Copia-Incolla 2035

A partire dal 10 Agosto 2022 la pagina Facebook di Roma Capitale ha pubblicato un serie di inserzioni a pagamento che pubblicizzano il “Piano per la gestione integrata dei rifiuti di Roma Capitale” (PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI ROMA CAPITALE – Commissario Straordinario art. 13 D. L. 50/22). Non so quanti l’abbiano letto (seguite il link qui sopra per leggerlo o cliccate qui).

Visto che la campagna elettorale 2021 per l’elezione del sindaco di Roma è stata giocata molto sui rifiuti e che le accuse mosse all’amministrazione #Raggi da Gualtieri, Zingaretti e Letta sulla gestione del problema rifiuti, sono molto gravi, la domanda che si dovrebbe porre chi ha votato Gualtieri e che i giornalisti prima di chiunque altro dovrebbero porre, sarebbe: sulla base di quali macerie e nulla assoluto lasciato dalla giunta di @VirginiaRaggi il Commissario Gualtieri ha prodotto questo “nuovo” piano rifiuti?

Allora leggiamolo questo piano di Gualtieri.

Questo post è composto da:

  • Parte 1, intitolata “Esisteva un piano Raggi?”
  • Parte 2, intitolata “Dichiarazioni di stima di Gualtieri a Raggi (dietro le quinte)”

Esisteva un Piano Raggi?

Le prime 140 pagine del piano di Gualtieri riportano un necessario prologo, varie dichiarazioni di intenti, un certamente necessario studio demografico (esistente) e qualche riferimento normativo EU e nazionale e infine lo stato dell’arte sulla raccolta dei rifiuti a Roma.

Ma da dove vengono i dati sullo stato dell’arte della raccolta rifiuti di Roma Capitale?

L’amministrazione Raggi ha pubblicato a Marzo 2020 il nuovo Piano Industriale AMA 2020-2024.

Questo piano a sua volta presenta uno stato dell’arte e uno scenario evolutivo sulla raccolta rifiuti a Roma Capitale dal 2020 al 2024, con obiettivi programmatici, previsione di nuovi impianti, evoluzione della raccolta differenziata, programmi sulla riduzione dei rifiuti alla fonte e riduzione dello spreco (basati su quali azioni lo vedremo dopo) e diversi scenari.

É essenziale notare che la data di uscita del piano AMA/Raggi precede di cinque mesi quella di pubblicazione del nuovo Piano Rifiuti della Regione Lazio. La Regione però, in base Testo Unico sull’Ambiente, del 2006 (la Bibbia) avrebbe dovuto pubblicare il suo piano, pena il commissariamento, nel 2018 e solo a valle di quello i vari Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), come Roma Capitale, avrebbero potuto procedere ai propri piani. L’approvazione del piano Regionale avviene però solo il 6 Agosto 2020 e il piano industriale AMA è stato conseguentemente aggiornato.

Ma è altrettanto necessario notare che AMA, sotto l’amministrazione Raggi, pubblica il piano rifiuti 2020-2024 il 4 Marzo 2020 quando il PNRR e il suo mare di soldi di cui oggi dispone Gualtieri, non esisteva nemmeno nella mente di Conte dato che il lock-down sarebbe iniziato il 12 Marzo successivo. Anche in questo caso il piano industriale AMA è aggiornato per includere l’avvento del COVID-19 ma certamente non i soldi PNRR che erano molto di là da venire.

É proprio sulla base di questo piano industriale già pronto che il “nuovo piano” di Gualtieri riporta lo stato dell’arte sulla gestione dei rifiuti a Roma. Non a caso, infatti, i dati riportati nel nuovo piano Gualtieri sono quelli del 2019 cioè quelli presentati nel Piano AMA/Raggi 2020.

Ciononostante qualche dato nuovo originale da parte della amministrazione Gualtieri c’è, nella sezione 7.1.1 Completezza postazioni stradali dove si legge:

[…] Una parte rilevante di postazioni stradali, il 29%, non è completa. Anche se si osserva un miglioramento rispetto agli anni precedenti: era il 46% nel 2019.

É incredibile quanto più rilassato sia Gualtieri con la Raggi in un documento che nessuno leggerà mai!

C’è poi un passaggio, a pagina 99, che un po’ è da paraculo diciamocelo, ma pure da fiodena [espressione dispregiativa “munita di dignità letteraria” (non so se veramente questo lo abbia detto Pasolini come riportano in tanti)].

Gli automezzi.

Nel corso del 2021 e del 2022, sono stati acquistati:

  • n. 339 automezzi tipo AC/CR e
  • n. 120 tipo mezzo CRCD.

Gualtieri qui parla degli acquisti di automezzi e lo fa mettendo insieme il 2021 e il 2022. Peccato che, come si evince da un primo articolo AMA di Febbraio 2021 e da un secondo di Settembre 2021, questi acquisti, certamente i 339, sono stati fatti solo nel 2021 dalla precedente amministrazione e sono, infatti, parte integrante del piano industriale AMA 2020-2024 che include anche le tante nuove assunzioni con concorsi del 2020.

La sostanza di questo quasi copia-incolla è però più profonda.

Mettendo infatti a confronto il Piano Rifiuti AMA/Raggi 2020-2024 con il Piano Rifiuti del Commissario Gualtieri 2022-2035 si nota che entrambi contengono praticamente gli stessi elementi, incluso il percorso verso l’autonomia di Roma Capitale/AMA, la costruzione di nuovi impianti e un aumento della raccolta differenziata, con riduzione della produzione di rifiuto e aumento del riuso, solo che grazie al PNRR, voluto da Giuseppe Conte, e della conseguente pioggia di soldi, Gualtieri avrà decisamente più margine, non dovendosi basare sul solo bilancio di AMA.

Per esempio a pagina 87 del piano AMA/Raggi si parla di 6 nuovi centri di raccolta oltre i 13 esistenti, per cui l’iter delle autorizzazioni è completo e i finanziamenti previsti, e di 20 ulteriori centri in fase di approvazione/verifica. Mentre a pagina 101 del piano di Gualtieri si legge che:

In occasione del fondi messi a disposizione dell’Unione Europea, il cosiddetto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), AMA su delega di Roma Capitale, ha presentato relativamente al DM 396/2021 del MITE linea A, n.10 proposte di finanziamento relative alla realizzazione e ammodernamento dei centri di raccolta. Si prevede di arrivare al 2030 a complessivi n. 30 centri adeguatamente localizzati in tutti i Municipi di Roma Capitale

Una bella differenza. La creazione dei nuovi centri di raccolta era già contenuta (e in parte realizzata) nel piano AMA/Raggi ma ora si fanno con i soldi del PNRR. E comunque alla fine Gualtieri prevede 9 centri in meno di quanto previsto dal piano Raggi.

Altra differenza curiosa sono le milestones, gli obiettivi intermedi e le loro date. Il Piano Rifiuti AMA/Raggi ha ovviamente come orizzonte il 2025 e questo perché l’anno 2025 è il primo obiettivo delle norme europee quindi di quelle nazionali e di quelle regionali. Entro il 2025 la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti urbani deve essere almeno al 55% in termini di peso (a scala nazionale a dire il vero). In ogni caso il piano Raggi dice:

Il presente Piano Industriale si pone, pertanto, obiettivi coerenti con quanto indicato dalla Direttiva 2018/851/CE, soddisfatti raggiungendo nel 2025 una percentuale di RD pari al 60%.

Gualtieri invece salta del tutto la milestone del 2025 in merito alla quale dice solo:

il 2025 sarà caratterizzato da un aumento della produzione rifiuti a seguito dell’afflusso di visitatori associato al Giubileo: per questo aumento di rifiuti il Piano prevede di definire accordi specifici con gestori operanti in Italia e all’estero che permettano di garantire il superamento dell’emergenza durante il 2025 e 2026

Non è ben chiaro perché il Commissario nominato appositamente per il Giubileo 2025, ometta di menzionare proprio gli obiettivi (normali, non quelli emergenziali ci mancherebbe) per il 2025. Cioè quanto farà di standard Gualtieri nei prossimi 3 anni e quanto no? Non è dato saperlo.

Se dovevamo fare un commissario straordinario per il 2025 per sentirci dire solo che nel 2025 esporterà comunque i rifiuti, come si dice a Roma “so ‘bboni tutti”.

Fatto sta che il 2025, per cui è stato nominato commissario straordinario con poteri speciali, non è mai nominato nello scenario. Si salta direttamente al 2030 (quasi 4 anni dopo la fine del suo mandato) e addirittura, cuore oltre l’ostacolo … ma il più lontano possibile … al 2035.

Lo Scenario di Piano […]

  • al 2030 si pone l’obiettivo di RD al 65% con un tasso di riciclaggio al 51,5% […]
  • il 2035 […] il raggiungimento del 70% di RD e un tasso di riciclaggio 54,9%

Ua’ … Insomma salta il 2025 (per il quale è commissario e che di norma dovrebbe indicare) ma il 2030 e il 2035 oh, quelli ci sono eh?

