i governi compiacenti e prezzolati. Non è stata la morte di Carlo Giuliani a esserne la cifra ma la Diaz. Bolzaneto.

La sinistra in Italia a quel tempo era già post PCI e i democratici erano quelli che pochi mesi prima a Piazza del Plebiscito avevano avviato la stagione della repressione passando un testimone, una pistola carica, a Berlusconi e alla sua destra. Certo a Genova c’era Rifondazione Comunista. E i comunisti Italiani? “Il governo di centrosinistra aveva creato i GOM (i corpi speciali della polizia penitenziaria), protagonisti di sevizie e abusi di potere nei giorni del G8 genovese. Il ministro della giustizia era Oliviero Diliberto.

La sinistra a Genova è arrivata già divisa. Sparpagliata sparita. Una sinistra, quella degli attuali PD, non ha solo abbandonato ogni istanza giusta sociale di rinnovamento in un momento chiave per il mondo e per il Paese, ma ha posto le basi per la sua distruzione. Ha scelto il neoliberismo, la finanza, l’iniquità sociale. Ha organizzato il G8 di Genova e la pistola puntata sul movimento. Non a caso non si è mai opposta a Berlusconi e al Berlusconismo e successivamente lo ha sposato, parzialmente assorbito. Schiava della più assistenzialista (per i cazzi suoi) e piagnona Confindustria del mondo.

L’altra sinistra ha fatto l’unica cosa che chi non ha una visione che vada al di la di interessi di partito e ideologie immutabili nonostante sia mutata la società, sa fare: scindersi e scindersi in una infinita meiosi che ha ridotto e sempre più ridotto ogni residuo cromosoma. La colpevolezza grave di quel comportamento è legata al fatto che di fronte a un disastro annunciato di proporzioni globali, nonostante l’esistenza di un movimento imponente e scientificamente solido che stava facendo tutto da solo, non sono stati capaci di trovare gli elementi comuni, a prescindere dalle geometrie parlamentari, per mettere da parte le piccole differenze per fare fronte comune e dare supporto alla società civile. La società ha chiamato e nessuno ha risposto se non i manganelli e il silenzio. Inutile la formale presenza e il vago supporto politico dato da Rifondazione ai manifestanti.

Dopo il PCI, Rifondazione Comunista; ma poi la meiosi ha portato Comunisti Italiani e poi si è aggiunta SEL come sommatoria dei Comunisti coi Verdi. Geometrie, ma nessuno ha raccolto la chiamata per un altro mondo possibile. E oggi è tardi. Ci hanno abbandonati, intenti a litigare come forsennati per interessi di partito e frattaglie di voti.

La politica è mediazione dicono in tanti, e questa gente non ha saputo mediare manco con se stessa.

Io sono rimasto lo stesso, sebbene mi sia evoluto, studiando, crescendo, consolidando o modificando, se il caso, opinioni. Ma essenzialmente le grandi linee del mio personale, diciamo così, programma politico sono sempre le stesse che condividevo con mezzo mondo allora e che pensavo di condividere con la sinistra italiana. La sinistra nel frattempo invece mi si è spostata inesorabilmente sotto, verso destra o verso il nulla.

Mi si dice che i nuovi movimenti, namely il Movimento 5 Stelle, non ha una identità. Ma prima di chiedere una identità agli altri è bene che ce la diamo noi.

Dunque è tempo di capire che cosa vuol dire sinistra.

Le parole “sinistra” e “destra” sanno di geometria spaziale, parlamentare. Forse un tempo rappresentavano un set di idee ben consolidate, pure forse un po’ semplici e quindi potenti.

Idee che venivano da lontano e che non si erano mai confrontate con il cambiamento, né quello naturale della società né quello indotto per esempio dal liberismo imperante.

Ma oggi questi termini non hanno più senso alcuno. Questo credo che sia il centro della frase “né di destra né di sinistra” tanto cara ai 5stelle. E lungi da essere qualunquismo, è del tutto vera. Non vuol dire che tutti sono uguali ed è tutto un magna magna. Solo, quel set di idee non c’è più e i sostenitori di quelle ideologie non hanno fatto nulla né per tenerle in vita così come erano, né per ammodernarle. Chi lo ha fatto ha sposato il nemico.