E veniamo al punto Inceneritore. Nel piano industriale AMA/Raggi un termovalorizzatore non c’è perché 1) non era ritenuto necessario dato che nella Regione Lazio già ci sono: forse non lo sapete, ma il termovalorizzatore di San Vittore ACEA ha 3 linee per un totale al momento di 376mila tonnellate / anno. 2) il termovalorizzatore è ritenuto un approccio obsoleto sia dall’EU (penultima scelta fra le tante per il ciclo rifiuti) che dal recentissimo Piano Rifiuti della Regione Lazio che esplicitamente si prende gioco dei termovalorizzatori.

Comunque … leggiamo il piano del Commissario Gualtieri, cito:

il Piano individua il sistema impiantistico necessario all’auto-sufficienza territoriale:

  • 2 impianti di selezione delle frazioni secche da RD (con capacità totale di 200.000 t/a)
  • 2 impianti per la digestione anaerobica delle frazioni organiche da RD (con capacità totale di 200.000 t/a)
  • 1 impianto di trattamento termico dei rifiuti indifferenziati residui con efficiente recupero energetico (con capacità totale di 600.000 t/a).

Tutti gli impianti adottano le BAT.

Nota: BAT = Best Available Techniques”, ogni tipologia ha un set di BAT definite a livello EU per cui puoi adottare solo quelle o qualcosa di meglio.

Ok, ma in pratica? Dal capitolo 16, cioè lo Scenario di Piano, a regime:

[…] 1 IMPIANTO DI TRATTAMENTO TERMICO PER IL RECUPERO DIRETTO DI ENERGIA DAI RIFIUTI RESIDUI INDIFFERENZIATI che adotta tecnologia di combustione consolidata, utilizza le BAT per il recupero energetico, per la riduzione e per il controllo delle emissioni in atmosfera e implementa la sperimentazione di una tecnologia per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica (‘carbon capture and storage‘).

Ma …

[…] Nella fase transitoria, fino al 2035, si proseguirà nell’utilizzo per almeno 170-200.000 t/a dell’impianto di termovalorizzazione di ACEA di San Vittore del Lazio (Frosinone). Le quantità da avviare a San Vittore saranno verificate di anno in anno nel corso del Monitoraggio del Piano.

Ora, nelle previsioni del piano Gualtieri al 2030 è scritto:

lo Scenario di Piano nel Contesto Tendenziale, in cui la produzione di rifiuti rimane stabile attorno a 1.69 milioni di tonnellate/anno e la RD raggiunge 65%, richiede al 2030 una capacità di trattamento termico in grado di gestire oltre 790.000 t/a

Tradotto: se tutto va come previsto, in base al nostro piano in cui si fa affidamento sul nuovo termovalorizzatore, dovremo bruciare almeno 800mila t/a di indifferenziato. L’eccedenza rispetto alle 600mila t/a del termovalorizzatore di Roma sarà avviata a San Vittore, previa costruzione di:

impianto di pretrattamento a gestione terzi

Pretrattamento che, a giudicare dalla figura 16.4 dello Scenario di Piano Gualtieri, per il termovalorizzatore di Roma non si farà perché sarà un impianto a trattamento diretto, dice.

Ora, San Vittore può termovalorizzare un massimo di 376mila tonnellate all’anno (t/a) su tre linee esistenti e, se ho capito bene, ne ha trattate al massimo fin qui 307mila t/a … ivi incluse quelle di Roma Capitale (ca 73mila t/a ricostruendo da questo articolo). Quelle 73mila però furono raggiunte perché, al contrario di quanto si dice nell’articolo di Repubblica, nel 2019 per scongiurare la puntuale crisi dei rifiuti la Raggi, osteggiata dal sindaco di Roccasecca, impose la ricezione da parte di San Vittore e del suo TMB di circa 200 t/giorno da Roma.

Oggi che San Vittore dovrà ricevere da Roma in modo permanente almeno fino al 2030/35 dalle 200 alle 530 tonnellate al giorno di rifiuti di Roma, perché lo ha detto il Commissario, suppongo che vada bene, ma dove le mettono visto che con le attuali 73mila t/a siamo già a 307mila t/a?

Forse alla quarta linea che ACEA ha chiesto di poter aggiungere? Siamo quindi appesi a questo per far tornare i conti del piano al 2030? Vabbè dai vuoi che Zingaretti prima di lasciare la Regione Lazio non faccia questo regalo?

Infine: nel piano NON SI DICE MAI esplicitamente quando sarà pronto il tervmovalorizzatore di Roma. Tutto è definito, come ho detto, per il solo 2030 e poi 2035. Il che è piuttosto assurdo a pensarci bene. Comunque stando alle dichiarazioni del Commissario Gualtieri, se je dice bene il termovalorizzatore di Roma sarà operativo, secondo la loro stessa road-map, nel 2025 (ma veramente deve andare tutto liscio). Ma se non va tutto liscio “stiamo con le pezze” e abbiamo perso 5 anni.

Francamente mi domando: ma non si dovrebbe investire di più sulla parte di riduzione/riutilizzo, riciclo (che c’hai pure il PNRR) e ridurre al minimo lo scarto da bruciare in modo che un ampliamento di un inceneritore regionale sia sufficiente? Veramente un argomento che per legge è di competenza Regionale, deve talmente essere scaricato come un barile sulle ATO, tanto da non ipotizzare nemmeno l’ottimizzazione dell’uso di termovalorizzatori a scala regionale? Peraltro la termovalorizzazione è considerata obsoleta dall’EU: l’EU prima li usava certo (e anche noi visto che li abbiamo) ma dal 2026 inizierà a tassarli, nonostante il recupero energetico, in quanto produttori di CO2 e altri scarti e perché l’obiettivo è ZERO-WASTE. Stiamo puntando per il futuro su un approccio già vecchio [Slide 25-27 Legambiente]. Il modello a cui si ispira Gualtieri per Roma è l’inceneritore Danese di Amager Bakke a Copenhagen. Celebratissimo e sicurissimo (a parte qualche pericoloso stop di emergenza), è stato comunque costruito in 4 anni (2013-2017) e non in 2 come dichiara Gualtieri per Roma. In Danimarca! Inoltre quanto a successo finanziario e convivenza con il ZERO-WASTE è particolarmente controverso e dimostra come una simile struttura debba sempre essere a regime per essere conveniente:

But now, ironically, as municipalities have become very efficient in waste sorting and recycling, the plant is quickly running out of its most important raw material: rubbish.

dal The Local

Tanto è vero che la Danimarca nella sua strada verso la neutralità energetica 2050 pianifica di spostare la produzione di energia dall’incenerimento alle fonti alternative e di “rimuovere la plastica dall’incenerimento” perché … è riciclabile (va la?).

Insomma a leggere il piano di Gualtieri e le sue dichiarazioni, a me st’inceneritore di Roma sembra una scappatoia per rimandare ad altra amministrazione le ulteriori azioni concrete oltre il Piano Industriale AMA già scritto dalla precedente amministrazione, per svalicare, con le chiacchiere, il 2025 mentre si continua a sfruttare il PNRR di Conte e le assunzioni + acquisti di Raggi per salvare la faccia dopo le tante accuse, a questo punto evidentemente gratuite, mosse all’amministrazione uscente.

Segue … l’incredibile.

Dichiarazioni di stima di Gualtieri a Raggi (dietro le quinte)

Nella sezione strategica, lo Straordinario Commissario Roberto Gualtieri inizia a delineare il “suo piano”. Lo fa però partendo dal “già fatto” da Roma Capitale in tema di prevenzione e riciclo, .

Ho trovato questa parte veramente … sorprendente considerate le pesanti accuse di incapacità rivolte al primo sindaco donna di Roma.

Sezione 12.3.2, pagina 137, dice il piano:

Con lo studio “La prevenzione della produzione dei rifiuti: analisi comparativa della sostenibilità degli imballaggi in plastica di alcuni prodotti per indirizzare l’efficacia dell’azione di Roma Capitale” è stata svolta un’analisi comparativa tra l’utilizzo di alcuni prodotti di largo consumo.

Lo studio in questione è di N.Girardi et al., pubblicato nel 2020 ed è stato eseguito:

[…] nell’ambito della collaborazione fra la Direzione Rifiuti, Risanamenti e Inquinamenti del Dipartimento Tutela Ambientale (del Comune di Roma n.d.r) e l’Università di Roma “La Sapienza”, facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Dipartimento di Biologia Ambientale” che ha avuto “la durata di tre mesi, dal 1 novembre 2019 al 31 gennaio 2020. Al termine di tale periodo, è stata attivata una nuova fase per proseguire gli studi in itinere.

Dunque un lavoro del 2019 che, stando al piano in oggetto, riveste un ruolo importante nell’orientare l’azione del Comune di Roma. Ma proseguiamo.

12.3.3 Il nuovo Regolamento Comunale.

Il piano di Gualtieri, a proposito di questo nuovo regolamento, recita così:

Il nuovo Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti urbani, approvato con la Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 44 del 13 maggio 2021, introduce numerose innovazioni sul fronte della prevenzione della produzione dei rifiuti.

Già. Pare che il nuovo regolamento approvato 5 mesi prima che il Commissario Gualtieri vincesse le elezioni comunali, addirittura introduca, numerose innovazioni sul fronte della prevenzione della produzione dei rifiuti. Uanema, si direbbe a Napoli.

E cosa dice ‘sto nuovo regolamento fatto da #Raggi, sorprendentemente innovativo per Gualtieri? Innanzitutto …

Il titolo III di tale Regolamento riguarda la “Prevenzione della produzione dei rifiuti urbani” e individua le misure per l’organizzazione degli eventi pubblici e le azioni per la riduzione della produzione dei rifiuti derivanti dai servizi di ristorazione scolastica

… con diversi dettagli operativi, che potete leggere da soli.

Poi Gualtieri si indigna proprio e dice che il Comune di Roma veramente non può tollerare lo spreco alimentare.

“in Italia sono prodotte, in un anno, circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari che rappresentano il 16,8% dei consumi annui alimentari […] La percentuale di eccedenza alimentare donata – a livello nazionale – è ancora poco consistente […] la Legge 166/2016 del 19 agosto 2016, detta Legge Gadda […] è nata con l’obiettivo di incentivare la redistribuzione delle eccedenze e dei beni inutilizzati a fini di solidarietà sociale, destinandoli alle categorie bisognose. […] Per Roma Capitale l’attuazione della Legge 166/2016 si realizza dando spazio a tutte quelle realtà

Ed è per questo che …

Per tali realtà, Roma Capitale ha definito uno strumento incentivante, ossia una riduzione della parte variabile della Ta.Ri.

Brava Roma Capitale!!! Ecco, però la riduzione della parte variabile della Ta.Ri. è stata realizzata, come dice lo stesso Gualtieri, attraverso una delibera che modifica il regolamento Ta.Ri. con gli Art. 16-bis e 16-ter.

Delibera (questa qui) che è del …. 30 Marzo 2018. Pare poi che a conferma del fatto che sta roba non appartenga alla nuova era Gualtieri c’è sempre il Commissario Gualtieri:

Nel gennaio 2022 si è chiuso il primo anno di applicazione di questa azione, che ha visto l’adesione di alcune importanti realtà cittadine, dando la prima concreta realizzazione al contrasto dello spreco alimentare.

Cioè, un anno sarebbe Gennaio 2021. Delibera Raggi, sperimentazione Raggi finita quando Gualtieri non aveva manco la giunta un altro po’.

Vabbè, proseguo, perché mi pare strano che Gualtieri osanni così il lavoro della #Raggi e pubblicizzi pure l’osanna su FB. A un certo punto partirà qualche “hanno fatto un casino, maledetti M5S”.

Allora passiamo al capitolo “I Centri del Riuso e l’Ecorubrica“. Dai questa non l’avevo sentita mai manco io. Questa sarà roba del 2022 dai. Sempre citando il piano di Gualtieri:

La promozione dei CENTRI DEL RIUSO e la realizzazione DELL’ECORUBRICA si incardinano nella strategia di Roma Capitale orientata a favorire la ricollocazione di beni che detengono ancora un valore d’uso e una utilizzabilità, ma di cui il detentore non vuole più disporre.

Quindi?

L’Ecorubrica, elaborata in collaborazione con AMA SpA; costituisce un vademecum per tutti i cittadini che desiderano evitare che gli oggetti di cui voglio disfarsi diventino rifiuti e che cercano soggetti cui destinarli. Biciclette, passeggini e tanti altri beni durevoli trovano così, tramite i Centri del Riuso e l’informazione corretta, nuova vita

Ah. Quindi in pratica?

Roma Capitale ed AMA SpA hanno inoltre siglato Protocolli d’Intesa con le associazioni Book Cycle, Ciclonauti, Joni and Friends, Libra, Nuova Acropoli e W.A.Y.S. (determinazione dirigenziale 723/2021), finalizzati alla prevenzione della produzione dei rifiuti e l’incentivazione al riuso dei beni, […]

Je l’hai fatta. Ma quando l’hai fatta sta cosa? Stavolta mi viene in aiuto un link esterno di Eco dalle Città. L’articolo è del 18 Maggio … 2021. Così come è del 20 Maggio 2021 questo post di W.A.Y.S. che festeggia il protocollo d’intesa con AMA. Insomma i #Raggi alla bicicletta li hanno riparati un anno e mezzo fa, quando Gualtieri ancora non aveva deciso se candidarsi o meno.

Vabbè dai ci sono ancora diverse pagine. Passiamo quindi al capitolo successivo:

Il Green Public Procurement (GPP) viene definito come: “l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.

Interessante si, ma Roma non aveva mai fatto nulla per questo fino alla nuova era Gualtieri, giusto? Infatti:

è stato siglato il Protocollo d’intesa tra Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) e Roma Capitale

Quando? Il Commissario Gualtieri non linka e non cita il protocollo in menzione ma il web si. Il protocollo è questo qui, dal sito del MITE, o meglio questa è la proroga del Protocollo originale siglato con l’allora Ministero dell’Ambiente in data … 16 aprile 2018. Si che poi era di durata triennale quindi anche la sua prosecuzione richiesta dal Roma Capitale è del … 9 aprile 2021, ancora quando Gualtieri non sapeva se fare il sindaco fosse per lui.

Ma non finisce qui con questo argomento perché a un certo punto Gualtieri si esalta:

Dal 2018 ad oggi, sono stati realizzati, anche in collaborazione con la Scuola di Formazione Capitolina, 20 eventi di formazione. Questa attività ha già portato a due importanti riconoscimenti. […] il 9 ottobre 2020, è stata conferita a Roma Capitale una Menzione speciale del premio Compraverde Buygreen 2020, sezione Bando Verde. Il bando, oggetto del premio, è stato realizzato dal Municipio VI sul capitolato d’appalto: “Manutenzione Straordinaria del Verde Pubblico in aree di pertinenza ERP”

Tutto qui?

nell’ottobre 2021 ha presentato la propria candidatura al Premio Compraverde Buygreen, sezione politiche GPP per le pubbliche amministrazioni che hanno attuato attività concrete per promuovere e migliorare gli acquisti verdi. Roma Capitale è stata insignita di una menzione speciale di tale premio, consegnato a Roma Capitale venerdì 8 ottobre 2021

Quattro giorni dopo le elezioni. Na scheggia Gualtieri, 10 giorni prima del ballottaggio già un premio.

Finita? Basta? No. Non potevamo farci mancare il capitolo “12.3.7 La raccolta selettiva delle bottiglie in PET“. Non è la super-chicca ma poco ci manca. Vado di citazione

La Direttiva (UE) 2019/904, detta direttiva SUP, Single Use Plastic, ha introdotto nuovi e sfidanti obiettivi di raccolta e riciclo specifici sulle bottiglie in PET, ripresi nel d.lgs. di recepimento n. 196/2021

[…] Per rispondere alle sfide poste dalla nuova normativa europea, occorre integrare i tradizionali sistemi di raccolta con nuovi sistemi di restituzione da parte dei cittadini delle bottiglie post consumo

[…] L’installazione di eco-compattatori per la raccolta delle bottiglie in PET realizza tale sistema di riciclo a ciclo chiuso bottle to bottle.

Io non vorrei fare spoiler a questo punto ma … ‘tacci tua se po’ di? Si a Roma se po’. Ma eccola …

I cittadini che si impegnano in questa nuova raccolta, utilizzando gli eco-compattatori posti in punti presidiati del territorio comunale (quali mercati e stazioni della metropolitana, ecc.), sono premiati con bonus utilizzabili per l’acquisto di biglietti per il trasporto pubblico locale o per effettuare la spesa nei mercati.

Oh sembrano proprio le macchinette mangia-plastica daa #Raggi, ve? Vero Commissa’?

Giuro non ci sta una cosa brutta che il Commissario Gualtieri, evidentemente un tantino bipolare, dica alla “vuoto a perdere” #Raggi.

Certo, raramente riporta le date dove può evitarlo. Certo in pubblico insulta la #Raggi e dice che sta partendo da zero, in coro con il suo protettore (in senso volgare? no assolutamente, in senso letterale) Zingaretti.

RIGASSIFICATORI e PERFORAZIONI

Come elettori, saremo presto travolti dallo scontro politico che, sull’ambiente, come sempre, contrapporrà quelli che “crisi economica, panico ed urgenza, crisi energetica, indipendenza … dobbiamo perforare e rigassificare” che daranno dei “partito del NO” a quelli che diranno “no trivelle no rigassificatori” appellandosi, questi ultimi, alla tutela dell’ambiente perché c’è la crisi climatica.

Distribuzione risorse idrocarburi. (PITESAI)
Principali province di idrocarburi in Italia (credit: PITESAI, Bertello et
al., 2010)
. Citazione e immagine presa da GeoPop.

Il fatto è che l’ascoltatore/elettore medio, pure quello sensibile alle tematiche ambientali tenderà a dare intimamente ragione ai primi perché … “ok la tutela dell’ambiente ma (tanto per cambiare, n.d.R.) ci sono le bollette, la guerra, la Russia”. Un po’ come a Roma l’inceneritore: ok l’ambiente e la differenziata, ma ci sta la spazzatura, l’emergenza. E così non se ne esce.

E così, cioè, avverrà di nuovo che coloro che sono la causa della nostra dipendenza dal GAS, la causa del non essere avanguardia nelle rinnovabili, la causa della sempre tardiva inversione di tendenza, la causa della spazzatura, saranno ascoltati e gli altri no, anzi “che palle”.