Dunque penso che sia più sensato definire se stessi, al fine di trovare i propri simili e riprendere l’eredità di uno dei più importanti movimenti globali, in base a definizioni di massima che semplificano l’associazione e minimizzano i residui, da bravo tomografo.

Cosa sono io? Non una geometria decrepita per favore.

Credo che la forma di governo a cui non posso rinunciare sia una democrazia liberale? Si ok, sono un liberale.

Penso che si debba sempre lottare per mantenere, conservare, temendo il cambiamento, volendomi circondare di miei simili e chiudendo le porte ai fenomeni nuovi? No. Ok allora sono un progressista.

Credo che l’economia debba essere liberista e privilegiare capitali e merci o che sia possibile cambiare modello economico senza traumatizzare il mondo ma puntando su una economia equa e solidale, potenziare il microcredito piuttosto che la finanza e i suoi eccessi, avere un welfare? Ok allora ci siamo.

Si possono aggiungere poi dettagli personali come le opinioni sui confini nazionali se abbiano mai avuto un senso o no ma per il momento i problemi sono di ordine superiore e … una cosa alla volta, mettendo da parte querelle millenarie.

Già questo basta per trovare dei simili che non stiano li a cavillare sulle sottigliezze che a quelle ci si pensa dopo aver vinto la battaglia principale di un mondo basato su diritti inalienabili ed economia solidale.

Ci possono essere momenti difficili, controversi, limiti da non superare mai che ci si devono dare per carità, ma su argomenti così macro non è poi difficile.

Manca solo una cosa. Quello che i partiti in Italia non fanno mai perché non glie ne frega una mazza: un programma per il Paese a 20 anni basato su questi principi comuni, in settori chiave. Ricerca, Sviluppo industriale, Energia, Ambiente, Diritti Umani. Da questi macro argomenti deriva anche il lavoro.

A me non pareva ci volesse poi così tanto.

Noi abbiamo il cuore …

Ormai i lavoratori, le persone oneste, i democratici, i liberali … non fanno più paura. Non sono più un problema per questa gente incapace, presuntuosa, arrogante e, spesso, criminale che governa il paese (a tutti i livelli).

Perché? Perchè noi abbiamo un cuore … loro no. E’ ora di smettere. E’ ora di tornare a fare paura. Ma con metodi che entrino nella testa e nella coscienza della gente. Dobbiamo sfondare il muro della disinformazione. Dobbiamo contarci. Dobbiamo assediarli. Dobbiamo insinuarci come serpenti.

In parte il processo è già iniziato …

Vi lascio, chiunque leggerà questo post, a … Pasquino.

PS: siccome da grandi poteri derivano grandi responsabilità … questo post è più che altro indirizzato a chi ha i grandi poteri e non li usa come dovrebbe. All’opposizione, intanto … e al popolo (noi) subito dopo.

Criminali!

Roberto Saviano su Repubblica TV sull’approvazione al Senato della legge per il “Processo Breve”

Roberto Saviano
Roberto Saviano su RepubblicaTV

Acque luride e oscure

Il titolo cita un video musicale (qui) del canale youtube ACETOakaBELTA.

Il post-Elezioni-Europee è positivo per alcuni e negativo per altri. Negativo per PD e PDL, positivo per Lega e IdV.

C’è però un aspetto di tutto ciò che è molto più triste e grave dei successi “personali”.

Berlusconi ha perso circa 3Milioni di voti rispetto alle politiche 2008 ma il PD ne ha persi oltre 4 di milioni. Quei … quei … non so come definirli, di Rifondazione+ComIt+Sinistra e libertà+PCDL avrebbero preso il 7% … ma lo hanno bruciato. Anche se IdV è salita (da circa 1.700.000 alla Camera nel 2008 a circa 2.500.000 alle Europee del 2009 ) e Berlusconi è sceso un po’ … si riconferma lo strapotere della destra e soprattutto della destra xenofoba e razzista della Lega Nord (2.642.166 Politiche 2008  –> 3.125.467 Europee 2009 ).

L’astensionismo ha colpito entrambi gli schieramenti per motivi diversi e in posti diversi ma penso sia chiaro che non è colpa dell’astensionismo.