Il punto è che, mi duole dirlo, la difesa dell’ambiente, nonostante tutto non sarà recepita come motivazione per non fare rigassificatori, perforazioni e inceneritori. E perderemo di nuovo la battaglia principale per invertire la tendenza proprio ora che l’occasione è veramente propizia da ogni punto di vista.

Per fortuna c’è un MA. Le ragioni per cui il puntare sulla rigassificazione, sulle perforazioni o sugli inceneritori è una scelta cretina, dannosa pari a gettare sabbia nel serbatoio di una macchina non risiede “solo” nella difesa dell’ambiente.

Dipendiamo pesantemente dal GAS Russo. I rigassificatori che dovremmo fare servirebbero, dicono, per eliminare, cosa impossibile, la dipendenza dalla Russia: importiamo, in forma liquida, GAS tramite navi da altri paesi e poi lo rigassifichiamo qui. Ma un rigassificatore sostituisce solo una dipendenza con un’altra. Avrebbe senso se fosse una misura temporanea emergenziale (ma allora dovremmo già averlo) altrimenti in un quadro geo-politico così variabile, con le risorse fossili prevalentemente in mano a paesi diciamo borderline o veramente costosi, peraltro in un mondo in cui il gas russo parte anche per altri lidi e poi noi lo ricompriamo in quei lidi e lo trasportiamo con le navi qui in forma liquida e poi lo rigassifichiamo per usarlo, la cosa assume dei contorni ridicoli a fronte pure del fatto che manco risparmiamo soldi anzi. Anzi, perché il gas di altri paesi non è tanto economico quanto il russo, pare, men che meno le risorse fossili che importiamo dagli USA. Quindi puntare a costruire rigassificatori, continuare a puntare al GAS come risorsa del futuro è oggettivamente un perdita di tempo prezioso che non abbiamo proprio più. É anche una sciocca perdita di soldi e sanciremmo per sempre la nostra sudditanza ad altri, poco stabili soggetti internazionali.

Allora perché non perforare altri pozzi in Adriatico? Per tutelare l’ambiente, maledetti ecologisti? (poco importa se poi gli ecologisti hanno sempre avuto ragione contro tutti).

Diciamo che dei fondali e degli ecosistemi non ci frega ‘na mazza (da bravi liberisti) nonostante il collasso ambientale. Diciamolo pure. Ma c’è un altro MA più pragmatico e cinico: le risorse addizionali provenienti da nuove perforazioni dell’Adriatico e nelle altre zone previste dal Piano della Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI) NON sono sufficienti, a detta degli esperti, a compensare le importazioni vecchie e/o nuove. Il Decreto Bollette emanato a inizio 2022, pur se in contrasto con lo stesso PITESAI, prevede una aumento di 6-7 Mld di m3/anno che si andrebbero a sommare agli attuali circa 3-4Mld di metri cubi anno. Dato che il consumo annuo italiano è di circa 76Mld di m3/anno arriviamo al massimo al 10-15% di contributo del nostro metano al fabbisogno nazionale, il che inciderebbe, quindi, sul prezzo alla distribuzione (bollette) per una parte minima perché dipenderemmo ancora per l’85% dalle importazioni. Queste nuove estrazioni non ci darebbero e non ci daranno alcuna indipendenza. Anche il fattore tempo non è secondario: ci vuole tempo per fare nuovi pozzi/piattaforme: anche SALTANDO l’iter burocratico a piedi pari ci vorrebbero 3-4 anni per andare in produzione da nuovi pozzi. Inoltre, infine, c’è una cosa che mai nessuno dice: le risorse fossili non sono infinite (lo sappiamo) e non sappiamo se un giorno, per ragioni di ordine superiore, né avremo davvero bisogno. La stima è che nel nostro sottosuolo ci siano sicuri 90Mld di m3 di metano, fino a un massimo potenziale (includendo risorse “possibili ma non certe”) di 350Mld di m3: questo rende evidente la limitatezza di queste risorse nel tempo (estraendo 10Mld l’anno su 90 certi che ne abbiamo compenseremmo appena il 15% di consumo per 10 anni, e includendo le potenziali, 35 anni, poi basta). Che senso ha in un momento in cui la tecnologia ci consente di cambiare strada per l’approvvigionamento energetico, continuare a consumarle per una riduzione dei costi praticamente risibile e restando dipendenti dal resto del mondo? Così a ca**o?

É come con l’inceneritore: usarlo come metodo di smaltimento (cosa che accade se lo usi quando la differenziata non è al 90-95%) è roba oltre che vietata dall’Europa, anche senza alcun senso economicamente e dal punto di vista della lungimiranza, oltre che non è certo una soluzione “emergenziale” visti i tempi di realizzazione. Continueremmo a sprecare una risorsa come i rifiuti, rallentando o fermando il processo virtuoso di riduzione/riuso/riciclo e producendo un rifiuto terminale che non è quello che si avrebbe se usi un inceneritore come CHIUSURA del ciclo rifiuti, ma altro. Al momento attuale (o fra 5 anni quando puntano al 60% di differenziata) quel rifiuto all’inceneritore non sarebbe ancora adeguato … . É proprio la strada sbagliata, anti-economica per il pubblico (forse non per i soliti privati) indirettamente (oltre che direttamente) dannosa per l’ambiente e per le città.

Allora, quello che voglio dire per esempio a Conte è: il motivo per non volere rigassificatori, inceneritori e nuove trivellazioni, non è (politicamente) mi duole dirlo, la tutela dell’ambiente in senso diretto (su cui esiste già un piano, magari perfettibile) ma più cinicamente, pragmaticamente e funzionalmente, che NON ci conviene proprio.

Un paio di decenni fa Grillo già parlava dei tetti dei capannoni industriali: perché non erano tappezzati di pannelli?

I pannelli per carità anche quelli, e le batterie, devono essere smaltiti prima o poi ma quelli moderni hanno una resa spaventosamente alta, una durata molto lunga e il vantaggio che c’è una enorme quantità di spazio libero su migliaia di km2 di tetti pubblici e privati. Ogni set di pannelli rende autonomo chi ci sta sotto e lo rende produttore per gli altri.

Se dobbiamo fare un’azione massiccia in senso energetico, oggi che la tecnologia finalmente fa passi enormi, il piano nazionale, i soldi del PNRR la sburocratizzazione DEVONO andare in quella direzione.

Chi vi dice il contrario è lui/lei stesso/a quel partito del NO che da decenni produce incommensurabili danni che non svuotano solo l’ambiente ma anche il nostro portafogli.

Accelerazione

Di nuovo l’informazione. In questo Paese è proprio facile “fare” i giornalisti. Un po’ più difficile “esserlo” (parafrasando un mio ex professore della Facoltà di Scienze della Terra).

Argomento: il Piano Vaccinale “ai tempi di Draghi”.

Tolto Conte messo Draghi, tolto Arcuri messo Figliuolo. E’ vero che tante persone si rendono conto che per ora “i migliori” non hanno fatto nulla di nuovo ma è pur vero che da quando è stato operato questo cambio al vertice del piano vaccinale è iniziato il battage mediatico con il termine “accelerazione” legato a “piano vaccinale” e al nome “Figliuolo” come se il passato fosse tabula rasa, una partenza da zero.

Si sa che a forza di sentire ripetere a reti unificate qualunque cosa, vera o falsa che sia, alla fine ci crederanno in tanti.


Quindi veidamo, piano alla mano, come stanno le cose.

Per informazione qui esiste una tabella ufficiale aggiornata delle previsioni di dosi vaccinali.

La primissima versione di questa tabella è stampata sulla stessa carta del Piano Vaccinale Nazionale redatto dal precedente Governo Conte a Dicembre e licenziato come DM il 2 Gennaio 2021.
Una seconda versione della stessa tabella l’ho scaricata io il 23 Febbraio scorso e per fortuna l’ho salvata perché il file su web ha sempre lo stesso nome quindi è sovrascritto (e vatti a fidare della cache di google).
I numeri sono sempre diversi, sebbene non di troppo, fra le varie versioni e questo in funzione delle migliori o peggiori notizie sulle dosi fornite dai produttori nel tempo e non della capacità di somministrazione.


Basta sommare (in prima approssimazione perché ci sono le seconde dosi per alcuni vaccini) le dosi previste per quadrimestre e dividerle per il totale per capire che quell’80% di vaccinati adesso dichiarati trionfalmente entro settembre (cioè entro la fine del terzo trimestre, Q3 nell’ultima tabella del 3 marzo) è interamente legato alle dosi previste e non alla logistica di somministrazione che al momento sta andando come previsto per le dosi previste.
Era già previsto, scritto nero su bianco, un ampliamento dei luoghi di somministrazione (ovviamente!!!) in previsione del picco di vaccinazioni del Q3.
A tal riguardo allego una cattura a schermo di pagina 9 del Piano Vaccinale di Conte/Speranza/Arcuri del 12 Dicembre licenziato come DM del 2 Gennaio 2021 … da tenere bene a mente quando sentirete parlare, per esempio, del coinvolgimento delle strutture militari o delle aziende, che certamente sarà venduto dai media e dal governo come dovuto all’arrivo di Figliuolo.

Cattura a schermo di pagina 9 del Piano Vaccinale del Governo Conte (DM 2 Gennaio 2021)


Dico “era previsto” perché l’unica differenza fra PRIMA e DOPO il cambio di governo è che le dosi previste in Q3 erano da 72 a 74 milioni e adesso sono 84 milioni su un totale (attenzione) che prima era 226 milioni e adesso 242 milioni. Cioè SONO proprio aumentate le previsioni/speranze di ricevere dosi dalle case produttrici per accordi commerciali precedenti.

INFATTI se leggete il piano vaccinale di Dicembre (prima di Matteo d’Arabia) sia Johnson&Johnson che Sanofi per esempio sono già in tabella da allora, sebbene l’arrivo fosse previsto da Q2 e Q4 addirittura.
Mentre nulla cambia, nonostante gli annunci televisivi, nella previsione di evoluzione del piano delle somministrazioni.

In pratica: prima (Conte/Arcuri) la percentuale prevista a Settembre 2020 era il 70% delle dosi somministrate a fonte di un totale di dosi previste di 226 milioni mentre adesso (sempre Conte/Arcuri ma con la faccia e la voce di Draghi/Figliuolo) è 80% a fronte di 246 milioni di dosi totali.
E grazie al c*** mi verrebbe da concludere.


Potrebbero dirlo certo, come stanno realmente le cose.

Potrebbero dirlo cosa fanno di nuovo rispetto a cosa portano avanti di già scritto.

Potrebbero dirlo, i giornalisti si ma pure quel bravo Figliuolo di Draghi.

Provvedimenti approvati dal Governo e dal Parlamento in relazione all’emergenza sanitaria COVID-19

Premessa breve (e necessaria)


La definizione di “stato di emergenza” non è contenuta nella Costituzione. L’Articolo 16 della Costituzione prevede solo che:

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche [cfr. art. 120 c. 2, XIII c. 2].

Lo stato di emergenza è collegato alla “Legge n. 225 del 24 febbraio 1992: istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile”. Mi è stato spiegato (se ho ben compreso) che questa Legge NON introduce in generale lo stato di emergenza nell’ordinamento giudiziario italiano, ma ne delimita i contorni qualora sia attivato, ferma restando la Costituzione ed esclusivamente in contesti inerenti alla attivazione del servizio di Protezione Civile a cui la Legge fa riferimento. Fra cui emergenze sanitarie.

L’Articolo 5 della menzionata Legge, come successivamente modificato dal Decreto-legge n. 59 del 15 maggio 2012 convertito dalla legge n. 100 del 12 luglio 2012  comunque dice:

Stato di emergenza e potere di ordinanza. “Al verificarsi degli eventi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera c), ovvero nella loro imminenza, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, per sua delega, di un Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri segretario del Consiglio, anche su richiesta del presidente della regione o delle regioni territorialmente interessate e comunque acquisita l’intesa delle medesime regioni, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi, disponendo in ordine all’esercizio del potere di ordinanza nonché indicando l’amministrazione pubblica competente in via ordinaria a coordinare gli interventi conseguenti all’evento successivamente alla scadenza del termine di durata dello stato di emergenza. Con le medesime modalità si procede alla eventuale revoca dello stato di emergenza al venire meno dei relativi presupposti.” […]

1-bis. La durata della dichiarazione dello stato di emergenza non può superare i 180 giorni prorogabile per non più di ulteriori 180 giorni [Il Decreto Legislativo 2/1/2018 n°1 estende a 12mesi + 12 mesi]

Fine della premessa breve


Sul sito del Governo si trova, per verifica di quanto riporto qui sotto, la lista di provvedimenti presentati dal momento in cui l’OMS ha decretato l’emergenza sanitaria di rilievo mondiale.

Il primo provvedimento che fa da riferimento per i DPCM che hanno avviato il lockdown e che contiene la lista delle limitazioni agli spostamenti e ad altre libertà è:

Decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6

Questo DL è stato già convertito in legge [Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla Legge 5 marzo 2020, n. 13] dal parlamento italiano.

Questo qui sotto è l’iter al Senato che ha portato alla conversione del DL.

Screenshot 2020-04-29 19.44.04

L’Articolo 3 di questo Decreto Legge convertito dal Parlamento in Legge lo riporto interamente perché riguarda i famosi DPCM:

Art. 3

Attuazione delle misure di contenimento
Le misure di cui agli articoli 1 e 2 sono adottate, senza  nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con uno o più decreti  del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, sentito il Ministro dell’interno, il Ministro  della  difesa, il Ministro dell’economia  e  delle  finanze  e  gli  altri  Ministri competenti  per  materia,  nonché   i   Presidenti   delle   regioni competenti, nel  caso  in  cui  riguardino  esclusivamente  una  sola regione o alcune  specifiche  regioni,  ovvero  il  Presidente  della Conferenza dei presidenti delle regioni, nel caso in  cui  riguardino il territorio nazionale.  Nelle  more  dell’adozione  dei  decreti  del  Presidente   del Consiglio dei ministri di  cui  al  comma  1,  nei  casi  di  estrema necessita’ ed urgenza le misure di cui agli articoli 1  e  2  possono essere adottate ai sensi dell’articolo 32  della  legge  23  dicembre 1978, n. 833, dell’articolo 117  del  decreto  legislativo  31  marzo 1998, n.  112,  e  dell’articolo  50  del  testo  unico  delle  leggi sull’ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.               

Consiglio di leggere l’iter di conversione alla Camera [favorevoli 462 su contrari 2 su 464] e al Senato [favorevoli 234, astenuti 2 contrari 0 su 240] durato 12 giorni e riassunto qui: se non mi sono perso nulla di quell’intreccio di interventi, OdG, emendamenti ecc, nessuno, fra commissioni, sottocommissioni e le due assemblee, membri di maggioranza o opposizione, propone alcuna modifica dell’Articolo 3 rispetto all’uso dei DPCM, né solleva eccezioni di costituzionalità o timori di distorsione. Gli argomenti sono assolutamente tutti altri. Anche molto complessi utili e legati alla gestione dell’emergenza e alle conseguenze del lockdown eventuale.

Decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9 Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Questo DL implementa le misure economiche fra cui prima fra tutti la Cassa in Deroga. Era all’esame in Parlamento ma è stato abrogato e preso in carico dalla successiva Legge, il Curaitalia.

DPCM 8 Marzo 2020 istituisce la zona rossa, ed è un Decreto Attuativo delle misure contenute del Decreto Legge 9 del 2 Marzo.

Decreto Legge 9 Marzo 2020, n.14 Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19Introduce provvedimenti per finanziare e potenziare il servizio sanitario. Era in esame al Parlamento ma è stato abrogato e preso in carico dalla successiva Legge, il Curaitalia.

I DPCM 9 Marzo e 11 Marzo sono estensioni del DPCM dell’8, non cambia quasi altro che l’estensione territoriale delle limitazioni ed entrambi sono decreti attuativi del Decreto Legge convertito in Legge 13 del 5 Marzo 2020. Il DPCM dell’11 Marzo 2020 è di fatto l’inizio del lockdown.

Decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18  #CuraItalia Misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, convertito dal parlamento in Legge 24 Aprile 2020 n°27 

Il DPCM 22 Marzo poi è di nuovo “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020“, cioè la Legge 5 Marzo 2020.

***** A questo punto subentra il Decreto Legge che abroga parzialmente e sostituisce la Legge n°13 del 5 Marzo 2020 e ne riprende le capacità di limitazione alle libertà di circolazione *****

Decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19 Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19.

L’articolo 1 e l’articolo 2 e tutti i suoi commi di questo Decreto Legge, quindi provvedimento che è al parlamento per la conversione entro 60gg (di cui il 1° Maggio 2020 ne sono passati già 37), dispongono tutte le limitazioni che i provvedimenti attuativi possono attuare ma sono ereditati dalla Legge 5 Marzo 2020 convertita dal parlamento.

Il DL 25 Marzo 2020 n° 19 è anche il riferimento della Autocertificazione in sostituzione della Legge 13 del 5 Marzo.

Il Decreto Legge in questione è allo studio del Parlamento, e l’iter in questo Momento lo vede alla Camera dei Deputati, dal 30 Marzo. Dal 31 Marzo le Commissioni passano al 7 Aprile e poi al 15 Aprile e poi il 29 Aprile. In particolare il 15 Aprile la Commissione Affari Costituzionali, esprime parere favorevole con delle raccomandazioni che non menzionano il problema dell’uso dei DPCM come strumenti attuativi. Chiede solo di fare meno casino con la successione di DL nuovi e abrogazione dei precedenti.

Screenshot 2020-04-29 20.07.44

Dal 29 Aprile il dibattito va all’aula della Camera e per ora le sedute sono due (29 e 30 Aprile). Ed è li che per la prima volta la questione procedurale sui DPCM emerge. Scorrendo i testi delle due stenografiche mi pare che in linea di massima fin qui ci siano veri attacchi da FdI, mentre il resto dell’aula chiede di rimettere ordine fra i tanti DPCM e ormai anche di coordinare i vari DL e Leggi che si sono succeduti.