Non c’è proprio nulla da stare allegri … se l’IdV (che non è la sinistra) in Italia prende meno voti della Lega Nord che promuove le ronde e i respingimenti ILLEGALI dei barconi e ha Gentilini (sceriffo), Cota (classi ponte) e Tosi (tutto vietato) fra i suoi. La somma di IdV e PD, poi, fa a malapena la PDL mentre i partiti comunisti tutti insieme non fanno la Lega.

E poi c’è … Casini (il cui nome esemplifica la situazione) che comunque non è sinistra (ne centro) ma è centro-destra da sempre e che col suo 6% andrà con Berlusconi (di fatto) quando meno ce lo aspettiamo. Comunque se andasse col PD comporterebbe una emorragia di voti dal PD che, quasi sicuramente, non convergerebbero su IdV.

E’ un casino. Se l’opposizione non si mette in testa, in modo unitario, di riportare la legalità in questo paese, non ne usciamo.

Tutti i partiti dell’opposizione devono sostenere la legalità nella politica. La lotta alla mafia nella politica. La riforma in positivo (e non in P2) del sistema giudiziario.
Sui temi dell’immigrazione e dell’ambiente invece le parole d’ordine sono RISORSE RINNOVABILI, RICERCA SCIENTIFICA a tutto campo, INTEGRAZIONE (soprattutto attraverso la scuola elementare e media), ACCOGLIENZA e PIANIFICAZIONE EUROPEA DEGLI ARRIVI.
E poi serve un fortissimo lavoro di trasformazione dall’interno delle forze di polizia. Supporto, valorizzazione … ma soprattutto “SCREMATURA” delle componenti fasciste, xenofobe e omofobe. Perché protestare in questo paese è possibile finché un manganello non ti spezza la schiena al grido di sporco comunista (e magari sei democristiano da 7 generazioni).

La destra è viscida in questo: li appoggia e glorifica a voce, li aizza contro immigrati e comunisti ma poi li sfrutta e li mette al chiodo. Devono essere riportati tutti davvero dalla parte della gente onesta e libera, se si vuole sconfiggere Berlusconi.

Serve tutta l’opposizione.

L’IdV, quella che guadagna di più fra le opposizioni, non è la sinistra e la sparizione della sinistra, in questo paese a vocazione fascista, sarebbe pericolosa anche per loro.

Se sparisse il PD, l’IdV potrebbe puntare ad avere anche un successo clamoroso prendendo, chissà, il 30%  ma poi la vampata svanirebbe e resterebbe solo Licio Gelli.

Nessuno mi toglie dalla testa che la spinta che Berlusconi, anche contro i suoi componenti interni di AN, ha dato alla Lega in fine di campagna elettorale sia parte del disegno di sdoganamento delle componenti razziste, nazionaliste (contro l’europa) e separatiste (per interessi personali) del paese.

E’ un disegno che sta vincendo e sta lacerando l’Italia, in un clima reso favorevole dall’ascesa delle componenti xenofobe dell’europa.

La mia domanda è: quand’è che siamo diventati così tristi e grigi? Noi che abbiamo nel sangue o almeno nelle tradizioni tanta emigrazione e tanta sofferenza? Stiamo diventando “[…] perdenti della civiltà globale, vincitori della gara a chi è più meridionale“.

PS: a Roma PD+IdV+ComunistiVari hanno la maggioranza dei voti percentuali …

Altrove

A occhio, il livello di inciviltà di una grande quantità di italiani sta crescendo almeno tanto quanto cresce il livello di civiltà dell’altra parte. Il problema è che la seconda è in leggera minoranza ed è meno prepotente e arrogante.

L’arroganza del coatto è cresciuta, ultimamente, anche perché dalla politica locale e nazionale, che ci invade ogni giorno, arriva un costante esempio di impunità. Mentre nel sentire comune sta entrando la certezza che l’illegalità sia giustificata e anzi consigliabile.

Questo accade anche perché quelli che altrove sarebbero casi giudiziari che sfasciano un governo, qui nemmeno esistono. Il pensiero e l’attitudine mafiosa stanno spopolando nel nostro paese.

Che uno sia di sinistra o di destra, non può ragionevolmente dissentire da quello che ho appena scritto.

Qualche esempio si trova nei due video che seguono.