Attenzione e consenso

Il grafico riporta, come già detto in un post precedente, i nuovi followers per gli accounts monitorati dal 3 dicembre 2019 (tranne per il Papa che ho aggiunto più tardi).

I dati degli ultimi giorni parlano in prevalenza di COVID-19 e il dato di Conte parla chiaro.

Quello che mi preme qui sottolineare, dal punto di vista scientifico/sociale, è che l’aumento del numero di followers twitter rappresenta più che altro “attenzione” da parte degli altri utenti. Questo dato è testimone cioè di quanta attenzione (per motivi fra i più vari) gode un personaggio in un determinato momento e in generale. Più pende la curva più alta è l’attenzione.

Non necessariamente però questo è sintomo di consenso acquisito, come dimostrano i confronti coi sondaggi politici.

Ma il consenso è potenzialmente presente nell’attenzione social e nella sua crescita e a mio avviso dipende da quanto bene si comporterà il personaggio nei confronti delle aspettative dei followers o in alternativa da quanto i followers daranno fiducia all’atteggiamento del personaggio, ingannevole o sincero che sia.

In sostanza Conte, che già saliva nell’attenzione in un modo paragonabile a Salvini e Meloni, negli ultimi giorni con una fortissima accelerazione, ha guadagnato un incremento di followers dal 3 dicembre (circa 51.000) a questo punto nettamente superiore a quello che Meloni, e soprattutto Salvini, hanno guadagnato con semplici sparate continue o con sciocchezze da Tik Tok, speculando sulle fasce più deboli del mondo e sulle paure più ingiustificate (dai dati) della gente.

Questo potrebbe corrispondere per Conte (come per gli altri) in parte anche a una crescita importante o a un consolidamento a lungo termine di futura fiducia politica.

Nel caso di Conte però non sarebbe basato su sparate a salve gratuite a costo zero ma su atti che realmente incidono su una situazione molto grave che pesa sulla vita di tutti i giorni di tutti noi, su decisioni realmente molto difficili. In sostanza su atti della vita reale e non sulla finzione le bufale e l’emotività di cui si avvalgono altri.

Staremo a vedere. Intanto i dati sono questi.

twitter_followers

La Grande Opera

Questo post è diretto alla compagine del Movimento 5 Stelle attualmente al governo e in parlamento.

Cambiare questo Paese è equiparabile a una grandissima opera che richiede certamente onestà alla base di tutto (sarà lapalissiano, ma non lo è per la politica Italiana) e, soprattutto, piani strategici a lungo termine in grandi settori di interesse nazionale: industria, ambiente, ricerca. Questa è l’unica emergenza.

Ottenuta la maggioranza relativa alle elezioni del 4 Marzo, a parte la mia personale soddisfazione, non si poteva governare con nessuna delle minoranze relative, perché TUTTI erano avanzi di prima repubblica nel migliore dei casi. Alcuni partiti, come Forza Italia e Lega, con un fetore che oscillava fra il cialtrone piduista e l’eversivo ignorante, rispettivamente. Gli altri, il PD essenzialmente, che oscillavano da soli fra la sindrome da inseguimento della destra e l’inaffidabilità emotiva interiore mista a egocentrismo estremo (di cui le prove sono adesso definitive).

Una grande opera si valuta con un bilancio costi/benefici che non deve essere superiore a 1.0.

Governare finalmente: può essere bello ma deve dare, al Paese, più benefici che costi, siano essi economici o sociali.

Governare col PD sarebbe stato impossibile, governare con FI sarebbe stato impossibile e immorale. Governare con la Lega sarebbe stato, al pari di FI, immorale e soprattutto (se non si è degli sprovveduti) con costi maggiori dei benefici sociali ma anche economici e d’immagine.

Avete fatto un errore di valutazione, presi dalla foga di governare, forse imbrogliati dall’idea malsana che Salvini fosse un uomo di parola. Ma un Leghista, caro Beppe che sta cazzata l’hai sparata e forse hai convinto Di Maio & co., è di parola solo finché gli conviene. Vedi i fucili, i padanismi, gli insulti ‘razzisti’ ai meridionali, i ‘Roma ladrona’ seguiti però da ruberie varie (vedi 49Mln) e banca-filia. Il leghista è opportunista, lo è anche con l’odiato immigrato che comunque gli serve se non come schiavo come capro espiatorio raccatta-voti, figurati con gli alleati di Governo e con i suoi stessi elettori. E’ un genere di persona, il politico leghista, che ti farebbe bere l’olio di ricino spacciandolo per aranciata (vedi Salvini e l’ultrà per dirne una sola) ridendo e twittando. Non potete non averlo capito a questo punto se non prima.

Io onestamente lo sapevo e per questo ho votato contro questo ‘contratto’ e contro quindi questo ticket di governo pur avendo votato M5S (una migrazione lenta ma convinta e costante, con accresciuta partecipazione, dal lontano 2005, dai V-Day al portale alle ultime due elezioni Nazionali e diverse locali ed Europee).

Vi ho dato il beneficio del dubbio, e apprezzo certamente alcune cose fatte (cerco sempre il positivo) perfino il tentativo di forzare il deficit/pil uscendo dalla sudditanza tutta Italica, apprezzo molti di voi, soprattutto quelli che stanno dimostrando di aver capito la brutta china che avete intrapreso a dorso di mulo-salvini ma …

  • non siete stati in grado di tenere a bada sto ducetto da quattro soldi anzi lo avete lasciato fare o inseguito su un terreno insopportabile quanto inutile per il Paese
  • fate finta di nulla anche sulle sue frequentazioni, le abitudini ruberecce da prima repubblica del suo partito, le esternazioni razziste e le parole inaudite sulla vicinanza Polizia-Lega (inquietante) e sul comportamento dei suoi ‘buttafuori’ che manco le guardie di Berlusconi
  • lo avete lasciato sconfinare grevemente in ambiti non suoi permettendogli di inasprire il clima sociale in un paese che del vigliacco-fascismo e del qualunquismo strisciante non si è mai liberato (anche a causa della sinistra)
  • avete abusato della fiducia parlamentare che avete duramente (e giustamente attaccato in passato) e a che pro? Per fa passare quella monnezza di DL sicurezza che serve solo a far bello Salvini manco a rendere sicuri quegli insicuri cronici dei suoi elettori … e ANZI … prepara il terreno per impedire a gente pacifica ma dissenziente di dissentire mentre sull’immigrazione ne peggiora la gestione
  • sulla manovra (e tutte le future se ci saranno) che è il vostro VERO UNICO cavallo di battaglia, perché a Salvini non frega nulla della crescita del Paese ma solo dei soldi per le minchiate Leghiste, state facendo ridere: sparate il 2.4 e vabbè ma a fronte di questa boutade?
    • norme simpatiche (tipo eco-tassa, subito ridimensionata da Salvini, e bonus per le macchine elettriche) ma minimali che non valgono la puzza di Lega che tocca sopportare
    • non avete un serio piano di investimenti per la crescita a lungo termine (10 anni almeno!!!) con piani strategici ben strutturati (non generiche affermazioni) nei settori di cui sopra (a meno che non mi sia perso qualcosa)
    • mettete in priorità il reddito di cittadinanza, che per carità è importantissimo e lungimirante e tutt’altro che assistenzialista, ma VIENE DOPO la crescita e il lavoro (cioè DOPO i piani a lungo termine di cui sopra, SOPRATTUTTO se alzi la soglia di deficit/pil)
    • Tria all’Europa risponde che sblocchiamo la burocrazia, semplifichiamo e tutti correranno qui coi soldi … e questo è tutto? Va bene, dico, ma questo è tutto?!
    • il DL anticorruzione, bello mi piace, ma non darà crescita il prossimo anno tanto da forzare il 2.4 che mo’ scende ridicolmente al 2.2 e poi vedrete dovrete scendere al 2.0 e forse chissà pure sotto e quindi ciao reddito
    • belli i soldi in Ricerca ma sono davvero spicci, di cui sentitamente vi ringrazio ci mancherebbe dopo anni di tagli e sofferenze, ma investire in ricerca prevede un piano e svariati miliardi PRIMA del reddito di cittadinanza perché se i ragazzi Laureati se ne escono e invece che trovare un ca** di call center o il centro per l’impiego trovano miliardi in ricerca vanno a guadagnarsi magari 1500/2000€ formandosi e lavorando per il Paese, vanno all’estero si pure ma poi però ritornano perché sanno che avete un piani di investimenti a lungo termine
  • permettete alla Lega di prendervi e prenderci in giro, citando il contratto solo quando gli fa comodo, gli permettete di propagandare valori divisivi e arretrati a scapito della sicurezza generale, della convivenza civile … non bastavano FI e il PD, non bastava l’acqua che quegli scellerati hanno già portato agli ignoranti alimentando il tema sicurezza quando poi la criminalità (mafia a parte) è in discesa mentre l’odio e la rabbia a fondo perduto sono in salita, non bastavano le mille e mille divisioni della sinistra (sedicente vera) o quella ridicolaggine di Fratelli d’Italia
  • fate finta di nulla quando il vostro alleato di governo va in giro manco fosse il capo di questa m*** coi suoi buttafuori a zittire la gente che protesta.
  • mi fate digerire questa assurdità di un Primo Ministro (Conte) che NON va nemmeno a un incontro ONU su un tema TANTO CARO al ministro dell’interno perché … deve decidere il parlamento? Eh no, sulla democrazia non mi pigliate in giro!!! Favori elettorali alla Lega alla faccia della democrazia diretta no eh?! Il governo VA agli incontri internazionali e SOTTOSCRIVE quello in cui crede o si assume la responsabilità di NON sottoscrivere quello in cui non crede … al Parlamento SEMMAI demanderà i dettagli di quello che l’Italia crede di volere o non volere da quella dichiarazione di intenti o accordo, se lo sottoscrive. Cosa hanno dovuto sentire le mie orecchie di democratico diretto … ah!

Avevo visto giusto: con la Lega non si può governare e avevo visto giusto quando ho preferito altri candidati/e a Luigi Di Maio alle votazioni interne, non perché creda nella persona sola al comando, anzi voto M5S perché NON credo in questa cosa (a differenza della sinistra che invece ormai ci campa) ma perché sono certo che senza Di Maio non avremmo avuto il governo giallo-verde anzi avremmo tenuto fede al “con nessuno che so’ tutti brutti”, saremmo andati a nuove elezioni e il M5S avrebbe governato da solo come è giusto che sia.

Sono paziente io, certo, vedo il positivo il più possibile, certo, penso che oltre il M5S, con il panorama politico attuale (e futuro per quel che vedo ovunque) non ci sia altra speranza, e penso che la democrazia diretta permetta al popolo di crescere che se non lo fa mai non ci sarà mai una politica decente. Non sopporto quelli che hanno accettato o taciuto sulle medesime cose fatte da PD e altri (che sono costate vite umane e convivenza civile pure quelle) … continuerò a seguire Rousseau per le consultazioni interne ma, detto questo, non vi voterò più alle elezioni politiche finché sarete al governo con la Lega  (prossimo non voto le Europee). 

Fate voi.

 

PS: non sottovalutate l’effetto che può avere la combinazione fra le tante frustrazioni personali in un mondo perennemente connesso dove le istituzioni di riferimento propagandano divisione (noi vs loro) fornendo capri espiatori (altro che razzismo o altro … solo capri espiatori ed egoismo sfrenato) facilmente identificabili. Voi siete meglio di così ma il silenzio e la coesistenza con questi atteggiamenti è comunque colpevole.

Non può essere più una questione di geometria

La sinistra politica continua a non capire nulla né del passato né del presente. Non solo D’Alema

Del futuro non si occupa più da almeno un ventennio, forse di più.

Nel 1999 e poi nel 2001, fino alla fine dei Forum Sociali da Porto Alegre a Genova passando per Davos e Firenze per citare solo gli appuntamenti che ricordo e/o quelli a cui ero presente, il movimento no-global ha capito tutto. Nel dettaglio. Il movimento aveva capito tutto di Ambiente, Futuro, Tecnologie, Economia, Sostenibilità. Non per nulla il motto era “Un altro mondo è possibile”. Quello che ci stavano apparecchiando era una schifezza, discriminatoria, classista, precarizzante, basata sulla guerra e su una forbice enorme fra ricchi e poveri e lo sfruttamento dell’ambiente oltre il limite. Grandi capitali concentrati, finanza senza etica, la pretesa che il costo dei prodotti dovesse scendere grazie allo sfruttamento di una forza lavoro gestita usa e getta per il solo fine di produrre capitale.

Quando la società civile ha reagito, il regime transnazionale lo ha fatto in modo più forte sfruttando i governi compiacenti e prezzolati. Non è stata la morte di Carlo Giuliani a esserne la cifra ma la Diaz. Bolzaneto.

La sinistra in Italia a quel tempo era già post PCI e i democratici erano quelli che pochi mesi prima a Piazza del Plebiscito avevano avviato la stagione della repressione passando un testimone, una pistola carica, a Berlusconi e alla sua destra. Certo a Genova c’era Rifondazione Comunista. E i comunisti Italiani? “Il governo di centrosinistra aveva creato i GOM (i corpi speciali della polizia penitenziaria), protagonisti di sevizie e abusi di potere nei giorni del G8 genovese. Il ministro della giustizia era Oliviero Diliberto.

La sinistra a Genova è arrivata già divisa. Sparpagliata sparita. Una sinistra, quella degli attuali PD, non ha solo abbandonato ogni istanza giusta sociale di rinnovamento in un momento chiave per il mondo e per il Paese, ma ha posto le basi per la sua distruzione. Ha scelto il neoliberismo, la finanza, l’iniquità sociale. Ha organizzato il G8 di Genova e la pistola puntata sul movimento. Non a caso non si è mai opposta a Berlusconi e al Berlusconismo e successivamente lo ha sposato, parzialmente assorbito. Schiava della più assistenzialista (per i cazzi suoi) e piagnona Confindustria del mondo.

L’altra sinistra ha fatto l’unica cosa che chi non ha una visione che vada al di la di interessi di partito e ideologie immutabili nonostante sia mutata la società, sa fare: scindersi e scindersi in una infinita meiosi che ha ridotto e sempre più ridotto ogni residuo cromosoma. La colpevolezza grave di quel comportamento è legata al fatto che di fronte a un disastro annunciato di proporzioni globali, nonostante l’esistenza di un movimento imponente e scientificamente solido che stava facendo tutto da solo, non sono stati capaci di trovare gli elementi comuni, a prescindere dalle geometrie parlamentari, per mettere da parte le piccole differenze per fare fronte comune e dare supporto alla società civile. La società ha chiamato e nessuno ha risposto se non i manganelli e il silenzio. Inutile la formale presenza e il vago supporto politico dato da Rifondazione ai manifestanti.

Dopo il PCI, Rifondazione Comunista; ma poi la meiosi ha portato Comunisti Italiani e poi si è aggiunta SEL come sommatoria dei Comunisti coi Verdi. Geometrie, ma nessuno ha raccolto la chiamata per un altro mondo possibile. E oggi è tardi. Ci hanno abbandonati, intenti a litigare come forsennati per interessi di partito e frattaglie di voti.

La politica è mediazione dicono in tanti, e questa gente non ha saputo mediare manco con se stessa.

Io sono rimasto lo stesso, sebbene mi sia evoluto, studiando, crescendo, consolidando o modificando, se il caso, opinioni. Ma essenzialmente le grandi linee del mio personale, diciamo così, programma politico sono sempre le stesse che condividevo con mezzo mondo allora e che pensavo di condividere con la sinistra italiana. La sinistra nel frattempo invece mi si è spostata inesorabilmente sotto, verso destra o verso il nulla.

Mi si dice che i nuovi movimenti, namely il Movimento 5 Stelle, non ha una identità. Ma prima di chiedere una identità agli altri è bene che ce la diamo noi.

Dunque è tempo di capire che cosa vuol dire sinistra.

Le parole “sinistra” e “destra” sanno di geometria spaziale, parlamentare. Forse un tempo rappresentavano un set di idee ben consolidate, pure forse un po’ semplici e quindi potenti.

Idee che venivano da lontano e che non si erano mai confrontate con il cambiamento, né quello naturale della società né quello indotto per esempio dal liberismo imperante.

Ma oggi questi termini non hanno più senso alcuno. Questo credo che sia il centro della frase “né di destra né di sinistra” tanto cara ai 5stelle. E lungi da essere qualunquismo, è del tutto vera. Non vuol dire che tutti sono uguali ed è tutto un magna magna. Solo, quel set di idee non c’è più e i sostenitori di quelle ideologie non hanno fatto nulla né per tenerle in vita così come erano, né per ammodernarle. Chi lo ha fatto ha sposato il nemico.

Dunque penso che sia più sensato definire se stessi, al fine di trovare i propri simili e riprendere l’eredità di uno dei più importanti movimenti globali, in base a definizioni di massima che semplificano l’associazione e minimizzano i residui, da bravo tomografo.

Cosa sono io? Non una geometria decrepita per favore.

Credo che la forma di governo a cui non posso rinunciare sia una democrazia liberale? Si ok, sono un liberale.

Penso che si debba sempre lottare per mantenere, conservare, temendo il cambiamento, volendomi circondare di miei simili e chiudendo le porte ai fenomeni nuovi? No. Ok allora sono un progressista.

Credo che l’economia debba essere liberista e privilegiare capitali e merci o che sia possibile cambiare modello economico senza traumatizzare il mondo ma puntando su una economia equa e solidale, potenziare il microcredito piuttosto che la finanza e i suoi eccessi, avere un welfare? Ok allora ci siamo.

Si possono aggiungere poi dettagli personali come le opinioni sui confini nazionali se abbiano mai avuto un senso o no ma per il momento i problemi sono di ordine superiore e … una cosa alla volta, mettendo da parte querelle millenarie.

Già questo basta per trovare dei simili che non stiano li a cavillare sulle sottigliezze che a quelle ci si pensa dopo aver vinto la battaglia principale di un mondo basato su diritti inalienabili ed economia solidale.

Ci possono essere momenti difficili, controversi, limiti da non superare mai che ci si devono dare per carità, ma su argomenti così macro non è poi difficile.

Manca solo una cosa. Quello che i partiti in Italia non fanno mai perché non glie ne frega una mazza: un programma per il Paese a 20 anni basato su questi principi comuni, in settori chiave. Ricerca, Sviluppo industriale, Energia, Ambiente, Diritti Umani. Da questi macro argomenti deriva anche il lavoro.

A me non pareva ci volesse poi così tanto.

15 Ottobre 2011: che sia la volta che ci ascoltano!!

Il 15 Ottobre 2011 a Roma e in contemporanea in tutta Europa ci sarà una manifestazione che porterà per l’ennesima volta dopo Genova 2001, le soluzioni migliori non solo contro la crisi economica e sociale che ci sta investendo, ma anche contro un sistema economico fuori controllo e iniquo e per un modello sociale nuovo, tutto sommato semplice da realizzare, equo, ecosistenibile, stabile.
La crisi non l’abbiamo prodotta noi e anzi noi l’avevamo prevista un decennio fa proponendo al contempo le soluzioni.
Quindi la crisi noi non possiamo ne vogliamo pagare e farla pagare ai nostri figli.

Qui sotto la mappa del percorso della manifestazione, il link al blog del Comitato 15 Ottobre e quello al Legal Team

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Comitato 15 Ottobre 2011: http://15ottobre.wordpress.com

Legal Team: http://www.legalteamitalia.it/new/

L’inDifferenza fra Indignados e Indignati

Sono stufo di sentir sulla bocca di tutti il termine “Indignados” e ancora più rabbia mi fa sentirlo tradotto in italiano.

Adesso tutti sono intenti a rincorrere gli Indignati italiani come se gli ultimi 3 anni non fossero mai esistiti. Come se nel 2008, dopo il primo scellerato atto di questo scellerato governo di puttane (di ogni genere) cioè la legge 133, non fosse iniziata una rivolta.

La CISL e la UIL allora non avevano ancora svenduto il futuro dei lavoratori e del Paese agli industriali più cialtroni e piagnoni del mondo e la CGIL era nel pieno delle sue forze e non era isolata.

 E soprattutto NOI, che ci vedevamo lungo, abbiamo reagito con forza. Non solo ma per tre anni abbiamo creato ogni sorta di evento sfruttando anche la tecnologia, la rete, i nuovi metodi di comunicazione peer-to-peer come i flash mob e quant’altro, per sensibilizzare la gente dimostrando che non era una questione di essere contro a priori o di odio verso quella caricatura di governante che è Berlusconi.

E la crisi economica l’abbiamo vista subito. I portuali di Civitavecchia si sono accorti della crisi 3 anni fa, non l’altro ieri, dalla forte contrazione del flusso delle merci verso il porto.

Abbiamo cercato di difendere la Scuola, l’Università e la Ricerca, veri motori della ripresa e basi per un sano sviluppo. Abbiamo cercato di far capire alla gente che non si poteva più puntare alla riduzione del salario per fare favori a confindustria e non si poteva più tagliare e/o tassare “a cazzo” o svendere il patrimonio del nostro Paese per fare cassa.

E allora cosa è successo?

Che … siamo stati abbandonati nell’indifferenza generale dell’italiano medio. Siamo dovuti scappare su internet per farci vedere e sentire perché i servi del Re delle TV ci hanno ignorati quando non demonizzati e perché l’opposizione ancora non ha capito chi siamo.

Ci siamo dovuti autoprodurre, mentre eravamo impegnati a sopravvivere o anche solo a mandare avanti le nostre famiglie.
Questa è la differenza fra gli indignati italiani e quelli spagnoli: noi ci siamo svegliati prima ma viviamo in un paese in cui una larghissima parte della popolazione è capace di infinita indifferenza, fino a rasentare l’autolesionismo. Loro no. Noi abbiamo avuto un governo di incompetenti mafiosi e puttane/i. Loro hanno avuto Zapatero. Noi siamo stati isolati dai nostri stessi connazionali, troppo impegnati a temere gli stranieri. Loro no.

E poi, ricordatevelo quando cercate gli Indignati, che gli Spagnoli non hanno avuto Il popolo Viola (Società e Politica), Se non ora quando (Dignità e Diritti delle Donne), Il movimento per la libertà di stampa (Comunicazione), il Movimento 5 Stelle (Politica), la Ricerca calpestata (Ricerca e Sviluppo), Non Rubateci il Futuro (Scuola), Il nostro tempo è adesso, tutte le iniziative della CGIL (rimasta sola abbandonata dai sindacati piduisti), L’Isola dei Cassaintegrati (Operai) ecc …

Quante ne devo elencare per dimostrare che quasi ogni settore, salvo quelli commerciali e professionali, che pure pagheranno caro il prezzo della loro inerzia, di questo Paese si è ribellato e ha tenuto la protesta per tre anni nell’indifferenza generale del resto del Paese e dei loro stessi colleghi?

Noi abbiamo avuto tutto questo.
Allora non cercate gli indignati, cercate l’italiano medio, disposto a credere che il mondo fosse quello descritto da un buffone saltimbanco circondato di servi piuttosto che quello vissuto dai lavoratori veri.

La fantasia al potere …

A parte che la fantasia al potere era un slogan del ’68, se doveste attribuire questo slogan all’Italia o alla Germania dovrebbe essere automatico attribuirlo all’Italia.

Ma sinceramente dopo tutto quello che ho visto in questi ultimi anni e soprattutto in questi ultimi anni di crisi, se dovessi scegliere, direi che la fantasia è al potere in Germania. Ma dentro la gente proprio, tanto che anche gli amministratori pubblici hanno abbastanza fantasia da trasformare quello che toccano in oro e non in m***a come la maggioranza assoluta dei nostri.

E’ in corso Presa Diretta del 25 settembre 2011. Titolo “il Popolo”. Dopo una panoramica sull’Italia vista dai poveri, tenuti poveri da una politica nettamente mafiosa e cialtrona, si passa come al solito al buon esempio … alla Germania. E si capisce perché il divario fra i BTP italiani e i Bund tedeschi è così alto e cresce ancora. Perché il re è nudo e nessuno, quando il gioco si fa serio, può più permettersi di credere alle capacità di ripresa dell’Italia. E’ troppo tardi.

Mentre l’Italsider di Bagnoli è stata smantellata, dopo aver inquinato per anni, e la zona è rimasta un vero cesso, con tanto di divieto di balneazione, in Germania i tedeschi sono riusciti  rendere eco-sostenibili e produttive le ex-zone industriali.

Invece di buttare soldi per abbattere, li hanno investiti per riqualificare. Si sono inventati piste da sci coperte dove gli olandesi pagano per sciare (gli olandesi non i tedeschi). Ci fanno i soldi. Stupiscono i visitatori. Li attirano. Trasformano in oro e non in tristezza, quello che toccano. Donne e uomini grandi pur essendo piccoli.

I Italia è più diffuso l’esempio di gente piccola che se ne va in giro a fare la grande. La tristezza al potere.

Da noi le ex zone industriali diventano discariche di rifiuti speciali. E il peggio è che nell’antistante mare inquinato fanno il bagno i bambini. La mafia, la camorra e la ndrangheta fanno affari godendoci a sporcare e smerdare quanto più possible il territorio, ridendosela mentre i politici come Berlusconi e non solo, pigliano per il culo il popolo. Almeno quella parte di popolo che non era presente quando distribuivano la dignità e l’intelligenza.

In realtà le cose sarebbero più semplici. E’ tutto qui il concetto, come mi è capitato di dire spesso negli ultimi giorni. Far rinascere questo Paese è semplice. Ce lo dice la Germania.

Trasformare l’Italia in un Paese bello (non il BelPaese), tirandola fuori dallo schifo che è diventata, sarebbe un gioco da ragazzi. Basta la fantasia, e ci sono molti Italiani che ne hanno a pacchi, le competenze (e solo prendendo i ricercatori degli Enti Pubblici di Ricerca ce ne sono a pacchi di competenze) e la voglia di fare bene per il piacere di fare bene.

Ma prima dobbiamo liberarci per sempre di una classe dirigenziale cialtrona, incompetente, corrotta, piagnona e arrogante. Che sta rubando i nostri soldi, il nostro territorio e non più il nostro futuro (quello è andato) ma il presente.

Goooooooood Moooooorning Vietnaaaaaaaaaaaam!!!

PS: a proposito, sempre a Presa Diretta hanno detto che quando la differenza fra la valutazione dei BTP italiani e dei Bund tedeschi (presi a riferimento per la stabilità) cresce troppo, la gente vuole sempre meno comprare il nostro debito perché è troppo rischioso e perché il governo Italiano ha dimostrato di non avere i numeri per garantire il debito e quindi … l’interesse che lo Stato Italiano deve pagare per fare si che la gente si compri il nostro debito deve essere molto più altro (a garanzia del rischio). Ma quando l’interesse dovuto supera il 6% si entra nella zona di rischio default. Quando raggiunge il 7% sei diventato la Grecia. A fine Agosto quelli a scadenza decennale erano al 5.22. Adesso pare che siano oltre il 6%.

Dopo 3 anni persi a pensare ai cazzi di Berlusconi, negando la crisi, se poi a Tremonti e compari gli arrivano le pietre invece delle monetine … beh, non si potranno lamentare.